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Autore: AlwaysAttract    31/01/2013    7 recensioni
Louis non sapeva neanche come fosse riuscito a diventare stracotto di un tipo come Harry Styles, i giocatori di football non gli erano mai interessati, certo, ogni tanto ci faceva un pensierino quando li vedeva cambiarsi in spogliatoio, ma era sempre uscito con ragazzi semplici e divertenti, un po’ come lui.
Lui e il capitano della squadra di football non si erano mai sopportati prima dell’inizio dell’ultima estate: Harry non faceva altro che prendere di mira, insieme ai suoi amichetti, Louis per essere gay e Louis non poteva che soffiargli il primato in tutte le materie scolastiche e, ovviamente, anche la borsa di studio.
Verso metà luglio, per qualche inspiegabile motivo, avevano partecipato allo stesso campo estivo organizzato dalla parrocchia locale e, sempre per qualche inspiegabile motivo, si erano ritrovati a baciarsi, ubriachi fino al midollo, attorno alle ultime fiamme del falò mentre tutti gli altri dormivano nelle loro tende, ignari di tutto.
AU!Highschool
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note: Ciao a tutti! Vorrei ringraziare innanzitutto le persone che hanno recensito lo scorso capitolo e quelle che hanno perso un poco del loro tempo per leggerlo e mettere la storia tra le preferite/seguite! Grazie mille! Questo secondo capitolo  è molto più lungo del primo e spero vi piaccia perchè ci ho messo tanto amore nel scriverlo! (e ammetto che sono un po' bastarda nel far sempre litigare quei poveretti di Harry e Louis, ma mi paice tantissimo farli arrabbiare e poi riappacificare! *-*).
Detto questo vorrei dire che (lo scoprirete leggendo) non penso assolutamente niente di quello che ho scritto su Taylor Swift, anzi, trovo che sia una bravissima cantante! 
Bene, non vorrei annoiarvi più di tanto, ciao a tutti e al prossimo capitolo!
Un bacione! :*


La vita di Louis Tomlinson a scuola non era delle più facili: spintonate contro gli armadietti, palline piene di salive che casualmente gli venivano lanciate in testa e insulti non molto carini peggioravano sempre la sua giornata, per non parlare delle occhiate che gli mandava Harry Styles, odiava quando lo guardava con quell’espressione, quell’espressione che diceva “ti controllo” , i suoi occhi sempre puntati sulla schiena.
Chiuse con prepotenza lo sportello del suo armadietto facendo sussultare Niall e Zayn affianco a lui ed estrasse con velocità il telefono dalla sua tasca.
“Mi stai consumando” scrisse a Harry cancellando il messaggio subito dopo averlo mandato. Vide Harry, appostato a qualche decina di metri da loro con qualcuno dei suoi compagni di squadra,  prendere in mano il suo cellulare e poi mandargli un’occhiata veloce.
«Louis, vieni con noi al bar appena usciamo di qui?» gli chiese Zayn appoggiandogli una mano sulla spalla, Louis sobbalzò e si voltò verso di lui per sorridergli e scuotere la testa.
«Non posso, ho geometria da ripetere per domani, mi dispiace» spiegò. Zayn annuì mettendosi lo zaino in spalla, Niall invece lo guardò non molto convinto della sua risposta e proprio mentre stava per ribattere Louis lo zittì con un’occhiata, intimandogli di tacere e di non dire una parola.
«Ehi Louis!» a distrarlo fu il nuovo arrivato a scuola, il bellissimo e sempre gentile Liam Payne: alto, capelli corti e castani, occhi mielosi e un bel fisico. Louis sorrise e gli fece un cenno con il capo mentre quello si avvicinava con dei passi lunghi e ben cadenzati. La perfezione.
«Stai con me oggi a scienze? Non voglio subirmi di nuovo Jack Peterson» disse Liam appena gli fu vicino «Ho una strana fobia delle persone con il perenne raffreddore» continuò borbottando mentre si portava una mano per sistemarsi il piccolo ciuffo all’insù.
Louis rise. «Certo, preferisco mille volte te a quell’antipatico di Harry Styles» rispose sistemandosi la tracolla sulla spalla, mentendo spudoratamente.
