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Autore: Vanilla_91    31/01/2013    9 recensioni
[REVISIONE GRAMMATICALE IN CORSO]
In un luogo e in un tempo imprecisato gli umani sono costretti a sottomettersi ai demoni che regnano incontrastati..Una vita in schiavitù, è questo il destino che attende ogni umano..ma se qualcuno trovasse la forza di cambiare questa situazione?
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il suo tono di voce non prometteva nulla di buono e la nostra posizione non era certo delle più facili. Voleva delle spiegazioni? Era normale!  Ma cosa sarebbe successo dopo?
-Calmati, Inuyasha. Questi non sono né il luogo, né il momento adatto per parlarne.- disse Miroku.
-Voglio delle spiegazioni, Miroku. Hai visto bene quanto me cosa sono capaci di fare tutte loro -
-Miroku ha ragione. Torniamo al castello e lì ci spiegheranno tutto e faremo in modo che non omettano nulla.- si intromise Sesshomaru.
-Che differenza c’è tra qui e il castello? Sembrano avere un po’ troppi segreti.- sibilò Inuki.
-Cambia il fatto che restando qui non sappiamo se rischiamo un nuovo attacco. Al di fuori dei territori del regno siamo più vulnerabili.- osservò Miroku.
- Io voglio delle spiegazioni, e le voglio ora! Chi ci assicura che non siano state loro ad organizzare tutto?- tuonò Inuki.
Scattai, che si era trattato di un’imboscata era chiaro a tutti, ma quel demone era davvero uno sciocco se pensava che le colpevoli di tutto fossimo noi. A causa dei nervi tesi per la battaglia e per la situazione in cui ci trovavamo risposi più bruscamente di quanto avessi voluto.
-Ma cosa dite? Innanzitutto come credete che avremmo potuto radunare tutti quei demoni se siamo sempre chiuse in un castello? E se anche avessimo potuto farlo, come credete che ci avrebbero dato ascolto? E soprattutto la cosa risulta senza senso, siamo state noi di nostra iniziativa a sostenervi in battaglia; in pratica ci siamo smascherate da sole e se la cosa fosse stata precedentemente organizzata da noi di certo non avremmo rischiato la vita.. non mi sembra difficile arrivarci. Io piuttosto cercherei il colpevole tra qualcuno a voi vicino.-
 Inuki si accigliò e si avvicinò a me con fare minaccioso.
-Fossi in te starei attenta a come parli e soprattutto a quello che dici. La tua posizione è già piuttosto precaria al momento, se poi teniamo conto anche del fatto che hai poteri da sacerdotessa, cosa mi impedisce di ucciderti ora?-
Sostenni il suo sguardo senza alcuna esitazione
-Assolutamente niente e nessuno. Fatelo!-
-Calmatevi, tutti e due. Inuki allontanati da lei e tu Kagome fa silenzio.. al momento non sei proprio nella posizione di poter parlare.- disse Inuyasha con tono di chi non ammetteva repliche.
- Il discorso di Kagome in ogni caso mi sembra sensato.- disse Miroku.
-Stai dicendo che uno di noi è un traditore?- chiese stupito Koga.
- Quello che sta dicendo è che qualcuno a voi vicino, qualcuno che sapeva che oggi saremmo usciti e dove probabilmente saremmo andati, ha organizzato tutto questo.- spiegò Sango.
- Il vostro ragionamento è giusto,ma di questo discuteremo quando saremo tornati a palazzo.. e non voglio obbiezioni. Andiamo Rin.-
Non ci mettemmo molto per arrivare al castello. Durante il viaggio di ritorno nessuno aveva spiaccicato parola..la situazione era tesa..
- Allora volete darci delle spiegazioni ora che siamo qui o dobbiamo aspettare domani?-
- Calmati, Inuyasha. Non è in questo modo che riusciremo a scoprire la verità.- lo richiamò Sesshomaru.
- Ah no? E sentiamo quale sarebbe il modo giusto, Sesshomaru?-
- E’ semplice, tu sei l’unico a non esserci ancora arrivato. Basterà separarle, ognuna di loro parlerà con uno di noi. In questo modo non potranno coprirsi l’una con l’altra.-
Avevo sottovalutato il principe ghiacciolo. Non solo era abile nel combattimento, ma era anche intelligente e un ottimo stratega.
La situazione tuttavia per noi tendeva a peggiorare sempre di più.
- Trovo che questa sia un’ottima soluzione. Andiamo a fare quattro chiacchiere, Alissa –annunciò Inuki. Alissa ci lanciò un’occhiata preoccupata e poi lo seguì. Rin e Sesshomaru si allontanarono senza nemmeno scambiarsi una parola, come se avessero raggiunto un muto accordo, e Miroku portò via con sé Sango. Perché il triangolo toccava sempre a me?
