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Autore: pop pop bananas    03/02/2013    3 recensioni
La guerra si è conclusa, ma questo non vuol dire sia finita. Nuove scoperte insegnano che bisogna tagliare i problemi alla radice per liberarsene. Ma affrontare il nemico non è mai così semplice come sembra.
[Prima di una trilogia. Aggiornata ogni domenica.]
[Dall'ultimo capitolo:]
Riddle mantenne il silenzio. Quando parlò, lo fece con una voce così sorprendentemente calma che Ginny quasi non lo sentì. “Se proprio lo vuoi sapere” disse, con tono basso ed a malapena udibile: “In realtà sono venuto per assicurarmi che non ti venisse un altro attacco davanti a tutti”.
Ginny seppe in quell'istante che avrebbe preferito, e di molto, sentire una bugia, un insulto, una battuta, qualunque cosa – piuttosto che sentirlo confessare di essere reale ed umano e di avere un cuore e di persino tenere a lei.
Perché quello avrebbe reso così difficile ucciderlo.
“Me la caverò” replicò Ginny in breve, mantenendo il suo sguardo glaciale in quello di lui, come in una gara di superiorità. Incredibilmente, lui cedette quasi immediatamente e si allontanò senza neppure guardarsi indietro.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ginny Weasley, Tom O. Riddle, Tom Riddle/Voldermort
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
Capitoli:
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Disclaimer: Harry Potter ed i suoi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di J.K. Rowling. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

 

Capitolo dieci: P sta per Patetici, Striminziti Spunti di Conversazione

 

La linea della mascella di Riddle si indurì, e Ginny si sentì quasi in colpa per avere avuto un attacco davanti a lui. “Non lo so! Stavo scrivendo, e non ti stavo veramente prestando grande attenzione...e poi hai cominciato a mormorare qualcosa tra te e te, parecchio velocemente. Pensavo che stessi soltanto rileggendo il foglio o qualcosa del genere! Ma poi c'è stato un enorme tonfo, mi sono guardato attorno e tu eri per terra, a contorcerti e tramare come una pazza con gli occhi girati all'indietro. Mi sono avvicinato per vedere se stessi scherzando o cosa e hai cominciato a urlare...

Il cuore di Ginny colò a picco. Non aveva mai avuto un attacco del genere. Non le si erano mai girati gli occhi all'indietro, verso l'interno della testa. D'improvviso realizzò a chi stesse parlando e scivolò all'indietro sul tappeto, lontano da Riddle. Si limitò semplicemente a fissarlo con degli occhi sgranati e spaventati, con il cuore che le martellava nel petto. Li ha uccisi. Li ha uccisi tutti.

Che diamine-?” sentì dire dietro di sé mentre sbatteva il ritratto di un davvero offeso Robert il Ricco, e prima che si richiudesse completamente sentì gridare: “Peregrine!” Non si fermò. Né rispose, o diede alcun segno di aver sentito. Con il cuore che le batteva tanto forte da poterle incidere un tatuaggio all'interno del petto, e con i piedi che macinavano il pavimento di pietra, corse ancora più veloce.

Lontano. Lontano da lui.

---

Scivolò dietro l'angolo, sfrecciò attraverso un gruppo di undicenni spaventati e continuò a correre. Le lacrime minacciavano di divorarla, ed infine si fiondò nel più vicino bagno delle ragazze.

Non era lo stesso bagno dell'ultima volta, quello di cui aveva rotto la porta. C'era gruppetto di tredicenni che si rifacevano il trucco, sporte verso lo specchio con in mano i loro rossetti dai colori pastello, e si voltarono tutte a guardarla, incredule. Il loro stupore crebbe quando la squadrarono meglio, e si triplicò quando urlò loro: “Uscite!”

Fuggirono velocemente, sussurrandosi qualcosa tra loro mentre si allontanavano. Ginny le fissò, con il cuore che le martellava nella cassa toracica. Poi la porta si chiuse, separandola da loro, e lei si girò. La sedicenne si guardo nello specchio per la prima volta da un anno a quella parte.

Oddio. Quella sono...io?

