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Autore: The Boy With Curls    04/02/2013    0 recensioni
-Ricordati una cosa,Lou.Potremo allontanarci,non sentirci ma entrambi sappiamo che qualcosa ci legherà per sempre. Non importa che cosa sarà a tenerci uniti,l’importante è sapere che ci saremo sempre l’uno per l’altra.
Mi asciugai le lacrime e lo strinsi forte.
Salii su quel dannato taxi che mi avrebbe portata lontana dalla mia unica ragione di vita.
-Questo non è un addio Louis,te lo prometto-urlai mentre il taxi si allontanava.
Piansi per tutto il viaggio mentre vedevo la città farsi sempre più vicina.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 -Louis,ti sta squillando il telefono-dissi aprendo la porta della camera.
... Avevo la cattiva abitudine di non bussare,e prima o poi ne avrei pagato le conseguenze.
-Oh,scusami-sussurrai arrossendo.
Aveva solamente un paio di jeans addosso.
-Tranquilla-mi rispose sorridendo-Chi è?
-Un certo Harry,mi pare-dissi osservando il display.
-Ah,rispondi pure.
Un suono strozzato mi uscì dalla bocca,ma prima che il poveretto che stava chiamando riattaccasse,risposi.
-Pronto?
-Louis sono..chi sei?-chiese lui.
-Sono una sua amica,ma dimmi pure.
Cercavo di sembrare cordiale e disponibile,anche se in realtà non avevo ottimi rapporti con le persone che non conoscevo e con il telefono.
Ero sempre stata timida,c’era un blocco in me.
-Potresti dirgli che passiamo tra mezz’ora?
-Certo-balbettai.
-Grazie,uhm..ciao.
E poi riattaccò.
-Passeranno tra mezz’ora.
-Ricevuto.Vestiti,sono ragazzi.
Feci marcia indietro e rientrai in camera.
-Che vuol dire “sono ragazzi”?
-Vuol dire che se vedono una bella ragazza,si comportano da ragazzi-disse sistemandosi i capelli.
Volevo un mondo di bene a Louis,era il mio mondo,ma questo principio di gelosia mi faceva sentire meno libera.
Avrebbe potuto rinfacciarmi a vita il fatto che non mi ero scansata quando c’eravamo baciati,ma ero confusa.
Non che io non lo volessi o che non mi fosse piaciuto,solo non lo vedevo come un ragazzo con cui avere una relazione.
Almeno,non in quel periodo della mia vita.
Sentivo il bisogno di qualcosa di nuovo,nella mia vita,magari un ragazzo.
Se dovevo dare una svolta alla mia esistenza,era meglio mettersi all’opera.
Nessuno mi garantiva che gli amici di Louis non fossero quattro ubriaconi che pensavano solo a quello,ma una delle tante cose che ho imparato nella vita è che bisogna cogliere al volo le occasioni.
Così,per la prima volta dopo tanto tempo,mi feci bella.
Era dannatamente schifoso ammetterlo,ma ero bella.
Guardavo il mio riflesso nello specchio,orgogliosa di quello che vedevo.
Ero una di quelle ragazze che si poteva permettere qualsiasi tipo di abbigliamento,qualsiasi tipo di make up o acconciatura,ma era schifosamente brutto sentirsi gli occhi puntati addosso.
“Pazienza”,pensai sospirando.
Non era il momento di auto commiserarsi,ma di mettersi in gioco.
Quando il campanello suonò,andai ad aprire io.
L’unica cosa che vidi furono gli occhi di quel ragazzo,che aveva il cappuccio della felpa in testa.
Lo accompagnai fino al salotto,anche se probabilmente la conosceva meglio di me quella casa.
Ci sedemmo l’uno di fronte all’altra,in un silenzio quasi surreale.
-Piacere,Harry-esclamò tendendomi la mano.
-Summer-risposi afferrandogliela e stringendola leggermente.
-Oh,tu sei Summer.
Lo disse quasi come se avesse un angelo in persona davanti a se.
-Così sembra-dissi ironicamente.
Non era mai stato il mio forte flirtare con i ragazzi e nemmeno il senso dell’umorismo.
Strano a dirsi,dato che tutti si aspettano che una quando è bella sappia automaticamente fare tutto.
-Louis mi ha parlato tanto di te-disse togliendosi il cappuccio dalla testa.
Una cascata di riccioli scuri andarono ad incorniciargli gli occhi verdi ed il viso pressoché perfetto.
-Mi fa piacere-dissi cercando di mantenere la calma.
-Uhm..come ti trovi qui?-chiese.
Era palese che avesse cercato una scusa per attaccare bottone.
-Mi sono trasferita solo ieri ma Londra è ok.
-Sei la prima persona che trova Londra mediocre.
-Io..scusa,non era mia intenzione offendere-dissi agitandomi.
Lui rise,scuotendo la testa,e i suoi ricci si scatenarono.
-Non hai offeso nessuno.Nemmeno a me piaceva,all’inizio.Troppo caos.Poi ho scoperto una parte di Londra che non conoscevo,e ora fatico a lasciarla per tornare a casa.
Io annuii con un debole sorriso.