Percepivo qualcosa di diverso all’interno del palazzo, ma non riuscì a capire cosa. Mi concentrai meglio, ignorando i due principi, e capì subito che quello che stavo percependo era un potere spirituale. Ed era anche piuttosto forte. Doveva essere l’amante del caro mezzo demone cane. Mi voltai a fissarlo e notai che anche lui era concentrato a fissare me.
- Sembra che la vostra amica sia arrivata- dissi con voce atona.
- Già, ma la cosa non ti riguarda minimamente-
- Di cosa state parlando?- disse Koga annusando l’aria –Ah, capisco, Kikyo è tornata. Bene, in questo caso parlerò io con Kagome, immagino che tu vorrai vederla..- gli disse malizioso.
- Si, ma non preoccuparti a lei ci penso io. Lascia che aspetti nelle mie stanze e quando avrò finito vedremo di capirci qualcosa di più in questa faccenda.-
- No Inuyasha, credevo che avessimo chiarito la situazione. Vai pure da Kikyo, Kagome verrà con me.-
Non mi piaceva per nulla il modo in cui stavano parlando di me, ma ero d’accordo su una cosa: di certo non me ne sarei stata ad aspettare in una camera che il bel principe facesse i suoi comodi. Guardai per un momento il mezzo demone cane e poi mi affrettai a seguire il demone lupo.
Ci avviammo verso i giardini del castello, mi aspettavo che lui mi riempisse di domande e invece mi sorprese.
- Kagome, non aver paura qualsiasi cosa mi dirai non ti accadrà nulla.-
- Non è di me che mi importa ma delle mie amiche, mio signore.-
- Staranno bene. Non le toccheranno. Ma io ho bisogno di capire.-
- Lo comprendo, mio signore.-
- Koga-
- Come?-
- Il mio nome è Koga, puoi chiamarmi così, sono io a darti il permesso-
 Gli sorrisi.
- D’accordo, Koga, del resto non si disubbidisce agli ordini di un principe, vero?-
- Esatto. Come fate a saper combattere, Kagome? Chi ve lo ha insegnato?-
- Abbiamo imparato da sole. Uscivamo spesso di nascosto dal villaggio e ci allenavamo, con il tempo siamo migliorate. Sarebbe inutile negare o mentire, spesso ci siamo imbattuti in demoni e li abbiamo eliminati-
- Avete eliminato anche dei demoni?- mi chiese scioccato.
- S..si, so che questa per un essere umano è una delle centinaia di cose proibite, ma si trattava di demoni che avevano tentato di attaccare noi e il villaggio.-
- Capisco. E cosa ne pensi di quello che è accaduto poco fa?-
-Di sicuro era una cosa premeditata, ma ti posso assicurare che noi non c’entriamo nulla con tutto questo.-
- Lo so, Kagome. Ti credo.- mi disse e io gli sorrisi.
- Ti ringrazio, non solo per questo ma anche perché so che chiunque altro non ci avrebbe risparmiato.-
 Lui si limitò a sorridermi. Sollevai gli occhi al cielo e sospirai, probabilmente ce la saremmo cavata anche quella volta, mi accorsi solo allora che era quasi sera. Il mio stomaco brontolò per la fame, facendo ridacchiare Koga e morire dall’imbarazzo me.
- M..mi dispiace.. che figuraccia!- dissi, portando le mani a coprirmi il volto. Lui scoppiò a ridere ancora più forte.
-Non scusarti, Kagome. Sei uno spasso e poi anche io ho fame. Andiamo a mangiare!-
All’interno del castello fermò una ragazza e le ordinò di portare la cena per due persone nella sua camera. Nella sua camera?? Che intenzioni aveva?
- K..Koga, perché nella tua camera?-
- Perché lì potremo stare tranquilli..Su vieni-
Quella situazione non mi piaceva, noi due da soli nella sua camera.
Mangiai con molta, molta calma cercando di ritardare il più possibile l’imbarazzante situazione che sicuramente si sarebbe venuta a creare dopo. Quando tutte le pietanze erano ormai state consumate, Koga mi si avvicinò e mi fece alzare incatenando i suoi occhi ai miei.
- K..Koga, c’è forse qualcosa che non va?-
- Non proprio, Kagome. Sento chiaramente che sei tesa come una corda di violino. Stai tranquilla, mi piaci ma non ti salterò addosso. È stata una giornata stressante per entrambi e poi non sono mica un maniaco.-
Mi rilassai e mi sentì una sciocca per aver pensato che lui sicuramente dopo cena avrebbe preteso qualcosa.
