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Autore: freakout    04/02/2013    4 recensioni
E se tutti i protagonisti (giocabili e non) dei giochi di pokémon si ritrovassero a condividere la stessa classe liceale, in un mondo completamente normale?
Se fossero tutti dei semplici ragazzi con le loro esperienze adolescenziali? Chi s'innamorerebbe di chi? Chi sarebbe amico di chi? Venite a dare un'occhiata e, se vi aggrada, continuate a seguire le loro storie.
P.s. Se potesse interessarvi, anche solo un pochino, la coppia base della mia storia è crossover, ovvero tra due personaggi di giochi diversi.
Note: Incompiuta.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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1.      DOPOTUTTO L’APPARENZA INGANNA.     [TOUKO - KOTONE]

Era sera tarda ma Kotone proprio non riusciva a dormire, ogni cosa attorno a lei le ricordava l’amato Red e la situazione corrente che non riusciva più a sopportare.
In fatto era che Kotone sapeva di amare Red (cosa ben chiara a tutti del resto, no?) e lui, ovviamente, ne è a conoscenza, ma tra i due non cambia mai nulla.
Kotone continua a ridere e scherzarci su e quando gli rivela di amarlo lo dice senza il minimo d’imbarazzo, ed è forse per questo che il loro rapporto non accenna a cambiare.
Kotone continuava così a girarsi e rigirarsi sotto le coperte pensando: “Lo amo davvero, lo so! Ma non riesco a dirglielo seriamente, è inconcepibile per me, così incasinata ad esprimere i miei sentimenti! Così glielo dico scherzando ma evidentemente non va bene, o forse lui… non ricambia i miei sentimenti?”.
Pensando a queste cose si appallottola sempre di più sotto le coperte con un’espressione tristissima perché che Red non ricambiasse i suoi sentimenti non l’aveva mai pensato, nonostante non avesse mai dato motivo di credere il contrario.
Ma era anche vero che Red non ha mai rifiutato le sue attenzioni, o era solo gentilezza?
Pensare a questa possibilità era come un coltello al cuore per Kotone: “Io, Kotone, che cerco sempre di rallegrare gli altri, come posso tenere il muso?”.
Semplicemente non era il carattere di Kotone e lei non voleva cambiare e diventare una di quelle solite ragazze adolescenti piene di problemi d’amore, affatto.
Allora si prese di coraggio e decise senza pensarci due volte che avrebbe detto tutto a Red il giorno seguente. Così tra timore e ansia riuscì ad appisolarsi.

 Nel frattempo la sua dolce amica, Touko, stava affrontando un altro problema.
La ragazza continuava a correre piangendo senza nemmeno accorgersi di starsi dirigendo dritta verso casa di N. Forse, inconsciamente, Touko sapeva di aver bisogno di lui più di chiunque altro, in quel momento.
Continuava però a correre senza pensare ne’ fermarsi finché non sbatté contro qualcuno e, dimenticandosi dei propri occhi in lacrime, alzò quasi d’istinto il viso per guardare in faccia la persona che aveva appena urtato.
I suoi occhi piangenti s’incrociarono con quelli stupendamente verdi e impenetrabili che conosceva fin troppo bene ma no, non erano quelli di N.
Allora Touko sgranò gli occhi, seguita a ruota dall’altro, e senza pensarci scappò via da quell’imbarazzante situazione che, se anche durata qualche secondo, le parve essere durata decine di minuti. Ma si sentì afferrare per il braccio sinistro ed essere riportata indietro, così abbassò lo sguardo, rassegnata all’idea di non poter andar via tanto facilmente:

-          “ Green, per favore… lasciami stare ”

-          “ L’avrei fatto se non ti avessi vista piangere, piccolo particolare che non avrei voluto vedere ”.

Ma Touko non era proprio in vena di chiacchiere, specie se l’interlocutore era Green, con i suoi dannati occhi verdi che non le permettevano di capire, almeno un po’, l’essenza di quel ragazzo.
Cercò di liberarsi dalla sua stretta e di andarsene ma Green le mise le mani sulle spalle, fermandola e chiedendole cosa le fosse successo.
Touko però non rispose ma si limitò a ripensare all’accaduto e alle parole che il fratello le aveva rivolto, scatenando così un’altra tempesta di fitte troppo dolorose per poter essere affrontate da sola; in quel momento chiunque era un’ancora di salvezza.
Le mani di Touko si portarono, così, lentamente a stringere le maniche della giacca di Green che, con le sue di mani, la teneva saldamente incollata su quel pezzettino di asfalto.

-           “ Green –fece in tono quasi supplicante- io non ce la faccio più… ”

  “ C’è qualcosa che posso fare? ”

“ Io… non voglio tornare a casa, stanotte ”.