A guardarla dallo specchio c'era una figura devastata. Ginny era appassita per la depressione e l'ansia. Era sempre stata minuta, ma ora lo era più che mai, e per di più magrissima, come se la perdita di tutte le persone che amava avesse preteso il proprio tributo dal suo stomaco, facendola sentire piena quando invece non aveva mangiato granché. Il suo viso, normalmente bello tondo, era ora chiaro come la neve, magro e con gli zigomi accentuati, di contro alle morbide curve che aveva posseduto una volta. I suoi pieni occhi color nocciola erano più grandi del normale, come se venissero evidenziati dal volto magro. Non si era pettinata i capelli quel giorno, ed il risultato era un caos selvaggio, di un colore ben diverso dal rosso vibrante che avevano sempre avuto. L'uniforme era tutta disordinata, tanto da formare un crudele ossimoro con la spilla da Prefetto che le brillava sul petto, e aveva gli occhi gonfi a causa del pianto.

Non c'è da meravigliarsi che quelle tredicenni siano scappate via.

...odio tutto questo. Odio questo mondo, e odio il 1958, e odio Riddle, e mi odio per non essere stata capace di salvarli, o per lo meno di vendicarli.

Sentendosi di stare iniziando a tremare, Ginny deformò i propri lineamenti, combattendo contro l'impulso di insieme urlare e piangere.

Non lo fare. Non lo fare. Non lo fare.

Filipendo!” gridò Ginny, distendendo bruscamente in avanti il braccio.

Per un attimo non successe nulla, poi comparve una luce violacea, imprimendo l'immagine di una bacchetta scintillante sulle sue retine color nocciola. Dopo, lo specchio esplose.

La rossa chiuse gli occhi per proteggersi dai frammenti, ma non sollevò le braccia. Sentì il vetro passarle sulle guance, e poi il sangue che le colava sul volto, rendendoglielo appiccicoso. Restò ferma per un momento respirando affannosamente, con gli occhi ancora chiusi, prima di inghiottire il rospo che aveva in gola e pulirsi il viso con un semplice incantesimo. Si diede una controllata in un frammento dello specchio; si arrotolò sul dito la parte finale di qualche ciocca dei disordinati capelli rossi, poi se li pettinò con le dita sistemandoli meglio.

“Grace mi farà andare sicuramente da Madama Royce stavolta se mi vede così” si disse. Finì di pettinarsi i capelli con le dita e li acconciò in una crocchia piuttosto disordinata, si asciugò gli occhi con della carta igienica e poi si ripromise ufficialmente di mangiare di più, anche qualora avesse creduto di sentirsi male.

Una volta deciso che il suo aspetto era il migliore che potesse avere in quel momento, Ginny uscì dal bagno. Il bisogno di rompere qualunque cosa vedesse, di urlare a pieni polmoni o di crollare a piangere sul pavimento la stava quasi affogando, ma lottò per riemergere al di sopra di quel bisogno, e lo respinse.

Supererò tutto questo, a costo di lasciarci le penne.

Ginny!” Qualcuno le tagliò la strada.

Guardando in alto e vedendo Scott, un sorriso genuino si fece largo sulle labbra di Ginny. Forse non tutto nel 1958 era così male. “Ciao” disse morbida.

Scott la scrutò in volto. “Gin, va tutto bene?” le chiese. “Non hai un bell'aspetto. Vuoi che ti accompagni da Madama Royce?”

La sedicenne scosse la testa. “No, sto bene” Sentendosi improvvisamente sfacciata e sicura di sé, gli sorrise, sbatté le ciglia color cannella e aggiunse, sfrontata: “Ma potrei approfittare di un accompagnatore per la cena...”

Tendendole il braccio come un gentiluomo, Scott disse: “Non potrei mai rifiutare, mia signora”.

Arrossendo parecchio, Ginny mise timidamente la propria mano sul suo braccio. Lui posò l'altro arto sopra quella di lei, ed un brivido le corse per il corpo a partire dalla sua mano sinistra, decisamente calda. Poi si avviarono insieme verso la Sala Grande, chiacchierando piacevolmente, anche se il contributo di Ginny alla conversazione fu pateticamente striminzito, a causa dell'essere, da parte sua, completamente concentrata sulla sensazione che le dava la mano di Scott sulla propria.

