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Autore: Purple_Rose    03/02/2013    3 recensioni
Cosa succede quando si mettono insieme i personaggi di Inazuma Eleven, Inazuma Eleven Go e un gruppetto di OC in una città chiamata Inazuma?
Me lo chiedo anche io! Ed ecco una possibile risposta!
P.S. ho ricevuto tutti gli OC che mi servivano, grazie!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Raimon vs Kingdragon
 

 Tra gli spalti dello stadio, in sconvolto silenzio davanti all’azione appena sfoggiata, stava un piccolo gruppetto di studenti della Raimon. Amici dei giocatori, sfegatati tifosi, ma che in qual momento rappresentavano solo una minuscola parte della tifoseria giallo-blu rimasta di sasso davanti al primo goal contro di loro. Tra loro Akira, lo sguardo fisso e irremovibile sulla figura di suo fratello, si strofinava le mani sudate cercando di alleggerire la tensione. Ma già la mano le scappava alla sua famosa collanina a forma di chiave. E il ragazzo dai capelli verdi accanto a lei non poteva che darle ragione:
-Ragazzi, mai visto un tiro del genere! È stato come vedere un drago venire… non so… dagli inferi!-
-Il tiro si chiama Drago degli Inferi, Midorikawa…-
-… lo so! Cosa credi?-. Il verde distolse lo sguardo ignorando volutamente Nagumo accanto a lui, che sbuffo sconsolato. Egli si limitò ad osservare il comportamento dell’autore del goal, ancora festante e sicuro di sé. Non lo conosceva, eppure sentiva già che gli dava sui nervi.
-Quante arie si da’! Quel tipo è proprio insopportabile!-. Senza nemmeno uno sforzo si ritrovò ad essere in completo accordo con il resto della banda, i cui componenti portavano il proprio sguardo sui vari giocatori loro conoscenti e amici. Su di uno in particolare…:
-Scusate, è solo una mia impressione o Goenji è strano oggi?-. Tutti e tre guardarono confusi Reina, in ansia quanto loro ma attenta sul biondo della squadra. Da quando era sceso in campo aveva avuto una strana impressione su di lui, che con il passare dei minuti di gioco non aveva fatto altro che intensificarsi:
-Che intendi, scusa?-
-Non so, è come se oggi non avesse voglia di giocare…-. Lo sguardo miele della turchese scappò inevitabilmente sull’attaccante, compiendo una completa “analisi del soggetto”. Ed era vero: Goenji fissava il terreno con occhi quasi afflitti, mentre buttava un piede davanti all’altro senza nemmeno tentare di armonizzarli in una corsa. Non era l’attaccante formidabile che conosceva:
-Avrà mangiato qualcosa di avariato?-
-Nemmeno un hot dog con chili scaduto potrebbe mettere KO uno dei nostri ragazzi. Qualcosa lo turba, è evidente!-
-Lo immaginavo. Spero solo che vada tutto bene…-. Il quartetto di unì in un sospiro, assistendo alla ripresa con la palla della Raimon. Per quanto la situazione fosse dura, sapevano che la loro squadra era in grado di trionfare in qualunque momento critico.
Dovevano solo crederci davvero.
 
-La partita riprende con palla a Kipling! Amici ascoltatori, la partita è appena iniziata e la Raimon ha ancora tantissimo tempo per rimontare! Staremo a vedere che cosa si inventeranno i ragazzi del fulmine per ribaltare il risultato!-
Non appena un nuovo fischio fece riprendere la partita, Lance non si fece attendere: si avventò a grandi passi sul campo avversario seminando tutti i giocatori davanti a lui con abili dribbling, sciolto e disinvolto come sempre. E come sempre, quando Yukimura gli passò accanto, si rifiutò categoricamente di passare la palla, ignorandolo e continuando ad avanzare in attesa di qualcuno. Aspettava il suo migliore amico, ovviamente, solo di lui poteva fidarsi e poteva permettersi di rinunciare al possesso di palla. Sarà un gioco da ragazzi tornare in pareggio! Un goal e via, così mi riconfermo il cannoniere numero uno della squadra! Basta che io arrivi in prossimità dell’area di rigore continuando a dribblare e che mi faccia seguire dagli avversari sulla fascia sinistra, in modo così da lasciare lo spazio a Goenji che è… ANCORA NELLA NOSTRA METà CAMPO???
Davanti agli occhi glaciali ed esterrefatti del numero dieci un insicuro biondo stava or ora percorrendo la metà campo, ben lontano dal livello che normalmente avrebbe potuto raggiungere. Era come se stesse portando appresso un peso opprimente che rallentava la sua corsa e gli impediva di giocare al meglio. Lance non ne capiva minimamente la ragione.
Purtroppo quella singola distrazione fu letale per l’albino, al quale venne soffiato immediatamente il pallone dall’avversario con appena un contrasto. Grugnì, fulminando Goenji che non ne parve minimamente toccato. Che gli stava capitando?