Liam lo guardò per qualche istante e poi si leccò le labbra sorridendo come un ebete «quindi ci vediamo dopo» mormorò facendo qualche passo per allontanarsi.
«Sicuramente!» esclamò Louis salutandolo con una mano.
Appena Liam fu abbastanza lontano Zayn prese Louis per le spalle e lo guardò dritto negli occhi con un’aria abbastanza esaltata, «quello ci sta provando» gli disse cercando l’approvazione di Niall alla sua destra.
Louis se lo scrollò di dosso, «cosa dici? Mi ha solo chiesto di sedermi affianco a lui!».
«Ergo, hai un bel culo, ti va di condividerlo?»
Louis alzò gli occhi al cielo e si appoggiò con la schiena sugli armadietti «non è così, Zayn» sospirò mandando casualmente uno sguardo al gruppetto della squadra di football trovando Harry occupato a ricambiare il suo sguardo.
Niall sbuffò «tanto Louis non è interessato» affermò «giusto?».
«Sì, giusto» rispose sorridendo al suo amico biondo. Zayn li guardò con un sopracciglio alzato e fece oscillare lo sguardo su loro due «perché no?» fece confuso «è carino, gentile e sembra proprio il tuo tipo» spiegò poco dopo «e secondo alcune voci che circolano a scuola è gay, ma lui non ha confermato né negato», sorrise ai due ragazzi e notando la loro stessa espressione di incredulità sbuffò, «è da un po’ che non esci con qualcuno, Louis, lui potrebbe essere perfetto!» esclamò afferrando una spalla di Louis per scuoterla. Il ragazzo più basso si morse la lingua per non farsi scappare che era già impegnato in un’altra relazione, e rigraziò mentalmente Niall quando gli venne in soccorso.
«Zayn, smettila» gli intimò il biondino alzando gli occhi al cielo «lo metti a disagio».
«Uscirò con qualcuno quando ne avrò voglia, okay?» sospirò Louis seccato, poi, con un sorriso, salutò i suoi amici e si allontanò per andare in classe. Non mancò il commento di quel colosso di Victor Rogers durante il tragitto, «ehi frocio, com’è camminare oggi?» urlò per poi scoppiare a ridere insieme ai suoi compagni.
Louis lo ignorò aumentando il passo, non prima, però, di scorgere anche la risata di Harry in quella delle altre.
 
«Non sto capendo un cazzo» borbottò Liam sbattendo la testa sul libro di chimica, Louis rise e gli passò una mano sulla spalla per confortarlo,
«Non sei l’unico» disse mandando un’occhiata al professore che continuava a spiegare nonostante nessuno degli alunni in classe stesse seguendo. Sbuffò guardandosi intorno e fece finta di non notare quel cretino del suo ragazzo che si faceva passare una mano sulla gamba dal capo delle cheerleader, Taylor Swift, che rideva come una scimmia alle provocazioni che Harry le diceva nell’orecchio. Louis ricordava perfettamente l’occhiata omicida che Harry gli aveva mandato appena lo aveva visto sedersi affianco a Liam e non al suo solito posto, scelto a caso dal professore, ed Harry non poté che rigirare le carte a suo favore sedendosi affianco a quella tipetta con il naso all’insù.
Abbassò prontamente lo sguardo sentendo un profonda gelosia nascere dal centro del suo corpo e sospirò tristemente, sapeva perfettamente che Harry non gli avrebbe mai sussurrato cose nell’orecchio a scuola e che lui non avrebbe mai potuto mettere la mano sul ginocchio del suo ragazzo. Odiava quella cazzo di situazione.
«Louis» lo chiamò Liam accarezzandogli il braccio «sei diventato improvvisamente triste, che succede?» gli chiese sorridendo dolcemente. Louis si perse nei suoi occhi caramellati e alzò le spalle fingendo un sorriso.
«La chimica mi mette tristezza» disse ridendo di sé stesso, Liam annuì poco convinto, «è tutto okay, tranquillo» continuò prendendo la penna tra le dita, si allungò verso il quaderno di Liam e gli disegnò uno smile in un angolino.
