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Autore: OliviaP_    05/02/2013    4 recensioni
Raccolta di fanfiction che ripercorre la storia della famiglia Weasley.
Dall'introduzione:
-Mamma, cosa è successo a quella signora?-
Molly Prewett, cinque anni, poco più di un metro di altezza e riccioli rossi stava puntando un ditino contro una donna dall'altra parte della strada che esibiva un pancione tremendamente grosso.
-Molly! Quante volte devo dirti che non si indicano le persone?- l'ammonì la madre, senza tuttavia riuscire a trattenere un sorriso.
Si abbassò per portare il volto all'altezza di quello della figlioletta e le scostò un boccolo ribelle dalla fronte lentigginosa.
-Vedi tesoro, quella signora aspetta un bambino. Adesso è lì nella sua pancia, è per questo che è così grande- le spiegò.
Molly annuì e lanciò un'ultima occhiata alla donna col pancione: era davvero orribile.
'Io non farò mai un bambino' si disse, prima che i fratelli maggiori Fabian e Gideon prendessero a ricorrersi per tutta Diagon Alley e facessero infuriare la loro madre, facendole dimenticare totalmente quel curioso cocomero di carne.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Famiglia Weasley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Ginevra Molly Weasley. 

 
Quella mattina alla Tana regnava il caos. 
Sarebbe più corretto dire che tutte le mattine alla Tana regnava il caos, ma quella mattina in modo particolare: prima di tutto era Natale, e poi Bill e Charlie erano tornati da Hogwarts per le vacanze. 
L'intera famiglia Weasley era riunita sotto il grande albero in mezzo al salotto e i sette bambini erano indaffarati ad aprire i loro regali. 
Il primogenito strabuzzò gli occhi di fronte ad un pacchetto dalla forma lunga e stretta. 
-Una Scopalinda!- urlò, piangendo quasi dalla gioia. 
Fred e George guardarono il manico di scopa nelle mani del fratello con disappunto. 
-Mamma, perchè Bill ha ricevuto una scopa e noi no?- 
-Perchè Bill è diventato Prefetto- Molly sottolineò orgogliosamente la parola -e non gli avevamo ancora fatto un regalo adeguato-.
I gemelli finsero di vomitare copiosamente, mentre Percy guardava Bill con espressione adorante. 
-Bill, com'è fare il Prefetto? E' divertente vero? I ragazzi cattivi ti fanno arrabbiare molto?- 
-Che c'è Perce- s'intromise Fred -non vorrai mica diventare Prefetto anche tu?- 
-Certo che voglio diventare Prefetto! Perchè, voi no?- sbottò Percy, come se voler diventare Prefetto della scuola fosse la cosa più ovvia del del mondo. 
-Sicuro- rispose George con evidente sarcasmo -e poi diventeremo Ministri della Magia...-. 
Bill alzò gli occhi al cielo e li lasciò a battibeccare.
Si perse a guardare fuori dalla finestra il paesaggio innevato, facendo vagare i pensieri al volto della sua nuova fidanzatina Naomi e al bacio che si erano scambiati durante il suo ultimo turno di ronda.
Sì, in effetti fare il Prefetto gli piaceva proprio. 
Su una poltrona consunta poco più in là Charlie leggeva il suo nuovo, gigantesco libro intitolato "Storie di draghi e altre creature fantastiche", pieno di meravigliose foto animate e dettagliate descrizioni.
Ron era seduto sul bracciolo del divanetto e ascoltava rapito il fratello maggiore che gli spiegava tutto ciò che aveva imparato durante le sue prime lezioni di Cura delle Creature magiche.  
Molly era tornata in cucina e si era già messa al lavoro per preparare il cenone di quella sera, mentre Arthur cercava invano di far accendere le lucine natalizie alla 'maniera babbana': continuava ad infilare febbrilmente una vecchia presa elettrica in un buco nel muro e non riusciva proprio a capire come mai non funzionasse. 
In tutto questo, nessuno aveva notato che la piccola Ginny di poco più di quattro anni non si era neppure preoccupata di scartare la sua bambola. 
Approfittando della confusione generale, aveva agguantato il manico di scopa nuovo fiammante del fratello Bill e si era dileguata fuori.
Fu solo quando dal giardino si udì un colpo assordante seguito dal frastuono di diversi oggetti che cadevano che il resto della famiglia si accorse che Ginny non c'era più, ma ormai era decisamente troppo tardi. 
Ginny Weasley giaceva sepolta sotto strati e strati di cianfrusaglie cadute dalle mensole del garage di suo padre, dopo un breve volo sulla Scopalinda di Bill, il cui manico ora spuntava spezzato da sotto quelle insolite macerie. 
Un silenzio assordante fece inizialmente temere il peggio a Molly, ma poi una manina seguita subito dopo da un corpicino di bimba spuntò da quella marea di plastica, legno e metallo. 
-GINNY!- strillò la madre. Si precipitò a soccorrere la figlioletta miracolosamente illesa, che si stava spolverando la gonnella di lana come se niente fosse. 
-Tesoro...tesoro stai bene? Ti sei fatta male?- 
