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Autore: i am a swaag    01/02/2013    15 recensioni
Solo lei riuscirà a guardarlo in quegli occhi speciali e a vedere oltre allo scudo di lui.. e troverà un qualcosa che nessuno mai era riuscito a raggiungere. Lui, solo lui saprà guardarle dentro e colmare il vuoto che lei aveva nel cuore da fin troppo tempo. "Allora provalo" disse tornando tranquillamente seduto insieme al suo sorrisetto furbo.
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"Cosa ?" chiesi confusa.
"Provami che non ti piaccio"
"In che modo ?"
"Una scommessa" rispose semplicemente.
"Che tipo di scommessa ?" questa cosa non mi convinceva.
"Facciamo così. Noi facciamo finta di essere fidanzati, ci baciamo, ci messaggiamo, usciamo insieme e cose del genere"
"Poi ?"
"E poi niente, chi perde dovrà ammetterlo all'altro e perderà, semplice. Conoscendo l'orgoglio di entrambi non sarà facile ammetterlo, e tu perderai" concluse il moro fiero.
"E' una cosa stupida" ribattei subito.
"Hai solo paura" mi sfidò convinto. L'unico modo per farlo tacere era accettare, e poi ero sicura di vincere, non avrei fatto l'errore di qualche anno fa.
"Perfetto, accetto" conclusi porgendogli la mano, la quale strinse.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Maybe I Can Forgive Him

7.Chrapter Seven
Maybe I Can Forgive Him

Volevo far sapere quanto conta per me l'appoggio di chi continua a leggere seguire e rensire le mie fic, quindi leggete la parte finale.

Un bacio.

A volte perdoniamo le persone per il semplice fatto che abbiamo paura di perderle per sempre,anche se non se lo meritano. Abbiamo paura di rimanere soli, o semplicemente si preferisce illudersi del fatto che tutto vada bene. Ma per quanto si può andare avanti così ?


Mi rotolavo ormai da un'ora sul letto senza niente da fare. Quando mio padre, se tale si poteva definire, era venuto a sapere che ero stata messa in dentenzione sin dal secondo giorno di scuola - era un record anche per me - mi aveva imposto di non uscire per una settimana, fino a sabato. Fermi tutti. Sabato ? Sabato dovevo uscire per parlare con Alex. Merda. Beh, questa era una scusa sufficente per non parlargli. No, non lo era. Diedi un'occhiata all'orologio : le otto. Presi in mano il cellulare e decisi di chiamare Hope, sperando che avesse tempo per me.

Pronto ?

Ehi, Hope. Cosa fai di bello ?

Ehmm, in tutta sincerità sono al cesso a cagare.

Molto interessante, la tua vita è attiva come quella di un bradipo in coma.

Ti sei mai accorta che i tuoi paragoni sono stupidi ?

Invidiosa.

L'importante è essere convinti, cara Lith.

Domani devo uscire con Alex. Ora mi suicido, così sarà troppo tardi.

Esagerata, guarda che devi solo parlargli, non devi mica sposarlo.

Ma ho paura che riesca a convincermi a perdonarlo, e non voglio dargliela vinta dopo quello che ho passato. Hope. Hope ci sei ?

"Credito esaurito"

Perfetto.

Buttai il cellulare sul letto e corsi giù. Destinazione: frigo. Scopo: film.

Presi la vaschetta di gelato e mi stravaccai comodamente sul divano mentre cercavo qualcosa di decente. I film che avevo li avevo già visti non mi ricordo quante volte, e quelli che non avevo ancora visto erano gli horror di mia sorella.

Ho sempre odiato quelli stupidi film: sono inutili e fanno paura. Ho sempre preferito qualche film romantico. Non sono una tipa sdolacinata, ma sono storie che mi affascianano. Storie d'amore che potrò solo sognare e guardare col binocolo.

L'unica cosa che trovai decente in tv fu uno stupido programma per adolescenti depressi che non hanno niente da fare e vogliono andare in tv. Senza accorgermene finii per mordere il cucchiaio vuoto : avevo finito il gelato.

Dilemma.

L'unica cosa che mi rimaneva da fare era fare una doccia, per poi andare a dormire: ero distrutta.