In seguito la Kingdragon non perse tempo, affrettando il passo e superando senza difficoltà i centrocampisti della Raimon con una tela di passaggi precisi e ben calcolati. Si muovevano in modo spettacolare e ad un ritmo che gli avversari riuscivano a mala pena a definire. Era come cercare di catturare con un bicchiere una mosca sveglia e pimpante. E per loro somma sfortuna il loro bicchiere sembrava persino avere un buco.
Shìn si intromise tra l’attaccante e la porta, prendendolo in contropiede:
-Non passerai! PRESA DI VENERE!!!-. La donna infuocata che le apparve alle spalle fece il suo dovere, come sempre. La mora si permise un secondo di soddisfazione prima di passare rapidamente ad Hiroto e proiettare tutta la squadra in avanti:
-Coraggio! Andiamo a pareggiare!-. Ma il ghigno perfido che apparve sul viso di Drake non prometteva nulla di buono. Subito alzò la mano al cielo con due dita abbassate, segnale che i suoi compagni parvero interpretare alla perfezione. Ora vi mostreremo cosa succede alle povere squadre che affrontano la Kingdragon!
Appena il rosso si preparò a passare, in tre si buttarono in scivolata su di lui, mirando più alla sua caviglia che al pallone. Con un mugugno di dolore si accasciò al suolo, mentre la palla rotolava in fallo laterale e il gelo avanzava tra la squadra. Ma nemmeno un cartellino giallo fu alzato per i ragazzi in casacca viola. Sembrava quasi che l’arbitro non se ne fosse accorto, cosa che a Shìn puzzava tremendamente:
-Oh no! Hiroto viene atterrato! Che brusco intervento da parte della Kingdragon, che tuttavia non vengono ripresi per scorrettezza! Che cosa sta accadendo qui?-. Tutta la Raimon si apprestò a soccorrerlo velocemente con visi preoccupati e da un lato anche piuttosto sconcertati. Hiroto cercò di alzarsi, ottenendo solo una stilettata di dolore dalla caviglia:
-Hiroto!-
-Come stai? Tutto bene?-
-… insomma…-. Il rosso dovette ammetterlo: la caviglia gli doleva da impazzire. Non riusciva nemmeno a fare un passo, figuriamoci a correre dietro la palla. La sua partita era appena terminata:
-Mi dispiace, non posso continuare…-. Le manager della Raimon lo trasportarono con cura mentre Marie, la più preoccupata per le condizioni del suo migliore amico, mise immediatamente mano sulla cassetta del pronto soccorso. Bastò tastare lievemente la zona per percepire le conseguenze di una contusione. Non poteva certo rientrare:
-Scommetto che lo hanno fatto apposta!-. Mizuka strinse i pugni, fumante di rabbia, tanto che le nocche le si sbiancarono. Alexia, che nonostante il temperamento aggressivo cercava di mantenersi lucida, le mise una mano sulla spalla facendosi comprensiva:
-Calma, Mizuka, calma, senza prove non possiamo dire nulla. Rischiamo solo un’ammonizione. Per adesso non possiamo fare altro che continuare la partita.-
-Okay, però…-
-Va tutto bene, Mizuka.-. Hiroto le sorrise, cercando di ignorare l’avvampante dolore che appena si attenuava sotto una borsa del ghiaccio:
-Non ho scelta. Sono certo che potrai fare molto di più di me in campo.-. La bionda si morse il labbro con frustrazione, cercando di annuire nel modo più convincente possibile. Non potevano permettersi di ricevere cartellini, questo era vero. Ma ciò non rendeva la cosa meno fastidiosa, proprio per niente:
-Ragazzi, riprendiamo.-
-Metticela tutta anche per me!-. I due amici unirono i pugni, lanciandosi uno sguardo d’intesa:
-Certo!-. E con una nuova speranza la Raimon rientrò in campo.
Goenji lanciò istintivamente uno sguardo su Drake, luminoso in un insolito sorriso soddisfatto. Non avrebbe mai pensato che una persona come lui avrebbe potuto tentare una cosa del genere. Drake… ma che cosa ti è successo, amico mio?:
-Dopo la perdita la Raimon sostituisce l’infortunato Hiroto Kiyama con Mizuka Sato! Ma sono ancora sotto di una rete e la partita non sembra volgere a loro favore! Che sia questa partita a decidere la loro fine nel torneo?-
-Ragazzi! Mettiamocela tutta! Possiamo ancora vincere!-. Endo non si permise nemmeno un attimo di riposo, sorridendo incoraggiante alla sua squadra. Il vedere uno dei propri compagni seduto in panchina per colpa della Kingdragon lo rendeva solo più motivato che mai. Avrebbero vinto anche per lui, come suo compagno di squadra e come suo capitano:
-Sì!!!-
-Tsk, patetici.-. Drake ridacchiò tra sé e sé, schernendo quella blanda dimostrazione di volontà. Per quando l’uomo cerchi di toccare il cielo, questo sarà sempre troppo in alto per lui. Non avete speranze, ragazzi della Raimon! E allora… Scostò uno sguardo pieno di risentimento verso Goenji, in posizione d’attacco. Assottigliò lo sguardo, mentre una serie di ricordi gli riaffioravano alla mente. Allora ti pentirai di esserti messo contro di me, Shuuya. Ti pentirai per ciò che mi hai fatto!