Liam ridacchiò piano e subito dopo voltò il capo per guardare l’altro ragazzo, «Assomiglia a te» bisbigliò. Con cautela alzò le braccia fino ad arrivare al volto di Louis, appoggiò i pollici sugli angoli della sua bocca e li tirò all’insù per formare un sorriso, «identici».
Per un primo momento Louis rimase in silenzio, preso dal piccolo gesto che gli aveva fatto battere il cuore, qualche secondo dopo rise così forte per l’espressione di Liam che fece voltare mezza classe verso di loro, tra cui anche Harry e quella Taylor Swift. Liam gli tappò la bocca con un mano e se lo tirò contro per nascondere il suo volto sulla sua spalla, «Shh» fece tentando di camuffare anche la sua risata.
Quando Louis si riprese e si rialzò dalla sua postazione incontrò gli occhi di Harry intenti a trafiggerlo da parte a parte, come una lama, e cos’era quella? Gelosia?
Ignorandolo si voltò di nuovo verso Liam e questa volta era Liam che guardava Harry, e quello era sicuramente uno sguardo di disprezzo, anche perché Harry lo stava guardando nello stesso modo.
Louis rimase in silenzio guardando le proprie mani e aspettò che i due distogliessero lo sguardo l’uno dall’altro e quando si accorse che Liam aveva sospirato e rivolto uno sguardo al professore, rialzò gli occhi.
Si pentì amaramente un secondo dopo perché di fronte a lui trovò Harry occupato ad inseguire la lingua della Swift nella sua bocca, tenendola ben salda per un fianco.
Tutta la scuola sapeva che Harry Styles e Taylor Swift uscivano insieme, anche se, in realtà, si cornificavano a vicenda, e Louis non ci aveva mai dato peso. Sapeva perfettamente che Harry la usava come una copertura e che non avesse mai fatto sesso con lei però, da qualche settimana, Louis era diventato persino geloso di lei, geloso di tutte le cose che poteva fare con lui in pubblico senza preoccuparsi di essere giudicata.
«E’ lui che ti infastidisce, non è vero?» Liam lo risvegliò dai suoi pensieri e lo costrinse a distogliere lo sguardo da quella scena macabra, spostò gli occhi sulla sua figura e annuì piano.
«Lui e i suoi amici mi prendono sempre di mira perché, lo sai, sono gay» rispose iniziando a scarabocchiare sul suo quaderno forme irregolari, Liam sbuffò accanto a lui e strinse tra le dita il suo braccio.
«Sono dei bastardi senza cervello e ti capisco moltissimo, nella mia vecchia scuola era così anche per me» gli sussurrò stando vicinissimo al volto dell’altro ragazzo, Louis poteva chiaramene sentire i suoi respiri sulla guancia.
Si girò per guardarlo. «E’ vero che sei gay, quindi?».
Liam fece un mezzo sorriso «Già» soffiò accarezzando con il pollice il braccio di Louis, premendo poco sulla vena sporgente,  «ma preferirei che non si sappia così tanto in fretta questa storia su di me, posso fidarmi?» .
Louis annuì velocemente «tranquillo» mormorò ricevendo in cambio un altro sorriso.
«Ti va di uscire con me venerdì sera?» gli chiese, quindi, Liam prendendo dalle mani di Louis la sua penna per poi scrivere sul suo quaderno “accetto solo un sì (:”.
Louis lesse e rise piano, subito dopo sospirò, «..io.. io non lo so» balbettò pensando che il venerdì fosse l’unica sera in cui Harry aveva la casa libera e anche l’unico giorno in cui avevano un letto a disposizione e non una macchina. Buttò uno sguardo sul suo ragazzo e lo vide accarezzare i capelli biondi della ragazza che aveva accanto, uno squarcio si aprì nel suo petto e digrignò forte i denti, immaginando di puntare una pistola dritta al petto della ragazza.
«Facciamo alle otto?» disse a Liam confermando l’invito.
«Perfetto».
 
Da quando era entrato in macchina, Louis, non aveva detto una parola. Aveva incrociato le braccia al petto e girato la testa verso il finestrino per evitare di guardare il suo ragazzo, il suo piede tremava velocemente facendo muovere allo stesso ritmo la gamba, le labbra gli si erano già consumate a furia di morderle.
