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Autore: zorrorosso    04/02/2013    4 recensioni
”Un mostro! Un mostro vi dico! Il volto gli colava dalla testa come se fosse stato spellato! Come se fosse morto, tuttavia in vita, si muoveva e camminava... "- Alcuni segreti non possono essere svelati con facilità! ***mentre sto preparando questa storia per traduzione ed editing, verranno aggiunti dei capitoli "prequel"***
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aramis, Athos, Cardinale Richelieu, Duca di Buckingam, Milady
Note: Cross-over, Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Di Uomini e Mostri...'
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Ok, chiedo scusa per aver pubblicato solo ora questa seconda parte.
Come ho scritto, questo capitolo risulta un po' mattone ed io ho un brutto vizio: se il capitolo non e' pubblicato lo "torturo" senza realmente finirlo e andare avanti. Specialmente per questo, continuavo a torturare l'inizio senza quasi guardare la fine. Ho provato dunque a spezzarlo in modo da poter finalmente puntare un po' anche sul finale, spero di esserci riuscita.

Riassunto parte I: due anni prima della nostra storia, i tre moschettieri incontrano Milady al castello d'Amboise ed insieme a lei si rendono conto che per procurarsi i prospetti di Leonardo da Vinci che stanno cercando, devono andare a Venezia...

Capitolo 6
Quattro Avventurieri pt II


Ricordo’ di essere partito immediatamente, ancora con gli armamenti presi solo per quel piccolo viaggio fuori Parigi, non la traversata delle Alpi.
Comprarono durante le prime ore della sera tutto quello di cui avrebbero avuto bisogno in viaggio, la donna elargi’ generosamente denaro a chi non ne aveva portato abbastanza, come a dimostrare la sua piu’ completa fiducia. Cosi’, senza mai tornare indietro neppure di un semplice passo, lasciarono quella tranquilla regione per una piu’ ripida e scoscesa.
Segui’ un lungo viaggio verso sud, i giorni gelidi e le notti ancora piu’ fredde. Cieli bianchi e coperti, tempo che preannunciava gia’ la neve o le prime brinate notturne.
Le montagne ricoperte, ancora per poco, dei colori del giallo e del rosso vivo.
Il mare calmo ed i pini mediterranei, in quell’autunno che ancora odorava di dolce mosto, ma gia’ si riscaldava ai duri fuochi, appiccicosi di verde resina del legno nuovo e roventi padelle arrugginite, sulle quali, rilucevano nere, le castagne profumate.
 
Ricordava le accelerate veloci a cavallo, per sventare i briganti sulle terre di confine, dietro le ripide collinette brune, che in quelle terre di ducati e piccoli regni erano innumerevoli.
 
Ricordava le piccole mani di Anne cingergli il braccio nella vettura ed i suoi sorrisi veloci.
Come d’oro parevano le foglie dei platani illuminate dal sole, cosi’ dorata sembrava lei.
Queste volavano via al primo soffio di vento, mentre lei rideva e raccontava storie di tempi antichi e di terre lontane. Raramente parlava di se.
 
Le notti erano spesso spese in locande sempre differenti, tuttavia dopo le prime nottate in cui Porthos ed Aramis usavano festeggiare e litigare, si smise presto di ridere e bere. Probabilmente i due amici erano a corto di soldi o nervosi per quella missione che erano in procinto di compiere. Avevano cominciato ad allenarsi costantemente: quelli che prima sembravano semplici battibecchi tra compagni di ventura, divennero veri e propri combattimenti portati avanti con sufficiente violenza. Persino Porthos smise di avvicinare donne, mentre Aramis ricomincio’ a bisbigliare una qualche supplica o preghiera, di tanto in tanto.
Lui, tuttavia non si preoccupava troppo: sapeva di essere sufficientemente allenato per quella missione, ancora cosi’ vaga. Dava per certo che avrebbe potuto mettere in pratica le sue abilita’ di sommozzatore, in una citta’ costruita sull’acqua.
Altre cose prendevano la sua mente, ed il suo cuore: presto Athos ricordo’ di come era d’uso che lui ed Anne si scambiassero un furtivo bacio della buona notte, o che scappassero via per qualche ora, all’insaputa dei suoi due attenti compagni.
 
Dopo qualche tempo in viaggio, era convinto di come quella donna dalle mille risorse, provasse davvero sentimenti onesti, gli stessi che lui cominciava a provare.
Ricordo’ quel breve tempo felice con intensita’.
 
