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Autore: _Heather    04/02/2013    8 recensioni
Mia madre si stava allacciando il cappotto, dandosi un occhiata allo specchio nell’ingresso. -ah! Oggi viene l’idraulico per mettere a posto il lavandino in cucina e fare gli allacciamenti o qualcosa del genere per l’altro bagno-
Suonarono al campanello, doveva essere l'idraulico. Andai ad aprire e lo vidi.
Lui.
Con un gesto deciso gli chiusi la porta in faccia. Rimasi a fissare la porta bianca.
Suonò il campanello, di nuovo. 
-cosa ci fai qua?-
Sorrise arrogante, leccandosi le labbra. -sono l'idraulico, baby-
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2. Educazione fisica



 
Educazione fisica
Ora di lezione amata dagli sportivi e da quelli che vogliono mettersi in mostra ed odiata dai secchioni e dai tipi come me.
Perché dovevo mettermi pantaloncini e maglietta e correre intorno alla palestra o giocare a sport in cui facevo pena? Era solo un’ora dove quei decelebrati che giocavano nella squadra della scuola (non ho idea di che diavolo di sport) facevano i fighetti e prendevano per il culo i tipi come me.
Mi trascinai nello spogliatoio femminile, notando che alcune si stavano cambiando e altre parlavano tra loro. Molto svogliatamente iniziai a cambiarmi.
Mi ero appena infilata i pantaloni quando la porta si aprì ed entrò Jessica sono-una-troia-e-me-ne-vanto non so il cognome.
Piccola presentazione: Jessica, chiamata da me ciucciapannocchie era una troia. Anzi, la troia della scuola. Alta, mora con gli occhi azzurri. È stata l’unica a passare più volte dal letto di Malik, quindi vuol dire che a letto se la cava. Tanto per cambiare non la sopporto e ci litigo spesso. Okay…litigavo con tutti, tranne con Natalie, va bene?
Dopo aver allacciato le scarpe andai davanti allo specchio del bagno per fare una coda decente.
Un’ondata di profumo nauseabondo mi arrivò alle narici. Dallo specchio vidi che Jessica era accanto a me intenta a passarsi il lucidalabbra.
-strano che non si è ancora rotto lo specchio..- mormorò
Troia.
-me lo domando anche io…con quella faccia da culo che ti ritrovi.-
Mi lanciò un’occhiataccia dallo specchio. Non avevo mai visto mettersi il lucidalabbra in quella maniera. Continuava a chiudere e aprire la bocca, sembrava stesse facendo stretching con le labbra…eppure da quanto ne sapevo io era abbastanza allenata a tenere la bocca aperta.
Uscì dallo spogliatoio ed andai in palestra. C’erano i ragazzi che giocavano a calcio, le oche che li guardavano sospirando, altre che facevano dei passaggi di pallavolo e infine c’ero io, che andai a sedermi sulle gradinate.
Il prof fischiò per farci mettere tutti in riga. Sbuffando andai al mio posto, ovvero tra i primi. Eravamo in ordine di altezza e io non ero molto alta. Affianco a me c’era una ragazza, Janette. Era poco più alta di me ma era magra, al contrario mio. E non fate quella faccia da: crede di essere grassa quando invece è magra. Aveo qualche chilo in più. Ma me ne fregavo e vivevo felicemente. Meglio una vita mangiando pizza e nutella che una passata a mangiare l’insalata e contare calorie, no?
-oggi giocheremo a baseball- dichiarò il professore
I ragazzi esultarono, alcune ragazze con loro e altre,  tra cui io, sbuffarono.
Ci dividemmo in due squadre: attacco e difesa. Io sarei partita in attacco.
Andò a battere un mio compagno di squadra,  colpì la palla con la mazza e sfrecciò verso la prima base. Mentre i miei compagni ripetevano la stessa cosa, io ero molto più interessata alle mie dita. Erano storte, che soffrissi di artrite?
Capì che era il mio turno quando sentì gridare il mio nome. State calmi oh! Tutta sta fretta…
Presi la mazza in mano e tenta di colpire la palla.
Non la vidi neanche e rimasi come una cogliona con la mazza in aria, facendo ridere quei deficenti.
Innervosita, ritentai un’altra volta.
Questa volta vidi la pallina venire verso di me, ma avevo i riflessi più lenti di una lumaca e non la colpì, di nuovo.
E di nuovo quei deficenti che avevano una nocciolina al posto del cervello risero.
Notai un cretino che rideva.
Malik.
Malik stava ridendo come un idiota. Che poi è un idiota.
Rideva perché non ero riuscita a colpire la pallina. Non tutti sono bravi come te, sai?
Lo fulminai con un’occhiataccia.
Adesso gli avrei fatto vedere io.
Feci segno al tizio di lanciare la palla, la mia ultima possibilità. Portò il braccio all’indietro e lanciò la palla.
Incredibilmente questa volta la colpì.
-Collins! Corri!- giusto. Dopo aver colpito dovevo correre
Mi diressi verso la prima base, non proprio correndo..
Arrivai in base, anche perché tutti si erano radunati intorno a qualcosa per terra. Incuriosita, mi avvicinai.
Mentre mi facevo spazio, alcuni mi lanciarono sguardi sorridenti e le ragazze mi guardarono male, molto male.
Amatemi.
Erano i momenti come quelli in cui mi amavo e vorrei sposarmi da sola. Brava Rose, sono fiera di te.
A terra, disteso con gli occhi chiusi e una mano sulla tempia c’era Malik. Eh si, con il mio colpo da maestro, l’avevo preso in piena testa. Tanto non aveva subito danni celebrali, anche perché non aveva un cervello e quindi non si era fatto niente. Iniziai a ridere, mentre le ragazze mi avrebbero volentieri ucciso.
Il prof si fece largo e quando vide uno dei suoi alunni preferiti (perché Malik se la cavava negli sport) a terra mi guardò male, anche lui.
Ma che cazzo. Tutti con me ce l’avevano?
-Collins, accompagna Malik in infermeria- disse
-perché io prof? Credo che Jessica lo farebbe più volentieri- ribattei
-perché l’hai colpito tu. E voi altri tornate in campo- sbraitò
Malik si alzò, sempre tenendosi una mano sulla tempia. -andiamo?- chiesi sbuffando
Mi lanciò un’occhiataccia. -non mi aiuti neanche?-
-dovrei?-
-si-
Sbuffando, mi avvicinai a lui. Presi il suo braccio e passai il mio intorno al suo fianco, aiutandolo a camminare. Arrivati in infermeria, lo feci sedere sul lettino. Ma dove diavolo era l’infermiera quando serviva? Sarà nello stanzino delle scope con il bidello del secondo piano, ci avrei scommesso.
-dov’è quella vecchietta quando serve?-  borbottai. Malik sorrise
Notai che aveva la mano ancora sulla tempia. Che gli abbia fatto male veramente?
-ti fa male?- che domanda insensata.
Annuì. Visto che quella vecchia bacucca era occupata a fare Dio solo sa cosa, mi guardai intorno alla ricerca del ghiaccio.
C’era un piccolo frigorifero, lo aprì e trovai la borsa del ghiaccio. La presi e mi avvicinai a Malik.
-che vuoi fare?- mi chiese sospettoso
-ma secondo te?  Leva la mano-
-no-
-si-
Sbuffò e poi levò la mano. Sulla tempia c’era un enorme bollo rosso. Ridacchiai tra me e me.
Appoggiai delicatamente il ghiaccio sopra. Ero molto vicina al suo viso, forse troppo. Riuscivo a sentire il suo respiro sul collo.
Teneva lo sguardo per terra, poi l’alzò e mi scrutò con i suoi occhi scuri. Color cioccolato fondente direi….cazzo, dovevo avere molta fame per paragonare gli occhi di Malik al cioccolato.
Portò la mano sopra la mia e la spostai, permettendo a lui di tenere la borsa del ghiaccio.
Lo guardai due secondi prima di distogliere lo sguardo verso il giardino.
Pantaloncini blu e maglietta a maniche corte bianca. Ed era figo.
Perché io no?
Posò la borsa del ghiaccio sul lettino. -è caldo- spiegò. La rimisi in frigo. Poi, nell’armadietto trovai una crema per le botte.
Mi riavvicinai a Malik, il bollo si era sgonfiato un po’ per fortuna. Misi un po’ di crema sulla mano e iniziai a spalmarla. Sussultò. -mi fa male- si lamentò.
Gliela massaggiai un po’ più dolcemente, mentre continuava a scrutarmi. Dovevo ammettere che mi sentivo un po’ a disagio.
All’improvviso la porta sbatté ed entrambi sussultammo. -ti sei fatto male tesoro?- chiese la ciucciacalippi.
-niente di grave- la tranquillizzò lui. Mi sciacquai le mani e poi uscii, lasciando da soli quei due.
 
