Fanfic su artisti musicali > Guns N'Roses
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Autore: Bloodygirl    31/01/2013    1 recensioni
Bingo, Smith sorrise per il colpo basso che gli era stato offerto su un piatto d’argento ed improvvisamente ricordò perché i rapporti con quell’uomo squinternato e un po’ pazzoide erano stati affidati a lui.
“Omofobo, maschilista, violento… ne vogliamo aggiungere altre sig. Rose. La sua posizione mi sembra già abbastanza precaria, senza contare che il disco, a sua detta del secolo, ha incassato meno di un terzo rispetto alle sue previsioni.” Smith con un gesto brusco tolse gli occhiali, scattò in piedi e poggiò le mani sulla scrivania, piegandosi quel tanto che bastava per giungere all’altezza degli occhi del suo interlocutore. È ora di tirare fuori le palle, pensò, concentrandosi nell’espressione più minacciosa che poteva.
“ Signor Rose le ricordo” sibilò suadente “ Che la Geffen a forza di dirlo, la fa veramente andare in pensione anticipatamente.”
Axl scattò in piedi e allargo le narici in un espressione omicida. Smith non indietreggio di un centimetro, non poteva perdere quella battaglia, non ora che aveva scommesso tutto su di lui.
Contro ogni previsione Axl mise una mano sulla porta e con sorriso vittorioso:
“Signor Smith. Accetto. Facciamo questa cosa, ma le assicuro che farò di tutto per rendere quest’esperienza
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Axl Rose, Nuovo personaggio
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Dizzy Reed picchiettava freneticamente il piede nella moquette della sala prove, nel viso la più malefica delle espressioni, gli occhi rivolti verso quella giovane ragazza. Si massaggio la guancia con fare pensieroso e spostò il peso da un piede ad un altro. L’intento era cercare di metterla più in difficoltà possibile. Angela era sicuramente una bella ragazza e se fosse stato un po’ più giovane sicuramente avrebbe impiegato meno di un nano secondo a sedurla e ancora meno a portarsela a letto,ma sembrava già essere territorio doppiamente marcato, l’immagine di Ashba occhi a pesce lesso glielo stava riconfermando. Incrociò lo sguardo del boss e gli sorrise di rimando. “Ehi guarda che mi si sta afflosciando il di dietro qui in terra!” sbottò la ragazzina “ e poi sono le due ho fame..”. Ashba sghignazzò “Allora Reed hai deciso cosa farle fare?”. In quel momento l’unico pensiero che venne in mente a Dizzy fu che il tatuaggio che sporgeva dalla maglina del moro non poteva essere più rappresentativo della sua persona (demented). Un sorriso gli sfuggì inconsapevolmente dalle labbra. Si piego ad altezza del viso della ragazza e incrociò il suo sguardo. “Perché non ci fai sentire l’intro di paradise city?” sogghignò. Quel pezzo aveva sempre dato grandi difficoltà allo stesso Ashba che tecnicamente era un mostro ma purtroppo non aveva neppure la metà del carisma del grande Slash, ma guai a ricordarlo al capo o lo avrebbe disintegrato in mezzo secondo. Angie sorrise e si sollevo da terra attaccando la chitarra all’amplificatore. Controllo che tutte le corde fossero a posto. L’adrenalina sembrava volerle bucare le vene. Certo in parte era attribuibile alla tensione dovuta alla presenza di Axl e Company, ma per la maggiore sentiva bruciarle dentro un fuoco di rivalsa contro quel gradasso del cavolo. Lo aveva sempre ritenuto il pesce fuor d’acqua del gruppo. Un errore giovanile di Axl che nel voler rinnovare il sound della band aveva solo finito per “arruolare” gente fuori luogo. Attaccò sicura e tutte le sue paure svanirono. Era sola con la sua chitarra. Come quando in Italia si ritrovava nel magazzino di Rita , la chitarrista ritmica, con le altre. Un sorriso sfuggì distrattamente dalle sue labbra ripensando alle ragazze. Ylenia con il suo carattere schivo e riservato si sarebbe sicuramente sotterrata viva se fosse stata al centro di tutte quelle attenzioni maschili. Silvia la vocalist avrebbe consigliato a Dizzy una sana scopata per calmare i suoi bollenti spiriti. Anna avrebbe tirato fuori una bottiglia della sua amata crema di whiskey e si sarebbe fatta un bicchierino. Avrebbe chiesto ad Axl se sapeva qualcosa di quelle sciabordate era deciso.. Dizzy così come il resto della truppa, spalancò la bocca si ricompose solo quando anche l’ultima nota fini di risuonare nelle sala. Angela sollevo gli occhi da le sue mani e appena in tempo per tentare di schivare la pacca di ashba dietro la