Serie TV > The Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: amanda91    31/01/2013    6 recensioni
Elena brama la vita, ma vive di menzogne. Damon è fuggito anni prima. Un incontro inatteso, destinato ad unirli. Due vite destinate ad incontrarsi, due anime destinate ad amarsi.
N.B= Tutti umani
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
2 mesi dopo.

POV ELENA

Si vestì in tutta fretta dedicandosi un’ultima occhiata fugace allo specchio. Aspetto impeccabile, professionale e pratico per un ennesimo lunedì mattina di lavoro. Era in ritardo e Stefan l’ attendeva al piano di sotto. Si discolpò con una scrollata di spalle: non era colpa sua se non trovava il foulard!
Divorò le scale in tutta fretta arrivando giù accaldata e con il fiatone. Quella tenuta di campagna immersa nel verde di Mistic Falls era ormai la sua seconda casa da qualche anno… il suo rifugio quando era stanca e svogliata, quando non aveva voglia di tornare da sua zia, e alla fine era diventata un po’ il loro nido. Suo e di Stefan.
“Scusa St…” bofonchiò distratta e ansimante. Alzando lo sguardo però ebbe una sorpresa che la lasciò a dir poco a corto di fiato.
Quel ragazzo… il ragazzo dai grandi occhi blu che quella sera sembrava intenzionato a sedurla, era lì, la osservava con un moto di stupore nello sguardo, nel mezzo del grande salone, bello come lo ricordava. Con a seguito delle valigie… valigie?
“Tu!” le sfuggì con voce acuta, fin troppo stridula per i suoi gusti.
“Elena, lui è Damon”
“Suo fratello” puntualizzò  lo sconosciuto indicando il suo ragazzo.
Cazzo! Con tutta la  gente al mondo a cui avrebbe potuto confidare le titubanze sulla sua storia,  proprio al fratello aveva spifferato tutto? E poi… fratello? Quale fratello?  In un anno con Stefan non le aveva mai minimamente accennato all’esistenza di un fratello!
“Non mi avevi detto di avere un fratello” lo accusò in un sussurro, disorientata e imbarazzata dalla delicata e di certo sconveniente situazione.
“Stefan non è uno che si vanta”  sdrammatizzò il nuovo arrivato squadrandola con un’espressione tra il derisorio e  l’impertinenza. Quel suo atteggiamento da “sono bello e me ne vanto” la inacidì più del dovuto e tutto ciò che gli riservò in rimando fu soltanto una smorfia contrariata. Le apparve diverso… diverso dalla sera in cui quella stessa sicurezza e sfrontatezza l’avevano colpita e ammaliata. Forse era la situazione ad essere diversa, oppure quella verità che vi lesse negli occhi. Quella stessa scomoda verità che era stata lei stessa a confidare incosciente ad un perfetto sconosciuto: stava affondando. Lei, la sua vita, la sua storia… e a quanto pareva lo aveva confidato all’ultima persona al mondo che avrebbe dovuto saperlo.
“Elena scusa… puoi…?”
“Lasciarvi soli? Si certo! Ti aspetto”  sgattaiolò in cucina sotto i loro sguardi attenti e fermi, e per sua fortuna da lì si poteva ascoltare tutto.
“E così hai una ragazza ora”
“Si chiama Elena, e lavora in azienda”
“Ah… adesso capisco”
“Cosa ci fai qui?”
“Sono venuto a trovare mio fratello! Ti dispiace?”
“Sono anni che non ti si vede”
“Beh ho avuto un po’ di cose da fare” tagliò corto Damon, ma dal tono ironico usato capì che la situazione tra i due non doveva essere delle migliori.
“E ora come mai sei qui?”
“Ooh sai… conto in banca al verde, nostalgia di casa, conto in banca al verde. Ho già detto conto al verde? Su dai si tratta di sopportare il mio bel faccino soltanto qualche mese! Il tempo di rigirarmi il vecchio, spillargli qualche soldo, poi ti libererò della mia ingombrante presenza!”
Dalla rabbia che quelle parole sputate mostravano comprese che probabilmente c’era sotto qualcosa di grosso. Perché Stefan, né suo padre, gli avevano mai parlato di lui? Cosa aveva spinto quel ragazzo lontano da casa tutto quel tempo? All’improvviso si ritrovò travolta e sopraffatta da una fitta curiosìtà.
“L’hai già incontrato?”
“Ieri sera”
“Non ne sapevo nulla”
“Non ti sei perso molto”
“Non penso che con questo atteggiamento otterrai molto” gli fece notare il suo ragazzo. Sempre così saggio e pacato Stefan, fastidiosamente perfetto per lei.
“Non ho chiesto una consulenza, solo un letto in casa NOSTRA”
Uno sbuffò accompagnò l’ultima risposta “E’ anche casa tua, non hai bisogno di chiedermi il permesso”
“Grazie di cuore! Ehi ragazzina puoi uscire ora! – alzò la voce rivolgendosi a lei – lo sai che non è corretto origliare le conversazioni altrui?”
Ma come aveva fatto? Buffone, impertinente! Imprecò sottovoce, imbarazzata oltre il consentito. Quella giornata era cominciata nel peggiore dei modi!
 
