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Autore: Sys    03/02/2013    2 recensioni
«Cosa ho fatto di male?» si domandò il ragazzo mentre chiudeva la testa fra le mani.
«Ti ricordi ancora di Amelia?» sussurrò la ragazza.
«Sì.» mormorò lui.
«Dopo quasi undici anni senza di lei, tu ti ricordi ancora di come erano i suoi baci e del calore che ti trasmetteva quando ti abbracciava, dovresti essere felice di quello che Dio ti sta regalando.»
Lui la guardò curioso.
«Ti sta dando l’opportunità di conoscere gli angeli più belli che ha in Paradiso e Amelia era solo l’inizio, purtroppo sono talmente belli e dolci che non possono stare sulla Terra.» gli spiegò lei.
«E tu sei una di quelli?»
«Io!? No, figurati!» rispose lei, ridendo un po’.
«Eppure mi ricordo della prima volta che ti ho vista coperta di sangue, mi ricordo della prima volta in cui hai aperto gli occhi, mi ricordo ogni parola delle nostre chiacchierate, mi ricordo i tuoi occhi lucidi mentre tuo papà ti urlava contro e di quelli pieni di speranza quando mi hai visto sulla soglia della porta, per non parlare di quelli pieni di terrore quando ho risposto a tuo padre!»
Prima di chiudere, arrivate almeno al terzo capitolo. ♥
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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«Esprimi un desiderio, Harry.»



“FOURTH DAY.”

 
«Amico, non hai sentito il cercapersone? Tutti i dottori sono richiesti o sul tetto o ad aspettare l’ambulanza.» Louis fece sapere a Harry.
«Sono appena arrivato.» disse lui. «Probabilmente non l’ho sentito, mentre mi cambiavo..» continuò il riccio poco interessato.
«Entrambi sappiamo dove hai la testa Harry.»
«Intendi il discorso di ieri sera? No, me lo sono già dimenticato!» Harry, ma a chi vuoi darla a bere?
«Già..»
«Styles, Tomlinson, Payne e Smith con me sul tetto! Forza!» urlò loro un uomo sulla cinquantina. Il capo reparto. Non indossava il camice bensì una di quelle tute interamente colorare di blu.
«Capo, che dice se io vado all’ambulanza, ho visto pochi medici andare per di là!»
«Che c’è Tomlinson? Hai paura di stare vicino alla ragazza che ti sei fatto per due mesi interi e che da un giorno all’altro non hai più guardato? Non mi interessa, scindi vita privata da quella lavorativa. Se sei un medico, non una cassiera del supermercato.» dichiarò lui. «Vedi Annabelle? Sì, sto parlando di Annabelle l’infermiera. Quando avevo la tua età mi è successa la stessa cosa che è successa a te e alla Smith eppure io non ho vergogna di passarle accanto o di stare nella sua stessa stanza.» affermò.
In quel momento una signora non proprio di quelle che si definirebbero magre, con in testa dei capelli ricci quanto quelli di Harry di un colore simile all’arancione chiaro passò vicino ai tre medici.
«Annabelle! Buongiorno!» la salutò l’uomo.
«Vai al diavolo!»
«Vedi? Siamo ancora in buonissimi rapporti!» disse lui soddisfatto, facendo scoppiare Harry in una fragorosa risata che Louis non riuscì a capire se fosse per l’affermazione del capo o per l’espressione che presentava che con molta probabilità doveva far molto ridere.
«Ma capo!»
«MA CAPO UN FEMORE! Sul tetto, veloce. Styles è meglio per te che tu la smetta di ridere altrimenti potresti finire per non ridere più per molto, ma molto tempo.»
Detto questo l’uomo salì veloce le scale e si mise a parlare con un altro medico che come lui si dirigeva verso il tetto.
«Harry se non la pianti di ridere ti butto giù dal tetto appena arriviamo!» lo minacciò Louis.
«No, poi mancherei a troppe persone.» rifletté lui.
«Una in particolare.» si mise a canticchiare l’altro.
«Tommo, io non riuscirò a dimenticare il discorso di ieri sera ma tu di certo non mi aiuti.»
 
