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Autore: Talulah    02/02/2013    1 recensioni
Sentire la sua voce le causava intensi tremori e turbamenti. Aveva un disperato bisogno di lui, del suo sangue. Guardarlo in viso era diventato estenuante e difficoltoso. Sentì la sua imponente presenza raggiungerla, insieme all’odore del sangue fresco che la colpì come uno schiaffo. Sentì il suo petto freddo, marmoreo, nudo e viscido di sangue premere contro la sua schiena, mentre il suo bel capo dai capelli quasi violetti si chinava per baciarle la gola, graffiandola lievemente con i canini appuntiti, e facendo le fusa come un gatto in un seducente ronron. 
Era la più soffice delle carezze ed il più violento schiaffo, toccarla mentre portava addosso l’odore ed il sangue di altre donne.
Genere: Dark, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo II

Dolore e Desiderio

 


















L’odore di sangue fresco le arrivò violentemente alle narici, intense ondate di puro piacere e libidine dei sensi. Inspirò profondamente, sentendo le gengive gonfiarsi lievemente e premere per liberare le zanne.
Elysse aveva sentito anche il suo odore.
Raven, il suo amato, l’aveva nuovamente respinta per nutrirsi di una stupida serva, una inutile umana che mai avrebbe potuto reggere il confronto con la sua abbagliante bellezza. Non l’aveva lasciata viva, altrimenti avrebbe dovuto occuparsi Elysse di trucidarla violentemente ed immediatamente. La gelosia, il dolore e la disperazione la logoravano ormai da mesi. Lei l’amava, con tutto il suo splendido corpo bianco, con tutta la sua anima nera, lei l’amava, ma lui aveva cominciato a respingerla, ad allontanarla, a servirsi sempre meno di lei, dei suoi servigi, del suo corpo, del suo sangue.
Raven adesso preferiva dissanguare gli umani, o avere violenti rapporti sessuali con loro che sfociavano sempre in una dolorosa morte.
Il cuore ormai straziato chiedeva risposte, chiedeva amore che lui non era più intenzionato a darle.
La loro natura di creature della notte, era bizzarra, variabile, proprio come il tempo anche i loro interessi.
Ma Raven era il Suo Signore, lei non avrebbe mai potuto legarsi a nessun altro, sarebbe stato estremamente difficile… Ma per Raven era ben diverso; i vampiri maschi potevano avere più compagne, era consentito e anche molto comune. Elysse non avrebbe mai potuto bere o far bere il proprio sangue a nessun altro vampiro, visto che gli esemplari maschi erano terribilmente territoriali con le proprie femmine.
E lei rimaneva ferma, in quella vita che non era più vita, privata dell’unica luce che adorava, dell’unica oscurità che bramava… Raven era il suo meeladh e niente avrebbe potuto cambiare tutto ciò.
Con il cuore in fiamme e l’odore di sangue sempre più intenso Elysse mise una mano sulla sua gola, proprio dove si sentiva… Soffocare. Lasciò il lago argenteo e freddo e con una dilagante sensazione di stanchezza e disperazione decise di avviarsi verso l’entrata del castello.
Le vesti bianche e trasparenti le fluttuavano sulle lunghe gambe voluttuose e candide.
Mentre una sensazione di vergogna e umiliazione le si allargava nelle viscere sentiva i canini premere per uscire, pensando che anche questa notte aveva rifiutato lei e accolto un’umana nelle sue camere private. Un feroce ringhio le risalì alle labbra, rimbombando sulle pareti di pietra scura illuminate da torce dalle fiamme rosse come il sangue. Avvertì l’odore di una sua Nobile sorella e subito con occhi fiammeggianti, fece irruzione in uno dei grandi saloni.
L’enorme balconata su cui si riversavano i raggi argentei della Luna, l’accolse insieme alle grandi vetrate. Individuò subito in piedi di fronte a lei, fasciata in un luccicante ed aderentissimo vestito rosso scuro, Amalthea.
Lunghi boccoli neri come la notte le ricadevano sulla schiena mentre giocherellava con le dita con il lungo stelo di cristallo del bicchiere mezzo vuoto che portava in una pallida mano.
<< Non avere quell’espressione addolorata, tesoro mio, lei è morta >> sospirò Amalthea girandosi per guardare negli occhi la bianca Elysse.
<< Questo lo so già! >> strillò ferita e umiliata, tutti sapevano di ciò che stava patendo e il suo orgoglio strepitava sanguinante, << ma lui è mio! >> ringhiò rabbiosa, facendo fremere le narici e portandosi una mano alla gola.
Le pareva di stare soffocando. Davvero.
<< Forse lui non la pensa più come te… Adesso dovremmo andare tutti a riposarci… >> mormorò guardando il bel tappeto sotto i suoi piedi e lanciando ad Elysse uno sguardo distratto, << ho bisogno di nutrirmi, e anche tu tesoro mio… >> disse inarcando un sopracciglio.
