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Autore: Cracked Actress    04/02/2013    2 recensioni
"Tutti hanno un prezzo."
Tony Stark è "semplicemente" il ricchissimo ed insopportabile proprietario delle Stark Industries, non certo un supereroe. Cosa succederebbe se incontrasse un ragazzino presuntuoso dal nome strano intenzionato a rendergli la vita impossibile?
[IronFrost]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Tony Stark/Iron Man
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3.


Ore 5.30.
L'insopportabile suono della sveglia giunse da un angolo imprecisato della stanza e sembrò a poco a poco avvicinarsi minacciosamente, facendosi sempre più assordante.
Tony Stark aprì lentamente gli occhi doloranti, ma le palpebre gonfie lo costrinsero a richiuderli come una saracinesca.
Maledizione, allarme rosso.”
“Jarvis?” mugugnò con la faccia premuta contro il cuscino, ma non ottenne risposta. Una scena alla volta, frase dopo frase, i ricordi della sera prima cominciarono ad affiorare: Jarvis non avrebbe risposto. Probabilmente l'AI era impegnata a preparare un dolce risveglio a quello stronzetto mentre al suo ideatore e costruttore toccava una fottuta sveglia dal suono infernale.
Altro che allarme rosso, Tony.”

Si tirò su di soprassalto, buttò quel congegno demoniaco per terra con una manata interrompendone finalmente il frastuono e appoggiò i piedi sul pavimento, lottando contro la nausea che gli suggeriva caldamente di tornarsene a letto e rimanerci fino all'ora di pranzo. Non poteva farlo: doveva capire e, una volta capito, agire.
Il cervello gli faceva male come un magazzino pieno zeppo di cianfrusaglie e i suoi pensieri cozzavano tra loro come i piatti di una dannata orchestra. Con un gemito, si posò le dita sulle tempie e premette, sperando di alleviare il dolore almeno per un attimo. Poteva considerarsi un discreto bevitore – per usare un eufemismo – ma la sera prima aveva oltrepassato ogni limite.
Afferrò il palmare sul comodino e schiacciando un solo tasto partì la chiamata alla persona più importante della sua vita, ovvero la sua segretaria, assistente, factotum, baby sitter.

Non lasciò a Pepper il tempo di dire “pronto” e la sommerse immediatamente di ordini.
“Pepper, voglio che tu sia qui tra mezz'ora al massimo con il migliore hacker degli Stati Uniti e un dossier con tutto ciò che riesci a trovare su Loki Laufeyson, L-o-k-i L-a-u-f-e-y-s-o-n. Sì, sono le cinque e mezzo del mattino e no, non sono impazzito. A dopo, miss Potts!” la salutò senza attendere una risposta, convinto che Pepper avrebbe eseguito, visto il suo incredibile talento per l'impossibile.
Come lavorare per Tony Stark, ad esempio.

Tony aprì il cassetto e trovò subito quel che stava cercando, il nettare degli dèi: un potentissimo antidolorifico, mix letale di barbiturici e caffeina, che mentre toglie il dolore ti sveglia come un ceffone in pieno viso.
Quattro pillole dovrebbero bastare.”

Le ingurgitò senza un goccio d'acqua – non c'era tempo – e si alzò. Barcollando, si avviò verso l'ampio bagno e dopo una lunga pisciata ristoratrice, si tolse i boxer ed entrò nella lussuosa Jacuzzi. Prese un bel sospiro e aprì l'acqua fredda infilando la testa direttamente sotto il rubinetto. Definirla solamente “fredda” era inesatto, in realtà era completamente ghiacciata: Tony non trattenne un urlo di rabbia e ripassò l'intero repertorio di imprecazioni mentre il gelo si insinuava dappertutto e lui tentava di lavarsi con le mani congelate. Soluzione drastica ma necessaria: doveva essere totalmente lucido e non c'è niente di meglio di una bella combinazione di acqua fredda e incazzatura per smaltire un dopo-sbronza.

Nel momento in cui si ritenne sufficientemente vispo, furibondo e pulito, caracollò fuori dalla vasca gocciolando dappertutto e si legò in vita un morbido asciugamano bianco. Aveva qualche minuto per sistemarsi baffi e pizzetto, asciugarsi i capelli e vestirsi: come ogni giorno più o meno, visto che di solito si svegliava appena un quarto d'ora prima dell'inizio dei suoi appuntamenti di lavoro.