Mi immersi nella vasca piena d'acqua bollente e mi lasciai trasportare per un attimo dal calore e dalla dolcezza della schiuma.

Era da un po' di tempo che non mi sentivo serena, e non lo ero neanche ora. E per di più mi ero incasinata con la scommessa con Zayn. Era inutile: io non gli interessavo e tanto meno lui era interessato a me, e ancora mi chiedevo che senso avesse. Nulla di ciò che faceva Malik aveva senso. Non lo capivo: per anni non aveva fatto altro che rendermi la vita impossibile e ora mi assillava rendendola ancora più impossibile.

Ripensai al bacio con lui di qualche giorno prima. Avevo percepito una strana sensazione: non mi ero mai sentita così; non mi sentivo a disagio, ma neanche a mio agio... non ero sicura. Ma ormai era troppo tardi per tirarsi indietro. Diedi un'occhiata all'orologio sul cellulare: erano le nove. Mi risciacquai e uscii dalla vasca per poi dirigermi verso la mia stanza e vestirmi. Non mi asciugai i capelli, non ne avevo le forze; quindi mi addormentai subito senza cenare. Avevo mangiato un kilo di gelato, di sicuro ero ingrassata di cinque kili in neanche un'ora. Perfetto.

La mattina dopo mi svegliai come al solito: coperte attorcigliate al corpo, capelli che sembravano un nido rosso e con la faccia simile a quella di una barbona che non aveva mai visto uno specchio in vita sua. Figo

Mi alzai e cercai di arrivare in bagno senza scontrarmi contro il muro, inciampare e cadere. Arrivai in bagno intatta: missione compiuta. Dopo essermi vestita truccata e pettinata presi in spalla la borsa e diedi un'occhiata all'orologio: le otto meno venti.

Hope sarebbe arrivata a momenti, quindi non avevo il tempo di fare colazione. Proprio in quel momento sentii il campanello suonare. Scesi spedita saltando cinque scalini alla volta e arrivai alla porta prima di tutti. In tutta modestia, ero una grande. Aprii la porta e trovai Hope tutta raggiante. Ci salutammo e uscimmo subito per dirigerci a scuola.

Le strade di Londra erano molto affollate, dato che era sabato, e noi ovviamente avevamo lezione, dato che le prime settimane non c'erano le lezioni al pomeriggio, quindi le avevano spostate a sabato. Brutti bastardi. Arrivammo a scuola e ci sedemmo sul muretto aspettando che suonasse la campanella. Mentre parlavo tranquillamente con la mia amica notai un'ombra avvicinarsi di lato, ma non ci feci caso, fino a quando non sentii un braccio caldo cingermi i fianchi da dietro. Sbuffai sonoramente riconoscendo il profumo, mentre cercavo di sciogliere invano la presa sulla mia vita. Malik.

"Togli le sue luride mani, Malik. Poca confidenza" lo avvertii mentre tentavo ancora di togliere i suoi tentacoli: odiavo essere toccata.

"Buon giorno anche a te, piccola" disse sorridendo. Sapevo che stava sorridendo anche se non lo guardavo in faccia: lo faceva sempre quando mi sfotteva.

"Con te di prima mattina non è un gran che il buon giorno"

"La tua dolcezza mi lascia commosso" disse sciogliendo la stretta sui miei fianchi mentre mi casciava un bacio sulla guancia, per poi avviarsi dal suo gruppo di amici.

Era sempre lo stesso gruppo: erano in cinque.

Non mi erano mai andati a genio: erano i tipici ragazzi per i quali le ragazze sono degli usa e getta. Non ci eravamo mai rivolti la parola, nonostante più volte avessero di provarci con me per i loro scopi. Illusi. Il riccio, insieme a Zayn, è quello che mi infastidiva di più; aveva sempre quell'aria da superiore, della serie " io ho i pantaloni sotto il culo, quindi sono figo e tu no".

In lontananza, mentre il mio sguardo vagava sui vari studenti, notai che Alex mi guardava con un espressione delusa : forse mi aveva vista con Zayn; mi affrettai a distogliere lo sguardo.

Notai che Hope mi guardava con uno sguardo di chi voleva sapere tutto e subito. Sbuffai: non mi andava di parlare di quella stupida scommessa.

