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Autore: strifylover    01/02/2013    1 recensioni
Ed era come se i loro occhi fossero uniti da un filo invisibile che li teneva legati, senza che nessuna delle due sapesse esattamente il perché. In fondo, quando sei davvero legato ad una persona, non c’è neanche bisogno di conoscere il perché, si è solo vittime della magia invisibile dei folletti che decidono semplicemente che due persone devono stare insieme.
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Quinn Fabray, Rachel Berry, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana, Quinn/Rachel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ANGOLO DELL'AUTRICE
Okay, so che forse non è il massimo postare due flash di fila, ma ci tenevo a vedere un altro lavoro Faberry sul mio profilo. Quindi eccolo qui, un po' particolare, lo ammetto, ma a me piacciono questa cose, soprattutto perchè ... bho non lo so neanche io il perchè.
Spero vi piaccia, perchè l'ho scritta con tanto amore ispirandomi al nuovo video di Mika, che vi linkerò sotto.
Ringrazio infinitamente Backyard Bottomslah, che ha betato e mi ha aiutato a sviluppare una parte della quale non ero perfettamente convinta, grazie cicci <3
Beh vi lascio dai, così leggete!
- strifylover <3

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FABERRY



2.


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www.youtube.com/watch?v=3b8btcCmL0c '



Stringilo. Stringilo forte, non aver paura di farti male, perché è concepito per farti solo del bene.

 
Quinn si lasciò andare e lasciò che la sua mano stringesse quel sacco che conteneva qualcosa di estremamente luminoso. Non bruciava, non scottava, non produceva effetti collaterali sul tessuto sintetico che l’avvolgeva.
 
La bionda sospirò, mentre sentiva lo spazio intorno a lei farsi pesante. L'intera atmosfera si scagliava con prepotenza contro la sua essenza, creando un attrito quasi doloroso. Il suo respiro diventò affannato e quasi non riusciva a vedere attraverso quella distesa infinita di blu scuro. Forme indistinte, reali o fittizie, si aggiravano intorno alla sua figura esile, mentre cercava in tutti i modi di tenere stretto a sé il prezioso sacco.
 
La prima figura estranea le si avvicinò, sempre di più. Un mostro orribile, dai lineamenti orrendi, dalle mani artigliate e dalla pelle grinzosa, le si avventò contro. Mise quelle orribili mani sul tesoro di Quinn, su quel sacco luminoso. La strattonò, cercando di strapparglielo via, ma lei, nonostante tutto riuscì a tenerlo stretto contro il suo petto.
 
L’animale si allontanò da lei, distanziandosi di almeno cinque metri, ma non poteva essere finita così.
 
Cercò di nuotare verso l’alto, non capendo il reale motivo per il cui era dovuta scendere dalla sua barca e provare quell’esperienza. In quel momento si sarebbe presa a schiaffi da sola.
La superficie di quello specchio d’acqua, così sorprendentemente profondo e freddo, le sembrava vicina, fin troppo.
 
Era stato fin troppo facile arrivarci.
 
Distese una mano, come per arrivare prima al suo traguardo, e qualcosa di ancora più gelido di quell’acqua che era attorno a lei la afferrò, stringendole la caviglia e trascinandola di nuovo giù.
 
Quinn non oppose resistenza, alcuna. Si lasciò trasportare negli abissi marini, priva di tutte le forze.
 
Il terzo di quei mostri orribili e non identificati si buttò su di lei, spingendosi subito verso il sacco, ancora illuminato.
 
Cercò di strapparglielo, ancora. Ma lei non doveva mollare, non poteva permettersi di perdere la cosa che le poteva ridare la vita.
 
La presa di quell’anima però era forte, rozza, cattiva e determinata. Così determinata da riuscire, alla fine, a strappare via dalle mani di Quinn quel sacco incantato.
 
La bionda si sentì mancare, consapevole del fatto che senza l’amore poteva lentamente sprofondare in quelle acque.
 
L’aveva persa.
 
Guardò, con gli occhi quasi chiusi, quei mostri che portavano via la sua unica ragione di vita, l’unica cosa che le permetteva di ricordare la sua Rachel.
 
Quasi le sembrò di vederla per l’ultima volta, mentre, lentamente, si lasciava andare a quella che sperava fosse una morta veloce ed indolore.
 
Quei capelli castani e fluenti, morbidi al tatto, che si facevano accarezzare dalle sue mani, desiderose di quel minuzioso contatto. Quegli occhi cioccolato, nei quali amava specchiarsi, perché la facevano sentire sempre bellissima. Quelle labbra perfette, dalle quali i suoni non avevano paura di uscire.
 
L’unica cosa della quale era felice in quel momento, era la consapevolezza del fatto che Rachel Barbra Berry era stata il suo ultimo pensiero.
 
   
 
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