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Autore: CatcatKhad    03/02/2013    3 recensioni
(Mezzi sono umani, gli altri..) Alice, Emmett e Bella, tre fratelli che vivono con la madre, Esme, a Forks. Ma se la madre, quasi per caso, si fidanzasse e si sposasse con il nuovo dottore dell'ospedale della città? Che cosa succederebbe? Ma soprattutto, le loro vite rimarrano le stesse di prima, o qualcosa di davvero incredibile le stravolgerà completamente?
Amori, litigi, ma anche poteri inestimabili e antichi rancori vi accompagneranno in questa avventura all'insegna dell'amore e del sovrannaturale!
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Royce King, Sorpresa, Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Carlisle/Esme, Emmett/Rosalie, Jasper/Maria
Note: Movieverse, OOC, What if? | Avvertimenti: Non-con, PWP, Violenza | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Sorelle all'attacco Salve a tutti ragazzi! Eccoci finalmente con un nuovo capitolo, in cui vedremo un altro mistero, e sempre più dubbi che attagliano le nostre ragazze, e non solo. Sono contenta di essere arrivata fino a questo punto insieme a voi, lettori e lettrici, mi rendete entusiasta sempre di più :') Fra i seguiti, i ricordati e i preferiti, non so davvero come ringraziarvi!
Siete fantastici, e per questo ho un piccolo annuncio da farvi: da un paio di capitoli a questa parte, come spero abbiate notato, le ragazze hanno strane visioni, e con questo intendo dire ricordi o flashback, e partendo dal presupposto che non dirò assolutamente niente, inizia la seconda parte della FF, la parte in cui vedremo le cose più toccanti e dolorose, con calma.
Dopo questa premessa, vi lascio al capitolo, sperando che possiate leggere con una diversa visione dell'insieme. La mia stessa, mi auguro! Ahahahaha!
Buona lettura!




Alice



Jasper era semplicemente fantastico. Lo adoravo, quella sua bellezza magnetica e assolutamente perfetta, il suo fisico scolpito ma non troppo, a differenza di mio fratello che, per quanto potesse essere un bellissimo ragazzo, era esageratamente muscoloso, a parer mio, e il suo modo di fare gentile, cavalleresco ma anche sarcastico e romantico.
In parole povere, era significativamente adorabile. Non avrei potuto chiedere di meglio, come fidanzato.
Dopo la nostra serata fantastica passata alla scuola di danza, finita all'incirca quando la Luna era nel suo momento migliore della notte, ovvero verso le undici e mezza, ci eravamo infilati in macchina e avevamo girato ancora un po' per la città, animata solo da qualche notturno alla ricerca di guai, al paio di mendicanti che non avevano un posto fisso in cui dormire e ai malviventi che spacciavano agli angoli bui dei quartieri più malfamati.
Era un aspetto di Forks che non avevo mai visto, infondo non avevo avuto l'occasione di visitare tutta la città e benchè meno mi aspettavo di trovarmela così, con due facce ben distinte e separate l'una dall'altra.
Ma infondo, chi non aveva due aspetti del carattere, comprensivi di uno che si teneva ben nascosto dalla portata degli altri? E anche dei segreti, inconfessabili, che non sarebbero usciti dalla bocca, o dalla mente, nemmeno sotto tortura.
Dentro all'abitacolo della Ferrari fiammeggiante di Jasper, le nostre risate risuonavano trillanti, come suoni di campanelle in una giornata di vento lasciate appese solamente ad un tronchetto in mezzo ad un campo silenzioso. Melodioso e rilassante, allo stesso tempo.
- Cioè, mi stai dicendo che tu e Bella tre anni fa per infastidire il povero Emmett lo avete minacciato? - Non riusciva quasi a parlare dalle forti risate che faceva, e io ero praticamente piegata in due su me stessa.
- Oh, sì! Continuava a rompere le scatole dicendo che gli dovevamo pulire la stanza, e allora un giorno per farlo smettere gli abbiamo risposto che lo avremmo fatto ma a modo nostro, ovvero cambiando tutte le tende e le lenzuola, quindi lui quasi terrorizzato ha immediatamente rimangiato tutto e non lo ha più fatto. - Il ricordo di Emmett ancora spaventato da ciò che avremmo potuto fare era vivido nella mia mente, e ogni volta mi faceva sghignazzare per dei minuti interi, ricevendo come risposta un'occhiataccia truce dal mio caro fratellone.
Jasper scosse la testa, riuscendo a calmare le intense risa divertite, e quando finalmente fu rilassato alla guida, lo guardai e appoggiai una mano sulla sua spalla, attirando la sua attenzione.
- Secondo te, com'è andata? - Ero curiosa, molto, di sapere come, e se, Rosalie ed Emmett avessero risolto il loro equivoco stupido e infantile, ma non potevamo ancora sapere, e Jasper aveva fatto di tutto per evitarmi visioni su di loro, anche se gran parte dell'impegno era mio.