“La sera prima, il ragazzo era tornato nel suo appartamento con Zayn e subito si era diretto verso la sua camera per cambiarsi i vestiti che erano diventati troppo scomodi. Senza pensarci si sedette sul suo letto a una piazza e mezza e si mise la testa fra le mani. Non sapeva cosa fare e cosa pensare.
Perché gli stava succedendo tutto quello? Era sempre riuscito a tenere lontana la vita privata da quella professionale e ora si ritrovava a sentire qualcosa di strano nello stomaco non appena vedeva Cecylia.
Era forse colpa del suo carattere così dolce, o dei suoi occhi espressivi o delle sue labbra grandi o della sua risata. Non lo sapeva ma quella ragazza lo stava rovinando. Eppure non riusciva a starle lontano. Per un certo periodo di tempo, anche se estremamente breve, Harry aveva gioito per le intenzioni del padre di lei, per la sua scelta di cambiarle medico, poi, però, il riccio l’aveva vista con quegli occhi così lucidi che lo fissavano e il suo cuore si era ridotto in poltiglia portandolo a sedersi accanto a lei e a confortarla. E poi le si era messa a ridere e questo l’aveva mandato fuori di testa. La sua risata era la cosa più importante dal primo giorno in cui l’ebbe vista.
Si ricorda ancora di quello sfortunato giorno.
Era felice perché un suo paziente era finalmente riuscito ad ottenere l’intervento per una protesi alla gamba che aspettava da troppo tempo. Era un soldato, era stato colpito da una mina in Afghanistan perdendo, così un arto.
Non nascose che all’inizio ebbe paura. Un incarico già così importante senza avere nemmeno un anno di esperienza, era da pazzi, eppure gli venne assegnato e lui non poté far altro che accettarlo.
Era stata un’esperienza difficile, durata quasi quattro mesi. Quattro mesi di continui controlli e quattro mesi continuando a vedere gli occhi di un uomo che amava immensamente il suo lavoro e era consapevole di non poterlo mai più fare. Ma l’ultimo giorno di quei mesi Harry saltarellò verso la stanza dell’ex soldato trovandosi di fronte lui, sua moglie e la sua bambina di appena qualche mese. Diede veloce la notizia congratulandosi con lui e lasciò la famiglia alla loro gioia.
Neanche passarono due giorni e l’intervento venne fissato e non appena Harry vide il suo nome sul tabellone iniziò a sprizzare gioia da tutti i porti. Il suo primo intervento ufficiale.
L’operazione andò bene e il ragazzo tornò a casa e dormì l’ultima delle sue tranquille notti. Il giorno dopo avrebbe dovuto lavorare la sera, quindi pensò bene di restare a letto per l’intero giorno alzandosi solo ed unicamente per andare in bagno e per mettere qualcosa sotto i denti.
Arrivata la sera si presentò all’ospedale. Era un serata abbastanza tranquilla finché, verso l’una del mattino i dottori vennero messi tutti all’erta dell’arrivo in ospedale di due ragazze molto gravi.
Harry si diresse d’istinto verso la seconda ambulanza dalla quale uscì Zayn con un espressione da far paura sul volto. Quando il riccio guardò la ragazza stesa sulla barella capì il perché.
Aveva dei lunghi capelli biondi diventati quasi del tutto rossi a causa della ferita alla testa. Un pezzo di vetro le si era conficcato vicino alla tempia mentre dall’altro lato del viso, proprio a pochi millimetri dall’occhio c’era un lunghissimo taglio che continuava prendendo l’intera guancia e il fiotto di sangue non accennava minimante a fermarsi. Le mani era pallide e coperte di sangue fin sotto le unghie. Un’enorme taglio si estendeva sul ventre della ragazza circondato da altri più piccoli. Qualche altra scheggia qua e là sulle gambe.. insomma, la bionda non era di certo messa bene.
«Payne, quel caso è tuo!»
«Sì, capo!»
Liam velocemente si preoccupò di prenotare con urgenza una sala operatoria, lasciando la ragazza nelle mani di Harry e Zayn che nel frattempo correvano per l’ospedale con una barella da trasportare mentre si lanciavano occhiate preoccupate.
Durante l’intervento qualcosa andò storto, Liam aveva, sfortunatamente, provocato un emorragia andando in panico. Accorse, quindi, Harry che riuscì a riportare la situazione sotto controllo.
Inutile dire che Liam si beccò una bella strigliata dal capo-reparto e dal direttore ospedaliero anche se egli non ci andò giù troppo pesante: infondo, capiva anche lui che erano ragazzi giovani e avevano ancora molto da imparare, inoltre credeva particolarmente in quei tre ragazzi nuovi, appena assunti.
Il caso venne spostato ad Harry che era sempre più sorpreso e preoccupato.
Proprio quella notte lei entrò in coma, facendo stare in ansia lui per una settimana.