<< E da chi? Lui non mi vuole! Mi nutro di sgradevoli bambini ormai da mesi >> soffiò Elysse improvvisamente esausta, << mi sento così debole e affaticata… >> mormorò portandosi una mano bianca al petto.
Amalthea le si avvicinò donandole un fugace bacio sulle belle labbra e sorridendole dolcemente.
Elysse la guardò, << credo che andrò nelle mie camere ora, a riposare… Spero riposerai bene mia cara… >> mormorò la Nobile bianca dandole le spalle e cominciando ad avviarsi verso le sue camere.
<< Oh, lo farò di certo. Il mio tesoro quest’oggi rimarrà al castello >> sospirò ridacchiando Amalthea, pensando al suo compagno.
Il cuore di Elysse riprese a bruciare mentre a testa alta e passo deciso si apprestava a raggiungere le sue camere. Non v’era nessuno ad accompagnarla: per il momento aveva sbranato le sue serve in preda ad un attacco di rabbia e aveva ceduto la sua ultima sguattera al suo meeladh. La rabbia le divorava le viscere, mentre la sensazione di intorpidimento delle membra aumentava man mano che si avvicinava alle camere del suo Raven. Si sentiva debole ormai anche solo a percepire l’odore del Suo Signore, il profumo della sua pelle e del suo sangue, da cui era ormai divenuta dipendente. Le bastava sentire il suo aroma per avere le gengive doloranti per la voglia di liberare le zanne e di bere il suo sangue, mentre lui la possedeva.
Il cuore le si strinse in una morsa dolorosa, al ricordo di quei momenti sublimi e di quel sapore così meraviglioso. Inspirò socchiudendo gli occhi.
Raven era la sua tortura, la sua ossessione.
Superando le porte del suo seeladh sentì un innaturale silenzio, mentre il cuore le si spezzava ancora una volta. Proseguì senza mai rallentare o guardarsi indietro mentre l’angoscia le divorava le viscere. Solo un amore eterno e passionale come quello di Elysse poteva scatenare così tante emozioni sconvolgenti negli immortali.
<< Sheelan >> mormorò una voce roca e profonda.
Elysse si fermò, i piedi rigidi ed incollati al pavimento. Sentire la sua voce le causava intensi tremori e turbamenti. Aveva un disperato bisogno di lui, del suo sangue. Guardarlo in viso era diventato estenuante e difficoltoso. Sentì la sua imponente presenza raggiungerla, insieme all’odore del sangue fresco che la colpì come uno schiaffo. Sentì il suo petto freddo, marmoreo, nudo e viscido di sangue premere contro la sua schiena, mentre il suo bel capo dai capelli quasi violetti si chinava per baciarle la gola, graffiandola lievemente con i canini appuntiti, e facendo le fusa come un gatto in un seducente ronron.
Era la più soffice delle carezze ed il più violento schiaffo, toccarla mentre portava addosso l’odore ed il sangue di altre donne.
Ma Elysse non poteva resistere alla sua vicinanza.
<< Rohlell… >> mormorò girandosi nel suo abbraccio per incontrare i suoi occhi di ghiaccio, brillanti come solo i suoi sapevano essere.
Raven le rivolse un sorriso pigro e seducente, malizioso come quello di un gatto.
<< Mi sei mancata amor mio >> sospirò triste, << dove sei stata? >> le domandò carezzandole i fianchi ed il volto, guardandole l’invitante scollatura.
<< Passeggiavo nel nostro giardino, Raven… >> mormorò Elysse guardandolo negli occhi, sospirando per quanto era bello ed imponente il suo amore.
E per il rancore che la divorava ed il dolore che sentiva.
Lo sguardo di Raven si fece più attento, mentre assottigliava le labbra carezzandole con un polpastrello la bocca soffice e carnosa.
Non apprezzava che la sua femmina lo chiamasse per nome, non provava piacere quando accadeva.
Raven inarcò un sopracciglio, << sola, ovviamente >> mormorò guardandola dritta negli occhi, cercando una conferma di ciò che per lui era legge.
Gli occhi del vampiro cominciavano a farsi più scuri. Era arrabbiato? E perché mai avrebbe dovuto esserlo? Elysse se lo chiese provando una sorta di timore. In fondo, a lui cosa importava di lei se non gli era più di alcuna importanza.
<< Sola, Mio Signore >> sospirò Elysse fissando le sue labbra, la gola stretta in una morsa.
Sentiva il suo odore, le zanne premevano per uscire, il suo grosso collo bianco, candido e perfetto era una tentazione atroce a cui resistere. Elysse sentì gli occhi cominciare ad assumere il colore di ciò di cui aveva tanto bisogno, sangue, sangue di Raven. Sentì le mani cominciare a formicolare per la voglia di toccarlo. La debolezza la colpì facendola vergognosamente barcollare.