Stefan spense l’auto quando furono a destinazione dopo un viaggio silenzioso e carico. Non avevano scambiato una sola parola. Le parve troppo agitato a sovrappensiero per discutere di quella mattina, così si ripromise di lasciar perdere. Non erano affari suoi dopo tutto.
“Perché non mi hai parlato di lui?” era un asso a mantenere i propositi.
“Non sapevo che sarebbe tornato” la liquidò scendendo dall’auto.
“Perché è andato via?”
“Elena senti… la situazione con Damon è degenerata un po’ di tempo fa – gesticolava eccessivamente, ed evitava di fissarle gli occhi, sintomo di nervosismo – ha avuto delle divergenze con papà per la gestione dell’azienda. Lui lo voleva a capo di tutto, Damon non ne aveva la minima intenzione. La morte di mamma ha peggiorato le cose, Damon le era legato. Insomma è un lungo discorso e adesso è tardi” le rivolse un sorriso fugace guidandola per mano nella fredda e ultramoderna struttura nel centro di Atlanta dove entrambi lavoravano.
“Perché cel’ha con te?”
Il ragazzo si irrigidì regalandole poi una smorfia contrariata. Prese fiato e la buttò lì con noncuranza.
“Ci siamo innamorati della stessa donna”
Oh! Questa si che era una storia interessante!
“E com’è finita?”
“Male”
“Vi ha lasciati?” insistette ignorando la sua palesata poca voglia di parlare.
“Ci ha fregati ed è sparita”
“Vi ha fregati?” era perplessa.
“Ha ripulito il conto in banca di Damon, il mio, ed è sparita nel nulla”
Questo si che era uno scoop!
“Ah però… e l’amavate?” chiese alla fine di una lunga riflessione. Ora aveva capito l’atteggiamento freddo e diffidente di Damon quella mattina, ed anche la difficoltà di Stefan nel doverne parlare.
“Damon l’amava molto” e probabilmente anche lui a giudicare dallo sguardo perso e incolore che aveva puntato dinanzi a sé, ma non insistette perché lo ammettesse.
“E come si chiamava?”
“Katherine”
 
