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Autore: franceachira    02/02/2013    5 recensioni
Ma cosa ne sapevano loro dell’amore? Erano stati creati per odiarsi, per essere l’uno l’opposto dell’altro ed ora si trovavano a condividere quel sentimento, forse più distruttivo di qualsiasi fiamma.”
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo nove.

Restiamo in silenzio per alcuni minuti.
Io cammino a testa bassa e sento che Harry ogni tanto si volta nella mia direzione
-Insomma- inizio poi rompendo il silenzio –dove stiamo andando?- domando dopo aver camminato fino a quel momento senza una meta precisa.
Lui si ferma e mi fissa un secondo, alza le spalle e –dove vuoi andare?- chiede  poi  guardandomi con i suoi occhi verdi, che forse è perché mi era mancato stare un po’con lui, ma sembrano più belli del solito.
-Andiamo alla palude- rispondo poi sicura, sorride e annuisce.
Stranamente lungo il tragitto non tira fuori quel maledetto telefono e non si infila le sue solite cuffiette.
Sta zitto, ma non mi sento in imbarazzo, non cerco a tutti i costi un argomento da tirare fuori per rompere questo silenzio, anche perché so che sta  ripassando nella sua testa riccioluta ciò che deve dirmi.
Mi limito ad osservare le piante che  si fanno più fitte man mano che ci avviciniamo al nostro posto.
Costeggiamo la strada sterrata che porta al grande campo che circonda il piccolo stagno e non appena troviamo uno spiazzo d’erba asciutta ci sediamo.
Rabbrividisco perché il terreno è freddo, mi stringo nel giacchetto che indosso e –Okay, ci siamo. Che dovevi dirmi?- gli domando decisa mentre lui si sta sistemando la sciarpa.
Alza lo sguardo, si morde le labbra e poi sospira.
-Prima di tutto, mi dispiace. Sono stato stupido a trattarti in quel modo- dice serio spostandosi una ciocca di capelli che gli ricade sugli occhi.
Lo guardo mentre lo sistema in mezzo agli altri riccioli scompigliati e mi fa tanta tenerezza perché io l’ho già perdonato.
L’ho perdonato nel momento in cui varcando la porta della cucina l’ho visto sorridermi imbarazzato, nel momento in cui le sue maledette fossette gli hanno segnato le guance, perché è Harry e non potrei vivere un giorno della mia vita senza la certezza di poter contare su di lui e vorrei dirgli tutte quelle cose, ma non ci riesco e così come un’idiota sento gli occhi diventare lucidi, gli getto le braccia intorno al collo e lo stringo forte.
Lui resta per un momento immobile, stupito dalla mia reazione, ma poi ricambia l’abbraccio e io affondo il viso nell’incavo del suo collo.
-Non preoccuparti, davvero non devi- sussurro con la voce ovattata nella stoffa del suo cappuccio.
Mi stacco dall’abbraccio e lo fisso –promettimi però che troverai sempre un momento per stare con me, non ti chiedo di non avere altre amicizie, ma di accettare la mia per sempre- aggiungo seria.
Lui sorride  e annuisce, il verde dei suoi occhi ora brilla più del sole.
-Te lo prometto Aki- mi rassicura e io gli stampo un bacio sulla guancia, cercando di non scoppiare  a piangere come una bambina di cinque anni.
Restiamo un attimo immobili, sorridendoci.
Poi lui mi passa una mano intorno alle spalle e mi trascina con sé, sdraiandosi sul prato.
Appoggio la testa sul suo petto e sento il battito regolare del suo cuore.
-Comunque- dice per poi sospirare – non volevo parlarti solo di quello, anche se era la cosa più importante- aggiunge giocherellando con una ciocca dei miei capelli.
-Dimmi- lo incito io volgendo lo sguardo nella sua direzione.
- Volevo parlarti di Louis… - ammette  con un filo di vergogna nella voce.
Forse si aspetta di ricevere uno schiaffo e poi rimanere da solo su quel prato visto che mi fissa con sguardo preoccupato, ma in realtà non sono mai stata tranquilla come in questo momenti.
Così gli sorrido per rassicurarlo e -Che succede?- chiedo gentilmente e davvero interessata.
Lui sbuffa e increspa le labbra.
-Non lo so, da quando è arrivato ha stravolto la mia routine. Voglio dire ha rischiato di farci litigare, non era mai successo- esclama preoccupato.
Io mi tiro seduta per guardarlo meglio.
-Diciamo che la sua … ti ha preso molto- osservo rivolgendogli uno sguardo provocatorio.
Lui boccheggia un po’ in difficoltà e – hai ragione e questa cosa mi ha sorpreso. Voglio dire, lo odiavo e guarda ora… è come essere sotto l’influsso di un incantesimo. Come se lui avesse deciso di farmi diventare suo amico a tutti i costi- spiega serio e quando sento pronunciare la parola ‘incantesimo’ tutte le mie ipotesi tornano a farsi spazio fra i miei pensieri.
Ma resto in silenzio, non voglio di nuovo toccare quell’argomento dopo ciò che è successo con Zayn.
-E tu che ne pensi? Non sei felice?- gli chiedo confusa.
Lui annuisce, ma non del tutto convinto.
-E’ strano e anche io lo sono quando c’è lui intorno.- alzo un sopracciglio e mi avvicino un po’ come per sentire meglio.
-In che senso strano?- domando insistente.
Lui sbuffa e alza gli occhi al cielo in difficoltà –Non lo so Kira, lui spesso non si comporta come un normale ragazzo.  A volte mi fissa in un modo che…- prende un respiro più lungo degli altri –non è normale fissare in quel modo un amico- e con quelle parole capisco dove vuole andare  a parare e la mia bocca si apre in un perfetto cerchio e mi fuoriesce un ‘oh’ di stupore senza neanche accorgermene.
Lui mi fissa imbarazzato annuendo silenziosamente.
-Credi davvero che Tomlinson sia…- ipotizzo gesticolando.
Harry scuote la testa e poi sbuffa –Non lo so, forse è solo una mia idea. Perché  sono piccoli dettagli che me lo fanno credere, gli altri ragazzi della squadra per esempio credo che neanche abbiano mai preso questa ipotesi in considerazione- spiega serio.
Io annuisco e poi mi chiudo nelle spalle.
-Io credo che tu ti stia facendo troppi problemi- ammetto appoggiandogli una mano sulla coscia.
Lui fissa le mie dita e –Sì, forse hai ragione.- gli sorrido felice che sia d’accordo con me e poi mi alzo.
-Ho tutto il sedere umido, torniamo da me e guardiamo un film?- propongo porgendogli una mano per aiutarlo ad alzarsi.
Resta un attimo a testa bassa sfiorando un piccolo fiore giallo vicino al suo piede e poi l’afferra annuendo.
-Credo sia meglio- accorda sorridendo.
Mi afferra la mano e poi mi circonda la spalle con il suo braccio, mentre percorriamo la strada in direzione di casa mia e ogni particella del mio corpo sprizza gioia, perché finalmente tutto è tornato come prima.
Finalmente Harry Styles è accanto a me, con un sorriso stampato sulle labbra, che cammina stringendomi la mano.
Voglio che sia così per sempre e se il per sempre non esiste, non mi importa voglio che sia così il più possibile.