Per l’umiliazione non riuscì a guardarlo negli occhi, ma vide le sue labbra piegarsi in un sorriso trionfante e malizioso. Due dita fredde e decise le presero il mento, sollevandolo.
<< Guardami negli occhi quando ti parlo, amor mio >> ordinò dolcemente.
<< Si mio Raven >> mormorò Elysse.
Le narici del vampiro fremettero per l’irritazione ed Elysse barcollò nuovamente. Il desiderio era troppo violento.
Raven fece una risatina, << da quanto è che non ti nutri, tesoro mio? Avrei condiviso la mia preda con te se lo avessi saputo, ma ormai non è rimasto poi molto di lei… A meno che non hai intenzione di leccare ciò che è rimasto del corpo dal pavimento… >> sospirò divertito.
Fu come ricevere un altro schiaffo, ed Elysse lo sentì bene, barcollando nuovamente, per il desiderio ed il dolore. La fame l’attanagliava sempre di più.
Il vampiro smise di ridacchiare, improvvisamente in viso aveva un espressione addolorata e preoccupata, come se il solo pensarla sofferente gli procurasse un dolore indicibile, << Sheelan non ti senti bene? Quando è stata l’ultima volta che ti sei nutrita? >> sbottò alzandole nuovamente il viso con una presa ferrea sul mento.
Elysse espirò esausta socchiudendo gli occhi, << giorni fa, Mio Signore… >> soffiò debolmente.
Le iridi del vampiro si fecero immediatamente di un rosso cupo ed intenso, << da chi, amore mio? >> sibilò stringendo la presa sul candido mento.
<< Bambini, Raven, erano dei bambini… >> rispose stanca.
Le doleva il ventre, terribilmente.
Il vampiro si rilassò impercettibilmente prendendole il viso fra le grandi mani, avvicinando Elysse contro il suo corpo e strusciandosi su di lei. Un gemito sfuggì dalle labbra della vampira.
<< Vieni nelle mie stanze stanotte anima mia, sento la tua mancanza >> ordinò sfiorandole le labbra in una delicata carezza, mentre le mani le artigliavano i fianchi ed il bacio si trasformava in un assalto alla tenera corolla.
Le grandi mano del vampiro salirono ad accarezzare il viso della bianca vampira, e ad aprire di più la sua bocca, mentre il caratteristico ronron del vampiro riprendeva.
Con le gengive doloranti per la voglia ed il corpo indurito dal desiderio, Raven la stuzzicò con la lingua, esplorandola fino in fondo e mordicchiando la bella bocca pallida.
Elysse sentì il corpo incendiarsi e subito l’aria si saturò dell’odore dell’eccitazione della vampira, mischiato a quel tipico aroma dei vampiri desiderosi della propria femmina. Raven lo sentì e sorrise dolcemente, sentendo le unghie della sua thameel artigliarli la schiena nuda e possente.
<< Dormirai con me questa notta, lilah >> mormorò baciandole la bocca con le grandi e soffici labbra, prima di allontanarsi, incredibilmente silenzioso.
Elysse ammirava le sue movenze feline, da predatore, in forte contrasto con quel corpo così grosso e massiccio. Lasciò andare l’aria in un sibilo mentre con le gambe tremanti si avviava verso le sue camere.
L’aprì con la grossa chiave. Il suo compagno aveva preteso assolutamente l’altra chiave, così terribilmente possessivo, rivendicando il suo ruolo di suo meeladh, e subito lei aveva acconsentito, incapace di negarli qualsiasi cosa.
Il dolore e la speranza non le davano pace mentre scioglieva delicatamente i lacci del corpetto.
Raven continuava a pretendere di nutrirla, ma non con il suo sangue, ma con semplice cibo. Era normale per un vampiro maschio avere l’intenso desiderio di prendersi cura e di proteggere la propria femmina, ma lui ormai passava così poco tempo con lei ed Elysse era a conoscenza delle altre vampire da cui si nutriva e con cui passava le notti. Nessun maschio si sarebbe mantenuto forte e vigoroso come lui con semplice e debole sangue umano.
Intinse le mani in oli profumati, spalmandoseli bene sul corpo pallido, sapendo bene quanto Raven adorasse sentire quel profumo sul proprio corpo dopo essersi strusciato su di lei. Indossò della biancheria intima in pizzo bordeaux, con uno stretto e trasparente corpetto che risaltava ogni sua curva candida. Per coprire i lembi di pelle scoperta, ben sapendo che il suo meeladh avrebbe ringhiato ferocemente se qualche altro vampiro maschio l’avesse vista così scoperta, indossò una semplice vestaglia in raso e velluto nero.
Ricordando il dolore che ogni giorno il suo Raven le faceva patire, con un ringhio rabbioso si raccolse i bianchi capelli in una semplice acconciatura alta da cui sfuggivano varie ciocche: Raven adorava i capelli sciolti, ma lei non era disposta a rendergli tutto così facile.
Sorridendo diabolicamente, si avviò verso la stanza del suo meeladh; il suo amore la stava aspettando. 



