Un nuovo fischio riaprì le danze con una rimessa laterale della Raimon. Ma al lancio di Kazemaru per Yukimura uno dei giocatori avversari intervenne all’istante, facendo suo il pallone e tentando un nuovo attacco istantaneamente.
Subito Shìn si preparò ad accoglierlo, cercando lo sguardo del suo compagno Kidou per organizzare la difesa. Ma quello che trovò la lasciò senza fiato. Gli occhi carichi di pensieri e intese che si aspettava di trovare erano mutati in due specchi di amarezza, di risentimento, di malinconia. Non avrebbe mai pensato di riuscire a percepire tanto dolore in uno sguardo sempre coperto da un paio di occhiali. E non credeva che uno sguardo del genere sarebbe mai stato rivolto nei suoi confronti. Perché l’aveva notato subito, quel sentimento rivolto verso di lei, e non riusciva a spiegarselo in alcun modo. Se ne sentì catturata, mentre una morsa di disagio e sconforto le braccava il cuore. Era colpa sua, in qualche modo e per qualche ragione era colpa sua. Kidou, che ti succede?:
-Stavolta nemmeno Venere mi fermerà! Togliti di mezzo!-. Quell’intenso sguardo la distolse completamente dalla partita, che accanto a lei procedeva rapida sotto forma dell’avversario che ora aveva davanti solo i difensori. Lo avrebbero potuto fermare prima, se non fosse stato per quell’attimo di confusione:
-Dannazione! Endo!-
-Difesa! Stanno arrivando!-. Gli ordini del portiere arrivarono chiari e rapidi e subito Gabriel, Shinsuke e Shirou bloccarono l’avanzata degli avversari marcandone uno ciascuno. Ma uno di essi si mosse rapido da destra a sinistra, riuscendo a liberarsi di Shirou con abilità. A tu per tu con il portiere portò uno sguardo a destra, dove Drake alzava il singolo indice per aria:
-Prendi questo!-. E quello che all’apparenza poteva sembrare un tiro finì esattamente nello stomaco del bruno. A questo mancò il fiato per qualche secondo, lasciandosi cadere in ginocchio e stringendo la palla tra le mani. L’avversario pareva soddisfatto:
-E questo era solo l’inizio…-
-Endo!-. Shìn fece per soccorrere il suo capitano ma questo alzò una mano, intimandole silenziosamente di mantenere la sua posizione:
-… coraggio…-. A fatica Endo si rimise in piedi, prendendo con sollievo una grossa boccata d’aria e tornando a sorridere come sempre. La mora trasse un sospiro di sollievo, sorridendo tra sé e sé. Finché abbiamo quella roccia del nostro capitano a sostenerci, non c’è nulla di cui preoccuparsi!:
-… coraggio, ragazzi! Andiamo all’attacco!-. Con una lunga rimessa la palla finì ai piedi di Mizuka, che avanzò rapidamente smarcandosi subito a metà della zona avversaria. Il suo sguardo vagò da destra a sinistra in un momento, individuando da una parte Lance e dall’altra… nessuno. … ma che… dove diamine si è cacciato Goenji? E ancora una volta questo era più indietro, quasi fiacco nella sua corsa. La bionda era senza parole per la sorpresa:
-Se non vuoi giocare seriamente, peggio per te! Io vado a segnare!-. Senza curarsi degli altri la ragazza si buttò nella mischia, dribblando e avanzando con una certa fatica ma con un coraggio e un orgoglio veramente ammirevoli. E la sua fatica fu premiata appena si trovò davanti alla porta, il solo portiere a difendere. Sorrise, mentre il suo famoso lupo le appariva alle spalle:
-Questo è goal! LUPO DELLA FORESTA!!!-
-SCUDO ALATO!!!-. Ma dalla schiena dell’avversario spuntarono subito due ali di drago vermiglie, grandi e potenti. Appena egli ebbe incrociato le braccia al petto le ali si ripiegarono su di lui, formando una barriera che non ebbe problemi a bloccare il tiro di Mizuka, rimasta di sasso:
-Non è possibile! Sono forti anche in difesa!-. Quella singola verità accompagnò i giocatori in casacca giallo-blu per i minuti successivi, che si susseguirono completamente a senso unico. Difendevano a stento, riuscendo a rubar palla o a mandarla fuori con la fatica di tutta la squadra. Ma la porta sembrava inarrivabile vista la muraglia di avversari che la proteggeva. E se non era inarrivabile, era semplicemente inviolabile: il portiere avversario riusciva sempre a parare ogni tiro.
Ma non era solo la straordinaria abilità della Kingdragon a mettere in difficoltà la Raimon. L’attacco era fortemente condizionato dalla mancata collaborazione di Goenji, che pareva tutto fuorché determinato a vincere. Quasi la triste consapevolezza di non avere possibilità lo stesse accompagnando per ogni passo fievole che faceva sul campo.