- Mi sento così sciocca.-
- Non farlo, sappi che se non fossimo reduci da questa giornata le cose sarebbero andate diversamente. Mi piaci Kagome, ti voglio, e in più hai scatenato l’interesse di diverse persone. Si potrebbe quasi dire che vincerà chi riuscirà ad averti per primo.-
Storsi il naso a quelle parole, io non volevo di certo che si scatenasse una gara per decretare chi prima tra tutti mi sarebbe saltato addosso.
- Se non ti dispiace, Koga, io andrei. Sono stanca e devo ancora riportare tutti questi piatti nelle cucine- dissi raccogliendo rapidamente tutto.
- Kagome, aspetta non volevo offenderti, quello che io volevo dire è..-
- Ti prego, Koga, non continuare. Abbiamo trascorso un bel pomeriggio insieme, non roviniamolo adesso.- mi inchinai rapidamente e scappai via.
Mentre camminavo tra i corridoi per raggiungere le cucine i miei pensieri galoppavano. Erano pochissimi giorni che mi trovavo in quel castello e non uno solo era trascorso senza che mi fossi cacciata in qualche guaio o trovata in pericolo. In più questa situazione che si era venuta a creare, questo gioco in cui io ero una specie di “premio” non mi piaceva per nulla e poteva concludersi in un solo modo. L’unica a perdere sarei stata io, sarei diventata il giocattolino settimanale di qualcuno e poi?
Arrivai nelle cucine e come al solito fui accolta dalle occhiate raggelanti delle altre donne che si trovavano lì. Ancora non riuscivo a capire perché ce l’avessero tanto con me. Mi guardai intorno e di Kaede non c’era nemmeno l’ombra. Posai tutti i piatti su uno dei tavoli e mi rivolsi ad una di loro.
- Scusami, per caso in giro hai visto qualcuna delle mie amiche?-
- No, io a differenza tua sono costretta a lavorare, non ho il privilegio di passare tutta la giornata fuori come fai tu..- mi disse con voce acida.
- Ho capito. Grazie lo stesso.-
- E ora non startene lì impalata come una bella statuina. C’è molto da fare e se hai finito di fare la puttana potresti renderti utile anche in altri modi.-
-P..puttana?-
-Già, credi che noi tutte non sappiamo cosa fai? Sanno tutti che la notte scorsa hai dormito nella camera del principe Inuyasha e oggi ti hanno visto tutti mentre eri con l’altro principe. Devo dire che Inuyasha si è stancato molto presto di te, di solito le altre durano almeno una settimana. Evidentemente ha capito che non sei nulla di speciale..- mi disse con voce cattiva.
- Ti stai sbagliando di grosso. Tra me ed entrambi i principi non c’è stato un bel niente.. è questo che vi rende tutte così scontrose con me e le mie amiche?-
A rispondere questa volta fu un’altra ragazza.
Siete tutte delle puttane. Se avete avuto tutta questa attenzione è solo perché eravate il giocattolo nuovo..-
- Vi state sbagliando di grosso. E poi per quanto riguarda il principe Inuyasha non sapete che ha già un’amante? Perché mai dovrebbe preoccuparsi di me?-
- Ti riferisci a Kikyo? Lei è l’unica intoccabile. Inuyasha non permette a nessuno di avvicinarsi a lei. Noi altre invece siamo solo sfizi temporanei.. benvenuta nel gruppo..-
- Non mi importa nulla delle sue abitudini sessuali. Tra me e lui non c’è stato nulla, così come non c’è stato nulla nemmeno con Koga. Siete libere di credermi o no, non mi interessa. Ora ditemi cos’è che devo fare. Stare qui a farmi offendere e giudicare da voi non è di certo una cosa che mi piace.-
-Sta calma, ragazzina. Tu sei l’ultima arrivata e sei quella meno importante tra noi. Vuoi lavorare? Bene, avrai un compito degno di te.. Porta quel cibo nelle prigioni. C’è da dare da mangiare agli avanzi di galera e ai ribelli che sono stati portati qui ieri. Muoviti-
La ignorai completamente. Ribelli? Come avevo fatto a dimenticarmene? La notte precedente ero stata tanto concentrata a cercare di evitare Naraku che mi ero completamente dimenticata che erano stati fatti dei prigionieri. Rivolsi un’occhiataccia alla donna che aveva parlato, presi tutto ciò che dovevo portare e mi avviai verso le prigioni. Scesi le scale che conducevano ai sotterranei, che per fortuna erano illuminate, e mi stupì di non trovare nessuno di guardia. Poggiai tutto ciò che avevo tra le mani per terra e iniziai a sbirciare nelle varie celle, dovevo sapere chi erano i nuovi prigionieri. Mi fermai davanti ad una cella nella quale erano presenti tre uomini, di cui uno che conoscevo bene.
- Kigi..- sussurrai.
L’uomo si girò confuso e strabuzzò gli occhi quando mi riconobbe.