***

Le vacanze di Natale passano in fretta.
Come ogni anno il 25 mattina mi sveglio felice e se quando ero piccola la felicità era causata dai regali, ora provo questo sentimento solo perché è Natale e il Natale fa questo strano effetto, rende tutto più magico.
La casa si riempie di parenti e mangiamo fino a scoppiare.
La neve imbianca le strade, le case, gli alberi, le macchine e tutto ciò che sfiora con il suo gelido tocco, ma al ritorno a scuola si è già sciolta e tutto sembra ritornare alla normalità, alla noiosa e lenta vita quotidiana.



***



Cammino lungo il corridoio con il telefono in mano e le cuffie, comincio a pensare che Harry mi stia trasmettendo il suo maledetto vizio.
Entro in classe e mi siedo al mio banco; ci sono solo un paio di ragazze che parlano fra di loro radunate in un angolo.
Poco dopo di me entra Elin, mi vede e mi saluta allegra con la mano.
-Era un po’ che non ci vedevamo- esclama stampandomi un bacio sulla guancia e abbracciandomi.
Io annuisco –Mi sei mancata bionda- le confesso con un’espressione che enfatizza la disperazione.
Lei scoppia a ridere e si siede vicino a me.
Durante le feste lei e la sua famiglia sono stati a sciare, così mi racconta le sue esperienze mentre aspettiamo che entri il professore.
Tiriamo fuori i quaderni e svogliatamente ci mettiamo a seguire la lezione.
La porta si spalanca improvvisamente e sia Louis che Zayn entrano e si posizionano al loro banco.
-Loro ti erano mancati?- mi chiede Elin ironicamente.
Io sbuffo e li ignoro non distogliendo lo sguardo dal foglio su cui sto scarabocchiando.
-Ieri sera è scoppiato un altro incendio vicino al vecchio mulino, hai sentito?- domanda abbassando la voce fino a sussurrare.
La guardo confusa e scuoto la testa.
-Sono sempre più convinta che sia colpa loro-  ammette decisa.
Io mi limito a sospirare e ignorare la tentazione di voltarmi verso i due ragazzi.
-Dai consolati,  mancano solo venti giorni e andiamo in gita-  esclama esaltata.
-Ti prego, prega per me che Malik resti  a casa- dico con un velo di disperazione nella voce.
Lei increspa le labbra –Lo farò, ma non credo che uno come lui si perda l’occasione di fare casino- mi fa notare e a quel punto stendo il braccio sul banco e ci appoggio la fronte esasperata.
-Voglio morire- sussurro con la bocca coperta dalla stoffa.
La sento ridere e ricevo delle pacchette  di consolazione sulla spalla.