La bambina scosse energicamente la testa e il suo sguardo ricadde sulla scopa spezzata del fratello maggiore. 
Si morse il labbro inferiore e corse ad abbracciare Bill. 
-Billy- pigolò -mi dispiace per la tua scopa. Giuro che quando sarò grande te la ricomprerò-.
Il volto di Ginny si accese di stupore quando suo fratello scoppiò a ridere. 
-Hai rischiato di romperti l'osso del collo e ti preoccupi per la mia scopa?- chiese divertito, mentre Arthur riparava il manico con un colpo di bacchetta e lo porgeva al primogenito. 
-Ma se proprio ci tieni- intervenne uno dei gemelli, posandole una mano sulla spalla -potrai sempre comprarla a noi due-. 
-Sì Ginny- convenne l'altro -così ti insegneremo a volare- 
-Fred!- 
-Sono George-
-E' vero mamma, è George- confermò la bambina, ghignando impercettibilmente. 
Fred e George guardarono la sorella di sottecchi, ma non riuscirono a mascherare un sorriso fiero: di tutti i loro fratelli, Ginny era senza dubbio quella che gli assomigliava di più, più di quanto Molly e Arthur fossero disposti ad ammettere. 
Ma la piccola di casa Weasley non assomigliava solo ai gemelli; aveva sì ereditato la loro indole malandrina, ma al tempo stesso sembrava racchiudere in sé tutte le migliori qualità dei fratelli maggiori: gentilezza, intraprendenza, ambizione e schiettezza. 
In più, aveva un dono tutto suo. 
C'era chi diceva che fosse una bambina riservata, chi invece la considerava un maschiaccio, ma la vera forza di Ginny era, appunto, la forza
L'essere cresciuta a fianco di quei sei scalmanati l'aveva temprata e nonostante la sua giovane età Ginny non si faceva abbattere da niente, anzi; era sempre lei a consolare i due frignoni per antonomasia Percy e Ron dopo una brutta caduta o un tiro mancino di Fred e George, ai quali la cosa suscitava sempre grande ilarità. 
Ma lei no. Lei non piangeva mai. 
Forse era proprio per la paura di essere presa in giro dai fratelli, o forse era per quella vocina nella sua testa che le suggeriva di essere indipendente perchè sua madre aveva già il suo bel da fare; fatto sta che Molly e Arthur non l'avevano mai sentita lamentarsi e prima di chiedere aiuto a qualcuno la bambina cercava sempre di risolvere le cose da sola. 
Una volta, alla tenera età di tre anni, si era svegliata nel bel mezzo della notte con una gran fame. 
Era entrata in silenzio nella stanza dei suoi genitori, ma vedendoli profondamente addormentati le era dispiaciuto svegliarli, così era scesa in cucina scoprendo con disappunto che la credenza era davvero troppo alta per lei. 
Quella notte Ginny compì la sua prima magia involontaria: dopo aver cercato per quelle che le sembrarono ore un modo per raggiungere i biscotti, questi le erano improvvisamente volati in mano e lei se n'era tornata a letto con la pancia piena e la soddisfazione alle stelle. 
Non seppe mai che sua madre, sveglia da chissà quanto tempo per prendere di nascosto la sua pillola anticoncezionale (oh, se Arthur avesse saputo che aveva deciso di ricorrere addirittura ai metodi Babbani pur di non avere altri figli!), l'aveva osservata da dietro la porta col cuore gonfio di amorevole orgoglio. 
Lo stesso orgoglio che ora mostrava posando sul tavolo il tacchino di Natale e abbracciando con gli occhi la sua grande, meravigliosa famiglia. 
Perchè anche se in passato aveva avuto qualche incertezza, adesso sapeva che ne era valsa la pena. 
Era valsa la pena rinunciare alla carriera e poco importava che spesso e volentieri lei e suo marito non riuscissero ad arrivare alla fine del mese senza qualche piccolo grande sacrificio, perchè i veri tesori erano ben altri. 
Era valsa la pena rinunciare al sonno e ai momenti di relax, perchè in fondo fare la mamma la manteneva giovane dentro come un preziosissimo elisir di lunga vita. 
Era valsa la pena anche rinunciare al suo bel corpo, perchè per ogni smagliatura che le solcava la pelle c'era un bel voto di Bill, una nuova scoperta di Charlie, un brontolio di Percy, una malefatta di Fred, uno sghignazzo di George, un pianto di Ron ed un sorriso di Ginny. 
Tutto il resto non aveva importanza. 


 
***SPAZIO AUTRICE***

Finalmente sono riuscita a concludere questa raccolta.
So che il mio ritardo è imperdonabile, ma avevo un po' perso l'ispirazione. 
Spero comunque che il capitolo sia di vostro gradimento!
Ci tengo a fare qualche precisazione: so che nel terzo libro, quando Harry rompe la Nimbus 2000, è scritto chiaramente che le scope non si possono riparare con un 'reparo', ma ho ipotizzato che il danno alla scopa di Bill fosse molto meno grave di quello della scopa di Harry spezzettata da Platano Picchiatore!
Ringrazio tutti coloro che hanno seguito la storia, alla prossima! 

Olivia
  
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