“Allora, vi piace Hogwarts, Lady Peregrine?” chiese Scott, formale e con un sorriso sul viso, ancora facendo finta di essere un vero e proprio accompagnatore ad una cerimonia.

“Davvero molto, Sir* Reeve” replicò Ginny con una risatina leggermente più acuta ed alta del normale (Scott le lanciò una strana occhiata che la fece arrossire di imbarazzo ancor più di quanto già non fosse). “Vorrei solo aver cominciato a frequentarla prima”.

“Come mai siete venuta qui, mia cara Lady Peregrine?” domandò Scott mentre scendevano le scale.

Per uccidere il Caposcuola.

Uhm” disse Ginny, impegnandosi a fondo per non pronunciare il suo primo pensiero. Qual era la mia copertura? “Studiavo a casa, ma quando non c'è più stato nessuno che mi potesse fare da insegnante sono venuta qui”.

Studiavi a casa?” chiese Scott interessato, lasciando perdere il contegno ufficiale di poco prima. “Com'era?”

Uhm...da scuola a casa?” ipotizzò Ginny, non avendone la minima idea. Sperò con tutta se stessa che Scott ci sarebbe cascato, e fortunatamente lui sembrò prenderla come una battuta, tanto che rise fragorosamente.

E salvataggio spettacolare, Ginevra.

“Ginny, sei così-” disse Scott, ridendo. D'improvviso parve non avere parole, e si girò a guardarla dritto negli occhi. Era uno sguardo morbido, osservatore. “Così...tu”.

“Immagino sia un complimento?” sussurrò Ginny. Un sorriso le attraversò le labbra sottili, ma fu smorzato dall'intenso battere del suo cuore e dal respiro affannoso. Le sembrava quasi che i polmoni le si fossero dimezzati, e che lo stomaco stesse ballando la salsa con la sua milza.

“Probabilmente” replicò Scott, ed un confuso tocco di rosa comparve sulle sue guance abbronzate. Distolse lo sguardo dai suoi occhi, si schiarì leggermente la gola, e poi disse: “Allora, dovremmo...entrare e mangiare, giusto?”

Cosa?

OH SÌ! Cibo! Sala grande! Ecco perché siamo qui. Eheh. Lo sapevo.

Sì” disse Ginny velocemente. “Semplicemente. Andrò. Sì. Grazie per avermi accompagnato. Sì”. Sollevò entrambe le braccia come se stesse per salutarlo così prima di chiuderle a pugno, riaprirle e poi passarsele sulla nuca, aggiustandosi nervosamente i capelli. “Ci vediamo”.

Scott si chinò in avanti, muovendosi come imbarazzato prima di girarsi poi di scatto, come avesse improvvisamente deciso di non fare qualsiasi cosa avesse appena pensando. Si grattò il retro del collo e disse: “Certo” prima di affrettarsi nella Sala Grande.

E lasciando così una Ginny intontita, confusa ed anche leggermente ridacchiante nell'Atrio. Qualcuno le passò accanto rabbioso, ma lei non ci prestò la minima attenzione dato che stava fissando il muro scioccata.

Per un paio di secondi continuò a restarsene in piedi immobile come uno stoccafisso, sconvolta. Poi scoppiò in una risata isterica. Riuscì presto a contenersi, ed entrò quindi nella Sala Grande; individuò poi con facilità Grace ed Alden.

“Che cos'hai?” chiese Grace, sospettosa.

Ginny si servì delle uova strapazzate; d'improvviso, stava morendo di fame. Dopo essersene versata una buona quantità nel piatto, ci macinò sopra sale e pepe prima di cominciare a portarsele alla bocca con la forchetta.

Grace assottigliò gli occhi. “Ti stai comportando in modo strano” la informò. “Cosa c'è che non va?”

Cercò disperatamente di non farlo, ma inevitabilmente Ginny voltò il capo verso il tavolo dei Corvonero. Individuò rapidamente Scott; la stava guardando. Lui sorrise prima di tornare al proprio cibo e alla propria conversazione. Arrossendo, Ginny distolse gli occhi. “Niente”.