 
 
-sono a casa- urlai dall’ingresso per farmi sentire
Sentivo odore di cibo, buono. In cucina trovai Katie che mangiava il suo piatto di pasta.
-ciao sorella- dissi
Si limitò ad un cenno del capo. -mamma?- chiesi
-è di sopra, al telefono-
Versai un po’ di pasta nel piatto e mi sedetti a tavola a mangiare. Era sempre così. Anche se eravamo sorelle, non ci parlavamo più di tanto. Dopo il ‘come va?’ non ci dicevamo granché, a parte quando litigavamo e succedeva abbastanza spesso.
Nostra madre venne a sedersi a tavola con noi, era sorridente. Significava che aveva parlato con il suo ‘compagno’. I miei erano divorziati da anni, vedevamo nostro padre nei weekend (non tutti) e la mamma era convinta che non sapessi che si frequentava con uno. Ma un paio di volte l’avevo sentita dire ‘mi manchi amore’ ‘non vedo l’ora di vederti’ e cazzate del genere, in più l’avevo vista una sera baciarsi sotto casa con uno. Ma non gli avevamo mai chiesto niente perché mi faccio i fatti miei.
-oggi vado da Natalie- le informai, dovevo conoscere il famoso Liam.
Annuì, troppo presa dalla conversazione appena avvenuta la telefono.
-però prima aiuti Katie con i compiti-
Allora non era nel mondo degli innamorati….cosa aveva detto? Aiutare Katie?! Oddio…non aveva ancora capito come si fanno le divisioni.
….okay, non le avevo ancora capite neanche io.
 