Poi una lettera giunta da chissa’ dove, senza un destinatario che Milady si era presto affrettata a bruciare. Un rapido sorriso e gli occhi verdi si inlanguidirono ancora al confronto coi suoi.
Fu cosi’, che nel mezzo di una fredda nebbia autunnale, ancora una volta in una di quelle terre di confine, dove i messi Papali non giungevano costantemente, ma dove le rive del mare piatto portavano in fretta verso le prime lingue di sabbia che costituivano la Serenissima Repubblica, che Milady cito’ loro quella missiva segreta che si era apprestata a distruggere.
“Bene, ora che siamo qui ed abbiamo ricevuto queste ultime informazioni, non ci resta che organizzarci ed agire!”- la contessa de Winter sapeva sempre quello di cui stava parlando.
 
“La cripta di Leonardo, si apre su di un forziere, che e’ bloccato da tre complesse serrature, ognuna delle quali necessita una chiave per essere aperta. Queste chiavi sono custodite dalle tre persone piu’ fidate della Repubblica: il Doge, il Podesta’ e il Vescovo*”- spiego’ chiaramente agli altri tre.
“Sono figure autoritarie molto importanti, hanno compiti diversi in tutta l’area della Repubblica! Come possiamo presumere che queste personalita’ siano tutte e tre in citta’ nello stesso momento?”- chiese dunque Aramis.
“Lo saranno sicuramente dopodomani. Ci sara’ una grande festa per l’inaugurazione di una nuova chiesa cittadina. Il Vescovo ha speso un sacco di soldi, specialmente in festeggiamenti e fuochi d’artificio. Sara’ come un carnevale in autunno e nessuno di loro tre potra’ assolutamente mancare”- rispose lei veloce.(3)
 
“Ora dovremmo disperderci e raggiungere la citta’ per la serata: ci incontreremo soltanto una volta recuperate le chiavi. Quando discutete, sospettate sempre di tutti. Tenete sempre un’arma puntata verso il vostro interlocutore anche se questo vorra’ dire puntare le armi anche tra di noi!”- spiego’ Athos agli altri tre, con l’intenzione di sventare qualsiasi eventuale colpo di coda o imbroglio, nel caso che qualcuno li prendesse prigionieri o li ricattasse. Sapeva di come il Doge non fosse un uomo generoso, tantomeno con chi venisse di proposito a ritirare illegalmente documenti dalla citta’.
Il fatto di essere francese non era di certo un vantaggio, in quanto la Repubblica era particolarmente accanita contro un regno che la puntava da diverse direzioni e bramava paurose alleanze coi ducati vicini.
“Mi assicurero’ personalmente di avere via libera al forziere occupandomi io stesso delle guardie. Raggiungero’ Palazzo Contarini a nuoto, sara’ vuoto quel giorno. Il Doge Contarini deve attendere agli eventi ufficiali...”- continuo’ a spiegare nell’attenzione completa di Porthos ed Aramis.
“Il Serenissimo Principe?”- chiese Porthos.
“Il Serenissimo Principe, appunto”- confermo’ lui.
“E’ sua la prima chiave del forziere. Il Serenissimo Principe seguira’ sicuramente la cerimonia dal Palazzo Ducale. Porthos, voi vi occuperete di lui, sapete come fare a farlo ragionare”- continuo’ risoluto.
“Potreste fingervi ubriaco! Vi riesce cosi’ bene...”- bisbiglio’ Aramis all’uomo, scatenando nuovamente la sua collera.
“Voi...”- Pothos gli mostro’ il pugno chiuso, ma fu presto interrotto nuovamente da Athos.
“Sh! Qualunque mossa deciderete per il Doge, vi consiglio di non scherzare con il fuoco! Dispone di un discreto numero di guardie sparse per la citta’ ed altrettante con lui”- avviso’ di nuovo il Athos.
“Aramis, a voi invece il Podesta’ Corner, questi potrebbe raggiungere lentamente il luogo della cerimonia o dirigersi anche lui verso il Palazzo Ducale. Sta a voi scovarlo”- ordino’ all’amico che annui’ fissandolo negli occhi.
“Aramis! Vorrei ricordarvi un’ultima volta che qui la gente si muove con chiatte e gondole! In citta’ non ci sono strade ma solo canali... Lunghi corsi d’acqua che sfociano in mare... Ancora piu’ acqua!”- sussurro’ veloce Pothos.
Aramis lo guardo’ freddo e con indifferenza rispose –“Avranno anche strade fatte d’acqua, ma i tetti sono sempre fatti di tegole...”- facendo facilmente scivolare via in fretta quelle provocazioni.
“Dicevo, il Podesta’ potrebbe arrivare dalla costa con una semplice imbarcazione, magari accompagnato, sapete di cosa parlo. Quindi siate attento nel non lasciare testimoni. Conoscendovi, il corromperli a non parlare  e’ il vostro forte, Aramis!”- continuo’ Athos ricambiando gli sguardi del moschettiere. Le mani magre e leggermente nodose sul tavolo, le spalle chine sui fogli ed un ciuffo dei suoi ruffi capelli castani in faccia, come se li avesse tagliati un’altra volta con la pentola o non li avesse tagliati affatto. Un’espressione in volto che si caricava leggermente di rabbia.
 
