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Autore: ClearWriter    03/02/2013    0 recensioni
A volte pensiamo che proprio sul più bello tutte le gioe della vita ci vengono negate. Quello a cui non pensiamo è che alcune volte delle disgrazie posso anche raèppresentare delle svolte. Ed è proprio il caso di Sharon, una ragazza normale che un bel giorno si trova ad affrontare qualcosa di soprannaturale, ma che rappresenta la svolta della sua vita.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Capitolo 2
Caccia

 
Mi affacciai dal punto in cui lui era saltato e notai che eravamo al secondo piano di una villetta in aperta compagna. Intorno c’erano solo alberi. 
<< Forza, cosa aspetti, buttati! >> L a voce di Nick proveniva dal bosco difronte alla casa.
<< Non ce la faccio >> Risposi io. Dopo pochi istanti eccolo di nuovo accanto a me.
<< Oh andiamo!! Sei un vampiro ora, anche se cadessi di faccia non ti faresti nulla! >>  Il suo discorso non faceva una piega e così presi un bel respiro e… Mi accorsi che fino a quel momento non avevo respirato affatto. Ora riuscivo a sentire gli odori nell’aria, quello degli alberi, del vento, della casa, di Nick. Mi soffermai su quest’ultimo profumo, era un misto di lavanda e miele, una fragranza delicata e dolce che mi attirava. Evidentemente lui si era accorto di questa mia scoperta, e del fatto che mi ero distratta:
<< Pronto? Ci sei? Senti, visto che tu non ti decidi a muoverti e io continuo ad avere fame mi dai la mano e ti guido io ok? >> La mia risposta fu un semplice cenno del capo, ero ancora confusa da quel profumo. Mi trascino fuori dalla finestra con un salto e con mia enorme sorpresa fu piacevole. Atterrai su un sasso e quello si frantumò. Ora che eravamo a terra mi accorsi che stava lasciando la presa sulla mia mano, io gliela strinsi ancora di più, sia perché mi sentivo ancora vulnerabile in quella nuova pelle, sia perché il contatto con la sua pelle morbida come la seta non mi dispiaceva affatto, tutto il contrario invece, sapevo per certo che se fossi stata ancora umana sarei arrossita a quel tocco. Lui fece finta di niente ma si lasciò scappare un sorriso; con un po’ di malizia mi chiesi se anche a lui faceva piacere stringermi la mano:
<< Che la caccia cominci! >> Il suo tono era entusiasta così quando iniziò a correre non opposi resistenza e lo segui senza sforzo. Sicuramente ci stavamo muovendo a grande velocità perché l’aria premeva i vestiti sui nostri corpi facendo aderire perfettamente alle nostre forme, notai che sotto la camicia Nicola esibiva un fisico scolpito e improvvisamente mi immagina insieme a lui, seminudi, sorrisi a quel pensiero. Ma eliminai subito quel pensiero, eravamo a caccia, non era il caso di distrarsi, dovevo essere concentrata e imparare il più possibile perché la prossima volta non ci sarebbe stato lui ad aiutarmi. In me si formò la consapevolezza che non sarei rimasta con Nick, vivendo da reietta in una casa sperduta. Volevo rivedere i miei amici, la mia famiglia, volevo tornare alla mia vita, bella o no, ma ero certa che sarebbe sicuramente migliorata dopo quello che mi era accaduto.
Senza preavviso Nick mi lasciò la mano, il mio passo rallentò solo di poco, ma ripresi subito piede raggiungendolo, ora correvamo fianco a fianco, ci voltammo l’uno verso l’altra e fui sorpresa quando lui mi fece l’occhiolino. Ci fermammo sul ciglio di una strada isolata:
<< Visto che stiamo aspettando e forse ne avremo per un po’, mi dici come mai quando correvi stavi sorridendo? >>. Se fossi potuta arrossire lo avrei fatto, ma grazie al cielo rimasi impassibile.
<< Ero felice, tutto qui! Questa è la cosa migliore che mi potesse capitare. >> almeno su questo non mentii.
<< Già! Dunque, ci sono domande che vuoi farmi? Risponderò ad ogni cosa. >>
<< Parlami di noi, dei vampiri. Tutto quello che sai, per favore. >>  sorrisi.
<< Come ti ho già detto prima, i nostri occhi mantengono il colore umano, ma diventano rossi non appena entrano in contatto con i raggi del sole, come in questo momento, e di notte. Come hai già potuto vedere siamo estremamente veloci e per chiarire la questione del cibo, no non ci nutriamo di sangue animale per il semplice fatto che, beh detto così sembra stupido ma, puzza. Anche solo l’odore ci da la nausea, è rivoltante, non riusciamo nemmeno ad avvicinarci tanto ci disgusta >>  Fece una smorfia di disgusto poi proseguì: << Abbiamo  una fantastica memoria, ricordiamo praticamente tutto senza problemi, anche le esperienze da umani, nei più piccoli dettagli. Possediamo una vista, un olfatto e un udito strepitosi come forse hai già notato. Non abbiamo bisogno di respirare ne di dormire, inoltre siamo degli incredibili falsari, riusciamo a riprodurre qualsiasi tipo di scrittura. Siamo praticamente indistruttibili, solo i nostri simili possono ferirci e quindi ucciderci. Inoltre riusciamo benissimo a controllarci davanti agli umani e al loro odore indipendentemente da quanto siamo giovani. Credo di averti detto tutto quello che c’era da sapere >>.
<< Credo anche io, e ora toglimi una curiosità, cosa stiamo aspettando? >> eravamo li da quasi un quarto d’ora, immobili sotto l’ombra di un albero.
<< Giusto, ora ti spiego il piano! Dobbiamo far sembrare tutto un’incidente automobilistico, quindi aspettiamo che passi una macchina, la mandiamo fuori strada e il gioco è fatto >> . Ebbi la vaga impressione che per lui fosse un operazione di routine. << Preparati, sta arrivando qualcuno >>.
Ero pronta, sentivo la macchina avvicinarsi sempre di più, e poi eccola sbucare da dietro la curva.
Sia io che Nick scattammo verso il veicolo e lo capovolgemmo, gettandolo in un fosso sul bordo della strada, prendendolo da un fianco. L’autista e il passeggerò urlarono in preda al terrore, quelle grida furono per me come uno schiaffo in piena faccia, era giusto quello che stavamo facendo? Uccidere degli innocenti solo per nutrirsi? Questi dubbi sparirono dalla mia mente non appena l’odore del sangue che fuoriusciva dalla ferita sul braccio  di uno dei due ragazzi, era invitante e caldo. Girammo la macchina per rimetterla dritta, e i due uomini, o meglio i due ragazzi, mi guardarono prima spaventati, poi come se avessero visto un angelo. Mi sentii compiaciuta di suscitare in loro tanto stupore e meraviglia. Ma ancora una volta l’odore del sangue ebbe la meglio su tutto. D’istinto morsi il collo del passeggero più vicino a me e cominciai a bere.
 