Tutto stava andando nel verso sbagliato, non c’era un giorno in cui le cose andassero più o meno bene, mai.
Questa storia lo stava distruggendo dentro, non aveva mai provato due sentimenti così contrastanti per la stessa persona: amava e odiava Harry Styles nello stesso momento.
Sussultò appena sentì il corpo di Harry premersi contro il suo fianco e abbracciarlo stretto.
«Lou» sussurrò Harry strofinando la guancia sulla spalla di Louis «per favore, non pensare a quello che è successo oggi, vorrei dimenticare anch’io tutto».
Louis ghignò passandosi una mano sulla fronte «pensavo volessi sapere com’è camminare oggi» disse ironico cercando di allontanare Harry, senza grandi successi. Era evidente anche ad occhio nudo che Harry fosse più forte di lui, non aveva speranze di spostarlo con la forza.
Il ricciolino sbuffò e lo strinse più forte «ti prego» frignò iniziando a mordicchiare con le labbra la felpa del suo ragazzo, a volte sapeva essere veramente un piagnucolone.
«Anzi no, forse preferiresti parlare della bellissima bocca di Taylor» continuò Louis cercando di ignorare i piccoli gesti di Harry. Seccato mise una mano aperta sulla faccia di Harry e provò di nuovo ad allontanarlo.
«Scollati» gli ordinò chiudendogli il naso con le dita. Harry aprì la bocca e scoppiò a ridere provocando anche a Louis uno sbuffo divertito e, approfittando della situazione, gli allacciò le braccia attorno al collo e si avvicinò per baciarlo sulle labbra, dolcemente.
«Visto che quando siamo soli è tutto più meglio?».
«Più meglio non si può dire, Haz» lo corresse Louis ridendo sulle sue labbra, Harry alzò gli occhi al cielo per la sua, puntualissima, precisione. Si scambiarono qualche altro bacio e nel frattempo Harry gli ripeteva che lo amava, che lo amava tantissimo, proprio come gli aveva detto la sera prima nella stessa auto.
«Venerdì non posso venire da te» sussurrò Louis mentre le labbra e la lingua dell’altro ragazzo gli lambivano il collo e, come aveva previsto, Harry si fermò all’istante.
«Cosa?».
«Liam mi ha chiesto di uscire».
L’occhiata che Harry gli mandò gli fece capire all’istante che quel momento di intimità fra loro era già finito e non poté che provare un senso di malinconia appena Harry ritornò al suo posto.
«Liam il ragazzo che non smetteva di spogliarti con gli occhi stamattina? Quello con cui mi hai rimpiazzato a scienze?» gli chiese Harry con un tantino di fastidio nella voce.
«Sì, lui» confermò Louis «e comunque non mi stava spogliando con gli occhi».
Harry alzò gli occhi al cielo «Ah no? Allora la bozza di erezione che aveva nei pantaloni appena è finita l’ora gliel’ha causata il profess..»
«Basta, non ti credo» lo interruppe Louis alzando una mano, «gli ho già detto sì, non posso rifiutare».
«Il venerdì è l’unico giorno in cui possiamo stare a casa mia!»
«Lo so, Harry, è solo per questa settimana»
Harry sbuffò seccato e con un gesto nervoso si passò una mano tra i capelli ricci, «non voglio» disse con tono autoritario «non puoi uscire con lui».
«Anch’io voglio che tu non faccia molte cose, Harry, ma te le lascio fare perché pensi che così sia meglio per te» rispose Louis con disprezzo «per una volta, cerca di adeguarti a me e non il contrario».
 
Vedere Toy Story 3 al cinema non era sicuramente la sua attività preferita da fare durante un appuntamento, ma la cena che Liam gli aveva offerto subito dopo aver visto il film aveva ricompensato il tutto, anche essersi proposto per riaccompagnarlo a casa aveva fatto la sua parte.
«E’ stato divertente» disse Louis una volta arrivati davanti al cancelletto di casa sua. Liam annuì appoggiandosi alla sua macchina con le mani in tasca e un sorriso abbozzato.
