Le otto.
Il panico.
Sono in piedi davanti allo specchio intenta a domare quel groviglio di rovi che sono i miei capelli.
Mi passo la piastra più volte sulla stessa ciocca cercando di renderla il più liscia possibile, ma per l’agitazione mi scotto la mano e urlo.
“Posso entrare?” Ginny fa capolino da dietro la porta.
“Sì, certo!” dico, soffiandomi sul palmo ustionato.
La vedo venire verso me, con uno splendido vestito rosso rubino.
“Ti dispiace se ti aiuto?Ti vedo un po’ in difficoltà!”ride indicando la mia mano.
Mi siedo sul bordo del letto, sbuffando.
“Non sarò mia pronta in tempo!”piagnucolo.
“è per questo che ci sono io!A cosa servono le amiche?”
Le sorrido, mentre con delicatezza mi prende i capelli e rimedia ai miei danni.
Dopo un po’ appoggia la piastra, asciugandosi la fronte.
“Ora passiamo al trucco!”
Prende la mia trousse e inizia a mescolare ombretti diversi fino ad ottenere la giusta tonalità.
Sento i suoi polpastrelli esperti passarmi delicatamente sulle palpebre.
Mi allunga gli occhi con la matita nera e le ciglia con il mascara.
Un velo di rossetto rosso sulle labbra e un po’ sul mento, come sangue che cola.
“Finito!” esclama, soddisfatta.
Mi specchio e mi vedo splendida!
“Grazie Ginny! Ti voglio bene!”l’abbraccio forte.
“Forza, corri dal tuo amato. Ti sta aspettando!”
Annuisco, raggiante.
Corro verso la porta, ma mi fermo.
Torno indietro e la bacio sulla guancia, lasciandole un segno rosso, poi scappo verso il dormitorio di Serpeverde.
Sono quasi le nove.
Lo aspetto seduta su una piccola statua a forma di serpente.
“Non
vedo l’ora che
esca!Ancora non ci credo!Sto per andare al ballo con il ragazzo dei
miei
sogni!”
Mi sistemo la gonna sulle gambe e gli stivali alti neri.
La porta del dormitorio verde/argento si apre.
Giro la testa di scatto, ma resto delusa.
Escono due ragazzine pesantemente truccate che si lasciano alle spalle una nuvola di profumo un po’ troppo forte per la loro età.
Quella più bassa ha una gonna talmente corta da lasciarle scoperte non solo le cosce, mentre l’altra gioca sul “vedo/non vedo”.
Le nove e dieci.
Parte la musica. Si sente benissimo anche da qui. Un lento.
“Che
sogno sarebbe
ballarlo con Draco!”
Le nove e venti.
Esce un gruppo di ragazzi tutti con i capelli colorati di diversi colori.
Ne riconosco alcuni, ma tra loro non c’è Malfoy.
Le nove e mezza.
Un pezzo veloce e piuttosto rumoroso scuote le mura del castello.
Non so di chi è, ma è molto bello, nonostante il frastuono.
Quasi le dieci.
“Ma
dove si è
cacciato?”
Una coppia mi passa davanti, mano nella mano.
Li guardo con invidia.
Il lucidalabbra di lei è notevolmente sbavato…ne noto gran parte sulla bocca del suo ragazzo che ha la camicia sbottonata sul petto, un po’ troppo abbronzato per la stagione.
Le dieci passate.
Mi alzo e mi dirigo verso
Sono delusa. Malfoy non si è fatto vedere. Perchè?
Una ragazzina mi viene addosso, visibilmente ubriaca.
Per cercare di rimanere in piedi mi giro su me stessa, e resto pietrificata.
Seduto su una sedia, c’è Malfoy e tiene sulle ginocchia Pansy.
I suoi capelli d’oro
spiccano sul nero del vestito di
Dracula, mentre lei è in vestaglia, vestendo come
Pansy finisce in un sorso un bicchiere di ponch, poi si butta sulle labbra del ragazzo che la accolgono in un turbine di passione dove le mani di Draco si perdono sotto il vestito di lei.
“Mi
ha mentito…Si è
preso gioco di me…”
Sento un pizzicore dietro gli occhi e la vista mi si appanna.
Malfoy si stacca e mi vede.
Si alza in piedi sul tavolo e richiama l’attenzione di tutti.
“Voglio proporre un brindisi…a Hermione Granger, la nostra Mezzosangue…per avermi chiesto di venire al ballo con lei…e per aver creduto davvero che io avessi accettato!”
Alza il bicchiere in alto, seguito da tutti i Serpeverde che ridono divertiti, mentre Draco prende Pansy per la vita e la bacia appassionatamente.
Non riesco a trattenermi.
Le lacrime mi escono dagli occhi come un fiume in piena e scappo.
Ginny cerca di fermarmi.
“Hermione, io…”
Non la lascio finire. Corro.
Mi chiudo nel dormitorio e mi butto sul letto, macchiando il cuscino di quel trucco che speravo lui notasse.
“Perché?perchè???Avevo
creduto che fossi diverso…che finalmente avessi capito
quello che provo per te…mi
sono sbagliata…perché l’hai fatto?Ti
odio, Malfoy!Ti odio!Ti odio!Non sai quanto
ci ho sperato!E Ginny mi aveva anche messa in
guardia…Perché non le ho dato
retta?A lei!Alla mia migliore amica!!Perché non
l’hai capito, Draco?Io ti
amo!Ti amo!Sento ancora il tuo sapore sulle mie labbra…non
voglio dimenticare i
tuoi baci e le tue carezze!é così difficile
accettarlo per te?Sono innamorata!Non
smetterò mai di esserlo!Ti odio eppure…Ti amo!Ti
odio perché mi hai fatto
credere che fosse vero…Ti amo perché non posso
impedirmelo!Odio questo mio
amore per te, così indissolubile ed eterno!Perchè
esisti, amore mio?Tu, angelo dannato,
esiliato dal paradiso e diavolo innocente, sputato
dall’inferno e venuto sulla
Terra per farmi amare la tua malvagità,
per farti odiare da me, una Mezzosangue!”
Piango fino ad addormentarmi.
Il tempo sembra rispecchiare il mio umore.
Riprende a piovere.
La pioggia entra dalla finestra aperta bagnando quei libri che lui mi ha tolto dalle mani questa mattina.
Il vento soffia forte, sfogliando alcune pagine di tomi pesantissimi, facendone uscire appunti, fogli spiegazzati.
E quello.
Un pezzo di carta più piccolo degli altri, ma pieno d’emozioni e sospiri prende il volo.
Si alza leggero, nonostante il peso dei ricordi, portato lontano, chissà dove.
Mille cuori e dolci parole accompagnano un nome scritto in rosso “Draco Malfoy”.
Non lo troverò mai più.
Anche questa brezza gelida tenta di liberarmi del tuo ricordo.
Ma non posso più mentire a me stessa.
Non basterebbero tutti monsoni del mondo per farmi scordare di te.