Ciò non mi impedisce di essere sempre perfetto.”
Quando finalmente lo specchiò gli restituì l'immagine di un avvenente trentenne – “quasi quarantenne, ok...” – dal volto rilassato, seppur con qualche occhiaia di troppo, e finemente vestito con una camicia blu, una cravatta bianca a righe azzurre ed uno smoking grigio antracite, erano le 6.05.
Un minuto dopo fece il suo ingresso nel soggiorno, esattamente nell'attimo in cui Pepper entrava dall'altra porta: nonostante l'ora, non aveva un capello fuori posto.
“Buongiorno!” le disse accogliendola con un ampio sorriso. “Il nostro ospite?”
“Dovrebbe arrivare a breve. Non è facile convincere un professionista a buttarsi giù dal letto a quest'ora.” le rispose la donna.
“Ah, per i soldi le persone fanno questo ed altro, mia cara Pepper! E il dossier? Hai trovato qualcosa?” chiese, rabbuiandosi di colpo.
“Fin troppo, Tony. Quel ragazzo ha ucciso un uomo. Guarda qui.”

Gli porse una cartellina nera con dentro ritagli di giornale e verbali della polizia che Tony non afferrò: voleva chiaramente che fosse lei ad illustragli il contenuto.

“Intanto è meno giovane di quanto pensassimo,” proseguì Pepper seguendolo al bancone della cucina, dove Tony si sedette su uno sgabello e si versò da bere, “di prima mattina? Mio Dio...” sibilò con disapprovazione.
“Non te l'hanno mai detto che uno dei modi migliori per far passare un dopo-sbronza è bere l'ultima cosa che hai bevuto la sera prima?” le spiegò Tony allargando le braccia e indicando il bicchiere di scotch.
“No, mai sentito questa idiozia prima,” rispose Pepper guardandolo critica, “non avrai preso anche le pillole vero?” aggiunse allarmata.
“Quattro” la informò Tony annuendo e ridendo della faccia insieme turbata ed irritata di lei. “Meno giovane di quanto?” le chiese, tornando serio.

“Ha quasi venticinque anni,” Pepper gli indicò il certificato di nascita contenuto nel dossier, “evidentemente ha mentito nella scheda che ha compilato per il concorso.”
“E la storia dell'omicidio?”
“Laufeyson ha ucciso il suo patrigno...patrigno adottivo, per l'esattezza. I genitori biologici sono ignoti, l'hanno lasciato in un cestino del parcheggio del St Vincent's Hospital quando aveva pochi giorni. Ha passato buona parte dell'infanzia in un orfanotrofio, poi a dieci anni è stato adottato ma la famiglia lo ha riportato indietro,” Pepper si interruppe per prendere un foglio dalla cartellina e porgerlo a Tony, “dissero che era malvagio, la dichiarazione è riportata qui.”
“Malvagio?” gli fece eco Tony, “non posso certo dire che avessero torto. E poi?”
“E' stato adottato di nuovo a tredici anni ma sarebbe stato meglio che non fosse successo. Il patrigno abusava sessualmente di lui e una notte Laufeyson ha preso un coltello e l'ha ammazzato.”
“Merda” commentò Tony sbigottito, tentando di immagazzinare tutte le nuove informazioni.
Pepper continuò con tono professionale come al solito. “Il processo destò molto scalpore, perché nonostante fosse praticamente un bambino fu ritenuto capace di intendere e di volere e condannato, pur con le evidenti attenuanti del caso, in ragione delle quali non decisero per il massimo della pena,” spiegò. “E' rimasto dai quattordici anni ai ventuno in un centro di detenzione giovanile. Da quando è uscito non se ne è saputo più molto, non ha mai avuto un lavoro e sulla carta è un senza fissa dimora.”
“Ciò significa che in questo momento in casa mia, a dormire al piano di sotto, c'è un barbone ex baby-killer completamente pazzo che potrebbe uccidermi da un momento all'altro perché, non lo so, ad esempio ho i baffi identici a quelli del suo patrigno?” chiese Tony tremante di rabbia.
“Tony, non la metterei in questi termini...questo ragazzo ha una storia orribile alle spalle e...” cominciò Pepper con un cipiglio severo.
“Oh, che dispiacere! Che ragazzo sfortunato. Non me ne frega niente di tutte le sue sventure, è a me che penso! Questo figlio di puttana ha preso il controllo della Stark Tower e mi ha infilato la lingua in bocca!” sbottò Tony, pentendosi subito di aver pronunciato l'ultima frase.
“Ha fatto cosa?” chiese Pepper, trattenendo a stento un sorrisetto sardonico.
“Non ha importanza, ciò che conta è che è un pazzo furioso! Perché nessuno ha controllato se ciò che aveva dichiarato nella scheda del concorso era vero o non ha fatto ricerche su di lui?” ringhiò fuori di sé.

“Avrebbero dovuto farlo i suoi pr, si sono occupati interamente loro del concorso e di tutte le questioni correlate” si difese Pepper, conscia di non avere nessuna colpa.

“E allora chiamali e licenziali. Subito.” Il tono del miliardario non ammetteva repliche.

“Sarà fatto,” rispose la donna, “Mr Xen0d è arrivato,” aggiunse, dopo aver guardato il palmare.

“È il nostro uomo?” chiese scettico Tony, “non c'è niente di più ridicolo di questi stupidi nomi da hacker.”