Athos ricordava di come a lui non erano mai piaciuti gli uomini poco nobili di spirito, specialmente con le donne.
“Quell’incompetente donnaiolo?!”- rispose vagamente disturbato.
“L’incompetente donnaiolo, possiede la seconda chiave del forziere, Aramis!”
gli ricordo’ Milady senza guardarlo.
 
“Milady... Confido in voi per quanto riguarda la chiave custodita dal Vescovo dei Gesuati(4)”- concluse infine Athos fissandola appassionatamente negli occhi.
Ricordo’ ancora lei annuire con sicura confidenza ed una risata nervosa.
 
Athos ricordo’ giungere facilmente a a Palazzo Contarini attraverso il canale ed uccidere facilmente le guardie. Milady giunse velocemente ed i due aspettarono indisturbati l’arrivo di Porthos ed Aramis. Quella tensione ed l’imminente pericolo li eccitava ancora di piu’.
Da quel punto di vista erano molto simili. Lavorare con lei lo entusiasmava.
 
Porthos creo’ un battibecco proprio di fronte a Palazzo Ducale fingendosi ubriaco. Fu presto preso dalle guardie, che lo riconobbero subito essere francese. Giusto per metterle sulla buona strada, Porthos riferi’ loro di essere anche un moschettiere, una spia, e questo basto’ per attirare l’attenzione del Doge, venuto ad interrogarlo personalmente.
 
Aramis da principio dovette rintracciare il Podesta’, al momento a bordo di una gondola. Si ricordo’ di pregare per la sua anima peccatrice di accidia, visto che la sua prima intenzione, infatti, era quella di ucciderlo. Poi si ravvide e convinse la testimone a non parlare. Questo e’ quanto lui stesso riferi’.
Furono poi Porthos ed Athos ad immaginare che cosa avrebbe potuto fare Aramis in dieci minuti del tempo di una donna che ammetteva di non essere una vera signora.
 
Il recuperare le chiavi ed il ritrovarsi a Palazzo Contarini furono compiti relativamente facili.
Ricordo’ l’intraprendenza di Milady nello schivare quella trappola d’ingresso ai documenti, sapeva correre molto velocemente ed era in grado di schivare molti colpi. Provo’ un’attrazione particolare nel guardarla rischiare la vita senza neppure graffiarsi.
Ando’ tutto esattamente come previsto. O quasi. Una volta nella cripta, le guardie del Doge(5) li avevano bloccati senza via d’uscita.
 
“Sapete cosa c’e’ qui sopra?”- mentre diceva cosi’, lo sguardo di Aramis si anneri’ di terrore.
Athos ricordo’ aver acceso la miccia dei suoi candelotti eplosivi, tenuti solo per i casi di emergenza: “No, comunque voi tappatevi il naso!”- rispose guardando il soffitto.
 
Con l’esplosione del soffitto, i quattro trovarono presto una via d’uscita, mentre le guardie ed il Doge venivano bloccate dall’esplosione e dall’allagamento repentino della cripta, loro vennero presto scaraventati nel canale nel pieno della notte.
“Non vorrei sembrarvi scortese, ma potremmo allontanarci in fretta da qui?”- suggeri’ immediatamente Aramis , con voce incerta, agli altri tre.
Era buio fuori, i fuochi d’artificio ancora brillavano all’orizzonte, non avrebbe mai distinto le fattezze dei suoi compagni in quella notte, ma gli occhi di Anne brillavano di euforia ed eccitazione: appariva sempre piu’ bella che mai.
“Bene, Aramis, riguardo a questa... Discussione, ricordate dov’eravamo rimasti?!”- Porthos emerse cautamente dalla superficie del canale, soffio’ l’acqua dalle narici ed incomincio’ a schiacciare le nocche delle mani.
“Siate nobile e generoso come non lo siete mai stato prima d’ora...”- disse Aramis coprendosi il volto in un tremito, prima che lui infilasse il dito nella piaga delle sue paure, rifacendosi cosi’ finalmente dei tempi passati.
 