-Non sei di qui?
-No,vengo da un paesino nel Cheshire. Holmes Chapel,magari lo conosci.
-No,non lo conosco.
-Magari un giorno ti ci porto.
Alzai lo sguardo verso di lui e lo fissai imbarazzata.
-Se ti va,ovviamente-aggiunse.
Che ci stesse provando con me,non era così difficile da capire e solitamente prendo a schiaffi molto forte chi tenta di “farmi sua” già al primo incontro.
Ma stavolta era diverso,ne avvertivo il bisogno.
Avvertivo il bisogno che lui lo facesse,che mi facesse sua.
Era strano da descrivere,ma mi sentivo come quando ebbi la mia prima cotta alla tenera età di dieci anni.
-Ciao Harry-disse Louis,che arrivò dalla camera da letto.
-Ciao Lou-rispose lui svogliatamente.
-I ragazzi dove sono?
-Cinema.E stasera vanno in discoteca.
-Che ne dici Sum,andiamo?-disse Louis girandosi verso di me.
-Lo sai cosa penso delle discoteche,Lou-risposi seccata.
Non mi andava di trattenerlo a casa solo perché io odiavo quei posti dove non ci si poteva nemmeno parlare perché la musica era troppo alta.
-Tu vai pure,io mi guarderò un bel film strappalacrime e me ne andrò a dormire.
-Non ti lascio sola-ribattè lui.
-Se ti va,ti posso fare compagnia io-disse Harry intromettendosi.
Louis lo guardò storto,ma poi fece un cenno per acconsentire.
-A te andrebbe bene,Summer?
Io annuii.
In realtà mi infastidiva che Louis non avesse insistito per rimanere con me,ma dall’altra parte ero felice di poter rimanere sola con Harry.
Chissà,magari avremo ingranato la marcia giusta.
Harry se ne andò poco dopo,dicendomi che sarebbe arrivato per le nove.
Louis invece iniziò i preparativi e quando furono le otto,partì.
Non sapevo come ammazzare il tempo,come passare quell’ora.
Così,dedicai del tempo a me stessa.
“Un bel bagno caldo e una manicure,non guastano mai” mi ripeteva sempre mia mamma.
Un pensiero andò a lei ed istintivamente alzai il viso verso il cielo stellato.
Ero convinta che le due stelle più brillanti,fossero lei e papà.
Una lacrima solitaria rigò il mio viso,andando ad infrangersi sul pavimento del terrazzo.
Non era il momento di piangere,non ora.
Per fortuna arrivò Harry,che aveva portato una serie di dvd strappalacrime,in tutti i sensi della parola.
-Titanic?-propose.
Io annuii,così nessuno parlò per tutta la durata del film.
Alla fine,stavo piangendo come una bambina,ma non piangevo per Jack e Rose.
Piangevo perché immaginavo in ogni singola scena del disastro i volti dei miei genitori.
Quando la nave affondò,mi si strinse il cuore.
-Ti va di uscire?-chiese Harry per tentare di risollevarmi il morale.
Io annuii,così ci dirigemmo per le strade di quella città tanto amata.
Camminammo per un’eternità,fino ad viale illuminato ma stranamente vuoto.
Sulla destra scorreva lento il Tamigi.
Ci fermammo sulla balaustra,e io mi persi ad osservare i riflessi sull’acqua.
-I miei genitori sono morti durante una crociera.La loro nave è affondata,due anni fa-dissi tutto ad un fiato.
Non lo conoscevo nemmeno quel ragazzo,ma con lui sentivo la libertà di poter parlare,di potermi fidare.
Non parlò,sentii solamente una mano sulla mia spalla,che con un leggero strattone mi girò verso di lui.
Affondai il viso sul suo petto e piansi.
Lo sentivo stringermi forte,dondolando leggermente con il corpo.
Quella sensazione ebbe un effetto terapeutico su di me,mi calmai quasi subito.
-Scusami,ti prego-dissi staccandomi da lui e asciugandomi il viso.
-E di cosa?-disse dolcemente-Di essere una ragazza forte,che ha affrontato tanto nella sua vita ma che è ancora pronta a combattere?Di essere sensibile,dolce e gentile?Non ti devi vergognare di quello che provi-disse passandomi i pollici sotto agli occhi per asciugarmi le lacrime.
-Ti ringrazio,Harry-dissi sorridendo debolmente.
Quella serata la trascorsi così,a conoscere quel meraviglioso ragazzo e a farmi conoscere.
Gli raccontai tutto di me,ogni singola cosa.
Forse ora mi conosceva meglio lui di quanto io non conoscessi me stessa,ma mi sentii libera dopo quella lunga chiacchierata.
Mi sembrava che quelle lacrime avessero potuto finalmente lavare via il dolore che mi conservavo dentro.
Mi fermai ad osservarmi le mani,lo facevo sempre.
E poi lo sentii più vicino a me,le nostre All Star bianche si completavano a vicenda.
Mi girai e lo guardai.
E poi mi baciò.Fu quel genere di bacio di cui non puoi parlare ad alta voce con nessuno.Quel genere di bacio che mi fece capire che non ero mai stata così felice,prima.
  
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