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Autore: daemonlord89    05/02/2013    2 recensioni
Due avvenimenti lontani tra di loro: l'omicidio di un vecchio precettore, che aveva scoperto qualcosa che doveva restare nascosto e il ritorno di un'antica minaccia sepolta tra i ghiacci. Apparentemente scollegati, i due fatti si riveleranno tasselli di un unico, mortale puzzle.
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'La trilogia dell'Angelo Nero '
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CAPITOLO DECIMO
-Troppo tardi-

 

---Valarel---
---Il mattino successivo---

Altre persone varcarono un'altra porta del villaggio, arrivando da nord. A differenza dei landesi, Ferren e il suo compagno non persero un minuto a godersi le meraviglie gastronomiche che Valarel aveva da offrire. Quando ancora si trovavano al Nido, una seconda tempesta, nel mattino, aveva loro impedito di partire all'alba come avevano prefissato. Erano riusciti a intraprendere il cammino solo verso mezzogiorno e da quel momento avevano la terribile sensazione di essere in ritardo.
Prima di andarsene avevano contattato nuovamente Grant, il quale li aveva aggiornati sul luogo in cui sarebbe avvenuta la consegna: i Petali Neri avevano dei contatti all'interno della Società Magica Therode, una struttura di ricerca sulla magia e sui suoi possibili utilizzi.
Appena giunti a Valarel, quindi, si diressero direttamente lì, facendo leva sulla loro autorità per parlare direttamente con il capo; fortunatamente, la fama dei Guardiani li precedeva anche a quella distanza dalla Fortezza.

Il direttore della Società era piuttosto giovane, per il ruolo che ricopriva; li invitò nel suo ufficio e chiese loro in cosa avrebbe potuto essere utile. A quanto pare, doveva sbrigare qualche compito importante, perché il suo tono tradiva la fretta. Insospettiti, i due Guardiani analizzarono attentamente il suo volto e le sue movenze, scartando però l'ipotesi di una connessione con i Petali. Sicuramente la sua fretta era dovuta ad altro.
“Sapete nulla di una consegna che è avvenuta, o deve avvenire a breve? Stiamo parlando di un oggetto magico di grandi dimensioni, in pietra.” spiegò Ferren. Il direttore rifletté per un minuto e poi controllò su un grosso registro, che teneva traccia di tutti i movimenti effettuati nella Società.
“No.” disse, scuotendo la testa “Mi spiace, l'ultima consegna è stata tre mesi fa, un dispositivo di comunicazione, e la prossima non sarà che tra diverse settimane.”
“Sicuro?” intervenne Hayst.
“Assolutamente; potete controllare anche voi.” disse l'altro, voltando il registro affinché loro potessero leggerlo. Aveva ragione, su di esso non c'erano indicazioni.
D'altronde, pensò Ferren, anche se i Petali hanno contatti qui dentro non significa che utilizzino le normali vie della Società per agire. No, non arriveremo a nulla in questo modo.
“Direttore,” chiese dunque “negli ultimi giorni è successo qualcosa di strano? Anche un minimo particolare, qualcosa che ha modificato in minima parte la routine?”
“Non direi... Tranne, forse...”
“Cosa?”
“Ecco, l'unica cosa strana è stato l'arrivo di un giovane, un ragazzo di sedici o diciassette anni: ha chiesto di essere assunto come guardia in sostituzione di un nostro uomo, resosi irreperibile.”
Un contatto, senza dubbio.

Stamane, inoltre, egli si è licenziato, senza un motivo valido. Ora ho il mio bel da fare per cercare qualcuno che lo rimpiazzi.”
“Sa dove abita, il giovane?”
“Sì, ve lo mostro sulla mappa di Valarel.”

Ferren bussò alla porta della casa indicata dal direttore della Società. Aprì una donna, piuttosto avanti con l'età, forse la madre del ragazzo.
I due Guardiani chiesero di conferire con lui e la donna li fece accomodare in un'ampia sala. Poco dopo, un giovane scese delle scale che portavano al primo piano, sgranando gli occhi alla vista dei due ospiti. Corse a perdifiato sperando di riuscire ad uscire di casa, ma Hayst lo raggiunse prontamente e lo bloccò; si erano aspettati una fuga e non erano impreparati.
“Allora, credo sia giunto il momento di fare due chiacchiere, ragazzo.”

Quando il ragazzino si fu calmato, si sedettero e cominciò l'interrogatorio.
“Sei un Petalo?”
“No, lo giuro. Quelle persone mi hanno solo pagato per un lavoro.”
“Quale lavoro, esattamente?”

Dovevo farmi assumere alla Società ed aspettare degli uomini giunti da Landam. A quel punto, avrei dovuto recarmi dal mio contatto all'interno della Società stessa, un certo Ikha, ed avvisarlo del loro arrivo.”
“Senza che l'informazione arrivasse a nessun altro, giusto?”
“Sì, esatto.”
“Immaginavo. E sono arrivati, questi landesi?”
“Sì, ieri mattina, sul tardi. Come d'accordo, ho avvisato Ikha, il quale ha chiamato quattro amici e ha scortato i nuovi arrivati fino a casa sua. Il mio lavoro era completato, e secondo i patti mi sono licenziato.”
Dunque, rifletté Hayst, probabilmente nemmeno i landesi sanno la verità su ciò che sta succedendo. Sono stati attirati alla Società, in modo che la consegna della pietra avesse una parvenza di ufficialità, ma senza entrarvi e prendere contatto con essa direttamente. A quanto pare, anche loro sono vittime, pedine di questo gioco assurdo e malvagio.
“Dove abita Ikha?”
“Io non so se...”
“Diccelo!”
“Va bene, va bene! Non è lontano dalla Società e si vede anche da qui.”
Il ragazzo raggiunse la finestra, assieme ai Guardiani, ed indicò una casa che si trovava poco lontano.
“Va bene.” concluse Ferren “Hayst, andiamo, non dobbiamo perdere un secondo di più.”

