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Autore: GibsonGirl51    04/02/2013    2 recensioni
Agosto duemila. Una donna piuttosto anziana è in una stanza d’ospedale, dormiente. Accanto a lei una bambina che le accarezza la mano, io. Questa è la storia più difficile da scrivere, perché vissuta sulla pelle. Come ho visto il cancro in questi sedici anni, come ci ho convissuto indirettamente. Questo è per te Umi, mi manchi.
Genere: Fluff, Generale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Silvi Marina, Parte uno.
 
Abruzzo, arriviamo. Quella sera non dormii sapendo che il giorno dopo saremmo partiti.
Di malavoglia avevo preparato le valigie. Valigia, che strana definizione per un cesto del bucato con dei vestiti per la vacanza dentro. La mattina partimmo alle quattro. Mi lasciai cullare dalle canzoni che il mio iPod sceglieva casualmente per tutta la durata del viaggio. Quando vidi il mare per la prima volta dopo più di dieci anni il mio cuore ebbe un balzo. Quanta acqua. Quanto blu. Quanta vicinanza alla destinazione. Una volta arrivate mia madre ebbe la sua mezza crisi di pianto, ritrovandosi vicina alle sue amiche di quando era giovane, che poi avrei iniziato a chiamare Zie, con cui aveva condiviso così tante cose in vent’anni di campeggio. Forse dovrei fermarmi e raccontarvi la storia del campeggio di Silvi Marina.
Negli anni ottanta i miei nonni possedevano un camper, e avevano deciso di passare le vacanze a Lecce. Una volta stanchi, e ancora lontani dalla destinazione, mia madre prese la guida Michelin e aprì ad una pagina a caso nella zona di Pescara. Trovò il Lake Placid Camping a Silvi Marina, via Leonardo Da Vinci 18. Era il secondo anno di attività. Alla fine si piazzarono lì e ci passarono tutta la vacanza, così come le successive, fino ai miei tre anni. Una cartomante predisse a mia madre che avrebbe avuto una figlia entro la fine dell’anno, dopo un anno che provava ad avere una figlia. Mia madre non ci credette subito, poi un mese dopo andò dal ginecologo e si accorsero che era incinta da tre mesi. Continuammo ad andare in quel campeggio poi smettemmo e nacque mio fratello.
E così, dopo dieci anni tornammo.
Una ragazzina, Miriam, presentata da Rosita, una delle tre zie, mi prese e mi trascinò a mare, per fortuna avevo già il costume sotto. Mi tuffai esitante, stupendomi di quanto fosse bassa l’acqua in confronto a quella del Lago Maggiore. Nuotai tantissimo, con le solite frasi stupite. ‘’Ommioddio, quanto blu!’’ ‘’Oh, è davvero salata!’’ ‘’Non si riesce a distinguere dove finisce il mare e inizia il cielo!’’ Insomma, come se lo vedessi per la prima volta il mare.
Dieci minuti dopo essere entrata in acqua presi una medusa. Grande Martih. Passai il resto della giornata sulla sdraio, aspettando che passasse il bruciore. Da quel giorno sto molto, molto, molto attenta alle correnti fredde.
 
Conobbi meglio la mia seconda famiglia, composta da zia Rosita, una biondina tutto pepe, mamma di Miriam, un anno più piccola di me. Poi c’è zia Nicoletta, madre di una piccola peste di nome Maya, di tre anni. Zia Melina è forse la mia preferita. Sarà che è la più giovane, ma io e lei parliamo sempre tantissimo. I genitori delle zie sono i migliori. Ernesto, napoletano di nascita, viene chiamato ‘’lo svizzero’’ dai suoi compaesani, perché si trasferì in Svizzera e tornò a casa con Heidi, grigionese, che parla quasi e unicamente svizzero tedesco (che io non capisco). Questa è la mia vera famiglia. Li amo da morire. Se poi ci aggiungiamo i loro tre gatti che vengono a mangiare regolarmente al nostro bungalow, Colazione, Pranzo e Cena (nomi amorevolmente dati da mio padre), il carlino senza un occhio che è il boss del campeggio, chiamato Hugo, e il Rottweiler con i complessi da cane di piccola taglia completiamo il quadretto.
 
In ogni caso, torniamo a noi. Il secondo giorno ci andai con i guanti di velluto in acqua, poi la sera mi connessi ad internet, parlai con Matteo, amico storico di chat, che abita si e no a quattro ore da Silvi. Ci stavamo mettendo d’accordo di incontrarci il giorno dopo il suo compleanno, il quarto anniversario del giorno in cui ci siamo conosciuti. È incredibile il casino che ne uscì con mio padre, ma questo è un altro capitolo…
 

 
 
Saaaaaaaaaalve, da quanto! Scusatemi per il capitolo scrancio, ma sono demoralizzata. EFP ha cancellato alcune mie fanfiction a cui ero molto legata, e ora sono molto cauta a pubblicare. Comunque spero che ancora qualcuno legga questa storia.
 
Tra meno di due settimane sarà un anno che nonna se n’è andata, sento che in quei giorni scriverò tantissimo.
Come sempre, grazie per la lettura e grazie mille a chi recensisce.
 
~
Martih.

   
 
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