Ero li in piedi ad osservare il corpo senza vita del ragazzo con cui mi ero appena sfamata, Nick aveva finito prima di me, quando si accorse che avevo concluso disse:
<< Ora dobbiamo finire il lavoro, mentre io mi occupo di manomettere i freni e dei passeggeri tu fai delle ammaccature alla carrozzeria in modo che sembri un incidente. >>
Feci ciò che mi aveva chiesto, e mentre mi occupavo dell’esterno dell’auto sentii lo sgradevole suono di ossa rotte, Nick stava evidentemente ferendo il due ragazzi per rendere tutto ancora più verosimile. I miei pensieri invece erano tornati alle grida di qualche minuto fa, quelle persone avevano una famiglia, forse dei figli e delle mogli e dei genitori che avrebbero pianto le loro morti.
<< Andiamo, torniamo a casa. >> disse Nick. Lo seguii senza problemi, ma la mia mante era altrove, quello che era successo quel pomeriggio mi aveva fatto riflettere, i miei genitori forse mi stavano cercando, dovevo tornare da loro. Quando arrivammo davanti alla porta della villetta decisi di informare Nick della mia decisione maturata durante il viaggio di ritorno.
<< Nick senti, io devo tornare a casa dai miei genitori, devo tornare alla mia vita di sempre anche se non sarà più la stessa. Loro mi staranno cercando e io non voglio farli preoccupare. Mi capisci vero? >>
<< Naturalmente, anche io avevo una famiglia prima di tutto questo, e ancora oggi a distanza di mille anni rimpiango il fatto di essere scappato. >> Lasciò trasparire la tristezza che provava << Ti riporterò a casa, ma devi promettermi che ti farai viva ogni tanto anche con me, ok? >>  sorrise.
<< Ma certo, dopo tutto ti devo la vita. >> Feci l’occhiolino.
Detto questo cominciammo a correre veloci come il vento.
 
Ci impiegammo solo una manciata di minuti per arrivare a destinazione, durante il tragitto memorizzai la strada così sarei potuta tornare alla villetta qualche volta. Eravamo sotto il portone del condominio dove abitavo, uno difronte all’altra, era il momento dei saluti ma scoprii che a quel pensiero una strana sensazione mi nasceva nello stomaco.
<< Allora arrivederci! >> Dissi io.
<< Arrivederci Sharon! >> Si avvicinò e mi baciò sulla bocca, anche le sue labbra erano morbide come la seta proprio come le sue mani. Non mi ritrassi perché non mi dispiaceva il fatto che lui mi stesse baciando. Quel contatto divenne sempre più appassionato, ma come tutte le cose belle finì anche quello. Ci guardammo negli occhi, rossi per via del calar della notte, senza parlare per un po’. Fu lui il primo ad interrompere il contato visivo, e senza dire una parola mi lasciò li e corse via. Ebbi l’impressione che lo avrei rivisto molto presto.

  
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