In un lampo Green comprese che Touko non voleva certo che la lasciasse andare ma che fosse proprio lui ad ospitarla: portare Touko, che lo odiava, a casa sua, quanto brutta poteva rivelarsi quest’idea?
Seduta sul divano nel salotto della casa di Green, rimpinzandosi di cioccolatini, Touko si era momentaneamente ripresa mentre il compagno, sedutole di fronte, la osservava con grande sorpresa e anche un pizzico di fastidio:

-          “ … Touko? ”

-          “ Oh, Green. Ma non c’è nessun altro in casa? ”

-          “ I miei sono sempre fuori per lavoro e mia sorella studia all’estero ma hei, perché mi sembra che tu ti sia appena accorta della mia presenza?! ”

-          “ Perché questi cioccolatini sono troppo buoni ”

-          “ Ma allora: dopo che ti ho ospitata e, soprattutto, dopo che hai mangiato i miei cioccolatini, non pensi di dovermi una spiegazione? ”.

Il volto di Touko si fece allora di nuovo triste, ma cominciò a parlare:

-          “ Ti ricordi quando litigai con Belle e tu mi aiutasti? ”

-          “ Certo… ”

-          “ Avevi proprio ragione, sono una dannata egoista… ”

-          “ Chi è, questa volta, il problema? ”

-          “ Il problema sono io! Touya si è arrabbiato con me, mi ha detto ciò che pensava ed ha ragione, ma… ”

-          “ Ragione o meno stavi piangendo, no? Quindi è lui quello da rimproverare ”

-          “ La colpa è mia! ”

-          “ Può darsi, ma poteva dirtelo senza ferirti, sei pur sempre sua sorella ”.

Touko sospirò, sapeva di dover parlare con Touya chiaramente ma non era ancora pronta, e non voleva pensarci per il resto della nottata.

-          “ Green, che intendevi quando dicevi che non mi avresti fermata se non mi avessi vista piangere? ”

-          “ Io non sono affatto gentile, quindi non ti avrei aiutata ”

-          “ Ma l’hai fatto… ”

-          “ Perché stavi piangendo e se non l’avessi fatto mi sarei sentito in colpa ”

-          “ Appunto. Io credo che tu, invece, sia gentile eccome. Sai, io dico di odiarti perché non riesco proprio a comprenderti, non ti conosco affatto ”

-          “ Ferma! Tu mi conosci invece, tutti a scuola mi conoscono ”

-          “ Io non credo proprio! Tu, sicuramente, non hai nulla a che fare con il Green che conosciamo a scuola, credimi, lo so per esperienza personale. Ma proprio non riesco a capire come sei realmente, però oggi credo di aver scoperto che sei gentile, no? ”.

Green rimase a fissarla in silenzio senza cambiare espressione, come qualcuno che aveva appena perso una partita che era sicuro di vincere, perché Touko avevo colto nel segno e a lui non andava bene. C’era una sola persona, oltre Red, che lo conosceva realmente e che qualcun altro fosse capace di capirlo proprio non l’accettava.
Perché se Green indossava delle maschere c’era un motivo, lui non voleva che nessuno scavasse a fondo nel suo animo, non voleva che nessuno vedesse attraverso i suoi occhi.
E in quel momento avrebbe voluto dire della parole ciniche e apparentemente cattive e fredde alla ragazza, per allontanarla il più possibile, per non correre alcun rischio ma bastò un’unica domanda dalla parte della ragazza per smontarlo completamente:

-          “ Green, posso provare ad esserti amica? ”

-          “ Fa come ti pare ”.

Dopo un’oretta Green notò gli occhi della ragazza chiudersi quasi da soli, allora le propose di accompagnarla a casa, ma lei si fermò ad osservarlo senza proferir parola, così Green sospirò e, sbuffando, disse: “Ti accompagno nella camera degli ospiti, idiota”.
Prima che Touko fosse completamente entrata all’interno della sua stanza si voltò e chiamò Green:

-          “ … grazie, idiota ”

-          “ Questa è la seconda volta ma è sempre una sorpresa ”.

La mattina successiva Touko si svegliò completamente rilassata, si vestì e andò in cucina indecisa se chiamare Green o meno ma, a sua gran sorpresa, lo trovò già lì a bere qualcosa che, a giudicare dall’odore, si direbbe fosse cioccolata calda.
Il ragazzo prese allora un’altra tazza e la diede a Touko, affermando: “ Mi sveglio sempre presto, io ”.
Touko cominciò a bere la sua cioccolata guardando l’orario accorgendosi così di quanto tardi avesse fatto:

-          “ Green, perché non mi hai svegliata?! Andiamo a scuola! ”

-          “ Sicura di voler venire con me? Non so se tu voglia tenere questa cosa per te, ma io vado sempre con Red ”

-          “ Oh, non preoccuparti, ci penso io! ”.

