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Autore: Skys Hero    31/01/2013    1 recensioni
Ogni trentanni nel mondo dei demoni si celebra un evento che permette ai diavoli di interferire direttamente con il mondo degli umani da cui prelevano giovani ragazzi e ragazze tra i 19 e i 25 anni. Un demone abbastanza potente può scegliere uno tra questi ragazzi stipulando un patto con lui ,diventando il suo padrone per addestralo a superare diverse prove e raggiungere la vittoria della gara della “Raccolta” che porterà al demone addestratore fama,gloria e potere.
Questo trentesimo anno toccherà alla giovane Abigail Summer a patire le terribili conseguenze di questi avvenimenti.
Genere: Avventura, Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Il ragazzo si rialzò leccandosi le punta delle dita sporche del mio sangue mentre i suoi occhi blu fissavano i miei. Quel gesto mi fece tremare e voltai subito lo sguardo stringendo il resto della maglietta e la borsa per coprirmi al petto. Lo sentii sogghignare mentre con lo sguardo continuava a studiarmi. Strinsi la presa finchè non sentì le dita farmi male, deglutii. Non volevo rimanere un secondo di più,continuavo a sperare che tutto questo fosse un sogno, a sperare di risvegliarmi nel mio letto. Mi morsi il labbro inferiore e mi rialzai lentamente nel timore di essere riafferrata e rispinta a terra, ma il demone non lo fece. Non lo sopportavo. La mia gola cominciò a farmi male, desideravo urlare, urlargli in faccia, se non potevo scappare avrei potuto sfogarmi, se dovevo morire così... Mi voltai con rabbia con le lacrime agli occhi.
« SMETTILA DI FISSARMI!» urlai con tutto il fiato che avevo in corpo, che era alquanto poco. Sgranai gli occhi sorpresa di quello che avevo appena gridato contro il demone che sembrava sorpreso quanto me da sbattere più volte le ciglia ed aver inclinato il corpo indietro per la sorpresa. Tornò a sorridere vivamente divertito.
«Ahahahaha» scoppiò a ridere.
«Aspetta! Cioè... Questo è tutto ciò che mi vuoi dire?» domandò incrociando le braccia al petto mentre soffocava le sue risate cristalline.
« Ahhaha! Guardati! Sembri un cagnolino spaventato con le orecchie basse e la coda tra le gambe!» disse indicandomi. Le mie gambe fremerono dal desiderio di correre. Alzai il viso e puntai lo sguardo su di lui come se lo guardassi negli occhi, ma avevo troppo paura per farlo veramente.
« Si...» sussurrai così piano che neanche io riuscii a sentirmi. Mi voltai velocemente cominciando a correre più rapidamente possibile ma dopo un paio di metri sbattei contro il petto del ragazzo. Mi afferrò per le spalle spingendomi indietro mentre il suo piede si insinuò tra le mie gambe facendo leva per farmi cadere rovinosamente a terra. Arcuai la schiena nuda e ferita che avevo sbattuto gemendo per il dolore. Respiravo affannosamente con la bocca. Lui stava sopra di me, bloccandomi i fianchi con le ginocchia e stringendomi i polsi contro il pavimento del vagone.
« Scusami, stavi andando da qualche parte?» sussurro sogghignante. Chiusi gli occhi cominciando a calciare cercando di divincolarmi.
«Lasciami!» ruggì. Sentii il suo respiro sul collo fino a solleticarmi l'orecchio.
« Perchè dovrei? » domandò stringendosi nelle spalle
«Sai, mi piacciono gli animaletti come te» sussurrò leccandomi l'orecchio. Non la vedevo ma sentii che la lingua era biforcuta. Mi diede fastidio facendomi piegare e scrollare la testa per liberarmene. « Ti prego» mi lasciai sfuggire appena riaprii gli occhi e lo vidi.
«Abbai ma non mordi, eh?» commentò.Sopra di la sua testa il vagone cominciò a scricchiolare e delle grandi crepe nere cominciarono a macchiare il loco d'avorio pietrificato.