 
-ti muovi?- strillò Nat dalla cucina
Grugnii, infastidita dall’ennesimo urlo della mia amica. Ero andata a casa sua nel pomeriggio ma mi ero addormentata, come al solito.
Mi trascinai in bagno, allo specchio ho potuto ammirare i miei banalissimi occhi contornati dalle occhiaie e i miei capelli annodati. Solo per sciogliere quel cespuglio che avevo in testa ci impiegai mezz’ora. Poi avevo tranquillamente usato i trucchi costosissimi della mia amica. Saranno pure di marca ma la faccia orrenda non la cancellano.
Lisciai i jeans e il maglione azzurro che indossavo. In cucina trovai Nat con il cappotto addosso. Mi costrinse ad uscire subito di casa, con la conseguenza che camminavo mentre mangiavo la mia merendina. Arrivate in palestra lei andò a cambiarsi negli spogliatoi e mi sedetti sulle poltrone del piccolo salottino che c’era accanto all’entrata. Mentre Natalie seguiva la sua lezione di yoga, sfogliavo le riviste, per passare il tempo.
Finita la lezione, Natalie si cambiò e mi trascinò davanti alla porta d’ingresso, per aspettare il famoso Liam.
-dov’è?- chiesi guardandomi intorno
-l’ho visto che andava a cambiarsi, tra poco esce-
Quando iniziò a stringermi convulsamente il braccio capì che c’era anche il famoso Liam. -è quello lì- sussurrò
Lo vedevo di spalle. Era alto, molto. Portava una felpa nera. Non riuscivo a capire se fosse così bello come lo descriveva lei.
Quando si girò si accorse di noi, o meglio, di Natalie.
Per tutte le banane del mondo.
Respira Rose, lentamente.
Ci venne incontro. Era bello, ma molto bello. Capelli biondo scuro raccolti in un ciuffo, occhi color nocciola (belli al contrario dei miei) e un espressione…dolce.
Se non fosse che piace a Natalie penso che l’avrei trascinato in uno spogliatoio e avrei fatto cose per cui avrei dovuto confessarmi in seguito..
Basta pensieri perversi alle sei di sera.
Cioccolato. Ricoperto di cioccolato sarebbe…mhh da leccarsi i baffi.
Ho detto: basta pensieri perversi.
-ciao Natalie!- disse sorridente.
Può un sorriso essere stuprabile? Certo. Se è di Liam non-so-il-cognome
-ciao Liam- rispose timidamente
Guardò entrambe sorridendo. Quanto era alto? Mi stava venendo il torcicollo a guardarlo in faccia.
Ok. Non fare l’idiota. Non fare l’idiota. Non fare l’idiota. Non fare l’idiota. Non fare l’idiota. Non fare l’idiota. Non fare l’id…
-ciao! Tu sei…?- mi chiese
-idiota- mi sfuggì
Ecco un’altra bella figura di merda da aggiungere all’album!
Rise e Natalie mi guardò male. -intendevo dire Rosemary. Ma chiamami Rose se non vuoi finire male-
Sorrise. -vai a scuola con Natalie?-
-affermativo- ma che risposta era ‘affermativo’’?! Mica eravamo in un film di James Bond.
Percorremmo un tratto di strada assieme. Grazie a me Natalie scoprì in che scuola andava, i suoi interesse, gusti musicali. Ma soprattutto scoprimmo che percorrevano la stessa strada per andare a scuola. Ovviamente essendo un galantuomo, propose di fare la strada assieme tutte le mattine.
Studiava in una scuola per artisti. Gli piaceva cantare, ascoltare musica e fare sport.  Nel complesso mi sembrava un bravo ragazzo e simpatico. Lo vedevo bene con Nat.
E soprattutto non era Malik.
Perché avevo pensato a Malik?









Writer's Space


Ed ecco il secondo capitolooooo!
Un enorme GRAZIE alle 7 che hanno recensito il primo capitolo, siete ashjkld
Grazie anche a chi l'ha messa tra le seguite/ricordate/preferite

Le altre mie FF:
Me, my sister and her boyfriend e English's Lessons

Ancora grazie a _Sam per avrmi fatto questo banner sahjkl

Twitter: @paynemysuperman
   
 
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