Lui alzò le spalle, facendosi improvvisamente serio. - Beh, io spero vivamente che siano riusciti a capirsi, in maniera civile e tranquilla, abbiamo passato troppe cose per poterci permettere altri problemi nel campo dell'amore e delle relazioni. Anche se spero che sia andata bene. A differenza di altri... - Il suo tono di voce si fece più duro, e io aggrottai le sopracciglia, facendo quasi spuntare la ruga della curiosità, come la chiamava spesso la mamma, guardandolo confusa.
- Che cosa intendi con questo, Jazz? C'è qualche problema? - Non avevo dubbi che sulla nostra relazione ci potessero essere dei drammi o dei dilemmi da risolvere, ma avrei voluto aiutarlo con i tarli che, da quanto avevo capito del suo breve discorso di qualche istante prima, continuavano ad attanagliarlo da tempo. E lo stesso per sua sorella.
- Beh, Alice, se hai tempo e voglia di ascoltarti, ho il forte desiderio di essere sincero con te, e raccontarti la mia storia, triste da una parte, ma pur sempre vissuta in maniera... - Si interruppe, e vidi che non riusciva a trovare il termine adatto.
- Bizzarra, forse. - Annuì con sè stesso, poi spostò lo sguardo, incantevole, su di me e sorrise. Gli accarezzai un braccio, abbassando appena il capo.
- Credi che io non abbia tempo per starti ad ascoltare? Sono qui con te, e mi piacerebbe sapere, sì. Sarebbe interessante scoprire come il mio ragazzo abbia passato tutta la sua esistenza prima di conoscermi. - Mi misi seduta comoda, sotto suo consiglio, e appoggiai la guancia contro la testiera del sedile, osservando i suoi capelli meravigliosi.
- Beh, diciamo che la mia vita è stata abbastanza normale fino ai quindici anni, il periodo in cui decisi di intraprendere la carriera di soldato per partecipare alla guerra civile. Riuscii ad arruolarmi solo ai sedici anni, ed era il lontano 1859. - Rise, per breve tempo, scuotendo la testa l'ennesima volta. - Sono abbastanza vecchiotto, ne sono consapevole. - La mia occhiataccia lo fece tacere, ma poi gli feci cenno di continuare.
- Avevo una grande passione per l'arte della guerra e del combattimento, sapevo andare a cavallo perfettamente e, lentamente, sono passato da soldato semplice a generale. Tutti i miei compagni avevano un forte rispetto nei miei confronti, ricambiato ovviamente, ed eravamo uniti, sebbene le condizioni di vita non fossero le migliori e non ci fosse stato da rimanere tranquilli a lungo. - Rallentò la macchina, e solo allora mi accorsi che eravamo tornati a casa, ad una velocità abbastanza stabile e non molto elevata. Mi scortò fuori dall'auto, come un vero gentiluomo, e dopo avermi presa per mano mi condusse verso l'ingresso, e successivamente in salotto, sul divano precisamente.
- Alla fine della guerra, quando compii esattamente vent'anni, decisi di tornare a casa dalla mia famiglia, perchè dalle numerose lettere che avevo ricevuto avevo scoperto che la mia sorellina, Rosalie, era dapprima venuta al mondo e poi cresciuta sana e robusta. - Dunque, lui era più grande di parecchi anni di Rose? Si sedette accanto a me, e allungò un braccio sulle sue spalle fino a farmi aderire completamente al suo fianco, come per proteggermi.
- Ero curioso di incontrarla, avevo anche un fratello che era nato prima di lei, e avrebbe avuto esattamente sette anni, ma purtroppo morì di cause sconosciute poco prima della nascita di Rose. Durante il mio viaggio di ritorno, però, forse a causa del mio essere ingenuo di fronte alle cose semplici, o non so perchè, mi sono imbattuto in coloro che mi avrebbero regalato l'immortalità. Ad un alto prezzo. - Il suo sguardo si indurì, e la sua bocca si contrasse in una smorfia di ribrezzo, data dal ricordo che stava per raccontarmi, evidentemente.
- Era sera, ed io stavo cavalcando in solitudine nelle vicinanze di un villaggio, a Sud. - Strinse la mia mano, dopo aver notato la mia espressione incuriosita.
- Da lontano, scorsi tre donne, vestite con abiti succinti e vagamente particolari, come usava allora per le nomadi. Si stavano guardando attorno, e mi sembravano impaurite, così il mio istinto di cavaliere mi suggerì di avvicinarle per chiedere loro se ci fosse stato qualcosa che le preoccupasse. - Un tuono, in lontananza. Guardammo entrambi fuori, in silenzio, ma oltre agli ululati lontani, tutto silenzio attorno a noi.