Ed ecco qui il nuovo capitolo :) come sempre sto buttando le basi della storia man mano che scrivo, aggiungendo e togliendo, modificando e ricontrollando.... Che faticaccia gente! Ma il risultato spero sia abbastanza soddisfacente! Ancora di questi vampiri non si sa nulla se non la parte sanguinaria ed indifferente... Spero di riuscire a mantenere la vostra attenzione per mostrarvi di più di questi personaggi :) In ogni caso, immagino abbiate notato alcune parole un po' strane... Inventate, assolutamente, quindi DI MIA PROPRIETA' (lo specifico per i furbetti che cominciano a strabordare), parole nell'Antica Lingua, o meglio la Prima Lingua (lingua dei vampiri), che ora andrò a tradurre :)


Meeladh.
Promesso compagno. Solitamente il promesso compagno è colui che nutre per la prima volta una femmina subito dopo la transizione. Spesso le famiglie più nobili e facoltose sceglievano per le fanciulle i più degni vampiri, in modo da assicurare non solo la salvezza della neovampira, ma anche nella speranza che il sangue dei due vampiri decidesse la natura del loro futuro rapporto (più avanti le cose si capiranno meglio).


Thameel.
Promessa compagna. Solitamente è il maschio che sceglie la compagna, in quanto considerato a tutti gli effetti l'elemento dominante della coppia. Anche in questo caso però, ogni vampiro maschio ha bisogno di una femmina per superare il cambiamento, per cui le famiglie hanno il piacere (o a volte solo dovere, che viene a mancare) di scegliere una degna compagna per quell'aiuto così fatidico. 



Nomignoli affettuosi, usati solo ed esclusivamente quando nella coppia vi è un profondo legame, MAI per le compagne di una notte.

Sheelan.
"Mia anima/Mia vita/Mia eterna o mia eterna gioia".


Rohlell.
"Mia anima/Mia vita/ Mio eterno o mia eterna gioia".


Lilah.
"Amore/Cara/Tesoro".


Leeloh.
"Amore/Caro/Tesoro".




Ovviamente man mano che la storia andrà avanti i termini aumenteranno ma tranquilli, ci sarà sempre il piccolo angolo dizionario xD E con questo vi lascio, e al prossimo capitolo! Grazie a tutti :)
  
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