 

La casa di Ikha si trovava in cima ad una collinetta, la cui sommità era raggiungibile comodamente grazie ad una scala di pietra con dei corrimano in legno. Il problema di quella via era l'eccessiva visibilità; se qualcuno fosse stato alla finestra non avrebbe potuto evitare di notare i due Guardiani in arrivo. Questi, quindi, scelsero di aggirare l'edificio e salire sulla collina dalla parte opposta, individuando un percorso che non avrebbe offerto visuale ad alcuno.
Ferren fu il primo ad arrivare in cima e percorse gli ultimi metri strisciando, per poi appoggiarsi, con le spalle al muro, sotto una finestra dalla quale giungevano delle voci. Mentre cercava di ascoltare, fece cenno ad Hayst di deviare e cercare qualche altra eventuale conversazione. Il Guardiano chiuse gli occhi e ampliò i suoi sensi per cogliere ciò che veniva detto nella stanza dietro di lui.
“Un brindisi, alla riuscita della missione!”
“Sì!”
Il “sì” venne pronunciato da diverse voci, almeno tre, giudicò Ferren.
“Ai landesi che, nella loro ignoranza, renderanno grande Kemoria!”
“Sì!”
“Alla conquista di Arasta!”
“Sì!”
L'ultimo brindisi fu accolto, oltre che dall'esultanza a parole, da scrosci di applausi.
Altro che tre, si disse il Guardiano, saranno almeno una decina.

 

Hayst aveva seguito il consiglio dell'amico, ma non aveva sentito altre voci. Una volta arrivato all'angolo della casa si fermò, ragionando sul da farsi. Sopra di lui c'era una balconata e, con un balzo, avrebbe potuto aggrapparsi ad essa e scalarla. Cominciò a trovare allettante l'idea di entrare in casa per cercare qualsiasi cosa utile che riguardasse i Petali.
Controllò attentamente che non lo vedesse nessuno e constatò con piacere che le strade, in quel punto ed in quel momento, erano deserte. Si alzò lentamente in piedi, attento a non scivolare dalla collina, e spiccò il volo fino al balcone. Si aggrappò al bordo superiore con le mani e si diede una spinta contro quello inferiore con il piede destro, generando la forza necessaria per scavalcare e ritrovarsi sul piano. L'armatura fece molto rumore, perciò si gettò subito contro il muro subito al lato della grande porta-finestra, attendendo per vedere se qualcuno l'avesse notato. Quando capì di essere al sicuro, si arrischiò a dare un'occhiata all'interno, scorgendo solo un breve corridoio che dava, alla fine, su una rampa di scale che portava nella sala principale.
Prima di partire aveva sospettato la necessità di scassinare una serratura e aveva portato con sé un grimaldello, ricordo di una vita precedente: era l'unica cosa che gli era rimasto di una storia d'amore finita male, con una ragazza che si era, in seguito, rivelata una ladra e che aveva dovuto fuggire per sempre dal Nido, per recarsi in qualche luogo lontano ed evitare così l'arresto. Prima di andarsene, la ragazza aveva anche insegnato ad Hayst come usarlo, quel grimaldello, e così un attimo dopo il Guardiano avvertì lo scatto della serratura. Si addentrò.

 

Volendo evitare a tutti i costi anche solo di avvicinarsi alla rampa di scale, il Guardiano entrò nella prima stanza a destra che vide. Si trattava di uno studio, con diversi scaffali contenenti una marea di libri. Ciò che attirò la sua attenzione, comunque, fu un tomo posto sopra ad un tavolo, con una lunga piuma nera come segnalibro. La copertina non aveva segni, per cui lo aprì alla pagina segnata. Vide una lunga tabella, con indicati diversi nomi e valori. Non riuscendo a capire nulla, tornò indietro di un paio di pagine cercando una spiegazione.

Di seguito, segnaliamo i luoghi dove abbiamo aperto i Portali. A fianco indichiamo il livello di potenziale e di rischio, entrambi individuati con i nostri precisi strumenti magici.
Dunque era un elenco degli Archi Energetici, risalente all'era antica. Contento per la sua scoperta, prese il libro e lo nascose nello zaino, per poi tornare nel corridoio. Ancora una volta non trovò nessuno; a giudicare dalle voci stavano tutti facendo baldoria al piano di sotto.

I due Guardiani si incontrarono poco dopo, ai piedi della collinetta.
“Allora?” chiese Ferren.
“Ho trovato un libro molto interessante, che indica i luoghi dove si possono trovare gli Archi dei Therodi. Possiamo visionarlo, una volta che avremo tempo.”
“Ottimo. Io, invece, ho scoperto che la consegna è già avvenuta e che i landesi, partiti questa mattina presto, sono sulla via del ritorno.”
“Maledizione! Siamo arrivati troppo tardi.”
“Sì, ma se ciò che ho sentito è vero, sono a piedi. Con i cavalli potremmo raggiungerli, se ci sbrighiamo.”
“Allora cosa stiamo aspettando?”

   
 
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