POV DAMON

Girovagava agitato per le stanze della villetta sistemando la sua roba tra il bagno e la grande camera da letto lasciata vuota per molto tempo. Odorava di chiuso, e di ricordi, di passato che aveva faticato a lasciarsi alle spalle. Ed ora eccolo di nuovo lì, al calare della sera, ancora una volta nella sua stanza da bambino. Immobile in una vita che aveva cercato invano di scrollarsi dalle spalle, per troppo tempo senza successo.
Sbuffò seccato quando il campanello al piano di sotto lo costrinse a scendere, seppur avesse seriamente pensato di ignorarlo.
Spalancò il portone di ingresso convinto che fosse Stefan, rincasato da lavoro, ma rimase sorpreso di trovarsi di fronte invece Elena, che lo studiava curiosa e intimorita.
“Stefan non c’è” la informò brusco lasciandola entrare per poi ignorarla e dedicarsi invece ad un buon bicchiere di bourbon.
“Avevamo appuntamento qui” rifletté lei con un filo di voce.
Ghignò soddisfatto quando si rese conto che era intimidita dalla sua presenza.
“Beh qui non c’è” le fece notare ovvio, con un sorrisino sulle labbra.
“Avrà tardato a lavoro… aveva una riunione”
“Non è cambiato nulla insomma”
Passò qualche interminabile minuto prima che la sentisse riprendere parola.
“Damon io… volevo ringraziarti per non avergli detto di quella sera… di quello che ti ho detto. Insomma ero ubriaca, e sono un tantino in crisi, ma nulla che non si possa superare! Io…”
“Ragazzina a me non interessa che tu lo ami o che lo stia sfruttando per mantenerti il lavoro. Non sono affari che mi riguardano” argomentò con arroganza e stizza vedendola in risposta sgranare gli occhi e scuotere appena la testa, infastidita.
“Stai sparando sentenze alla cieca” lo avvertì irritata.
“Ma anche se fosse? Non sei né la prima né l’ultima. Come biasimarti? Tante pagherebbero per portarselo a letto e avere il tuo lavoro. Sei fortunata” si complimento avvicinandosi quel tanto che bastava per darle una pacca sulla spalla.
“Tu non sai niente di me. Di noi”
“Muoio dalla voglia di recepire informazioni sul tuo conto” la schernì accompagnandosi con un sorrisino sbieco.
“Non pensavo fossi un tal pezzo di merda. Vaffanculo” sbottò fuori controllo raccogliendo fulminea la borsa che aveva lasciato scivolare sul divano, pronta ad andar via.
“Neanch’ io pensavo fossi un’arrampicatrice sociale. La gente ci sorprende no?”
Conosceva quel mondo da cui lui stesso era fuggito anni prima. Nascere figli del più grande uomo d’affari di Atlanta era una condanna. Suo padre era stato in gamba a penetrare in ogni impresa, giornale, industria del paese, accaparrandosi quote con furbizia e diligenza. Un uomo di affari suo padre, ma privo di calore. In pochi decenni aveva creato un impero, e distrutto una famiglia. E in quella vita gli avvoltoi non erano mai mancati intorno a loro.
“Sai di stronzi ne ho incontrati nella vita. Ma nessuno era al tuo livello” gli raccontò stridula incrociando di nuovo i suoi occhi. Cioccolato fuso contro ghiaccio secco. Si fissarono rigidi, vicini, fieri e orgogliosi. I profili alti, occhi negli occhi.
“Povero piccolo figlio di papà! Quanto dev’essere stato difficile per te trascorrere un’intera esistenza con l’unica preoccupazione di sperperare l’impero di papino?” lo accusò a denti stretti . Aveva coraggio la ragazzina, coraggio e faccia tosta, e un piccolo corpicino tremante di rabbia. Si prese qualche istante di tregua per ammirarlo. Gli short aderenti e la canotta grigia lasciavano ben poco all’immaginazione, consentendogli di vagare sfacciato su ogni centimetro di pelle olivastra che scommetteva fosse liscia al tatto tanto quanto invitante alla vista. Quella ragazzina era bella per davvero, bella snervante e coraggiosa. Sorrise.
“Attenta Elena – la minacciò avvicinandosi ancora, lento, e fiero – adesso sei tu che giudichi senza conoscere”
“Siamo in due” tremava per davvero, mentre orgogliosa continuava a reggere il suo sguardo di fuoco, senza indietreggiare di un passo. Era ad un soffio da lui, e riuscì persino a strappargli un sorriso lo sguardo corrucciato con cui lo esaminava attenta.
“Lascia che sia chiara su una cosa Damon: io non sono Katherine!” fu ancora lei a parlare in quel chiaro avvertimento scandito.
La fissò per lunghi attimi, senza realmente vederla. Lei sapeva di Katherine, conosceva il suo passato, la sua debolezza e il motivo per cui aveva abbandonato quella vita.
Ma seppe davvero perché fosse tornato? Due settimane prima aveva ben pensato di concedersi un giro in città dopo anni di assenza, e chi aveva incontrato? Lei. Un’ingenua ragazzina ubriaca che gli si era confidata inaspettatamente. L’aveva ammaliato, incuriosito, indotto a restare qualche giorno in più… un giorno erano diventati due, due erano diventate settimane… ed eccolo lì! Era destino che la incontrasse? O era destino che tornato a casa avrebbe scoperto essere la donna di suo fratello?
Aprì e richiuse la bocca senza che sillaba fuoriuscisse dalle labbra. Boccheggiò in cerca di ossigeno esaminato ancora da due profondi occhi scuri come la notte. Quello sguardo, quell’odore fruttato e intenso… era troppo vicina. Stranamente quella vicinanza lo confondeva, e lo inquietava.  Si voltò così allontanandola brusco.
“Ciao Elena” fu una chiara richiesta, la invitata ad andar via.
“Dì a Stefan che non posso restare. Se non è troppo disturbo”
Quando sentì il portone sbattere si lasciò finalmente andare sul morbido divano, intenzionato a gettarsi alle spalle l’insolita discussione.  Sbuffò inquieto, prese giacca e chiavi e si precipitò fuori casa
  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: amanda91