Senza contare che la solita collaborazione data dai due registi della squadra, Kidou e Shìn, sembrava essersi volatilizzata come d’incanto. La mora non riusciva più a sentire l’intesa con l’occhialuto e continuava a sentire spirare da lui quell’aura malinconica che gli aveva già percepito. Anche se era in gamba come regista, da sola era veramente dura. Goenji… Kidou… e gli altri sono in difficoltà senza la nostra direzione… rischiamo di perdere di questo passo!:
-Capitano! È tua!-. Un’altra parata del portiere in casacca viola. Ma stavolta la sua rimessa fu incredibilmente lunga, tanto che Drake si trovava appena prima dell’area di rigore per ricevere. Stoppò di petto, già pronto a scattare in avanti:
-AURA INFUOCATA!!!-. Nessuna resistenza da parte della difesa, in completa balia della sua velocità data dalla sua tecnica. Nuovamente lui e Endo si squadrarono reciprocamente, scambiandosi con un certo ardore sguardi di sfida. Un ghignò spontaneo venne naturale a Drake:
-Certo che siete veramente patetici.-
-Come osi?-
-Ma è la verità: vi abbiamo appena dimostrato che contro di noi non avete la minima chance, eppure vi ostinate a continuare! Sembra quasi che vi piaccia essere messi in ridicolo!-
-Chiamala pure ostinazione, ma noi proliferiamo quando abbiamo davanti squadre come la vostra!-
-Eh?-. Endo sorrise, una scintilla di tenacia che brillava nei suoi occhi color cioccolata. La stessa che era tra le ragioni per cui indossava quella fascia rossa al braccio:
-Noi non abbiamo affrontato così tante partite da poterci definire dei veri campioni, ma scontrarci contro avversari potenti che ci mettono alle strette riescono solo a tirare fuori le nostre migliori abilità! E allora non importa quante volte cadiamo, non importa quante volte ci facciamo male: noi ci rialzeremo e ogni volta saremo sempre più forti!-
-… sciocchezze…-. Drake era rimasto di sasso, quasi indifeso davanti a quel discorso così pieno di passione e coraggio. Nonostante il suo orgoglio gli impedisse di ammetterlo, davanti a quel ragazzo dai luminosi ideali si sentiva nettamente inferiore. E non lo sopportava. Ora ti faccio vedere io!:
-Ragazzi, adottiamo lo schema.-. Il compagno accanto a lui alzò appena il sopracciglio, per poi sbarrare gli occhi, assieme a tutti i suoi compagni:
-V-Vuoi dire… quello schema? Non sarà un po’ eccessivo?-
-Ho detto di adottare lo schema.-. Subito passò la palla all’attaccante accanto a lui, sorridendo malignamente:
-Dici che non importa quanto ti buttino a terra, giusto? Vediamo se è veramente così!-. L’attaccante con la palla caricò il destro. Gabriel, Shinsuke e Shirou cercarono di intervenire, ma subito gli altri della Kingdragon provvidero a marcarli strettamente, impedendogli di interferire. Il pallone colpì Endo al petto, facendolo arretrare un poco mentre la sfera bicolore tornava rotolando al suo proprietario, pronto per un nuovo attacco. A Kidou bastò un attimo per capire e raggelare:
-Vogliono sfinire Endo!-. Allora anche tra la squadra passò un vento gelido e sconvolgente. Il bruno si ritrovò ad incassare pallonate a raffica, nell’impossibilità anche solo di alzare le mani e provare ad afferrare il pallone: non gli era concesso nemmeno un attimo di tregua. Tra un colpo e l’altro soffocava gemiti di dolore, reggendosi sulle gambe per pure forza di volontà. Shìn era del tutto spiazzata davanti a quella scena. Non ci credo… non possono arrivare a tanto!:
-Codardi! Questo è scorretto!-. Shirou stava letteralmente scalpitando, cercando in ogni modo di liberarsi del suo marcatore. Era dannatamente frustrante stare a guardare e anche un tipo calmo come lui stava iniziando ad infuriarsi. Ma in nessuno modo riusciva a trovare un varco: evidentemente era uno schema che avevano provato più e più volte.
Endo intanto faceva da scudo alla sua porta, addirittura protendendo le mani  in avanti per fare in modo che ogni tiro finisse su di lui. Anche se faceva male, l’importante era che la palla non finisse in rete. Io non sono solo il capitano della Raimon! Sono soprattutto il suo portiere! E il mio compito è impedire che la palla finisca in rete, costi quello che costi! Eppure, per quanto fosse accesa la sua volontà e la sua voglia di vincere, ad ogni colpo sentiva parte della sua forza abbandonarlo. Per quanto fosse determinato, anche lui stava raggiungendo il suo limite.