Arrivati all’incrocio i due si unirono a Red ma lui non sembrò affatto notare Touko che, sentendosi ignorata, gli urlò: “ Buongiorno, Red! ”.
Il moro allora scrisse su un fogliettino: “ Buongiorno Touko, ci sei anche tu oggi? ”, facendo infuriare la ragazza mentre Green se la rideva.
Il ragazzo continuò a parlare e scherzare con Red mentre lui rispondeva con buffi bigliettini e Touko pensò che non era poi male, stare con quei due.
Però le parve certo insolito che Red non fosse neanche un po’ sorpreso di vederla in compagnia dell’amico, che volesse solo evitare di metterla in difficoltà?

 
Kotone si dirigeva verso la scuola con il cuore che batteva a mille, era nervosa ma troppo ansiosa di arrivare in classe e vedere Red, ma prima di tutto ne avrebbe parlato alle amiche Touko e Belle per ottenere il loro fondamentale supporto.
Giunse finalmente a scuola e, attendendo il suono della campanella, scrutò tra la folla e vide Belle così le si precipitò contro ma, con delusione, scoprì che mancava Touko all’appello.
Dopo una decina di minuti la vide però arrivare a scuola con aria infastidita e accompagnata da Red e Green. Le due amiche rimasero anche troppo stupite e, quando la raggiunsero, le chiesero: “ Sei venuta a scuola con Red e Green? Con Red e Green?! ”.
Touko cercò di evitare il discorso e Kotone accettò, troppo nervosa alla sola vista di Red.
Le ore passarono in fretta e giunse finalmente l’intervallo: i compagni cominciarono ad uscire di classe e Kotone riuscì in tempo a fermare Red riferendogli di dover parlare, lui rispose facendo cenno a Green di poter andare avanti da solo.

-          “ Mh, come cominciare… Voglio chiederti una cosa, ma non sono molto brava in questo. Tu sai cosa i provo per te, non c’è dubbio, dunque… io mi chiedevo… se tu, insomma, se tu mi ricambiassi. Ah! Ma con questo non voglio tipo metterti fretta, voglio solo saperlo, così… ”.

Red estrasse un fogliettino bianco dalla tasca e scrisse due lettere, poi lo diede alla ragazza che, immediatamente, tornò al suo solito atteggiamento sprizzante di energia e, contentissima, gli saltò addosso abbracciandolo: “ Si ”.
Era bastata una sola sillaba per rendere Kotone la ragazza più felice del mondo.
Certo, sbadati com’erano, non sapeva per certo che il loro rapporto sarebbe cambiato ma la certezza di essere ricambiata le bastava, al momento.

 
Finite le lezioni Touko tornò a casa accompagnata da Belle, durante la strada chiacchierarono su quanto fossero felici per l’amica ma poi giunse davanti alla propria casa e si fece seria: era il momento di affrontare Touya, che era pure mancato a scuola.
Entrò in casa e chiese alla madre di Touya, ma le non le diede risposta ma l’abbracciò sollevata di averla a casa dopo non vederla tornare la notte scorsa.
Salì di sopra ed entrò in camera di Touya, lui si alzò di scatto dal letto e le chiese, preoccupato, dove fosse stata, tuttavia ignorò la sua stessa domanda e cercò immediatamente di scusarsi, cercando le parole più appropriate, ma Touko lo fece tacere e lo avvolse con le sue braccia stringendolo:

-          “ Touko, mi dispiace… ”

-          “ Touya, ti ringrazio, per tutto ciò che fai per me ”.

Touko stava ormai di nuovo bene e, distesa sul suo letto, ricordò quando, correndo disperata, pensò ad N.
N, da quanto tempo non faceva una bella chiacchierata con lui?
Pensò a quando dicevano fosse innamorata di lui e sorrise, lei non era mai stata innamorata dunque non sapeva se si trattasse di amore ma qualcosa le diceva che non era affatto così, e che il ragazzo giusto doveva ancora arrivare.
Intanto chiamò N e parlarono davvero tanto, gli raccontò l’accaduto con Touya, lasciando da parte la questione Green che, per qualche strana ragione, conoscevano solo Belle e Red, e solo quando si rese conto del tardo pomeriggio giunto attaccò la chiamata per mettersi a studiare e, sentendosi ottimista, cominciò con la matematica ottenendo scarsi risultati.
Si chinò all’indietro con la sedia sospirando, puntò lo sguardo verso la finestra, rimise il libro nella cartella e uscì di casa.
Non aveva idea del perché l’avesse fatto ma era davanti casa di Green che aspettava di vederlo arrivare dopo aver suonato il campanello. Lui giunse presto alla porta e, rimanendo un attimo sorpreso, sbuffò:

-          “ Touko, con chi hai litigato questa volta? ”

-          “ Con la matematica! ”.

 




ANGOLO AUTRICE:
Salve, questa volta sono puntuale? In realtà non so dirvelo con certezza dato che non ricordo quando ho postato il vecchio capitolo, perdonatemi çç
Vi è piaciuto il capitolo? Sperdo di si e grazie per aver letto, come al solito vi invito a recensire c:
Alla prossima belli, ancora grazie ;)

   
 
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