schiena. “Brava..” le sussurrò sorridente. Incrociò lo sguardo di Axl che al momento era inespressivo. Reed e gli altri le fecero dei compimenti molto freddi e poi accamparono una scusa per uscire dalla sala il prima possibile. Il batterista prima di uscire le fece l’occhiolino come a scusarsi. Ashba le si avvicinò. “Sei piaciuta molto a tutti.” Sospirò “Ma vedi quando il capo è pensieroso abbiamo imparato che è meglio lasciarlo a se stesso.” Volsero lo sguardo verso Axl. “Andiamo a mangiare…” disse l’uomo “Daren rimani con noi?” fece un sorriso di circostanza al ragazzo. “Devo scappare anche io mi dispiace. Ci vediamo domattina.” Prima di dileguarsi salutò Angie con un bacio nella guancia. La ragazza non fece in tempo a incrociare i suoi occhi che era già partito a passo spedito per la cucina anche Axl. Risalii pensierosa e sinceramente frustrata dato che tutti tranne una particolare persona sembravano averla apprezzato. Fece il suo ingresso nel salone trovando un tavolo apparecchiato per due e una Ursula tutta indaffarata a servire il pranzo al re. Le fece un sorriso radioso indicandole il posto vuoto di fronte a lui. “Domani io e i ragazzi siamo fuori per una premiazione ma dopo domani cominciamo alle 8.00” le disse l’uomo . Angie annuì sorridente. Per un attimo aveva temuto di dover rincominciare tutto da capo. Per il resto del pranzo non ci furono altri scambi di battute tra i due. Ad un certo punto Axl si alzò e salì nelle sue stanze tornando dopo neanche mezz’ora tutto lavato e profumato. Angie che stava leggendo un libro sul divano quasi si strozzò con il caffè a trovarselo davanti così, ringraziò mentalmente tutte le divinità umane e paradisiache che avevano fatto si che l’uomo,indaffarato al telefono, non le avesse rivoltò il benché minimo sguardo. Si concesse altri dieci minuti per sbavargli letteralmente dietro e prima che potesse rivolgere la sua attenzione su di lei si costrinse a puntare gli occhi sul libro. Lo sentì avvicinarsi al divano, ma testarda come al solito lo ignorò bellamente. “Angie..” l’uomo parve soppesare il tono della voce. Angie arrossì pensando che mai nessuno aveva pronunciato il suo nome con tale cadenza. Incrociò il suo sguardo smeraldo sorpresa di ritrovarselo sul divano. “Devo andare fuori per lavoro stasera…” la ragazza sorrise pensando che in quel momento più che estranei sembravano una normale coppia. “Non penso di rientrare stanotte dato che l’evento a cui devo partecipare si protrarrà per le lunghe, quindi ci rivediamo mercoledì. Non..” sospirò pesantemente sentendosi un idiota completo “Non distruggere casa.” Le sorrise beffardo. “Ok ma devo sentire le ragazze.” Angie si morse la lingua e Axl la guardò confuso. “Le altre della band…” “Ma tu non sei un cantautrice?” le chiese irrigidendosi. Merda, imprecò mentalmente Angie, ora Stefano le avrebbe riservato un bel cazziatone chissà cosa avevano raccontato a quelli della Geffen. Poggiò il libro sul tavolo e si girò meglio verso il suo interlocutore. “Ehm no… Sono la prima chitarra di una band rock-metal italiana.” Sorrise cercando di far leva sulle sue fossette. “Beh ma quindi le altre dove sono?” chiese incuriosito. Angie tirò un sospiro di sollievo. “Non lo so non le sento da un mese.”L’autista fece il suo ingresso proprio in quell’istante. “Signore la sua accompagnatrice è in limo.” E si dileguò. Axl le posò un bacio sulla fronte. Angie sospirò carezzando lievemente la mano che aveva posto accanto alla sua gamba. “Chiama chi vuoi mi racconterai meglio mercoledì” sorrise nuovamente e fece la sua grande uscita di scena. Angie rimase piacevolmente sorpresa dalla sua reazione, ma al contempo senti come una stratta allo stomaco. Lui avrebbe avuto una accompagnatrice per la serata. Trascorse il resto della serata a leggere e non ne volle sapere di cenare. 3.00 controllò nuovamente la sua sveglia provò ad alzarsi ma un dolore lancinante la costrinse a riabbassare la testa. Si sentiva stordita e infreddolita. Provo ad alzarsi ma le gambe sembravano non volerne sapere. La vista le si oscurò e cadde rovinosamente a terra facendo un gran trambusto. Angie si risvegliò solo molte ore più tardi al tocco di due labbra materne sulla fronte. “Si sta svegliando..” sussurrò una voce che identificò con Ursula. Aprì gli occhi di scatto riconoscendo la figura della donna che le accarezzava la fronte. “Bambina mi hai fatto prendere un bel colpo!”

  
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