Fu forse distratto dalle fobie di Aramis in acqua, che educatamente supplicava di allontanarsi da li’,
 e raggiungere la terra fema, o da Porthos che continuava a deriderlo, per vendicarsi finalmente degli episodi nel castello di Amboise; oppure dalla radiante bellezza di Anne, che continuava a ricordargli il suo amore, che Athos non si accorse della pozione che la sua amata verso’ nei loro calici, prima di allontanarsi col bottino, accompagnata dal Duca di Buckingham.
Aveva presto detto di amarlo, ma non gli aveva lasciato il tempo di rispondere.
“Non prendetela personalmente, e’ solo questione d’affari...”
Quelle dolci parole mentre si addormentava riecheggiavano nella sua mente come un eco lontano.
 
Ricordo’ con dolore un anno dopo.
Il suo tuffo dalla nave e la sua morte apparente.
Non avrebbe mai potuto ucciderla, cosi’ come lei non avrebbe mai potuto vivere prigioniera.
Un essere cosi’ delicato, come una rosa in un rovo di spine avvelenate.
Era impossibile toccare quella splendida rosa senza ferirsi mortalmente.
 
Cosi’ in fretta, come il loro gioco di sguardi era cominciato, allora volgeva tristemente al termine.
***
 
Ripenso’ a quegli ultimi momenti con dolore.
 
Athos aveva aspettato quell’incompetente di Planchet ormai diverso tempo.
Era ora di arrendersi ed allontanarsi da quel posto.
Per quanto ne sapeva, quel lazzarone avrebbe potuto decidere di ammutinarsi contro Aramis. Dopotutto quest’ultimo non e’ mai stato un proprietario di casa cordiale.
Anzi, si sarebbe potuto definire uno tra i peggiori in circolazione, specialmente dopo quella mattina.
Forse si era fermato a bere, a giocare, o a mangiare, magari lo stesso cibo che avrebbe dovuto portare in tavola.
Si arrese, cosi’, all’evidenza che quel servo inetto non si sarebbe mai fatto vivo quel giorno.
 
 
 
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(3)Ho optato per il 21 novembre, festa della Madonna della Salute. La prima risale al 1631 (in onore dell’apposizione della prima pietra, successivamente finita “soli“ 57 anni dopo). Rispetto ai “nostri eroi” e’ spalata di tipo 7 anni nel futuro, ma il periodo dell’anno e’ quello giusto per me! Non volevo usare il Carnevale, troppo ovvio... Si svolge anche in piu’ giorni...
 
*queste note successive:
(4)In teoria proprio allora erano un ordine ecclesiastico (tipo frati), ma non so se i Gesuati avessero un vero e proprio ordine episcopale, furono sciolti gia’ dal 1668 e nei dialoghi si parla di un Vescovo invece che di un Patriarca. I nomi del Podesta’ e del Doge li ho dovuti un po’ scovare rispetto a chi potrebbe essere stato in quel momento, ma il film la butta li’ molto a caso, mettendo addirittura il nome di “Cagliostro”  e di un “Nobile veneziano” nel cast, che in questo caso ho sostituito con un piu’ plausibile Doge (nr.95) Francesco Contarini ed il suo successore, Giovanni I Corner, che e’ stato effettivamente un Podesta’ di terra ferma, ma non so se lo fosse contemporaneamente al dogado dell’altro. E dopo questo obbrorbio (un po’ mio, un po’ loro), se fossi veneziana, mi metterei a piangere o attenterei la vita dello sceneggiatore.
-Ho cambiato di proposito il personaggio, perche’ sta cosa di Cagliostro non c’entrava niente e non mi andava giu’.
 
Nota speciale:
Per chi non avesse visto il film e credesse che davvero che contenga informazioni per capire meglio quello che ho scritto: continuo a sostenere che non c’e’ molto di piu’ da dire. Il plot si puo’ davvero riassumere in poche righe, ma non voglio dare nulla per scontato:
Questo sub-plot si basa su alcune informazioni date nei primi minuti della pellicola.
In precedenza rispetto al plot principale, i moschettieri erano alla ricerca di alcuni prospetti sulle navi volanti disegnate da Leonardo da Vinci per consegnarle al Re. Milady decide di aiutarli. Tutto va come previsto, i tre accennano di ritornare in Francia ed attendere una prossima missione, ma Milady avvelena i tre moschettieri e consegna i disegni al Duca di Buckingham che ne fa uso per il regno inglese. (Ovviamente il film spiega tutto questo con musiche incalzanti ed orchestre d’archi, una serie di elegantissimi e meravigliosi effetti al computer e la voce affascinante di un narratore, che creano un sacco d’azione e di phatos). Questo capitolo cerca un po’ di spiegare appunto i “come ed i perche’”di tutto quello che e’ successo in precedenza e cercando di dargli un po’ piu’ di senso (anche storico)...
 
  
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