“Cerca di non essere così gentile quando te lo troverai davanti, Tony.”
“Ci proverò, Pepper. Fallo accomodare, io nel frattempo devo fare una cosa.” sussurrò abbassando improvvisamente la voce. Corse all'ascensore e vi sparì dentro, senza aspettare l'arrivo del suo ospite, lasciando la sua assistente in piedi accanto al bancone con un foglio in mano ed un'aria rassegnata dipinta sul volto.

 

Ore 14.30.

“Sveglia, dormiglione!”

Loki giaceva sul letto con la coperta tirata fin sopra la bocca ed emetteva strani ed insensati mugolii.

Ha funzionato, maledetto bugiardo.”

“Avanti, è una bellissima giornata! Il sole è alto, ti ho portato il pranzo,” scherzò Tony gongolando.

Vincere è dannatamente divertente.”
Vide il ragazzo muoversi molto lentamente con estrema fatica, sollevare le palpebre e richiuderle immediatamente.
“Non siamo dei tipi mattinieri, eh, Psycho?” gli disse con il trionfo negli occhi.

Quando si accorse che Loki era riuscito finalmente ad individuarlo nella stanza e ad agganciare gli occhi annebbiati ai suoi, notò che a malapena li teneva aperti.
“Vuoi dirmi qualcosa?” gli chiese serio, mentre il ragazzo apriva la bocca senza riuscire ad emettere alcun suono. “Ho capito, vuoi chiedermi se ti ho drogato!” aggiunse schioccando le dita, e vide la paura sul volto di Loki. “L'ho fatto! Ed ha funzionato piuttosto bene, a quanto vedo! Chissà se manifesterai degli effetti collaterali nelle prossime ore...ho usato un gas sonnifero sperimentale che stiamo tentando di perfezionare per venderlo all'esercito.”
Loki tentò di rispondere ma dalle sue labbra uscì soltanto un grugnito e Tony continuò il suo monologo come se niente fosse.

“È esaltante parlare con te in questo stato. Il sonnifero ti rende estremamente più simpatico, Peter Pan! Hai precisamente vent'anni, giusto? Che strano, il tuo certificato di nascita dimostra che tu ne abbia almeno ventiquattro...Devo dirlo: la scheda che hai riempito per il concorso era davvero strappalacrime. Mammina e paparino morti, nessuno che vuole adottare il povero piccolo Loki, tanto intelligente ma tanto povero...davvero commovente. Però hai dimenticato la parte più spassosa della storia, un po' splatter forse, ma sicuramente interessante. Insomma, ti sei fermato soltanto dopo aver inferto al tuo patrigno venti coltellate...Se tu l'avessi scritto nella scheda, ti avremmo scelto ancora più volentieri!”

Loki tentò invano di mettersi a sedere con la schiena contro la spalliera del letto e di farfugliare un insulto.
“Non ho finito, chiacchierone. Vedi, dopo essermi assicurato che tu dormissi placidamente tutta la mattina, ho lavorato duramente insieme al miglior hacker degli Stati Uniti per cercare di scoprire come diavolo tu abbia fatto ad entrare nel sistema della Tower in due giorni e per ripristinare il controllo. Devo dirtelo: sono molto deluso. Pensavo di avere davanti un avversario non dico alla pari – per Dio, sono Tony Stark – ma che almeno potesse farmi divertire un po'. Invece scopro che erano mesi che dal tuo patetico portatile tentavi di intrufolarti nel mio mainframe e che ti sei iscritto al concorso proprio per questo. Che tristezza. Ovviamente quasi otto ore sono bastate al mio hacker per riprendere pieno controllo della Tower, ho strumenti di backup che un novellino come te non può nemmeno immaginare...non che io sottovaluti le tue capacità, sei il Dio dell'informatica in fondo, ma vedi, mia potente divinità, la tecnologia costa. E chi non ha i soldi, è destinato a perdere. Sai meglio di me quanto conti per un hacker avere un'attrezzatura valida. E non riuscirai a metterti a sedere, rassegnati: la fase di risveglio dura circa tre ore. Prima che tu possa alzarti sarà pomeriggio inoltrato e quando lo farai mi aspetto molte risposte.”

La voce di Tony si fece improvvisamente bassa e minacciosa. “Voglio sapere precisamente chi cazzo sei, perché mi hai preso di mira e chi ti paga, e quando avrò avuto tutte le risposte non mi limiterò a sbatterti fuori di casa, puoi starne certo. Sogni d'oro, genio del male... Jarvis, spegni la luce!” concluse in tono teatrale, e rivolgendo un ultimo sguardo carico di disprezzo al corpo inerme e silenzioso di Loki, uscì dalla stanza.
 



Note: scusate l'imperdonabile ritardo! Purtroppo è tempo di esami per noi poveri studenti universitari e il tempo scarseggia. Spero che il capitolo sia di vostro gradimento. Chiunque vorrà lasciarmi un parere mi renderà felicissima! 

 

   
 
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