-Kagome, sei tu?-
 Notai subito che era ferito dal modo in cui teneva il braccio. La notte precedente troppo presa dalla situazione mi ero completamente dimenticata di controllare come stessero i prigionieri. Riuscì ad aprire la porta della cella grazie ai miei poteri e entrai cercando di far meno rumore possibile.
- Si, Kigi, sono io-
- Cosa ci fai tu qui?-
- Sapevo perfettamente che restando nel villaggio prima o poi mi sarebbe toccato questo destino, ma sai bene che non potevo fare altrimenti. Qui ci sono anche Sango, Rin e Alissa, per fortuna non ci hanno separate..-
- E’ una vera fortuna Kagome, ma sei un’imprudente. Hai appena usato i tuoi poteri e sai bene cosa accadrebbe se ti scoprissero. In più cosa ci fai in questo luogo? Va subito via, se si accorgono della tua presenza passerai dei guai..-
- Non dire assurdità, non mi accadrà nulla. Piuttosto fammi vedere il tuo braccio devi essere curato, è ridotto male. Sei stato avvelenato
- Lascia perdere il mio braccio Kagome, e va via di qui. Il mio destino è ormai segnato.-
- Non dire assurdità, non permetterò mai che tu muoia- dissi con le lacrime agli occhi. Non sapevo come, ma un modo lo avrei trovato di sicuro per aiutarlo.
- Sei sempre stata una ragazza speciale, Kagome- disse allungandomi il braccio ferito.
- Cosa ti hanno fatto?- chiesi sconvolta alla vista della ferita infetta.
- Usano armi avvelenate. Il veleno non ti uccide subito, ma per noi esseri umani è tossico; ti paralizza e fa un male cane-
Rabbrividì domandandomi come fosse possibile tutta quella violenza. Poggiai delicatamente il palmo della mia mano sul suo braccio ferito e una luce violetta avvolse entrambi, segno che i miei poteri stavano purificando il veleno presente nel suo corpo.
- Ecco fatto! Purtroppo non ho erbe con me per le altre ferite, ma mi sembra che non sia nulla di grave-
- Non preoccuparti Kagome, hai già fatto anche troppo per me..-
- Come hanno fatto a catturarti? E chi sono gli altri due? Mi sembra di non conoscerli..- dissi mentre strappavo un pezzo del mio kimono e cercavo di fasciargli alcune ferite
- Appartengono all’altro gruppo- disse con tono disgustato - e sono stato catturato proprio per salvare uno di loro. Ma adesso basta devi andare via di qui Kagome se ti scoprono rischi la vita..-
- Possibile che io ti trovi sempre in luoghi dove non dovresti essere?- tuonò una voce severa dietro di me. Rabbrividì e Kigi si irrigidì.
- Mio signore- sussurrai solo, incapace di aggiungere altro.
- Allora Kagome cosa ci fai qui?-
Kigi mi si parò avanti per proteggermi e la cosa sembrò non piacere ad Inuyasha che aggrottò le sopracciglia.
- Nulla, ho portato da mangiare ai prigionieri- tentai di accampare come scusa.
- Già, ma non credo che questo comprendesse anche entrare nelle celle e metterti a fare conversazione con uno di loro..-
- Perdonatela, è colpa mia. Sono stato io a chiederle aiuto non punitela per questo-
- Non è affatto vero. Kigi era ferito, il suo braccio era pieno di veleno e la sua ferita infetta, se il veleno si fosse diffuso sarebbe morto-
Kigi spalancò gli occhi, sorpreso, evidentemente, di vedere il modo in cui ribattevo.
- Kagome, fa silenzio. Sai con chi è che stai parlando? Supplica immediatamente il suo perdono e prega affinché te lo conceda-
- So perfettamente chi è, Kigi- dissi senza distogliere lo sguardo da Inuyasha.
- Il suo braccio andava purificato o l’infezione si sarebbe estesa in tutto il corpo-
Si avvicinò un po’ di più a me prima di riprendere a parlare.
- Queste non sono cose che ti riguardano. Le loro condizioni non ti devono minimamente interessare e adesso esci di qui-
- Il principe sa dei tuoi poteri?- chiese Kigi sconvolto a nessuno in particolare.
- Sì, sa perfettamente anche che sono in grado di usarli. Cosa ne sarà di Kigi?- chiesi ignorando il suo ordine.
Lui ringhiò e prese ad avvicinarsi ancora di più, Kigi protettivo mi si parò davanti.
-Spostati se non vuoi che ti uccida all’istante- sibilò minaccioso.
Kigi deglutì, ma non si spostò. Inuyasha,infastidito,  senza alcuna cautela lo spinse di lato, facendolo cadere sul braccio ferito.