"Lascia perdere" la liquidai annoiata, mentre muovevo la mia mano in un gesto impreciso.

"No no, io non lascio perdere. Ora tu mi spieghi questa confidenta tra te e Zayn"

"Una stupida scommessa" sbuffai ancora. I miei dialoghi erano fatti di sbuffi.

"Che scommessa ?" chiese la bionda lentamente scandendo le parole.

"Ma niente, una stupidata. Chi si innamora per primo perde, ma niente di che. So già di vincere"

"Spero tu stia scherzando. Lo sai che se ti sei invaghita di lui una volta,puoi farlo ancora" mi ammonì ancora una volta quella sottospecie si mosca bionda. Diventai seria di colpo.

"No, non lo farò" dissi decisa e al contempo ferita dalla poca fiducia datami dalla mia amica.

"Lith .." era preoccupata che ci potessi cascare ancora una volta.

"Ti fidi o no ?"

"Ma Lith, non si tratta di questo .. "

"Sì o no ?" la interruppi decisa.

"Sì" si arrese. Sentimmo la campanella suonare in modo assordante.

Le ore passarono lentissime ed io non riuscii neanche a dormire per colpa della voce assordante della prof che continuava a spiegare, convinta del fatto che qualcuno la seguisse. 

Mi affrettai ad andare a casa: mi dovevo preparare per uscire con Alex. Cosa mi sarei messa ? Dilemma. Di certo non volevo fare colpo su di lui, ma non volevo neanche sembrare una barbona.

Quel giorno, stranamente, non pranzai. Il fatto che tra poche ore sarei dovuta uscire con il mio ex mi uccideva e non avevo la minima idea di come comportarmi. Una cosa che non mi sarei mai aspettata era il fatto che io potessi perdere l'appetito. Wow, mi stupivo da sola. A questo punto, per dimagrire, sarei dovuta uscire di più con Alex. 

Diedi un'occhiata al cellulare erano le tre e mezza, ma poi notai un messaggio: Alex. 

Speriamo che ci abbia ripensato, speriamo che ci abbia ripensato

Ma le mie speranze andarono perse quando lessi il suo stupido messaggio, ma la cosa che mi stupì di più fu il fatto che aveva ancora il mio numero. Probabilmente si era dimenticato di cancellarlo.

Ti passo a prendere alle quattro. Alex. Xx

Perfetto : avevo solo mezz'ora per prepararmi psicologicamente. Mi vestii e mi truccai velocemente in modo leggero mentre canticchiavo per non pensare che tra meno di mezz'ora avrei dovuto affrontare Alex, e più cercavo di distrarmi ripetendomi "Devi distrarti per non pensare ad Alex", più mi saliva l'ansia. Sentii il campanello suonare, ma erano ancora le quattro meno un quarto. Scesi spedita verso la porta e aprii: quando vidi chi c'era rimasi delusa, ma felice allo stesso tempo: era il postino.

"Il postino !" urlai dalla porta per poi ridirigermi verso il piano superiore. Avrei giurato di vedere il postino tapparsi un orecchio. Tsè, certa gente non sapeva apprezzare la mia voce.

Appena arrivata in camera mi sedetti, ma non feci in tempo a farlo che sentii di nuovo il campanello suonare. Stupido postino. Aprii la porta sbuffando; proprio quando stavo per urlare di nuovo, mi accorsi che non era il postino, ma Alex. Bella figura di merda, Lith, brava.

"Ehm, ciao" salutai imbarazzata arrossendo mentre abbassavo la testa per evitare di fare notare il rossore.

"Ciao" rispose sorridente, ma pur sempre insicuro, cosa che era evidente dal fatto che con una mano si accarezzava la nuca. Era un riflesso che faceva sempre quando era imbarazzato o in difficoltà.

"Un attimo, prendo la borsa e arrivo. Entra pure." continuai spostandomi dalla porta per fargli spazio per entrare.

Notai che Allyson, la compagna di mio padre, mi guardava stranita : sapeva della mia rottura con Alex, e ovviamente ora si stava chiedendo perchè fosse a casa mia ora. Mimai un"gli affaracci tuoi ?" in labbiale, facendo smorfie incomprensibili, per farla smettere di fare scene imbarazzanti davanti ad Alex.