***
 

 
-Elin muoviti, non voglio arrivare per ultima!- grido sbraitando e agitando le braccia dal finestrino della macchina di mia  madre.
Lei impreca un paio di volte e si carica meglio il borsone sulla spalla.
-Arrivo Kira, arrivo- mi risponde con esasperazione salutando sua madre con un goffo abbraccio e avvicinandosi.
Entra salutando , con la sua delicatezza infila la borsa nel porta bagagli e per un paio di volte evito per miracolo una gomitata nel naso.
-Okay, ci sono. Possiamo andare-  conclude con il fiato corto appoggiandosi al sedile.
Mia mamma annuisce  e mette in  moto.
La bionda si volta a guardarmi e mi sorride eccitata –Sei pronta?- mi chiede entusiasta.
-Lo spero- rispondo speranzosa.
Lei alza gli occhi al cielo –Dai Aki, stai tranquilla … Vedrai che ci divertiremo- mi rassicura con apprensione, io incrocio le dita.
-Hai portato  un coltello o meglio, un’accetta?- domanda poi trattenendo un risata, io non resisto e scoppio a ridere.
-Ecco, sapevo che avrei dimenticato qualcosa- rispondo scherzando dandomi una pacca sulla fronte, lei mi sorride e si appoggia alla poltroncina davanti.