«Accidenti...» borbottò rialzando il busto.
« Ahahahaahahahah! Mi temono così tanto da arrivare a questo?!» rise di gusto con aria spavalda.
« Anche se mi sono messo io a giocare... invece che agire subito...» si lamentò liberandomi un polso per grattarsi il capo
«In parte è colpa mia» riabbasso lo sguardo su di me.
« Quel'è la tua fermata?» mi domandò. Sgranai gli occhi lucidi e non risposi, ma istintivamente mi voltai verso l'elenco delle fermate e notai che la spia era sulla fermata dopo la mia. L'avevo persa. Lui fisso il mio sguardo e lo segui fino alla lista.
« Mm...L'hai persa» disse. Schiusi le labbra e mentii.
«No» deglutii.
«Non mentirmi» si limitò a dire e rialzandosi mi tirò su con se. In quell'istante il vagone tornò normale come le mie vesti. Tenevo gli occhi lucidi fissi verso il basso.
« Scendi a questa» disse accarezzandomi la testa. Alzai il braccio spingendo via la sua mano girandomi con aria arrabbiata anche se ancora palesemente terrorizzata .
«No»risposi. Sorrise
« Scendi a questa, Abigail». Mi sorprese che conoscesse il mio nome e lo fissai, ma dopo tutto se era un demone aveva il potere di fare tutto. Lui parve capire cosa mi passò per la testa e schiuse le labbra.
« Me l'hai rivelato quando mi hai riportato il portafoglio» commentò.
«Non è vero» risposi con tono deciso sicura di non averlo fatto.
«Non a voce» si limitò a sussurrare.
« Ora tu vorresti sapere il mio?» mi domandò. Conoscere il nome del mostro che mi aveva fatto del male? No, non volevo saperlo. Per me quello doveva rimanere solo un brutto incubo. Volevo scuotere il capo, ma non ci riuscii. Mi voltai verso di lui. Il suo nome....il mio corpo venne colpito da un fremito. Non volevo, ma desideravo conoscerlo. Non me lo seppi spiegare.
«Se vuoi saperlo prima di tutto devi sopravvivere.Scendi a questa fermata o ti toccherà morire e non mi piacerebbe perderti così presto» sorrise dolcemente. Trovai quel sorriso ancora più spaventoso del suo ghigno. Mi ammutolii e mi pietrificai sul posto. Mi afferrò il polso.
« Ho capito» borbottò trascinandomi verso le porte del vagone che si stava fermando. Quando si fermò mi sentii sbalzata in avanti, ma con un movimento del braccio del demone fui trattenuta. Seguii il suo sguardo notando che fissava le porte con aria irritata. Appena si aprirono mi trascinò fuori
« Allontanati velocemente da qui » disse spingendomi in avanti e indicandomi di imboccare il corridoio di sinistra.
«Cos...?» non ebbi il tempo di parlare che fui trascinata per un paio di metri da altri passeggeri del vagone. Quando mi voltai lui non c'era più. Mi strinsi il petto.
«Se ne andato, giusto?» sussurrai. Ero libera? Mi domandai. Speravo tanto che fosse così. Mi guardai attorno notando la luce del sole. Era una fermata all'aperto e in un attimo rimasero solo poche persone ad aspettare il prossima metro. In quell'istante il vagone che mi aveva trasportata cominciò a ripartire. Puntai lo sguardo verso le scale alla mia sinistra. Il demone mi aveva indicato quelle. Scossi la testa non avevo intenzione di seguire i suoi ordini così mi voltai e corsi verso l'uscita sulla destra che poi era il giusto percorso per cambiare linea e tornare a casa anche se ci avrei messo molto più tempo. A un passo dall'imboccare l'uscita mi fermai. Con la coda dell'occhio mi era sembrato di vedere qualcosa. Mi voltai è vidi l'ultimo vagone della metro ricoperto da una strana nube nera. Spalancai la bocca e ripensai subito alle parole del ragazzo.
