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Autore: Aura    05/02/2013    3 recensioni
|Literati fic|
Sono passati dieci anni dal loro primo incontro, e cinque dall'ultimo. Un giorno che qualcuno definisce come “il suo giorno fortunato”, Rory lo rivede. Come se fosse ancora la diciassettenne per le strade di Stars Hollow, Jess ritorna ad essere la sua calamita, ed esattamente come dieci anni prima, ammetterlo non è semplice.
-Ho sempre pensato di non essere alla tua altezza, se vuoi sentirtelo dire, dannazione. Capisci che odio vederti con lui? Lui è come me! - gridò Jess.
Rory deglutì, sbattendo le palpebre per ricacciare le lacrime.
- Io non sto con lui.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jess Mariano, Rory Gilmore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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gg5

No one understands me quite like you do,
Through all of the shadowy corners of me.
I never knew what it was about
this old coffee I love so much,
All of the while I never knew.
I think that possibly
Maybe I'm falling for you.
Yes,
There's a chance that I've fallen quite hard over you.
(Falling in love at a Coffee Shop, Landon Pigg)







Melinda era andata a casa, stavano iniziando a chiudere e avevano abbassato le luci; Rory rimase ad aspettare Darla, visto che poi sarebbero uscite insieme. Rick stava sistemando la sala videogiochi e Darla era nel magazzino, così Rory si avvicinò al bancone, verso Jess.
- Il mio cd? Che fine ha fatto? - chiese, alzandosi in punta di piedi per appoggiare gli avambracci al legno del banco.
Forse, probabilmente, Lane non ci era andata troppo lontano, le suggerì la sua coscienza, quando il suo sorriso si fece più ampio, in risposta al ghigno di Jess.
- Hai ragione, non ho mai tenuto così tanto un oggetto in ostaggio. - Si era appoggiato al bordo del lavello, sporgendosi verso di lei. - Ma tu mi hai rubato il primo capitolo del libro. Questa è la violazione della privacy di uno scrittore, è sacra. - ribatté.
- Te l'ho preso solo perché tu ti convincessi che non devi più correggerlo, perché è perfetto così: di che ti lamenti, tu me lo hai fatto leggere!
Jess strinse gli occhi,
- Dopo che
tu mi hai fatto bere così tanto per convincermi a farlo.
In quella sfida si erano fatti così vicini che Rory provò come un pugno allo stomaco, quando sentì il soffio dell'alito di Jess sfiorarle la pelle. Si lasciò scivolare all'indietro, a disagio.
- Non riuscivo a resistere. - disse, in lotta con la sua voce perché non rivelasse la sua inquietudine, - Ed è solo in ostaggio, fino a quando non mi dimostrerai che sei andato avanti a scrivere: le revisioni tienile per dopo. Vi aiuto? - gli chiese poi, pur di spostarsi di lì con una scusa valida.
- No, - disse Jess girandosi verso la lavastoviglie, dandole le spalle, - Darla ha già fatto la sala, e io qui ho quasi finito. Comunque niente capitolo, niente cd.

- Merda! - sentirono gridare Darla stizzita.
- La nostra boccuccia di rose. - commentò Rick, tornando nella sala principale.
- Tutto bene? - la chiamò Rory. Darla uscì dal retro, stizzita.
- Per niente, - grugnì, sbattendo il telefono sul piano da lavoro, - quello stronzo del mio ex ha deciso di riprendersi l'appartamento, nonostante avessimo concordato che lo dovevo tenere io fino alla fine del mese, ha buttato tutte le mie cose nel pianerottolo e ha fatto cambiare la serratura al padrone di casa, inventandosi chissà che balla.
Strinse i pugni, cercando qualcosa contro farli sbattere.
- Calma, calma Rocky Balboa, - le disse Jess, - ora andiamo lì a prendere le tue cose e ti aiutiamo a traslocare, stasera.
- E dove? L'altro appartamento non sarà libero prima di agosto! - si lamentò.
- Questo è un po' più della fine del mese. - rise Rick.
Darla gli si avvicinò, minacciosa,
- Tu non hai mai proprio niente di buono, da dirmi? Devi sempre prendermi in giro?
- Vieni da me. - la bloccò Rory, - Vieni a stare da me.
Tutta la rabbia di Darla svanì, come una fiamma sotto l'acqua.
- Non posso, non posso chiederti questo, Rory: io sono un casino, mi vedi? Sono disordinata, confusionaria, soffro d'insonnia e la notte potrei ammazzarmi se non guardo la tv, io...
Rory scosse la testa,
- Niente di terribile, hai elencato tutte cose che fa mia madre, e ho vissuto con lei per vent'anni senza traumi. Dai, ci divertiremo!
Darla si massaggiò le tempie, cedendo,
- Ti pagherò metà dell'affitto, anzi, tre quarti. E dormirò sul divano.
- La metà basta. Il mio appartamento non sarà una reggia, ma ho un'altra camera che fino ad adesso ho usato come studio, c'è un letto.
Lei oltrepassò il bancone, abbracciandola.
- Fa niente, dormirò lo stesso sul divano, in penitenza. Anzi, nella vasca. Rory, tu mi salvi!
Rick iniziò a sogghignare,
- Problema risolto. Ora andiamo, o vuoi spezzare il cuore a Jess, svelando a tutti che sei lesbica?
Rory la sentì ringhiare.
- Sei un coglione!


Si chiese come avrebbero fatto a fare stare tutta quella roba nel suo appartamento. Poi si chiese come avrebbero fatto a portarla tutta in strada, con sei rampe di scale a piedi, e infine si chiese quanti viaggi in taxi avrebbero dovuto fare.
- Ho la mia vecchia macchina, forse è il caso che vada a prenderla. - commentò Jess, dando voce al pensiero di tutti. - Tanto ormai la roba è qui, e casa di Rory non scappa. Iniziate a portare giù qualcosa, ci vediamo dopo.