- Ma cosa fate? Così gli riaprirete la ferita- dissi preoccupata e cercando di dirigermi verso l’uomo, ma lui mi bloccò, avvicinandomi a sé.
- Ultimamente, Kagome, mi sembra che tu stia approfittando un po’ troppo della mia pazienza. Non devi più venire qui, né intrometterti in cose che non ti riguardano.. e questo è un ordine. Sono stato chiaro?- mi sibilò gelido.
Affrontai il suo sguardo e feci per ribattere, ma il rumore della porta della cella che veniva aperta mi bloccò.
- Mio signore, cosa fate voi in questo squallido posto? Posso esservi utile?- domandò con tono servile la guardia appena giunta.
- Dov’eri? Perché hai lasciato il tuo posto? Siete talmente inefficienti che persino una semplice ragazzina è riuscita a intrufolarsi qui e a parlare con uno dei prigionieri..- ringhiò, indicandomi. La guardia rabbrividì e poi concentrò la sua attenzione su di me.
- Vi chiedo perdono, mio signore. Avevo necessità di allontanarmi un attimo. Riguardo a questa piccola ficcanaso lasciate che ci pensi io, vado subito a prendere la frusta così forse la prossima volta ci penserà bene prima di fare una sciocchezza del genere.-  disse voltandosi.
 Rabbrividì contro il corpo di Inuyasha. Lui se ne accorse e tornò a guardarmi con sguardo severo.
- Sai che è quello che meriti, vero?-
Non esitai a rispondere; se dovevo essere comunque punita potevo togliermi almeno la soddisfazione di dire ciò che pensavo.
- Secondo le vostre leggi, forse. Non mi importa se mi punite, lui doveva essere curato e se mi trovassi domani nella stessa situazione lo farei di nuovo-
- Kagome, dannazione a te, fa silenzio se non vuoi peggiorare la tua situazione- mi rimproverò Kigi.
Lo ignorai completamente, così come Inuyasha che non distolse i suoi occhi dai miei.
- A parole sei brava.. come spieghi però il fatto che stai tremando? Temi la frusta?-
- Non sono certo masochista. Non amo soffire..-
- Oh, credimi ragazzina, quello che hai detto e fatto ti costerà una punizione con i fiocchi- disse la guardia demoniaca, tornata proprio in quel momento stringendo tra le mani una frusta che fece schioccare per terra. Mi irrigidì e quando udì quel suono tremai ancora una volta. A sorpresa Inuyasha mi strinse di più a sé, come a volermi rassicurare.
- Posa quell’arnese. Non lo userai su di lei..-
- Ma, mio signore..-
- Il mio era un ordine e se tu stai discutendo forse quello che dovrebbe essere punito anche per aver lasciato il suo posto sei proprio tu.. quindi taci. Dà da mangiare a tutti e non allontanarti più finché il tuo turno non è terminato- gli ordinò trascinandomi via.
- Questa è l’ultima volta, Kagome. Non voglio più trovarti in una situazione del genere o giuro che la prossima volta non interverrò..-
- Che cosa ne sarà di Kigi?- dissi cambiando totalmente argomento mentre camminavamo tra i corridoi.
- Mi stai prendendo in giro? Hai ascoltato quello che ti ho detto? Non deve interessarti la cosa e poi dimmi come mai ti importa tanto del destino di quell’uomo? Come fai a conoscerlo? E come mai ti sei data tanta pena per aiutarlo?- mi chiese fulminandomi.
 Rimasi un momento allibita, poi risposi.
- Kigi abitava nello stesso villaggio in cui sono cresciuta.. è sempre stato molto gentile con me e le altre.. ci ha aiutato moltissime volte..-
- Quello è il passato, Kagome. Adesso lui è un ribelle! Il suo destino è segnato.. una cosa del genere non si perdona, a nessuno!- mi disse con tono perentorio.
- Vi siete mai chiesto perché quell’uomo sia diventato un ribelle? I demoni hanno sterminato tutta la sua famiglia, hanno ucciso i suoi figli e stuprato sua moglie prima di ammazzarla.. è normale che lui provi rancore verso di loro, no?-
- Fa ben attenzione a quello che dici, Kagome. Io posso anche non darci peso, ma per altri non sarà così. La storia di quell’uomo non è delle più felici, ma in questo mondo sono i demoni a dominare e a nessuno interesserà questa triste storiella. Tutti ti diranno che non importa, perché tanto erano solo esseri umani, e qualsiasi siano le motivazioni che l’hanno spinto, ormai lui è un ribelle il suo destino è già segnato. L’argomento è chiuso-
Mi morsi il labbro per non rispondergli a tono. Cosa poteva saperne lui? Insistere in quel momento era inutile; lui era troppo arrabbiato e avrebbe solo finito con l’impuntarsi di più e io con tutti i sentimenti contrastanti che provavo in quel momento avrei finito per dire qualcosa di troppo. Mi guardai intorno e mi accorsi che eravamo fuori dal castello.