- Ma quando scesi, commisi l'errore più grande della mia vita, Alice. Mi abbindolarono, facendomi credere che poco più in là ci fosse stato un uomo in pericolo, e che avrei dovuto aiutarlo, essendo un soldato. Ovviamente le seguii, fin dentro alla foresta, ma quando fummo isolati dagli altri, fu la fine per me. - Intuii, dal modo in cui tese i muscoli del braccio con cui era appoggiato a me, che la cosa gli creava ancora molti fastidi.
- Ti hanno trasformato subito, Jazz? - Inclinai la testa verso di lui e gli sorrisi, cercavo di trattenere la gelosia per me, o l'avrebbe sentita subito.
- Poco dopo, prima Maria, il capo del clan, mi ha sedotto, facendomi credere chissà cosa, i ricordi cominciano a svanire e alcuni momenti li ho rimossi volontariamente. Una settimana dopo, facevo parte del suo esercito, che avrebbe dovuto aiutarla nella lotta contro il dominio del territorio che, da anni, si teneva fra i nomadi di quelle terre. Fui costretto ad addestrare vampiri neonati, nella lotta e nella resistenza al sangue umano, anche se poi ero il primo a commettere stragi al momento della caccia. - Scosse la testa, e solo allora mi accorsi che i suoi occhi erano velati da una patina che li rendevano tristi, e anche pieni di rancore.
Mi alzai e lo guardai in viso, accarezzandogli delicatamente i capelli. Possibile che lui dovesse farsi tutti quei problemi?
- Jasper Hale, ascoltami attentamente. Non dovrei nemmeno fartelo io questo discorso, da vampira neonata quale sono, ma visto che ci sono solo io e nessun'altro ha appena ascoltato le tue parole, non mi dai altra scelta. Uno degli istinti primordiali che ci caratterizzano, come mi hai detto tu tempo fa, è la sete di sangue umano. Eri giovane, come lo sei tutt'ora, ed eri costretto ad una vita difficile, da quello che ho potuto capire. E poi, quella Maria... - La mia voce raggiunse un'ottava superiore, e cercai di darmi un contegno, perchè il solo sentir nominare quella donna, sicuramente molto più bella e formosa di me, mi dava un nervoso incredibile.
- E' stata lei a ridurti così, non darti colpe per cose che non hai voluto fare veramente, tesoro mio. - Mi sorrise appena, poi si allungò per baciarmi e ritrascinò sul divano, prendendomi fra le sue braccia possenti.
- Sei fantastica, Alice, e riesci a farmi sentire un uomo migliore. - Mi sorrise, rimanendo sulle labbra, e accarezzò appena la mia schiena, e io gli stampai un bacio sul naso.
- Tu sei perfetto, amore, fidati di me! - Annuii convinta, e lui per ripicca mi fece un buffetto sulla guancia, sorridendo.
- Solo che, tornando al discorso di prima, su mia sorella e tuo fratello, sono veramente curioso di sapere se hanno combinato qualcosa. Secondo te, hanno...? - Mi guardò con aria complice, e io scoppiai a ridere non appena vidi la sua espressione.
- Jasper! Ma sono domande da farmi? - Rise assieme a me, mentre fuori qualche tuono cominciava a farsi strada nel cielo silenzioso.
- Beh, non l'hai detto anche tu prima, di essere curiosa? - Mi guardo muovendo l'indice verso di me, e scoppiammo a ridere più forte, quasi non riuscivo a smettere.
- Sì, ma non vado a pensare subito a... - Mi interruppi, e se fossi stata umana sarei arrossita fino alla punta dei capelli. Lui mi baciò dolcemente, sorridendo sulle mie labbra, poichè aveva percepito il mio imbarazzo.
Ma prima che potesse rispondere, sentimmo la porta aprirsi, e quattro vampiri a noi molto conosciuti fecero il loro ingresso trionfale, in silenzio.
Bella e Rose subito corsero verso di noi, e mi fecero cenno che qualcosa era successo, e che dovevamo parlare.
- Oh piccioncini, cosa stavate facendo sopra a questo divano, eh? - Emmett, raggiunto da Edward un istante dopo, sorrise malizioso in direzione nostra, e io gli lanciai dietro un cuscino, facendo ridere tutti. - Vedi di fare silenzio, scimmione! Piuttosto, voi due? - Si zittì immediatamente, e il suo sorriso scomparve, mentre il suo sguardo cadde su Rosalie, che aveva girato i tacchi ed era quasi corsa su dalle scale, nervosa. Possibile che fosse andata così male?
- Ok, tasto dolente, come non detto. - Bella mi prese per mano e seguimmo la bionda su di sopra, chiudendoci la porta di camera sua dietro.
Rose era appoggiata con i gomiti al davanzale, la testa china e i lunghi capelli che ricadevano sul marmo freddo che le coprivano il volto.
