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Autore: Swish_    03/02/2013    1 recensioni
Andrea era una ragazza semplice, senza troppi vizi o aspettative. Aveva una vita che le soddisfaceva, con una buona famiglia, un ragazzo bellissimo e amici fedeli. Ma tutto cominciò a prendere una piega diversa quando i suoi occhi incontrarono quelli di Alex, un ragazzo al di fuori di ogni regola, con fascino enigmatico e molti più segreti di quanti se ne potessero immaginare. Dopo il suo incontro, col passare del tempo tutte quelle piccole cose che le rendevano la vita così soddisfacente andarono a perdersi... A cominciare dalla rottura col proprio ragazzo, che confessò di averla tradita. Tutto questo aveva senso?
Era stato il caso... O forse in fin dei conti tutto ciò era stato per volontà di qualcuno?
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una calda serata di fine estate dell’anno 2011, il sole era tramontato da poco e per essere orario di cena le strade erano ancora abbastanza popolate. Non tirava un solo alito di vento, e l’umidità della notte cominciava a farsi sentire.
Sulla fronte di Alex scivolò lentamente una goccia di sudore ma lui non ci fece neanche caso. Era seduto sullo schienale di una panchina in un parco vicino il centro del paese, con i gomiti poggiati sulle ginocchia. Era stranamente agitato quella sera, e Daniel l’aveva ben capito:
- La smetti di agitare questa gamba? Fai muovere tutta la panchina! - Daniel era seduto accanto a lui, allo stesso modo di Alex; aveva una fascia bianca tra i capelli biondi e gelatinati e un paio di cuffie vecchio stile blu che gli cingevano il collo; la leggera maglietta rossa di cotone che indossava Alex cominciò ad imprimersi del suo sudore…  Non era semplice calore di fine estate, c’era qualcosa di più. Qualcosa che turbava l’animo di Alex, e questo non era affatto normale.  Daniel lo osservava con la stessa preoccupazione che una madre potrebbe provare per un figlio. Una qualsiasi altra persona lo avrebbe trovato sconcertante, ma Alex invece ci era abituato.
- Cos’è, Lucius? Cos’hai? - gli chiese Daniel con tono pacato.
 Alex al suono di quelle parole scattò verso di lui e per poco non cedette all’istinto di afferrarlo per la gola. I suoi occhi oceanici erano cambiati, erano diventati dello stesso colore di un iceberg se non anche più gelidi. - Non chiamarmi più in questo modo! Quante volte ancora dovrò dirtelo!? – la sua voce era un ruggito. Con un salto balzò giù dalla panchina, poi si voltò di nuovo verso Daniel fissandolo con aria furiosa e allo stesso tempo con un briciolo di disperazione; una qualsiasi altra persona avrebbe raggelato alla vista di quello sguardo… Daniel, invece, rimase lì dov’era con un’espressione in viso del tutto tranquilla, se non altro un po’ preoccupata. Entrambi sapevano però che la preoccupazione di Daniel non era rivolta a sé stesso.
- …E’ arrivato. Quel momento. - disse Daniel, guardandolo con imminente solennità. Alzò gli occhi al cielo, dove le stelle risplendevano sul fondo scuro dell’universo:
- Ti stanno osservando… Anche loro l’hanno capito, che è arrivato il giorno. -
- Smettila. – Alex, sempre più furente, aveva le mani chiuse a pugno e continuava a sudare smaniosamente. Era in piedi dinanzi a lui, immobile.
- Stai parlando di eresie. - continuò quasi con un grugnito. Daniel, lentamente, scese dallo schienale della panchina per sedersi meglio; poggiò le braccia lì dov’era seduto pochi attimi prima e con fare tranquillo incrociò lentamente le gambe:
 - “Tu verrai punito della presunzione arrogante d’un angelo immeritevole. Sarai cacciato…” - Alex cominciò  a dimenarsi, provò a coprirsi le orecchie con le mani mentre Daniel continuava il suo discorso come se stesse recitando una poesia, ora in un’altra lingua. Dopo istanti interminabili dove Alex cercò di ignorarlo, in preda alla furia scattò verso Daniel non riuscendo più a contenersi, e stavolta lo afferrò davvero per la gola.
- Taci! - urlò. I loro volti erano distanti un soffio, le mani di Alex tremavano, nonostante riuscissero ancora a tenere ben saldo il collo del compagno che, dal canto suo, non si era spostato di un millimetro, né aveva cambiato espressione. Di tutta risposta, sorrise:
- Alex, non siamo soli, potresti attirare l’attenzione! Ridatti un contegno… -
Alex rimase per un attimo così, immobile, chinato in avanti con il collo di Daniel tenuto saldo nella sua mano, poi chiuse gli occhi con un sospiro… Per un lungo istante, e quando li riaprì, erano diventati gli stessi di prima: un blu scuro ed oceanico… Quelli di “sempre”.