«Ti toccherà morire...» sussurrai. Voleva dire che sarebbe successo qualcosa al treno?. Seguii con gli occhi il vagone mentre quella nube nera continuava ad espandersi. Tornai vero l'uscita ma sobbalzai quando vidi che anche quella cominciava ad essere ricoperta da una nube di pece. Da essa si mosse un tentacolo che provò ad afferrarmi. Balzai indietro cadendo a terra. Il cuore cominciò a battermi violentemente.
«Ti prego non di nuovo» supplicai.Mi voltai facendo leva con le mani e con i piedi per rialzarmi e cominciare a correre verso la parte opposta, ma arrivata alle scale vidi che anche da quella parte una massa scura stava ricoprendo tutto. Presi fiato. Non potevo andare di lì, ma dovevo allontanarmi dagli ingressi e continuare ad andare verso sinistra correndo vero l'imbocco del piccolo ponte che la metro percorreva. Corsi con difficoltà ma in pochi istanti ci fui sopra osservando il vagone in lontananza. In quel preciso istante un esplosione alle mie spalle mi assordò e mi scaraventò molti metri più avanti. Rotolai sentendo il braccio sinistro bruciare. Il mio corpo era scosso e sentivo fitte ovunque. Controllai il braccio trovandolo del tutto scorticato e bruciato. Alzai lo sguardo : la fermata era del tutto distrutta e coperta di fiamme mentre altre esplosioni e grida riempivano l'aria. Dietro di me sentii un altro frastuono. Mi voltai notando la metropolitana implodere vagone per vagone. Alcuni pezzi volarono verso di me uno lo sentii molto vicino. Mi trascinai verso il muro del ponte e mi ci accasciai sopra sconvolta. Intorno a me continuavano l'esplosioni. Portai le mani a coprirmi le orecchie mentre stringevo i denti cercando di sopportare il dolore al braccio. Nel labirinto ero stata ferita, ma ora sentivo un dolore centro volte più profondo. Il ponte ebbe uno scossone che mi tolse il respiro. Davanti a me cominciarono a formarsi delle crepe e dei solchi sferici come se ci camminasse qualcosa di molto pesante. I pezzi dei vagoni che erano lì a terra si sollevarono. Ebbi il tempo per gettarmi a terra che una lastra acuminata fu lanciata verso di me infilzandosi contro il muro. Mi rialzai velocemente e cominciai a correre verso sinistra o almeno credevo lo fosse. Non riuscivo a capire da che parte stavo andando e senza rendermene conto fui sbalzata per sei metri fino a sbattere la schiena contro la parete di un vagone volato fin la giù. Arcuai la schiena all'indietro stridendo per il dolore. Sentii qualcosa di caldo scivolarmi sul viso. Portai la mia mano tremante sulla fronte. Percepii una fitta di dolore e un liquido caldo. Cercai di deglutire ma avevo la gola secca. Mi ero ferita alla testa. Non riuscivo più a ragionare e l'esplosioni intorno a me erano solo un rumore lontano. Nella confusione percepivo solo il mio respiro affannoso. Volevo scappare da lì, ma le mie gambe non si muovevano. Sentivo un peso e un dolore intenso sul tutto il corpo. Sbattei le palpebre e la mia vista si offuscò. Mi accasciai di lato e provai a trascinarmi al riparo. Abbassai lo sguardo sul mio braccio buono che utilizzavo per spingermi avanti e vidi delle chiazze rosse espandersi sui polso mentre l'altro lo sentii scricchiolare. Urlai o almeno tentai, ma dalle mie labbra non uscì alcun suono. Mi sentii soffocare e mi rigirai a terra trascinando le ginocchia verso il petto. Sopra di me intravidi una macchia rossa e nera che volava velocemente colpendo altre macchie di colore che ricopriva di un manto scarlatto facendole precipitare. Non riuscivo a muovermi, le mie labbra presero a tremare. Ero terrorizzata e senza forse mentre delle lacrime mi graffiavano il viso insieme al mio sangue. Dopo pochi secondi collassai.

  
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