Salii le scale cercando di non rotolare, cadere, inciampare e ammazzarmi, per non fare figure indecenti davanti al mio ex. Presi la borsa e mi diedi leggermente del profumo.

Mi diedi un'occhiata allo specchio -orribile- e presi un profondo respiro per non mettermi ad urlare come una pazza sclerata per la paura.

Scesi lentamente le scale, come se ciò potesse aiutarmi a non affrontarlo: potevo scappare o rimandare le cose finchè mi pareva, ma le avrei affrontate comunque prima o poi. Mi fermai davanti all'entrata con la borsa in mano, per accennare col capo ad Alex di andare.

"Andiamo" dissi prima di farlo uscire, seguito da me. Si fermò davanti alla sua moto – la stessa sulla quale quest'estate andavamo in giro sulla spiaggia per vedere il tramonto – segno che sarebbe stato il nostro mezzo; in tutta sincerità credevo che dovessimo parlare, non girare in moto.

"Come mai la moto ?" chiesi di botto prendendo il casco che il biondo mi porse.

"Andiamo in un posto" disse semplicemente. Gli avrei volentieri tirato un pugno in faccia, o meglio, gli sbattevo il casco in testa per poi scappare con la sua moto. Figo, no ? No.

"Credevo che dovessimo parlare " ribattei, ma mettendomi comunque il casco, rassegnandomi al fatto di dover rischiare la mia vita ancora una volta. Ma dovevo ammettere che giudava bene.

"Sì, ma non qui". Mi bloccai un attimo mentre mi allacciavo il casco. Mi colpirono le sue parole: il modo in cui le ha dette. Quel ragazzo aveva il potere di trasformare ogni singola parola banale in qualcosa di dolce: il suo sorriso le rendeva così perfette.

Il sorriso che ormai non mi apparteneva più; alla sua vista milioni dipensieri e ricordi invasero la mia mente. Fu la sua voce a risvegliarmi da quello stato di trance.

"Ehi, tutto bene ?" chiese avvicinandosi.

"Sì sì. Tutto bene" scossi la testa per scrollare quelle emozioni dal mio corpo, anche se non servì a molto. Salimmo sulla moto che amavo ancora tanto e partimmo per la meta che ancora non conoscevo. Mi aggrappai a lui, nonostante la velocità non fosse molta: Alex si ricordava che non amavo che lui andasse veloce in moto. Sorrisi impercettibilmente al pensiero di tutte le volte che protestavo per salire sulla moto e lui mi baciava per convincermi, e alla fine ci riusciva. Senza accorgermene strinsi la presa su di lui, come se avessi paura che anche quei ricordi andassero via da me. Sentii la sua mano calda accarezzarmi le mie fredde per l'aria che le colpiva: si era accorto della mia stretta. Feci per sciogliere la presa - mi ero presa troppa confidenza e mi ero lasciata andare- ma prontamente mi tenne stretta la mano per convincermi a non lasciare la presa. Mi arresi, non volevo essere così fredda con lui : non sarei stata me stessa, gli varei mentito. Presto arrivammo a destinazione, sulla spiaggia: la nostra spiaggia. Rimasi estasiata dal fatto che si ricordava ancora che ero affascinata da quel posto, soprattutto per il fatto che da lì il tramonto era qualcosa di spettacolare. Rimasi immobile per un attimo, preda dei ricordi, ma notai che lui mi guardava sorridendo dolcemente. Quel sorriso, i suoi occhi : sono ciò che mi tiene ancora legata a lui. Ero imbambolata da un tempo indefinito, quindi ripresi vita, dato che Alex di sicuro mi aveva presa per morta. Sussurrai un flebile "Andiamo" insicuro prima di incamminarmi; sentii una presa salda e familiare sulla mano : era lui. Notai che pian piano intrecciò le sue dita tra le mie e la sua stretta si fece più possente e affettuosa. Non lo fermai, non ci riuscii : mi mancava da tanto, troppo tempo. Sentivo la sabbia tiepida accarezzarmi i piedi e solleticarmeli appena .. e fu quel tocco famigliare a provocarmi brividi lungo tutto il corpo: quella sabbia conteneva i nostri ricordi. Pian piano ci avvicinammo alla riva; durante tutto il tragitto non feci altro che fissare la sabbia bollente, la quale calciavo e pestavo con i miei piedi nudi.  Arrivammo in prossimità della riva e ci fermammo; mi decisi ad alzare lo sguardo, il quale si posò su quell'immensa distesa di un colore così particolare che non avrei saputo definire. Alex si sedette poco lontano da dove la sabbia era bagnata, mentre con la mano intrecciata alla mia mia mi attirò a sedermi su di lui. All'inizio non parlò, si limitò ad accarezzarmi un braccio per farmi sentire a mio agio, notando che ero molto tesa e rigida. Strinsi la mano libera in un pugno stretto, finchè non sentii e nocche bianche. Continuava ad accarezzarmi dolcemente un braccio senza proferire parola, così mi decisi a fare il primo passo e parlai.

