Il sangue scorre fluido, le gocce cadono sulle mie gambe macchiandole tutte, fino a finire sul pavimento.
Stupida.
Sono stata stupida a pensare che lui fosse diverso dagli altri.
Ha abbassato la mia autostima, più di quanto non fosse già bassa.
Ha distrutto le mie speranze, ha eliminato la mia voglia di vivere.
“È grassa” ha detto riferendosi a me.
È stato il peggiore Natale della mia vita, insultata dal mio migliore amico, e con i polsi ricoperti di sangue.
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-Piccola, sii mia stasera.- sussurra accarezzandomi i fianchi.
-No.- rispondo mordendogli il labbro inferiore, mentre lui mi spinge verso il letto, buttandomici sopra.
-Allora perché stai facendo tutto questo?- domanda quando le mie mani sfilano la sua maglia.
-Non lo so.- mormoro accarezzando l'accenno dei suoi addominali e tracciando il contorno dei suoi pettorali con la lingua.