- Ma dove stiamo andando?- gli domandai.
- Tu puzzi! Hai bisogno di un bagno-
 Arrossì all’inverosimile per le sue parole. Non poteva avermi appena detto che puzzavo. Ma che cafone! Io non puzzavo affatto.
- Io non puzzo!-
- Invece sì. Puzzi di lupo, di sangue e di veleno. Credo che tu oggi sia stata a contatto con fin troppe persone. Quindi muoviti e non protestare più..-
- In ogni caso state sbagliando direzione. Il fiume è di la- dissi indicando la direzione opposta a quella da noi presa.
- A quest’ora saranno tutti a fare il bagno al fiume..- mi fece notare.
- Lo so perfettamente. Quello è l’unico posto..-
- Esatto. E dimmi, hai intenzione di fare il bagno con altre decine di persone che ti guardano?- mi chiese accigliato.
- C’è forse un’alternativa? Siete voi che dite che puzzo, non vorrei offendere il vostro naso regale- dissi non resistendo alla tentazione di provocarlo.
- Non farai il bagno con decine di uomini che ti guardano.- mi disse serio.
- È  quello che fanno tutte..-
- Non mi importa. Tu non lo farai..- disse voltandosi. Poi tornò a guardarmi.
- Sei già andata a fare il bagno al fiume?-
- Certo che sì. Per quanto voi dite che io puzzi, sono abituata a fare il bagno tutti i giorni..-
- Tu hai fatto il bagno con tutte quelle altre persone?- disse aggrottando le sopracciglia.
- Certo che no. Sono andata con Sango e le altre quando sapevo di non trovare nessuno. E ditemi, se non andiamo al fiume, dov’è che potrei lavarmi?- chiesi scettica.
- Al lago, nella radura dove ci siamo incontrati. Nessuno conosce quel posto.-
 Lo guardai scioccata.
- Ma è notte. Non conosco bene la strada, finirò per perdermi nel bosco..-
- È per questo che ti accompagnerò io. Adesso smetti di protestare e andiamo- disse riprendendo a camminare.
Lo segui e arrivammo facilmente alla radura. Si voltò a guardarmi.
- Allora, che cosa stai aspettando?-
- Che voi andiate via..- dissi.
- Se ti lasciassi sola qui, con la fortuna che hai, finiresti con l’essere violentata-
- Ma se avete detto che nessuno conosce questo posto..-
- Basta discutere, Kagome-
- Non farò il bagno con voi qui che mi guardate- dissi arrossendo, ma con tono deciso. Lui ghignò e cominciò a spogliarsi.
- Ma che cosa state facendo?-
- Hai finito per imbrattare anche me con tutti questi odori. Ho bisogno di un bagno anche io. Avanti Kagome è buio, sta tranquilla non ti guarderò. Non che ci sia poi molto da guardare, sei ancora una bambina..-
Mi indispettì.
- Meglio così. E poi cosa vi importa? Voi avete già la vostra amante da guardare. Comunque non ho nessuna intenzione nè di fare il bagno con voi qui, né, peggio ancora, insieme a voi..-
- Bene- lo guardai sorpresa. Si arrendeva così facilmente?
- Se non ti spogli da sola lo farò io.- disse sciogliendo il laccio che teneva attaccati i pantaloni. Arrossì e mi voltai. Lui ghignò. Un tonfo mi fece comprendere che non aveva esitato a tuffarsi.Che situazione imbarazzante!
Guardai la strada che portava al castello.. quante possibilità di fuga avevo?
- È inutile scappare, Kagome, ti riprenderei subito. Smetti di fare la bambina. È abbastanza buio, quindi sta tranquilla..e adesso sbrigati altrimenti giuro che ti spoglio io.. e credo che la cosa sarebbe ancor più imbarazzante, non credi?-
Non avevo possibilità di fuga. Mi voltai a guardarlo.  Non avevo possibilità di fuga; la radura era illuminata solo dalla luna e l’ambiente era sufficientemente buio. Non avevo altra scelta.
- Voltatevi- ordinai.
- Agli ordini, principessa- mi rispose piccato.
Mi spogliai rapidamente e con altrettanta velocità mi gettai in acqua.
Il contatto con l’acqua fu un vero toccasana. Tutto lo stress e l’ansia accumulati durante quella giornata scivolarono via.  Troppo rilassata mi accorsi dell’avvicinamento di Inuyasha solo quando me lo ritrovai accanto.