"Cosa devi dirmi?" cercai di essere decisa, ma per quanto mi impegnai, la mia voce uscì tremolante e insicura. Ci fu qualche istante di silenzio e si decise a parlare.

"Ti volevo chiedere scusa, ma soprattutto ascoltami. Solo questo" fece una pausa per aspettare una mia risposta, e annuii leggermente per farlo continuare.

"So che sono stato uno stupido, che dovevo staccarmi subito, ma non ho fatto in tempo che sei arrivata tu. Non è una giustificazione valida, lo so: non avrei dovuto permetterle di avvicinarsi e ..."

"Non mi hai degnato neanche di un messaggio, Alex" dissi con voce tremante interrompendolo. Ero sull'orlo del pianto.

"Lo so, ti chiedo scusa. Ma avevo paura che tu non mi volessi parlare e che ti avrebbe dato fastidio. " si giustificò semplicemente.

Il mio sguardo era incollato alla sabbia, non avrei resistito dal piangere guardandolo negli occhi, quegli occhi chje tutt'ora mi lasciavano incantata, capaci di comandare ogni mio sentimento e mutarlo.

"Mi conosci. Hai sempre saputo che sono l'ultima persona capace di essere realista a questo mondo. Sapevi che mi sarei illusa ancora una volta del fatto che tu mi amassi. Lo sapevi" alzai leggermente il tono della voce mentre stringevo la sabbia in una mano. La sentivo pian piano scivolare dalle mie mani, come era successo con Alex quando l'ho perso: senza accorgermene il rapporto ha iniziato a sciogliersi, per poi scomparire del tutto-

"Mi dispiace" la sua voce suonò così dolce e familiare.

Flashbacks veloci di noi due insieme, dei mille baci, furono il culmine, la goccia che fece traboccare il vaso: lacrime di dolore laceravano le guance mentre scendevano lentamente, come volessero rendere la sofferenza lenta e ancor più dolorosa.

"Se sapessi come sono stata quest'estate sapresti che non potrebbe avere nessun valore ora un semplice mi dispiace. Sapresti che ero sola come un cane a dover affrontare la separazione dei miei genitori e la rottura con te. Lo sapresti" dissi alzandomi bruscamente per poi guardarlo finalmente negli occhi mentre le lacrime scorrevano più veloci e sicure. Lo vidi alzarsi e avvicinarsi pian piano a me, non avevo le forze di respingerlo: non avevo le forze per andare avanti. Lo guardai per un secondo negli occhi .. vedevo tristezza, credevo.

Si fermò un attimo di fronte a me, era immobile.

"Non devi andare dalla tua ragazza ?" chiesi con una nota di amarezza, mentre un sorriso rassegnato compariva sul mio viso bagnato.

"D-di cosa parli ?" chiese il biondo confuso.

"Caterina, Catherine. Insomma, quella lì. Non mi ricordo il nome" sbuffai.

"Non le ho più parlto da quel giorno." sentenziò fermo.

"Non è vero. Mi ha detto che state insieme. Se è vero dillo, non c'è motivo che tu menta."