-Ragazze, comportatevi bene- si raccomanda mia madre non appena ci avviciniamo al luogo di ritrovo con gli altri, dove è già in attesa l’autobus che useremo durante la gita.
Noi annuiamo mentre lei parcheggia.
Una leggera agitazione mi percorre e prendo un respiro lungo e profondo prima di scendere dall’auto.
Prendiamo le nostre borse, saluto mia mamma con un bacio sulla guancia e poi ci avviniamo ad un gruppo di ragazze che segue gli stessi nostri corsi.
Mi guardo intorno cercando di scorgere qualche faccia familiare e per fortuna vedo la testa di capelli spettinati di Harry poco distante.
-Vieni- ordino ad Elin afferrandole un braccio.
Lei mi segue capendo le mie intenzioni, vado diritta nella direzione di Styles  sorridente.
Sento lo stomaco ribaltarsi quando mi accorgo che sta parlando con i ragazzi della squadra di football e fra di loro, immancabilmente, c’è Louis, che ascolta con interesse i discorsi di Grint, uno dei mori più desiderati della scuola.
Resto un attimo in silenzio e li osservo persa nei miei pensieri e nelle mie preoccupazioni, poi prendo coraggio e sfioro il braccio di Harry.
Lui si volta e appena mi vede mi sorride.
-Buongiorno!- esclama allegro stampandomi un bacio sulla guancia, poi saluta anche Elin con entusiasmo.
-Siete pronte?- ci chiede uscendo un attimo dal circolino degli atleti.
Noi annuiamo poco convinte.
-Senti Kira- inizia poi il ricciolo serio –ti dispiace se vado accanto a Louis in pullman, ci mettiamo davanti a te ed Elin- cerca di rimediare abbozzando un sorriso e incantarmi con le sue fossette e forse un po’ ci riesce perché io balbetto qualcosa e poi –Sì, non preoccuparti- lo tranquillizzo.
I suoi occhi si illuminano e sento di aver fatto la cosa giusta.
Mi sono promessa di non essere gelosa della loro amicizia e poi non voglio agitarmi  per motivi inutili, senza neanche essere partita.
-Sai che c’è: te lo presento- conclude poi distogliendomi dai miei pensieri.
Io sgrano gli occhi e poi scuoto la testa –Lo conosco già- mi giustifico preoccupata, ma lui mi afferra per mano e mi fa avvicinare ai suoi amici.
-Lou-  dice poi attirando l’attenzione di Tomlinson, che si volta curioso.
Sento il cuore pompare il sangue nelle vene a una velocità anormale mentre il mio amico felice –Credo sia arrivato il momento delle presentazioni- dice ridendo.
Louis mi squadra con i suoi occhi color cielo, infinitamente belli, troppo belli e poi mi sorride e devo ammettere che è meraviglioso.
-Facciamo biologia insieme, ma non ci siamo mai parlati in effetti- osserva deluso –piacere Louis- aggiunge con educazione e gentilezza e mi sembra impossibile che sia lo stesso Louis Tomlinson che passa il suo tempo con Zayn Malik.
Forse mi sono davvero sbagliata nel giudicarlo o forse sta cercando di incantarmi per poi uccidermi insieme al suo amico dagli occhi scuri come le tenebre.
-Piacere Akira- rispondo così accennando un sorriso imbarazzato.
-Vabbè, non di persona ma ti conosco. Harry Mi ha parlato di te- spiega con quel sorriso, che quasi mi infastidisce per quanto lo rende bello e sento le guance avvampare.
-Vale lo stesso per te- dico senza neanche pensare, lui ride e rivolge uno sguardo, che non riesco ad interpretare, a Harry che si sposta i capelli dalla fronte.
-A quanto pare il nostro ricciolo passa le sue giornate a parlare di noi, spero almeno che dica belle cose- scherza ridendo, io lo imito sforzatamente, mentre la mia attenzione si concentra su quel ‘NOSTRO RICCIOLO’ che continua ad echeggiare nella mia testa.
Sento Elin stringermi un braccio e mi volto nella sua direzione, felice di trovare un motivo per allontanarmi da Tomlinson.
-Avrei dovuto davvero portare un’accetta- le bisbiglio in un orecchio facendola ridere.
-Guarda chi sta arrivando- esclama poi improvvisamente.
Dal lato opposto della strada, con il suo passo sicuro e disinvolto, si avvicina Horan compreso di Ray-Ban neri e cresta bionda sistemata e in gelatinata al punto giusto.
La mia amica lo fissa come fosse un Dio dell’Olimpo  e  io roteo gli occhi esasperata.
-Elin, attenta ti cola la bava- sussurro, lei sobbalza e si sfiora la bocca facendomi scoppiare a ridere mentre mi rivolge un’occhiataccia.
Il biondo si avvicina al gruppetto da cui ci siamo appena allontanate,  saluta Harry  tutti poi si volta nella nostra direzione e sento la bionda emettere una specie di lamento.
Ci guarda un po’, ma indossando gli occhiali non capisco la sua espressione.
Sentendomi a disagio e non potendo sopportare di vedere il mio migliore amico ridere fra Louis Tomlinson e Niall Horan, distolgo lo sguardo.
-Questa gita si prospetta molto interessante- osserva Elin sottolineando il ‘molto interessante’, la guardo male, esasperata dalla sua folle passione per Niall.
Poi la professoressa dell’altra terza richiama la nostra attenzione.
Ci avviciniamo e  le lasciamo fare l’appello.
Quando arriva al nome che più mi tormenta, nessuno risponde.
-Zayn Malik non c’è?-si accerta di nuovo.
-No. Non c’è- risponde Louis con la sua voce squillante con tono annoiato, per poi tornare a farsi gli affari suoi.
Niall gli si avvicina e il castano gli dice qualcosa in un orecchio facendolo sorridere in quel modo che mette i brividi e  che sembra riuscire molto bene a quei tre.
-Sei contenta?- mi chiede Elin allegra –Malik non c’è e non ti servirà nessuna accetta-  aggiunge ridendo.
Io sospiro e –per fortuna, perché come minimo mi sarei amputata una mano solo tirandola fuori dalla borsa- rispondo seria.
Lei ride e poi –Saliamo o i posti migliori verranno presi- esclama vedendo che il pullman inizia a riempirsi.
Lasciamo i bagagli nella parte sottostante del autobus e poi ci fiondiamo all’interno, Harry mi chiama facendomi vedere i due posti dietro lui e Louis e io gli sorrido fingendomi grata della sua azione.
Così ci sediamo, Louis si volta e mi rivolge uno sguardo serio, ma faccio finta di niente.
Passano pochi minuti e poi iniziamo a muoverci.
-Louis non è tanto male alla fine- nota Elin che si sporge in avanti  una volta ogni venti secondi per vedere Niall, seduto davanti a Harry.
Io scuoto la testa per darle ragione, ma non voglio ammettere che quel dannato ragazzo dagli occhi di cristallo possa andarmi a genio.
Mi sistemo sulla mia poltroncina, sfilo l’i-pod dalla tasca del giacchetto e mi immergo nel mio mondo di pensieri e musica.




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sssalve.

Non sono mai stata così in ritardo nel pubblicare il capitolo e per questo scusatemi, davvero.
Ma la scuola mi sta prendendo un sacco di tempi *sbatte la testa nel muro*
Comunque spero che vi piaccia e fatemi sapere che ne pensate c:
Grazie a chi ha letto l'otto e l'ha recensito, love u babes ♥
Alla prossima, un bacio.

France.

  
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