- C’era bisogno di fare tutte quelle storie?-
- Non è che la situazione non sia imbarazzante. Non so voi, ma io non sono abituata a fare il bagno con gli uomini-
Si avvicinò a me ancor di più e rimasi abbagliata da quella visione. La luna lo illuminava, creando giochi di luce sul suo viso che non mi era mai sembrato così bello. I capelli sembravano ancora più chiari sotto quella luce e l’acqua che gli arrivava al petto, lasciava intravedere l’inizio dei suoi muscoli ben definiti. Arrossì e lui ghignò soddisfatto. I suoi occhi, come accadeva troppo spesso, si incatenarono ai miei e la sua voce creò un’ atmosfera magica intorno a noi.
- Io la trovo una situazione molto romantica, invece. Pensaci, la luna, l’acqua.. nessuno che ci disturba..-
- C..cosa volete dire?-
- Lasciati andare Kagome, e goditi il momento- mi disse, avvicinando pericolosamente il suo viso al mio che bruciava dalla vergogna.
 - Sei bellissima e questo momento è perfetto- mi sussurrò sulle labbra, prima di chinarsi ancor di più e baciarmi. Inizialmente mi irrigidì e tentai di respingerlo, ma lui mi strinse ancora di più a sé e riprese a baciarmi con maggiore dolcezza. Mi arresi, le mie labbra erano soggiogate dalle sue e come se fossero dotate di volontà propria si dischiusero accogliendo la sua lingua, che andò subito a cercare la mia. Fui invasa da una serie di emozioni mai provate prima. In quel bacio c’era tutto, dolcezza, passione, voglia, timidezza,possesso.. Mi strinse ancora di più a sé e quando mi accorsi che il bacio si faceva sempre più passionale cominciai a tremare. Inuyasha se ne accorse e si staccò dalle mie labbra, ma continuò a tenermi stretta.
- Perché stai tremando? Non voglio farti del male..-
- L..lo so, so anche dove volete arrivare e so che dopo questa notte non cambierà nulla, io sarò ancora una delle tante. Quindi, vi prego, fate in fretta, in modo che io dopo possa dimenticare tutto..- dissi abbassando lo sguardo e sentendo un dolore sordo al petto.
- Sei una sciocca. Non sarei andato oltre, Kagome. Se avessi solo voluto farti mia, non credi che avrei potuto già farlo? Chi ti ha messo queste idee in testa?- mi chiese sollevandomi il volto.
- Nessuno, è che so perfettamente come funzionano queste cose.-
 - Sei davvero una stupida- disse stringendomi e facendomi poggiare la testa sul suo petto.
Mi sollevò tra le braccia e io arrossì consapevole della mia nudità. Tentai di coprirmi come meglio potevo, ma lui fece finta di non farci caso e avvicinò nuovamente le nostre labbra che si unirono ancora una volta, come se fosse la cosa più normale del mondo. Mi poggiò delicatamente sulla riva e afferrò la parte superiore del suo abito per coprirmi.
- G..grazie- dissi, ancora confusa da quel vortice di emozioni.
Inuyasha mi sorrise e si rivestì rapidamente. Strinsi il suo abito intorno al mio corpo in modo da coprirmi il più possibile e cominciai a cercare il mio kimono.
- Lascia perdere il tuo abito Kagome, era troppo sporco e mal ridotto. Puoi tornare così al castello, sei abbastanza coperta.-
Mica tanto, pensai..ma mi limitai ad annuire.
- Hai freddo?- chiese, sfregandomi le braccia per darmi calore.
Gli sorrisi grata per quel gesto.
- Un po’..-
- Allora torniamo al castello- 
Si voltò e si chinò,per invitarmi a salire sulla sua schiena, in risposta ottenne un mio sguardo dubbioso.
- Avanti, salta su, non essere timorosa, non ti lascerò cadere. Arriveremo più velocemente al castello- annuì e mi sistemai sulla sua schiena, facendo passare, imbarazzata, le mani intorno al suo collo per reggermi.
Quando partì, mi strinsi a lui; saltava così velocemente che quasi mi sembrava di volare. Ci bastò poco per giungere al castello e silenziosamente varcammo la soglia dirigendoci verso le mie stanze. Aprì la porta e mi sorpresi nel trovarla vuota.
- Che fine avranno fatto le altre?- chiesi preoccupata.
- Non preoccuparti, devono essere ancora con i miei fratelli.-
- A quest’ora?- chiesi scettica.
- Beh, tu non sei con me?-
- Se vogliamo essere precisi allora dovrei essere con Koga- dissi senza pensare. Lui si accigliò
- Cosa c’entra Koga adesso? E poi come mai hai tutta questa confidenza con lui?- mi chiese fulminandomi.
- Anzi non rispondermi nemmeno, lui non c’entra nulla con te. Non avete nessun rapporto voi due, è chiaro?-
- Beh, veramente appartengo a lui, o no?-
- No! E il discorso è chiuso..- disse brusco.