In quel momento il ragazzo sentì qualcuno sedersi accanto a lui e regalargli una potente pacca sulla spalla. Non era difficile indovinare chi fosse.
«Allora, come sta il mio medico preferito?»
«In questo momento non troppo bene, se deve essere sincero, Zayn.» rispose il riccio mantenendo la testa fra le mani.
«Amico devi dormire e riposarti senza pensare a lei.»
«Come diavolo faccio secondo te?!» ribatté Harry alzandosi in piedi nervosamente.
«Senti, ho visto come vi guardate, ed è ovvio che tu provi qualcosa per lei e lei prova qualcosa per te che va oltre anche al rapporto medico-paziente che volevo creare io, ma tu meglio di me sai quanto si complicata una relazione del genere.»
«Lo so..»sussurrò il riccio.
«Tu sei il suo medico, se lo venisse a scoprire qualcuno al di fuori di noi, i tuoi amici, probabilmente verresti licenziato dall’ospedale e chissà cosa potrebbero farti i suoi genitori.»
«Lo so..» ripeté.
«E poi, parliamoci chiaro, il primo giorno in cui entrambi l’abbiamo vista, mentre la stavamo scaricando dall’ambulanza, sia io che te abbiamo pensato che quella ragazza fosse spacciata.. e invece è rinata, lei ce l’ha fatta per ora, ma hai idea di quanto sarà difficile per lei ricominciare tutto? Sempre che ci riesca ovviamente.. tu meglio di me sai che sarà difficile che lei non abbia una ricaduta..»
«LO SO! LO SO! Zayn lo so!» urlò Harry. «Ma io cosa devo fare?»
«SIAMO A CASA!» gridò una voce familiare ad entrambi i ragazzi.
I loro due coinquilini avevano finito il turno e erano arrivati a casa.
«Oh,oh cos’è questo clima così teso?» domandò il ragazzo biondo scuro con i capelli rasati.
«Stavo riportando Harry coi piedi per terra, Liam.» disse Zayn.
«Tu veramente credi che io non sia a conoscenza di tutti i rischi e delle conseguenze a cui mi porterà tutto ciò? Bè, Zayn ti sbagli di grosso. Io so tutto, so che potrei essere licenziato e avendo conosciuto sua padre potrei pure finire in galera ma non l’abbiamo scelto noi. E’ successo, così. Non è stato un caso che quel giorno Liam abbia provocato quell’emorragia e sia entrato in panico..»
«Veramente ero leggermente stanco dal momento che avrei dovuto staccare quando le due arrivarono ma il capo mi chiese di fare gli straordinari e non mangiavo dal pomeriggio..» fece notare il biondo. «Ma continua pure.»
Louis era rimasto in silenzio per tutto il tempo.
«Dicevo, non è stato un caso che io abbia scelto proprio quell’ambulanza e che mi sia trovato nelle vicinanze della sala operatoria quando le infermiere disorientate cercavano un chirurgo urgentemente. Non è stato un caso che io sia riuscito a risolvere la situazione e che il caso sia passato a me. Non è stato un caso che lei si sia svegliato quando sia io che te avevamo perso le speranza.»
«E se non è stato il caso, cos’è stato?» domandò Zayn.
«Il destino, Zayn.» rispose Harry. «Chissà che magari qualcuno lassù si è ricordato di me e ha deciso tutto d’un tratto di sconvolgermi l’esistenza.»
«Resta il problema che lei è una paziente.» obiettò Louis.
«Prima o poi uscirà da quella schifo di stanza e potremmo andare in giro, abbracciati..» sognò Harry.
«Harry eri il suo medico e sai le sue condizioni..» ribatté Louis.
«Lo so, è già tanto se arriverà a domani, ma io so che succederà. Io ne sono sicuro che tra noi succederà qualcosa!» replicò il riccio speranzoso.
«Senti Harry, siamo i tuoi migliori amici, c’è chi ti conosce da più tempo e chi da meno..tu hai la vista appannata per via dell’amore. Capisco che questa è un’ancora di salvezza per te dopo ciò che è successo con Amelia ma devi pensare razionalmente.»
«Sapete che mai ci riuscirò..» ribatté Harry.
«Bè noi siamo qua per te..» rispose Liam.
«Davvero mi aiutereste a dimenticarla?»
«Sicuro.» gli promise Louis. «Senti, mi hanno offerto un trasferimento a nord. Volevo accettarlo ma poi ci sono state delle complicanze e non sono ancora riuscito ad andare dal direttore a firmare tutti i moduli.»
«Cosa vorresti dire, Louis?» domandò Zayn.
«Io domani rifiuterò solo se mi prometti che firmerai tu quei fogli, Harry.»
«Com’è possibile che al capo venga l’idea di trasferirmi? Un trasferimento che era destinato a te, originariamente.»
«Lo consiglierò io.»
I quattro si guardarono in attesa di una risposa da parte del riccio. I suoi occhi erano più lucidi che mai e la mano di Zayn era ancora poggiato sulla schiena del ragazzo.
«Siete sicuri che non ci sia altra soluzione?»
«Ne siamo certi, Harry. Devi dimenticarla.» affermò Zayn.
«Ma..»
«Ti sta rovinando Harry! Come fai a non capirlo?» chiese Louis infuriato.
«E va bene, accetterò il trasferimento.»
I ragazzi si guardavano e si sorrisero timidamente mentre Harry prendeva la biancheria e si dirigeva in bagno.”
 