Goenji intanto fissava sbalordito Drake, sconvolto dalla tattica che stava adoperando per cercare in ogni modo di vincere quella partita. In lui rivedeva un bambino dalla folta chioma rossa e dal sorriso arrogante ma infinitamente esuberante. Quel bambino era l’immagine di un Drake Ryu che forse nessuno conosceva, ma che tanto pareva oramai svanito. Non esisteva più, cosa che lo lasciava sconvolto. Drake…perchè?:
-Eh eh… può bastare.-. Quell’estenuante serie di pallonate finalmente si concluse. Drake guardò vittorioso il bruno, accasciatosi in ginocchio e ansimante come non mai. I suoi occhi arancio brillavano di cattiveria, era ben palpabile. Quella visione era per lui un sottile piacere:
-Allora, mister “più incasso più miglioro”, scommetto che dopo questo non sei più tanto di questa idea!-
-… ci vuole molto di più di qualche tiro ben assestato per far vacillare le mie convinzioni…-. Il rosso sobbalzò, squadrando sconvolto Endo che si rialzava lentamente. Gli occhi del bruno si velarono di una indomita determinazione, qualcosa di talmente intenso e nobile che Drake se ne sentì avvolto. Si morse il labbro, serrando i pugni:
-Bene, l’hai voluto tu.-. Uno dei suoi compagni non perse tempo e gli passò la palla. Era esattamente davanti a Endo, pronto a tirare. Ghignò e il portiere capì all’istante: voleva usare la stessa tecnica con cui aveva fatto goal all’inizio della partita. Il Drago degli Inferi:
-Immagino non serva spiegarti che il mio tiro è imbattibile. Nessuno è mai stato in grado di fermarlo, nessuno fino ad ora e nessuno d’ora in poi!-
-Un tiro imbattibile non esiste. Ci sarà sempre qualcuno in grado di pararlo, in questo modo sarà possibile inventare sempre nuove tecniche più potenti ed efficaci.-
-Non ne posso più della tua parlantina da saggio della valle! La finirò qui!-. Gli occhi sfavillanti dell’omonimo drago brillarono dietro a Drake mentre si apprestava a preparare la sua tecnica. La Raimon al completo guardava sconvolta quella combinazione di movimenti, sapendo perfettamente a cosa avrebbe portato. Nessuno di loro vedeva la luce nell’oscurità di quella situazione.
Endo strinse i pugni, mentre Drake si apprestava a fare la capriola antecedente al tiro. Estinse subito il timore che il goal di prima gli aveva inoculato, alzando le mani verso il pallone avvolto dalla fiammata del dragone. Non sono riuscito a fermare questo tiro all’inizio, ma non ricapiterà. Anche se Drake crede che sa una sciocchezza, la Raimon diventerà una squadra formidabile proprio perché verrà atterrata più volte da squadre più forti di lei! Così, ogni volta che ci rialzeremo, ogni volta che riusciremo a superare le difficoltà ne usciremo fuori ancora più forti! E questo accadrà… proprio...:
-Adesso! PUGNO DI GIUSTIZIA LIVELLO 2!!!-. Tutti sapevano che il ricorrente pugno luminoso di Endo sarebbe apparso nel disperato tentativo di fermare l’avanzata del dragone. Ma nessuno avrebbe mai immaginato che quella stessa tecnica, quella che prima non aveva funzionato, ora girava con maggiore potenza e sembrava trasmettere una maggiore energia. Lo scontro tra le due tecniche fu duro sin dall’inizio e vide il portiere barcollare pericolosamente. Il pugno serrato e brillante di luce dorata era costantemente serrato e tremolava per lo sforzo a cui era sottoposto. Nella mente del portiere rimbalzava da una parte all’altra la stessa frase: “ce la devo fare, ce la devo fare”, con una tale ostinazione da sembrare maniacale. I suoi compagni guardavano in piena ansia la scena, in tensione ma ancora colmi di speranza per il loro indomito capitano. A tutti in quello stadio, giocatori e tifosi, quella dimostrazione di forza sembrava non voler finire mai.
Poi, come per magia, Endo sentì la forza contrastante svanire e il pugno di luce continuare la sua avanzata fino a svanire da solo. Il pallone usato per la tecnica fece un breve volo prima di finire in fallo laterale, sotto lo sguardo esterrefatto della Raimon. Infine Drake riuscì a realizzare cos’era davvero accaduto, per poi lasciarsi pervadere dall’incredulità. E allora il coro d’entusiasmo dei tifosi giallo-blu non fece che confermare ciò che aveva realizzato:
-Non riesco a crederci, signore e signori! È accaduto un fatto veramente incredibile! La tecnica micidiale del Dragone Rosso, il mitico numero dieci della Kingdragon, che mai aveva visto una barriera tanto forte da rallentarla oggi ne ha trovata una in grado persino di respingerla! Endo Mamoru ci ha mostrato una forza e una determinazione davvero incredibile!... e qui sentiamo il duplice fischio dell’arbitro, il primo tempo finisce con uno scontro davvero degno di questo nome! Dopo quest’azione possiamo davvero aspettarci di tutto da questa partita e… oh mio dio! Endo è svenuto!-
-NIISAN!!!-
 
Se n’era andato nei bagni appena aveva sentito il fischio della fine del primo tempo, senza aspettare oltre. Non gli importava minimamente il fatto che toccasse a lui dare le istruzione per il secondo tempo. Che la squadra si arrangiasse, lui non era certo la loro balia. Ora voleva solo meditare su ciò che era successo da solo.