Ad ogni modo, Grace aveva già seguito il suo sguardo. “Oh” disse, mentre un sorriso radioso le si spandeva sul volto. “Capisco. Niente”.

“Sta zitta” borbottò Ginny, sentendo il rossore tornare a salirle sulle guance.

“Allora come sta niente in questi giorni?” chiese Grace maligna, con gli occhi le brillavano.

Alden sembrò totalmente confuso. “Aspetta. Cosa? Non capisco” disse in modo piatto.

Ma davvero!” esclamò Ginny, prendendolo in giro. “Alden che non capisce qualcosa”

“No, davvero” insisté lui. “Sono confuso! Che succede?” Stava diventando sempre più ansioso, cosa che non fece altro che incrementare l'ilarità di Ginny e Grace.

“Che è successo?” chiese Grace a bassa voce. Alden allungò il collo per ascoltare, mentre cercava ancora di capire di che cosa stessero parlando le due Serpeverde.

Ginny arrossì. “Mi ha appena accompagnata nell'Atrio” mugugnò, servendosi delle salsicce belle abbrustolite da un vassoio dorato e cominciando quindi a tagliarle.

“E?”

“E questo è quanto, impicciona!”

“Ti ha accompagnata nell'atrio? Tutto qua, e la cosa ti fa diventare un'ochetta tutta risatine e viso in fiamme?” disse Grace incredula, con la voce più alta di varie note rispetto a quanto Ginny avrebbe preferito.

Sssshhh!” Sibilò freneticamente la sedicenne dai capelli rossi, guardandosi attorno. “Non parlare così forte – genio!” disse, quindi diede, per gioco, un colpetto sulla testa a Grace.

“Ow!” Grace si massaggiò il capo. “Devi proprio esserti presa male se ti basta così poco, Ginny” disse, seria.

“Non mi sono presa male per niente, grazie” rispose Ginny, finendo la sua salsiccia e iniziando ad imburrare una fetta di pane tostato.

“Stiamo parlando di Scott?” chiese Alden, con gli occhi che gli si spalancavano mentre, finalmente, capiva. Almeno aveva il buon senso di dirlo a bassa voce.

Sì” cinguettò Grace. “E la nostra amichetta qui piena di lentiggini è nella fase di rifiuuutoooooooooooooo!” canticchiò ad alta voce.

Ginny roteò gli occhi al cielo. “Cerca di attirare ancora un po' l'attenzione su te stessa, Grace” le disse sarcastica. “Credo ci sia ancora qualcuno in Galles che non ha ancora afferrato il punto della tua sciarada da guardatemi-mi-sto-umiliando-pubblicamente”

“Lo scopriranno molto presto” disse Grace, misteriosa. “Scott glielo può dire per noi”.

E Ginny era così felice e frastornata dalle sue emozioni che non notò lo sguardo rovente che le aveva puntato addosso un paio di occhi scuri dai riflessi verdi.

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Note di traduzione

* Sir è il titolo onorifico riservato generalmente ai nobili e/o ai cavalieri. Lady è il corrispondente femminile. Avrei potuto forse in italiano tradurre con nobiluomo o gentiluomo e nobildonna o gentildonna, ma queste parole sono in italiano desuete e poco usate, laddove in inglese invece sir e lady sono titoli rispettosi usati comunemente anche con i semplici superiori a lavoro. Ho preferito quindi mantenere le voci originali.


E rieccoci! :D Sono contenta di essere riuscita a mantenere la mia 'promessa' di aggiornamento almeno per questa settimana, e spero di riuscire a portarmi un po' avanti con la traduzione prossimamente di modo da riuscire a mantenerla a lungo. Ho ancora qualche capitolo da parte già tradotto, ma come al solito il mio è un work in progress, e non sempre ho il tempo di rivedere le ultime cose tutte le settimane, come invece mi piace fare per realizzare una tradizione accurata :)

Comunque, questo capitolo è un po' di transizione, ma spero vi sia piaciuto lo stesso. A presto per il proseguo (che sarà un capitolo abbastanza lungo, per la vostra gioia)!

P.s. Una piccola recensione la lasciate, please? Grazie! :)

   
 
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