"Ti giuro che non c'è niente" era disperato, glielo leggevo negli occhi. I suoi occhi. Non stava mentendo. Non potevo dire niente ora, non sapevo neanche io cosa volevo. Mi buttai a terra sedendomi, mettendomi le mani nei capelli mentre non smettevo di fissare le onde che si portavano via la sabbia, allo stesso modo in cui il tempo ed il destino mi avevano portato via Alex.

"Lith. Credi a me o a lei ?" chiese ancora. Non avevo la forza di parlare, ero distrutta. Mi stavo distruggendo da sola. Si inginocchiò davanti a me e mi alzò delicatamente il viso con due dita per guardarmi negli occhi. A quel punto scoppiai in un pianto disperato e tra i singhiozzi continuavo a ripetere cose senza senso ad orecchio umano. "Oh Lilith" sussurrò appena, per poi attirarmi a lui. Mi strinsi al suo petto, per una volta volevo smettere di pensare alle conseguenze delle cose.

"Ho paura, Alex" riuscii a dire tra un singhiozzo e l'altro. "Ho paura di stare male" continuai senza smettere d piangere.

"Shhh, ci sono io qui. Tranquilla" Pian piano mi calmai.

Mi trovai avvolta tra le sue possenti braccia calde, un calore che mi mancava da tempo. Mi sentivo protetta da quel vento pungente che soffiava quel giorno a Londra.

"Alex" lo chiamai flebilemnte per attirare la sua attenzione.

"Dimmi piccola"

"Voglio provarci" risposi decisa "Ma non vorrei che ci rimettessimo subito insieme, prima voglio riprovare ad essere amici. Ricominceremo da capo, da quando eravamo solo amici. Quando saremo sicuri che i nostri sentimenti sono tornati come prima decideremo." continuai. Non volevo ripartire subito in quinta.

"Va bene" rispose sorridendomi.

"Grazie" mi fiondai su di lui in un abbraccio, il quale fu ricambiato, fino a quando non si staccò di colpo. Lo guardai interrogativa.

"Il tramonto" mi disse semplicemente. Mi limitai a sorridere mentre osservavo il sole sparire dietro al mare, avvolta dalle sue braccia ed il suo corpo che ora mi appartiene nuovamente, anche se in modo diverso da prima.



I'm here baby !!

Premetto che questo capitolo è scritto da schifo, ma a grande richieta di  Dirctioner_Lau  sono stata OBBLIGATA a mettere il capitolo, se no mi accusava dei suoi incubi e dei suoi disturbi mentali lol.

Eniuei (mi pice troppo!! hahaha) che ve ne pare del capitolo ? Uno schifoo !*tutti in coro* lol

ALEX IS HERE ! A cosa comporterà il ritorno di Alex ? E la scommessa con Zayn ? Succederà altro tra Lilith e Alex ? Lo scopriremo prossimamente. Hahahaha. Scusate, ora la smetto. Voi siete pro Lith e Alex o Lilith e Zayn ?

Ho scelto due personaggi completamente opposti : Alex e Zayn. Oltre all'aspetto fisico, anche come carattere saranno del tutto diversi. Ma avranno una cosa in comune. Cosa ? Ehehehe, non ve lo dico. Gnegnegnegne. Cosa importante ! : Volevo ringraziare tutte quelle che hanno recensito, messo la storia tra seguite, preferite o ricordate, o che mi hanno messa tra autori preferiti, davvero ragazze Mi avete reso la kebabbara più felice che ci sia :'). 

* si commuove *

Quindi un grande ringraziamento a:


E ringrazio anche tutte le lettrici silenziose, che, tutto sommato, continuano ancora a supportarvi. Sappiate che oggi vengo e vi rapisco tutte.

Spero che l'impegno che metto nei capitoli sia abbastanza per ringraziarvi ^-^


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She Screams In SilenceOne Shot

When You Don't Smile, Stars Stop To ShineOne Shot
Same Mistakes  One Shot


Semplicemente io amo questa ragazza. Ha saputo sempre combattere contro chi non ha accettato ciò che è.
Ed ora lei è una persona migliore, migliore di loro. Vai Demi !


E chi di noi non si è mai trovata in questa situazione ? Hahahah



Sei bello Malik. Già già.



Questa foto è esilarante!!! hahahahahhaa

iaas.

  
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