Drake si portò un generoso spruzzo d’acqua fresca alla faccia, sospirando di piacere e rimirandosi alla specchio di fronte a lui. Si stava guardando male da solo, quasi a rimproverarsi per quel primo tempo disastroso. Un goal, un solo misero goal! A quest’ora ne avrei già fatti almeno tre di goal! Io sono il Dragone Rosso!... che mi sta succedendo? O sto perdendo il mio carisma o… la Raimon è più forte di quanto sembri… Scosse la testa violentemente, asciugando le goccioline miste di acqua e sudore in un panno morbido. Quelle parole, no, quelle sciocche parole di quello sciocco Endo gli risuonavano ancora in testa come una litania.
Più sono forti, più noi diventiamo forti… un tiro non è mai imbattibile, ma può migliorare… sono tutte delle grandi stupidaggini! Come quello stupido! Uno stupido e sciocco portiere incapace! Bah!... ma se è sciocco, stupido e pure incapace… allora… come ha potuto respingere il mio tiro migliore? Non capisco… un momento…:
-… lo sai che è maleducazione spiare la gente?-. Aveva sentito la sua presenza immediatamente, non appena si era affacciato dalla porta del bagno. Del resto entrambi avevano intrapreso la carriera dello sport, non certo quella dell’agente segreto. Per loro fortuna, almeno…:
-Si può sapere che stai facendo?-
-Che vuoi dire, Shuuya-kun?-. L’innocente sorrisetto di Drake era per Goenji solo fonte di nervosismo. Il suo sguardo era serio e il suo viso contratto in un’espressione quasi di rimprovero, che al rosso non piaceva neanche un po’:
-Sai benissimo cosa voglio dire! Che volevi fare? Infierire sull’avversario?-. Il rosso sbuffò dandogli le spalle volutamente per farlo sentire trascurato. Dopo quelle riflessioni assurde voleva sentirsi addosso un po’ di realtà. E la realtà era che lui sapeva come innervosire il biondo:
-E anche se fosse? Che ti importa?-
-Che mi importa? Mi importa che è un gioco scorretto! È un’azione scorretta e ingiusta!-
-… ingiusta?-. Drake fissò l’altro dritto negli occhi, i quali riflettevano un rancore profondo, forte, di cui Goenji sentiva di far parte. Rimase spiazzato da quello sguardo, senza poter dire una parole, mentre fiumi di esse fluivano dalle labbra del Dragone Rosso:
-Che vuoi saperne tu di cos’è giusto o cosa non lo è? Che ne sai tu? Vuoi dire che sai se è ingiusto mirare volutamente alla caviglia del mio avversario? Vuoi dire che sai se è ingiusto usare il calcio per fare del male? Vuoi dire che sai se è ingiusto infierire sul mio avversario mentre questo è nell’impossibilità di reagire? Vuoi dire che sai se è ingiusto abbandonare il proprio migliore amico senza nemmeno dirgli un minuscolo “ciao”???-. L’ultima domanda lo prese al cuore, anche per la crescente intensità con cui era venuta fuori. Sapeva che, forse senza neanche accorgersene, si era riferito alla sua situazione. Perché sì, l’aveva abbandonato. In effetti era così:
-Drake, ascolta…-
-Stai zitto! Non voglio sentire una parola da te!-. Nuovamente vide solo le spalle del rosso, che gliele diede solo per non vedere delle amare lacrime che or ora rigavano le sue guance. Tra un singhiozzo represso per metà e l’altro riuscì a parlare, lasciandolo senza possibilità di ribattere:
-Tu hai una vaga idea di ciò che ho passato? Eravamo amici, amici, credevo che valesse qualcosa per te questo legame! E invece no, te ne sei andato senza dirmi niente, lasciandomi solo, senza nessuno con cui sfogarmi o parlare! Hai idea di quanto io abbia sofferto?-. Il biondo non disse nulla, ben sapendo che, in ogni caso, in quel momento ogni parola sarebbe sembrata un insulto per lui. Allora entrambi rimasero in silenzio per circa un minuto, immersi nella sola compagnia l’uno dell’altro.