«Allora Harry, io ho rifiutato il trasferimento, e ho suggerito te come secondo candidato. Ora devi solo andare in ufficio e firmare i documenti.» affermò Louis una volta arrivati sul tetto.
L’elicottero si vedeva in lontananza e il sorriso di Harry scomparve al sentire le parole dell’amico. Annuì impercettibilmente e si diresse verso i nuovi pazienti.
 

~

Harry si stava dirigendo a grandi passi verso l’ufficio del direttore con l’intenzione di firmare quelle carte di lasciarsi finalmente tutto alle spalle, senza tentennamenti.
Bussò timidamente alla porta mentre sentiva i suoi occhi riempirsi di lacrime, racacciò dentro tutto e entrò nella stanza dopo aver aspettato un “prego” dall’uomo dietro quel muro.
«Buondì Styles!» salutò, allegro il direttore girato verso la finestra posta a sud nel suo ufficio.
«Buongiorno capo.» ricambiò lui, anche se non riuscì ad imitare l’allegria usata poco prima dall’uomo.
«Sa, Styles, in questo periodo sento troppo parlare di lei in quest’ufficio!»
«In che senso, signore?» domandò lui, sedendosi su una delle poltroncine nere non appena il capo gli fece segno di accomodarsi.
«Oh, niente di preoccupante Harry.» lo rassicurò l’uomo. «Allora ti interessa un trasferimento, eh?»
«Già..» rispose semplicemente il riccio.
«E’ strano che un ragazzo così giovane voglia già cambiare luogo di lavoro senza nemmeno essere dato il tempo di abituarsi a quello dov’è in questo momento.»
«E’ per motivi familiari.» Affermò Harry. «Mia madre non sta troppo bene e l’altro ospedale sarebbe più vicino a casa nostra..e poi ho sentito che quell’ospsdeale fornisce una buonissima retribuzione.» concluse lui, sperando che il capo non gli facesse altre domande. E all’inizio gli parve d averla scampata: l’uomo stava cercando i fogli dentro i cassetti ma dopo averli trovati li trattenne ancora per un po’ nelle sue mani.
«Intendi dire che per convincerti a rimanere dovrei darti un aumento? Penso che la tua paga sia alquanto ragionevole per un ragazzo della tua età, Harry. Ci sarebbero persone che ammazzerebbero per tutti i soldi che prendi tu al mese, lo sai questo?» domandò con fare paterno.
«Sì, lo so. Non intendevo dire che il vostro stipendio è troppo basso.»
«Di dove sei, Harry?»
«Holmes Chapel ,signore.»
L’uomo ci pensò su un attimo.
«E tua madre, Harry. Cos’ha?»
«Problemi in famiglia, signore. Mia sorella che si crede più grande di quella che è e mia madre che non trova lavoro.»
«Capisco.»
L’altro porse i fogli al ragazzo che iniziò a compilarli fino a terminarli tutti.
Il ragazzo si alzò e diede i documenti al direttore che si preoccupò di ordinarli per bene e di posarli in un cassetto che poi venne chiuso a chiave.
«Harry ti farò sapere il prima possibile.» disse il capo girandosi verso il riccio e porgendogli la mano che venne stretta vigorosamente dal ragazzo.
Harry stava uscendo dalla porta quando la voce dell'uomo lo bloccò
«Harry, qual è il vero motivo per cui vuoi andartene?»
«Signore, quel’ho detto..» rispose Harry disorientato.