«Già, sei il primo ragazzo con cui esco da quando sono arrivato qui, pensavo di fare fiasco su tutto» gli rispose sinceramente. Louis scosse la testa e appoggiò le sua mani sui polsi dell’altro ragazzo, Liam intrecciò all’istante le sue dita a quelle di Louis, stringendole.
Sorrise in imbarazzo e si avvicinò all’orecchio di Liam «E’ stata una splendida serata» mormorò «grazie».
«Grazie a te» esclamò Liam velocemente non perdendo per un attimo il contatto con gli occhi azzurri di Louis «sei bellissimo, lo sai?».
Arrossendo sulle guance, Louis, rise, «smettila» fece abbassando gli occhi sulle loro mani intrecciate «anche tu non sei male» ridacchiò e, senza rendersene conto, Liam gli aveva preso il mento e lo aveva già  baciato sulle labbra, castamente. Chiuse istintivamente gli occhi e si abbandonò sul corpo di Liam,  alzandosi un po’ sulle punte per riuscire ad allacciargli le braccia al collo e permettere alle loro lingue di incontrarsi.
Quando Harry lo aveva lasciato sotto casa e lo aveva baciato dopo un appuntamento? Anzi, quando Harry gli aveva chiesto di uscire per un appuntamento?  Mai, mai.
Si accigliò improvvisamente appena il nome di Harry affiorò nella sua mente, ricordandogli che aveva un ragazzo e che, effettivamente, non poteva baciare Liam.
«Aspetta» fece allontanandosi dalle sue labbra «non sono sicuro di voler questo» gli disse facendo cadere le braccia lungo i fianchi.
«Troppo in fretta?».
«Già».
 Liam annuì  e lasciò che Louis si allontanasse da lui «Scusami» disse infilandosi le mani in tasca.
«No, non devi» affermò sorridendogli «è okay, è stata una bellissima serata lo stesso».
«Ci vediamo lunedì, allora».
«Sì, buonanotte».
«Buonanotte».
 
 
Qualche secondo dopo essere rientrato in casa, Louis sentì il suo cellulare vibrare nella sua tasca e la suoneria era proprio quella che aveva impostato per le chiamate di Harry. Confuso schiacciò il verde e si portò il telefono all’orecchio, «che vuoi?» disse con tono seccato. Non si parlavano dall’ultima discussione che avevano avuto in auto, esattamente due giorni prima.
«Lou» la voce di Harry tremava attraverso il telefono «per favore, per favore, non lasciarmi per lui».
Louis si accigliò tenendo premuto il cellulare contro l’orecchio appena la voce di Harry lo investì, si sentì male per le parole che gli aveva sussurrato e.. stava piangendo?
«Ti prego, non baciarlo mai più» continuò tirando su con il naso.
Louis, sempre più confuso, ritornò lì fuori guardandosi attorno sperando di trovare qualcuno che si assomigliasse ad Harry. «Haz, dove sei?» gli chiese preoccupato alzandosi sulle punte dei piedi per far si che vedesse meglio lungo la strada. Dannata statura.
«In macchina e.. e.. ti prego» rispose. Louis camminò per la strada finché non scorse poco lontano da lui l’auto di Harry e sospirò appena lo vide scendere con le guance bagnate e il naso rosso. E sì, stava proprio piangendo.
«Vieni qui» sussurrò Louis al telefono e Harry non se lo fece ripetere due volte, terminò la chiamata e corse velocemente per raggiungere Louis e abbracciarlo forte, lasciandosi circondare le spalle dalle braccia più minute di Louis. Restarono per un paio di minuti così, stretti l’uno all’altro, i sonori singhiozzi di Harry che rompevano il silenzio della strada, deserta a quell’ora.
«Shh, è tutto okay, mi dispiace» lo rassicurò Louis accarezzandogli i capelli con le dita. Harry annuì e, riuscendo ad alzare la di poco la testa, premette forte le labbra contro quelle del suo ragazzo.
«Non deve più permettersi di toccarti» sussurrò contro la bocca di Louis «mai più».
 

 
 
   
 
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