Drake riprese a parlare poco dopo, curandosi di asciugarsi il viso prima di fissarlo dritto negli occhi:
-Te ne sei andato, quando sapevi che a parte te non avevo nessun amico! Nessuno! Quando tu avresti potuto fartene mille altri! Perché a tutti piace il Bomber di fuoco, vero? A tutti piace il bravo Goenji Shuuya! Beh, a me non piace. E sai una cosa? Va bene così.-. Un sorriso quasi mirato ad infierire si allargò sul suo viso:
-In fondo, è grazie al mio risentimento per ciò che è accaduto che mi sono allenato tanto in questi anni. Sapevi bene che io ho sempre avuto un tiro straordinario già da piccolo, e guardami ora! Numero dieci di una squadra formidabile! Perché tanto sapevo che, ovunque tu ti fossi rintanato, era un posto in cui potevi giocare a calcio, quindi non avrei avuto problemi a rintracciarti. E ora che ti ho trovato, sappi che non hai speranze di vincere la partita! Te lo impedirò in ogni modo! Ma credo che… visto come hai giocato fino ad ora… tu non abbia veramente la convinzione di potermi battere, vero?-
-… vero…-. Goenji abbassò lo sguardo, colpevole. Perché lo sapeva, sapeva che fino a quel momento non aveva giocato con passione quella partita. Il complesso di inferiorità che gli era nato appena aveva rivisto Drake lo aveva lasciato completamente spiazzato, ne era consapevole. È tutta colpa mia, mia e della mia paura…
Poi, come se nulla di quell’intima rivelazione fosse davvero venuta fuori, Drake ritirò fuori quel sorriso arrogante e presuntuoso che Goenji oramai riconosceva in lui nella sua nuova personalità. Fece per uscire dal bagno ma si bloccò all’uscio:
-Ah, ti consiglio di dare un’occhiata al tuo amichetto con la fascia arancio. Non sembrava che stesse particolarmente bene…-. Goenji sbiancò di colpo. Quello schema. Quella raffica di colpi. Nemmeno uno come Endo avrebbe potuto reggerli senza conseguenze:
-No!!!-. Rapido superò Drake e il suo sorrisetto compiaciuto, correndo a perdifiato con la panchina della Raimon come meta finale.
 
-Ne ha incassate parecchie, è naturale che sia finita così…-. La conclusione di Eri era drasticamente cruda, ma totalmente vera. Attorno all’incosciente Endo si era radunata tutta la squadra, titolari e riserve, in completa pena per il loro compagno caduto. Quella misera speranza che la sua parata aveva portato si era spenta appena era finito il primo tempo, con lo svenimento del bruno. A quel punto, erano in piena balia dell’avversario.
Goenji si morse il labbro con frustrazione, il pesante senso di colpa che gli opprimeva l’animo. Era solamente sua la colpa:
-Endo…-
-Ora non provare a sentirti in colpa!-. Tanto Alexia si era trattenuta con la situazione Hiroto che ora non poteva fare altro se non esplodere contro il biondo. Gli puntò addosso un dito accusatore, gli occhi rabbiosi e lucidi:
-Non hai fatto nulla per impedire che ciò accadesse, ammettilo! Per tutta la partita hai fatto solo la bella statuina che vaga per il campo e non muove un dito! Se avessi almeno tentato di collaborare com’è tuo solito fare, adesso Endo non sarebbe ridotto così!-
-Alexia…-. Mizuka tentò in qualche modo di riportare alla lucidità l’amica, mettendole una mano sulla spalla come lei aveva fatto. Intanto Marie teneva una delle mani del fratello, in piena ansia e nella speranza di vederlo riprendersi.
Kidou sospirò, guardando la squadra con il suo solito occhio critico:
-Così perdiamo un elemento prezioso… dovremo per forza sostituirlo.-
-Oh, ma falla finita!-. Anche a Shìn ribolliva il sangue nelle vene, ma per un motivo diverso da quello di Alexia. La squadra avrebbe potuto respingere la Kindragon se soltanto loro due avessero raggiunto il loro solito grado di affiatamento. E il fatto che il freddo ragionamento di Kidou fosse improvvisamente tornato ora invece che al momento giusto le aveva dato la spinta:
-Adesso ti azzardi a ragionare sulla situazione e su come migliorarla? Il momento per farlo era durante la partita, genio! Non ora!-. I ragazzi della Raimon erano rimasti senza parole. Proprio la loro coppia di registi aveva dei conflitti? Quella che fin dalla formazione della squadra aveva sempre avuto un alto grado di affiatamento? Quella discussione era indice di ciò che stava accadendo alla Raimon.
Kidou si passò una mano sugli occhiali, cercando di reprimere l’impulso di dire la verità su ogni cosa:
-Evidentemente non sono stato abbastanza attento alla partita. Mi dispiace.
