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Autore: Pioggia    23/08/2007    2 recensioni
Un raggio di sole impertinente si fece strada tra le persiane di una stanza malandata di una locanda a Hogsmeade.
In un letto, circondato da vestiti, mantelli e un piumino logoro caduto per metà, una donna dai capelli rosa dormiva profondamente.

Ecco la mia prima ff. Spero davvero che vi piaccia!
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lezioni di buone maniere, pozioni e coccole




Remus adorava il suo appartamento. Aveva scelto proprio quel modesto stabile perché aveva un vista formidabile sul fiume e così – quando una volta al mese limitava gli effetti della licantropia grazie alla pozione antilupo – si metteva davanti alla finestra per ricordare la sua infanzia sulle rive di un altro fiume.
La luna piena era già tramontata da un pezzo, ma lui si sentiva lo stesso debole, come febbricitante. Stava per prepararsi una cioccolata quando suonarono alla porta. Incuriosito si trascinò per vedere chi fosse e se si fosse sentito meglio avrebbe fatto un bel balzo all’indietro. Aprì l’uscio e si trovò davanti Tonks che gli sorrideva timidamente.
- “Ciao Remus, Sirius mi ha chiesto di vedere come stai” mormorò leggermente imbarazzata. Poi squadrò il mago e si accorse che la sua cera non era delle migliori, così abbandonato ogni pudore entrò a passo di carica in casa.
- “Merlino, Remus! Sembri messo davvero male. So che la pozione antilupo debilita, ma sembra che tu abbia la febbre” e prima che Lupin potesse fare o dire qualcosa lei poggiò le sue mani fresche sulla sua fronte e su una guancia.

Remus non poté fare nulla per fermarla, o forse non volle. Il suo cervello non sembrava essere molto collaborativo. Era piacevole stare lì impalato, aspirando il profumo dolce della ragazza. Quando finalmente le sue facoltà mentali sembrarono tornare in sede riuscì a parlare.
- “Non c’è bisogno che ti disturbi, Ninfadora. Una cioccolata e vedrai che starò meglio”
- “Primo: ti consiglio per il tuo bene di chiamarmi Tonks. Secondo: hai la febbre. Terzo: non è un disturbo. Ora dimmi, dov’è la cucina?” rispose in un nanosecondo.
Lui non poté fare null’altro se non indicarle la piccola stanza in fondo al corridoio.
- “Altro che cioccolata. Ti ci vuole una pozione corrobante! Sirius mi aveva detto che solitamente sei debole dopo la luna piena, ma la febbre deve averti reso ancora più vulnerabile agli effetti secondari dell’elleboro” disse Tonks. Poi scorgendo l’espressione perplessa del licantropo sorrise.
- “La pozione che ti prepara Piton ha degli ingredienti che alle volte possono risultare… come dire… pesanti per l’organismo. Quindi - per bilanciare - dovresti prendere dopo ogni trasformazione una pozione che ti aiuti” spiegò. Poi chiese alzando un sopracciglio “Con quanto hai preso il tuo MAGO in pozioni?”
- “Sicuramente con un voto molto più basso del tuo. Sai davvero il fatto tuo, eh” disse con la voce arrochita per la febbre.
- “Oh, beh. Con il lavoro che faccio certe cose sono vagamente indispensabili” disse con un ghigno.
- “E così Sirius ti ha chiesto di venire”
- “Sì. Visto che lui non può uscire da Grimmauld Place si sentiva in colpa”
- “In colpa? Sirius Black? Vuoi dire che ne sta preparando una delle sue, piuttosto” mormorò Remus più rivolto a se stesso che all’auror.
- “Cosa? Mmm… non importa. Visto che sei parzialmente negato in materia, ti scrivo nel dettaglio composizione e preparazione di una ricetta speciale di mia madre” disse lei, non prestando attenzione alla risposta del licantropo.
- “Grazie per avermi dato del negato” sbottò lui.
- “Beh, l’ho fatto dopo una tua stessa ammissione” ribattè uscendo una pergamena dalla borsa.

Qualche minuto dopo finì di scrivere l’ultimo passaggio della pozione e con un gesto cerimonioso consegnò il foglio al mago che intanto aveva poggiato il viso alla mano per osservarla meglio.
Remus dovette ammettere che l’espressione concentrata di Tonks mentre dosava gli ingredienti era davvero adorabile. Poi, prima che il suo famoso campanello d’allarme potesse fermarlo, pensò che in realtà era sempre carina, anche quando litigava con i carrelli.
- “Ti ringrazio davvero per essere passata, ma mi sento molto meglio e credo che la pozione potrei finirla da solo…” provò, nel tentativo di mettere fine a quei pensieri poco rassicuranti.
- “Leggendo tra le righe, sarei indotta a pensare che cerchi una maniera per buttarmi fuori” rispose non smettendo di rigirare l’intruglio nel calderone.
- “No, no… davvero mi sento…” ma finì la frase con un fragoroso starnuto.
- “Lo vedo, stai benissimo. Dove tieni le tazze?” chiese lei, non alzando lo sguardo dalla fiamma.
Con sua grande sorpresa, Remus dovette ammettere che la pozione corrobante di Tonks era davvero degna dei migliori rimedi di Madama Chips.
Quando glielo disse, i capelli dell’auror si colorarono di un rosa più acceso del solito, poi lei gli chiese a bruciapelo: - “Perché volevi mandarmi via, poco fa?”
Lupin non ebbe nemmeno il tempo di rendersi conto quanto fosse brava come Sirius nel fare domande scomode. Sembrava un vizio di famiglia.
- “Mi sono abituato a prendermi cura da solo di me stesso. Da quando James è morto e Sirius è finito ad Azkaban non ho più avuto nessuno che mi aiutasse” mormorò.
- “Allora è una specie di pudore, come se ti vergognassi?” chiese dal bordo della sua tazza.
- “Una specie. Mi sento sempre molto debole e non fa piacere farsi vedere così…”
- “Ma pensaci, è un’ottima scusa per farti coccolare” ribattè lei con un sorriso.
- “Forse quando era mia madre a prendersi cura di me. Ma non ho mai visto un pugno di Malandrini come persone dalle quali farsi coccolare” rispose lui arrossendo.
- “Ottimo, vorrà dire che d’ora in poi sarò io a coccolarti” disse risolutamente.
- “Bene… ecco la guerra che Sirius mi ha messo davanti…” mormorò Lupin.
- “Remus Lupin, non ti hanno insegnato che non sta bene mugugnare senza farsi sentire? E’ la seconda volta che lo fai” esclamò con un’aria simile a quella sfoggiata solitamente dalla McGranitt.
- “Devo essermi perso questa lezione assieme a molte altre di pozioni” ripose con mezzo sorriso.
- “Visto che hai ritrovato il tuo humour penso che tu stia davvero meglio” sentenziò.
- “Devo ammetterlo, sei davvero un’ottima pozionista” ammise il licantropo.
- “Grazie! Ah, se incontri Piton riferisciglielo. E controlla se si è cambiato le mutande” finì con un ghigno.
- “L’igiene intima di Severus è un affare di Sirius; io controllo solo il suo guardaroba” sghignazzò.
- “Io vado, se non ci dovessimo beccare prima, ci vediamo il mese prossimo per la tua dose di coccole” poi, mordendosi la lingua per quello che aveva appena detto, si smaterializzò con i capelli in fiamme per l’imbarazzo.







~

Ecco qui anche il quarto capitolo. Domani posterò anche il prossimo.
Grazie a Feux per la recensione e a crazycotton per l'invito! Baci a tutti
  
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