- Ehi, tesoro? - Ci avvicinammo, Bells da una parte e io dall'altra, ma lei non si mosse, come se fosse stata una statua.
- Sì? - Sussurrò, un paio di minuti dopo, successivamente ad un silenzio quasi imbarazzante.
- E' stato così terribile con Emmett? - Bella le scostò i capelli per guardarla bene in viso, e sgranò gli occhi. Rose stava ridendo, sotto ai baffi!
- Terribile? Beh, direi che questo... - Si avvicinò al letto e prese il lenzuolo, che solo in quel momento vedemmo disfatto e mezzo a terra, con i cuscini ridotti a pezzi e la testiera rigata, se non quasi rotta in due.
- Non è proprio così male. - Ci porse il panno, e appena sentimmo l'odore di nostro fratello, una smorfia disgustata spuntò sulle nostre labbra.
- ROSALIE! - Urlammo entrambe, e lei scoppiò a ridere, tenendosi la pancia e asciugandosi le finte lacrime.
- Che c'è? Siete due maliziose che pensate subito male! - Scrollando i capelli, si riprese il lenzuolo e lo infilò nel cestone della biancheria sporca, continuando a ridere.
- Quindi a casa di Jacob era tutta una finta?! - Annuì, sorridendo innocente, mentre io ero confusa. Erano andati da Jake, senza dirmi niente? E soprattutto, perchè lo avevano fatto, se sia Edward che Rosalie non sopportavano i lupi, e tanto meno il loro odore ripugnante? La mia faccia quasi alterata le fece riflettere un attimo.
- Al, non ti abbiamo detto di raggiungerci perchè sappiamo perfettamente quando Jasper voglia passare ogni momento con te come se fosse l'ultimo, ci tiene davvero alla vostra relazione, e non vuole perdere nemmeno un istante di tempo disponibile. - I miei occhi a cuoricino le fecero scoppiare a ridere, quindi io mi mossi velocemente verso il soggiorno, facendo con un balzo tutte le scale.
I ragazzi erano seduti sul divano a guardare la partita, ma non mi importava, perchè mi fiondai subito sopra Jasper e lo baciai con passione, sorprendendolo.
Lui mi strinse a sè, delicatamente, senza staccarsi da me e anzi, approfondendo il nostro bacio, e in replica ricevemmo un paio di schiarite di voce dai due seduti accanto a noi.
Mi allontanai un attimo dalle labbra di Jazz, fissando i miei fratelli contrariata.
- Fate silenzio voi due, le ragazze mi hanno raccontato tutto. E quando dico tutto, intendo proprio tutto. - Emmett ammutolì, mentre Edward si girò dall'altra parte incrociando le gambe con fare indifferente, anche se sapevo perfettamente che non lo era affatto.
Ma, un urlo agghiacciante su di sopra, ci fece ammutolire, e senza nemmeno aver avuto il tempo di capire perchè Rosalie avesse urlato, la vedemmo scendere come una furia, seguita da una Bella che tentava di calmarla inutilmente.
- Rose, ti prego, non fare così! - Lei la guardò con uno sguardo omicida, e Bella terrorizzata si rifugiò fra le braccia di Edward.
- Io ti uccido! - La sua voce bassa e minacciosa, rivolta verso Jasper, mi diede i brividi e mi rintanai dietro Emmett, che si era alzato e tentava di avvicinarsi a Rose, cambiando idea alle sue parole.
- Che cosa ho fatto, adesso?!* - Alzò le mani come segno di resa, e lei per ripicca gli lanciò un medaglione al petto, con tale violenza da produrre un boato.
Lui si alzò e le ringhiò contro, facendo animare anche Emmett.
- Sei diventata tutta scema, Rosalinda?!* - Afferrò il medaglione da terra, e lo aprì. Improvvisamente, cambiò espressione, e da furiosa divenne improvvisamente colpevole.
- Io.. Scusa Rosalie, non pensavo. - Lei scosse la testa, improvvisamente ferita e nuovamente con le lacrime agli occhi.
- Sai perfettamente cosa mi provoca, Jasper. Non me l'aspettavo da te. Ci vediamo a scuola. - E detto questo, si avviò verso la porta e infilò la giacca, girandosi verso Emmett e facendogli cenno di seguirla.
Lui lo fece, dopo aver baciato me e Bella sulla guancia, e si dileguarono velocemente.
Jasper allungò un braccio verso di me, e subito lo abbracciai dolcemente, accarezzandogli i capelli. - Posso vederlo, Jazz? - Lui annuì, e mi porse il medaglione.
Lo aprii, e sbiancai.





Il medaglione



Angolino autrice: Bene, finalmente ce l'abbiamo fatta ahahaha allora, vi è piaciuto? Spero di sì, dai! Mi raccomando, recensite numerosi! A presto, Alba97.











   
 
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