Si staccò da Daniel, si ridiede il contegno di cui parlava sospirando ancora, e si sedette con calma accanto a lui.
- Non puoi pretendere che io resti calmo, dopo aver nominato quel nome, e dopo aver cominciato a… - si bloccò e richiuse gli occhi, inondando il suo viso tra le mani. Il ragazzo biondo dagli occhi angelici si voltò verso di lui:
- Cominciato a far cosa? Sai benissimo perché mi trovo qui. Così come sai anche il motivo della tua presenza qui! -
- Abbiamo passato secoli cercando di non parlarne… E adesso vorresti improvvisarti rivoluzionario?! - Alex cercò di contenersi, per quanto riusciva:
- Non ne abbiamo parlato prima perché non  è mai stato il caso. D’altronde, hai sempre saputo benissimo che prima o poi sarebbe accaduto, e in verità nei tuoi panni… Ci avrei sperato! - Daniel accennò una risata sarcastica mentre Alex restava fermo a fissare il pavimento di mattoni:
- Non è così semplice. - disse poi, piano.
- Dov’è lei? -
Alla domanda Alex trasalì, alzando lo sguardo per riportarlo sul compagno, poi esitò.
- Tu… Come…? -
- Ricordati chi sono… E non fare domande stupide! Sai essere un ragazzo così intelligente, quando vuoi…! - “Ragazzo…” pensò Alex, facendosi sfuggire un amaro sorriso.
- Non lo so. -
- Oh, ecco individuato il problema. -  Daniel incurvò le labbra per un tenero sorriso guardando per un istante verso il basso, poi assunse l’espressione tipica di un vecchio saggio che dimostrava di aver già capito tutto, e tornò  fissarlo. Lo sembrava, o forse lo era davvero?
- Lui l’ha abbandonata. L’ho saputo. E lei non sta più uscendo di casa… Ne sono sicuro. - si fermò per qualche secondo prima di continuare con tono ancor più angustiato:
- Sono riuscito a vederla però. E… Sta male. E’ molto più magra, è pallida… Ma solo una volta, più di una settimana fa. -
- … E tu adesso che lei non c’è ti rendi conto che vederla non era un semplice passatempo come gli altri… -
- Daniel, è così che ci si sente? E’… Davvero possibile non riuscire più a sentirsi completi da un giorno all’altro? Ho conosciuto nel corso della storia i più grandi artisti romantici, ho sentito parlare così tanto spesso dell’a… a… -
- …amore. - completò Daniel con un sorriso dolce:
- E’ così che si dice, in questo gergo. Non te lo ricordi perché non hai mai provato interesse a conoscerlo qui. -
- Soprattutto perché dopo l’Inghilterra è un po’ difficile ritornare in Italia e riprendere il gergo… -
- Non provare a tirare giustificazioni assurde e pensa ora a cosa avrai intenzione di fare… - disse Daniel, che dopo essersi fermato un momento a guardarlo, rise compiaciuto:
- E’ strano vederti così, indif… -
- Non permetterti nemmeno di pensarlo! Debole non lo sarò mai, figuriamoci indifeso! - Alex assunse un’espressione risoluta, e si alzò con impeto dalla panchina; Daniel da canto suo lo seguì con eleganza:
- Okay… - rise con gusto sotto i baffi che non aveva mai avuto.

Insieme si diressero verso la moto di Alex poco distante, erano quasi arrivati all’uscita del parco. La serata era inoltrata e le strade si erano desolate. Era una giornata infrasettimanale e seppur ancora le vacanze non erano finite, in quel paese a quell’ora le persone erano solite restare a casa. Ovviamente questa buona parte di persona non comprendeva  Alex e le sue compagnie.
Ad un certo punto mentre i due percorrevano il vicolo principale per l’entrata del parco, Alex si soffermò come incantato:
- Lei è forte… -
I suoi occhi si fermarono su di una rosa arancione appena sbocciata, e per la prima volta dopo l’infinito arco di tempo che aveva condiviso con lui, Daniel vide uno strano bagliore nel suo sguardo… E se ne meravigliò. Lo lasciò continuare con sguardo assorto, e di fatti Alex dopo un attimo di silenzio lo fece, sorridendo:
- Ne ho viste di donne… Ma, lei… E’ capace di buttare giù muraglie di qualsiasi genere con un solo sguardo. La vedo, la sua forza… E lei nemmeno ne è consapevole, di tutto quello che sarebbe capace di fare. - si voltò verso Daniel e lo guardò come mai fatto prima. Un’espressione indecifrabile:
- …E adesso non c’è. -
- E’ difficile ammettere che qualcuno ti manchi, eh? - Daniel ignorò l’occhiata che, di sottecchi, gli rivolse Alex e continuò, diventando serio:
- Cosa pensi di fare? -
- Aspettarla, come ho sempre fatto. -
   
 
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