-Ah! A te dispiace!-. La mora rise forzatamente, il fattosi persino cattivo nei confronti dell’altro:
-Sentito? A Kidou-kun dispiace di aver ignorato volutamente la partita e di essersi dimenticato qual è il suo ruolo in essa! Mi spiace, ma non saranno le tue scuse a farci vincere!-
-Stai esagerando, e tu lo sai.-
-Dammi una sola ragione per cui starei esagerando! Sto dicendo solo la pura e semplice verità! Cioè che oggi hai voltato le spalle alla tua squadra e hai finito per fare l’egoista probabilmente per una ragione stupida!-
-ORA BASTA!!!-. Shìn sobbalzò di colpo, gli occhi spalancati per la sorpresa. L’aveva sentito. Il paziente, il riflessivo, l’impassibile Kidou aveva alzato la voce contro di lei. E adesso continuava con i pugni serrati e il corpo appena proteso in avanti, segno che persino a uno come lui dispiaceva farsi mettere sotto in una discussione:
-Hai ragione che non sono stato presente e anche per il fatto che non ho dato il mio solito contributo! Ma non ti permetto di dare per scontate le ragioni che mi hanno spinto a fare questo! Se oggi non sono al mio massimo c’è una ragione più che valida! E io non ti permetto di schernirla!-. Nonostante la sorpresa Shìn non si permise di mollare la corda:
-Nessuna scusa vale ciò che hai combinato! Ci hai abbandonati del tutto!-
-Io ho le mie ragioni! Non mi interessa cosa ne pensi!-
-Ti consiglio di fartene una ragione! Io sono una regista come te, noi dobbiamo lavorare in coppia come una squadra!-
-Io scommetto che preferiresti mille volte fare squadra con quel playboy di un americano!-. Lo stesso Kidou si stupì delle sue stesse parole. Non si era mai lasciato tanto andare nel fiume della rabbia, non era riuscito a contenere le parole. E aveva finito per parlare della vera ragione del suo malumore, cosa che Shìn, travolta com’era dall’ira, non riuscì a interpretare lucidamente:
-Che ti importa di Mark? Non sono affari che ti riguardano le persone con cui mi vedo!-
-Come se lui davvero ti vedesse! Scommetto che è solo un’idiota farfallone sciupafemmine e…-. Un improvviso tonfo mise fine alla discussione. La guancia dolorante, la furia che va scemando, gli occhi che iniziano a pungere di dolore interno: questo era quello che Kidou sentiva. Mi ha dato uno schiaffo… la ragazza che amo mi ha dato uno schiaffo… significa… che mi odia:
-Non ti permetto di insultarlo! Kidou, sei uno stupido!-. Un silenzio nervoso avvolse come nebbia la Raimon, che mai come in quel momento si sentiva divisa dei suoi componenti principali. Il potente attaccante Goenji, i due registi Kidou e Shìn, il portiere e capitano Endo… Nessuno in quel momento sperava davvero di vincere la partita.
L’allenatore Willis, che fino a quel momento era rimasto in disparte a guardare la scena, riemerse nel suo ruolo appena pochi minuti prima della fine della pausa:
-Ragazzi, per il secondo tempo farò dei cambi.-. Nonostante il momento la Raimon prestò il proprio ascolto, speranzosa che qualche novità potesse cambiare il corso negativo che la partita stava prendendo. Dopo uno sguardo intenso a tutti i giocatori l’uomo parlò:
-Innanzitutto, com’è evidente, Endo sarà sostituito da Fubuki in porta.-. L’azzurra annuì, stringendosi al polso i suoi guanti da portiere:
-Poi Black entrerà al posto di Yukimura come attaccante.-. La mora sorrise, già eccitata all’idea di mettersi in moto. Ora l’unica cosa da decidere era il capitano momentaneo che avrebbe sostituito Endo. Lance già era sicuro del ruolo, sorridendo superiormente rispetto agli altri. Ma nuovamente tutte le aspettative furono stroncate dalle parole serie e irrevocabili dell’allenatore:
-Il nuovo capitano per questa partita sarà… Goenji Shuuya.-
 
-La partita riprende or ora! Per adesso i Kingdragon sono in vantaggio di un goal e sembra prevalga una certa superiorità anche sull’andamento del gioco! Mentre la Raimon ci appare molto strana: mentre Goenji entra con la fascia di capitano nonostante l’incerto primo tempo giocato Black esordisce nonostante Yukimura avesse prestato un’ottima intesa con gli altri attaccanti. Senza contare che non si è ancora vista la famosa intesa di Yang e Kidou, i quali non sembrano in forma quest’oggi! Infine Fubuki sostituisce Endo in porta, sarà all’altezza del suo compagno che ci ha lasciato di stucco? Amici ascoltatori, il secondo tempo ricomincia e ci sono ancora ben quarantacinque minuti da giocare! È ancora tutto in discussione!-
 
Desidero raccontarvi una bella(come no...) storia.
Parla di una ragazza, un’aspirante scrittrice, iscritta ad un sito di fanfiction. Un giorno la ragazza accese il suo computer e, non si sa come non si sa perché, vide cancellate tutte le sue storie, compresa quella in cui aveva salvato il capitolo della sua fic. Disperata dal non poterlo più recuperare cadde in depressione(come tanto le piaceva far diventare i personaggi nelle sue fic) e non scrisse più nulla per un lungo periodo di tempo. Quando finalmente si decise… okay, ora parlo al presente!
Davvero, non so come scusarmi per questo colossale ritardo nell’aggiornare! Ho battuto un record che speravo davvero di non acquisire mai! GOMENNASAI!!! T-T
Come avrete intuito, la ragazza della storia sono io(ma va?) e il mio capitolo è andato letteralmente a farsi friggere. Così, dopo parecchio, l’ho ripreso e oggi sono qui con questo!
Non so davvero se vale l’attesa, probabilmente no, ma spero comunque che vi piaccia!
Bene, commenti sul capitolo… beh, mi sono sempre chiesta come sarebbe avere Goenji come capitano, quindi… anche se l’ho ridotto male, mi spiace… no, non è vero! XD
Avrei voluto finire qui la partita, ma mi sono accorta che sarebbe venuto estremamente lungo! Quindi dovrete aspettare!... di nuovo… T-T
Vi prometto che per il prossimo capitolo ci metterò molto meno! Davvero!
Alla prossima! Ciao!
Purple_Rose
  

 

  
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