- Allora buonanotte..-
- Buonanotte?-
- Sì..Buonanotte!?-
- Aah, quanta confusione crei! Entra Kagome e vestiti alla svelta, verrai a dormire con me-
- Cosa?-
- Avanti Kagome, non protestare per tutto. Non è la prima volta, e poi dopo quello che è accaduto prima..- mi disse con tono malizioso. Arrossì e mi barricai nella camera sussurrando un “faccio subito”.
Mi vestì in fretta e uscendo lo trovai poggiato al muro mentre ridacchiava con una servetta.. la stessa che qualche ora prima mi aveva dato della puttana. Mi accigliai e preferì non indagare sul perché. Lui alzò il viso a guardarmi e mi sorrise.
- Sei pronta?-  mi domandò.
Feci appena in tempo ad annuire, prima che la ragazza parlasse.
- Mio principe, io mi chiedevo se voi desiderereste la mia compagnia questa notte-
 Arrossì. Ma quanto era sfacciata? E poi dava a me della puttana? Strinsi i pugni..
Lui si limitò a sussurrare un “no” atono, come se lei gli avesse offerto del tè e non dell’altro. Mi guardò e con un cenno del capo mi invitò a seguirlo. Mi affrettai, per nulla desiderosa di assistere alla scenata che sicuramente la ragazza mi avrebbe fatto. Se prima o poi mi fossi concessa a lui, avrebbe trattato anche me allo stesso modo? Certo che sì, per lui ero uguale alle atre! Chi mi credevo di essere?
- No, Kagome-
- C..cosa?-
- Ti stai chiedendo se un giorno arriverò a trattare allo stesso modo anche te, non è vero?- mi chiese voltandosi a guardarmi curioso di vedere la mia reazione. Avrei voluto dirgli di no, ma il rossore che mi imporporò le guancie parlava per me..
- So di non essere diversa dalle altre…-
- Ti sbagli. Non accadrà nulla del genere. Ognuna di loro è passata dal mio letto a quello dei miei fratelli senza problema. Il loro unico scopo è quello di cercare di ottenere le nostre attenzioni e un miglioramento della loro posizione..Tu invece non fai altro che pensare al modo per non finirci nel mio letto..- ghignò, facendomi arrossire-
- Mi hanno detto che è un destino che tocca a tutte..-
- Non a te, sei diversa da ognuno di loro e di certo non permetterò che tu passi da un letto all’altro. Cercherò di essere chiaro, Kagome. Sono molto possessivo, quando considero mia una cosa non la divido con nessuno. Quindi non tollererò che altri uomini ti girino intorno.. così come credimi niente e nessuno mi impedirà di punirti se dovessi trovarti con qualcuno in atteggiamenti che non mi piacciono che si tratti di Koga o di chiunque altro..-
Strinsi i pugni.
- Io non sono una cosa-
- No Kagome, ma sei MIA!-
- In verità avete detto a tutti che io appartengo a vostro fratello-
- Niente da fare Kagome, non ci vorrà molto a cambiare le cose. Da questo momento appartieni a me e a nessun altro. Sei sotto la mia protezione. Non voglio più discussioni su questo argomento.- si voltò, ma continuò a parlare - prima di te, solo con Kikyo ho fatto la stessa cosa, questo dovrebbe farti capire che non ti sto trattando come ho fatto con tutte le altre…-
- Ma io non sono la vostra amante- gli dissi indispettita.
Lui si voltò e ghignò
- Non ancora! Non avere fretta Kagome, io non ne ho! Le cose preferisco farle con calma-
Arrossì indispettita da tutta quell’arroganza, ma segretamente compiaciuta dalle sue parole. Certo non mi piaceva pensare che lui avrebbe voluto fare di me una specie di “Amante numero 2”, cosa a cui mi sarei opposta, ma sapere che per lui io ero diversa dalle altre e vederlo così possessivo nei miei confronti mi piaceva da morire.
Aprì la porta della sua camera ed entrammo. Non senza vergogna, ma più sciolta della notte precedente mi infilai nella parte opposta del letto rispetto a lui e dopo avergli augurato la buonanotte gli diedi le spalle. Lui sogghignò nel buio e come aveva fatto la notte precedente mi avvicinò a sè, ma questa volta mi fece voltare e per la terza volta in quella sera fece unire le nostre labbra. Quando si staccò mi fece accoccolare meglio sul suo petto, stringendomi meglio, mi diede un bacio tra i capelli aspirando il mio odore.
- Non mi direte che puzzo ancora..-
- No, ma adoro il tuo odore..è così puro, così dolce- sorrisi a quelle parole.
- Su, è ora di dormire. Buonanotte, Kagome-
- Buonanotte-
   
 
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