«Non sono dei motivi validi quelli, ragazzo. O meglio, forse lo sono ma non sono quelli che spengerebbero un ragazzo ambizioso come te a trasferirti in un ospedale a nord lasciando il proprio lavoro in uno di quelli più grandi e conosciuti di Londra e del Regno Unito.» constatò l’uomo.  «Forza Harry, puoi dirmelo.»
«Una ragazza, signore. Una ragazza che potrebbe mandarmi fuori di testa.» rispose incoscientemente Harry. «Non penso che mi possa capire.»
«Sai Harry, anch’io mi ero infatuato di una paziente una volta, ma non sono scappato.»
«C-come lo sa?» domandò Harry che era sul ciglio della porta.
«Già, devo dire che Cecylia è proprio una bella ragazza. Stareste bene insieme..»
Ci furono qualche attimi di silenzio poi Harry chiese: «Signore, com’è finita con quella ragazza?»
«Oh, purtroppo dopo qualche appuntamento ci siamo accorti che non eravamo fatti l’uno per l’altra. Quel giorno, quello in cui ci lasciammo, mi portò a pattinare, era novembre. Caddi. Non avevo mai avuto un equilibrio da ballerina classica, ero più simile ad un elefante in effetti. Sta di fatto che una ragazza inciampò su di me, quella ragazza diventò mia moglie!»disse l’uomo rivolto verso la finestrona del suo ufficio «Non devi aver paura dei tuoi sentimenti, Harry. Capita a tutti di rimanere smarriti per qualcuno che si pensa sia impossibile da acchiappare.» spiegò. «Sappiamo tutti in che condizioni è lei, ma nessuno ti vieta di portarla fuori domani. Potresti, che so, portarla a pattinare mentre i tuoi amici vi coprono e sorvegliano un letto imbottito da due cuscini. Ma devi stare attento, non devi farlo sapere al grande capo!» finì il direttore con un occhiolino.
«Signore, la sua ragazza, cioè quella per cui aveva perso la testa è morta?»
«Oh, no Harry. Non era un caso grave come quello di Cecylia, fortunatamente.»
«Grazie, signore.
«Grazie a te per avermi fatto rivivere dei momenti della mia giovinezza, Harry.» ringraziò l’uomo. «Ragazzo, hai cambiato idea sul trasferimento? Potrei sempre stapparli quei documenti.»
«No, signore.»
«D’accordo.» acconsentì. «Harry, domani hai il giorno libero.»
Il ragazzo corse dai suoi amici riuniti per il pranzo in mensa, era una fortuna averli trovati tutti insieme.
«Harry, hai firmato quei fogli?» domandò Louis.
«Sì, amico.»sorrise Harry un po’ amaramente. «Ma ragazzi, ora dovete aiutarmi un’ultima volta.»

 





Lui è il "Capo"..AWW lo amo in tutta la sua stronzaggine! HAHAHAHAHAHAHAH!


 

Buona domenica!
Mi scuso per il ritardo, non è per colpa di poca ispiarazione o altro, ma ho dei problemi con internet.. e in più ho lasciato passare quasi 3 settimane sperando che qualcuno recensisse il terzo capitolo, ma nessuno l'ha fatto! Non vi piace la storia? Non vi ha entusiasmato il capitolo? Vi aspettavate di più?
Questo è un capitolo un po' triste, non che gli altri siano felici, però.. HAHAHAHAHAHAH!
Bè, io vi lascio e vi ringrazio per la visita, e ringrazio le seguite, le preferite e le ricordate e eventualmente qualcuno che recensisce!
Un bacio :*
Sys. ♥

  
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