- Jess, portatene una dietro: me ne serve una sola, che mi aiuti a portare giù le le scatole, sono troppo ingombranti, bisogna farlo in due.
- Vai tu, Rory. - le disse Darla, - Sono cose mie, è giusto che faccia io il lavoro sporco.
- Ed è giusto che vi lasci qua ad ammazzarvi a vicenda? - le rispose, ironica. Darla strinse le spalle,
- Cercherò di trattenermi, te lo giuro. Tu ti comporterai bene? - chiese a Rick, in una maldestra offerta di pace.
- Giuro.
Rory li guardò, poi guardò Jess, a metà scalinata.
- Arrivo.
Scesero in strada e aspettarono il taxi che Jess aveva chiamato, dal momento che non era un quartiere molto trafficato e si stava facendo tardi.
Rory frugò nella sua borsa, e ne estrasse il suo fedele thermos di Starbucks, ancora pieno dal pomeriggio: la sua scorta in caso di fine del mondo.
- Tu ieri notte non hai dormito, dì la verità. - disse, porgendoglielo.
Jess guardò il thermos.
- Rory Gilmore mi cede il suo caffè? Sta bene, signorina?
Lei rise,
- Piantala, e bevilo: è ancora caldo. Quando vi espanderete dovrete pensare assolutamente a dei gadget altrettanto funzionali. Allora, mi sbaglio o sei stato sveglio a scrivere?
- Non avevo sonno. - disse Jess, scrollando le spalle e bevendo un sorso di caffè, prima di porgerlo nuovamente a lei.
- Ma sì, - acconsentì Rory, - smezziamoci il caffè della mezzanotte.
- Dici che domani mattina se ne accorge qualcuno se apriamo più tardi? - le chiese ironico, finendolo, prima di salire sul taxi.
- Ormai la domenica mattina è un rito fare colazione da Book&Cafè, quindi mi duole dirtelo, ma sì, se ne accorgerebbero. Sono pochi i mattinieri, ma li sconvolgeresti.
Jess sbuffò,
- Maledetti pensionati nullafacenti. - borbottò.
- Non cercare di cambiare discorso, - disse, dandogli una gomitata, - hai scritto o no?
- Cosa sei, la mia editor? - si lamentò, esibendo la sua migliore faccia da schiaffi.
Rory cambiò tattica,
- Se tu confessi che hai scritto tutta notte io ti dirò una cosa. - disse, meravigliandosi del suo ghigno divertito.
- Cosa siamo, Rory, a scuola?
- È una cosa seria, stupido.
- Ok, se ci tieni proprio tanto a saperlo, sì, ho scritto. - si arrese, evitando di guardare lo sguardo soddisfatto di Rory. - Ma non ti farò più leggere niente, non finché non sarà rilegato. E ridammi il mio capitolo.
- Te lo ridarò. - si chiese quanto ci volesse ancora alla macchina di Jess: aveva assolutamente bisogno di mettere almeno mezzo metro di distanza, tra le loro spalle ora unite.
- Non fare finta di niente. - la fece sussultare, - Tocca a te, cosa dovevi dirmi?
Rory si arrischiò a guardarlo: più il tempo passava, più gli stava vicina, e più faceva fatica a ricordarsi che non provava più niente per lui.
- Non l'ho detto nemmeno a mia madre. - Jess l'aveva sempre ascoltata, doveva dargliene atto: e quando l'ascoltava lo faceva davvero, la guardava, in silenzio. Tranne quando discutevano su qualcosa, ovvio. Desiderava davvero dirglielo, dirlo a lui, per primo. Inspirò. - Lunedì mattina ho un colloquio, all'Usa Today. - disse, tutto d'un fiato.
Jess sorrise, uno di quei sorrisi che valevano più di mille congratulazioni, che gli aveva visto fare poche volte nella vita.
- Stai saltando. - le disse, con una nota di fierezza nella voce.
Non in bocca al lupo, la fortuna non c'entrava, le sue gambe l'avevano portata fin lì; non brava, già la sua posizione lavorativa era del tutto rispettabile: provava a fare qualcosa che le piaceva di più, era coraggiosa. Sapeva che Jess l'avrebbe capita come nessun altro sarebbe riuscito a fare.

Da soli era tutto più complicato ma più semplice allo stesso momento; quando invece si rapportavano con il mondo intorno a loro ecco che cominciava a tormentarla il tarlo del dubbio che tra Jess e Darla ci fosse qualcosa.
- Andiamo a traslocare. - disse lui, mettendo in modo la sua macchina e controllando il livello della benzina.
Ma a lei non doveva importare.



Quando arrivarono li trovarono in strada, a discutere.
- Sai, ne ho conosciuti pochi, di idioti come te. - stava dicendo Darla, quando Rory scese dalla macchina.
Rick li guardò, con aria innocente.
- Giuro che non ho fatto niente.
- Come no. - borbottò Darla, - Tu non fai
mai niente.
- Forse è meglio separarvi. - osservò Rory, portandosi Rick dentro al condominio. Lanciò le sue chiavi di casa a Darla. - Jess sa dove abito: iniziate a prendere questi, noi intanto portiamo giù il resto.
Mentre salirono le scale Rick si giustificò ancora una volta, proclamando che non aveva fatto niente, e poi iniziò a comportasi da Rick.
Era quasi l'alba quando fecero l'ultimo giro, Rory e Rick stavano aspettando sotto la vecchia casa di Darla, che Jess passasse a prenderli per portare le ultime cose.
Quella notte New York sembrava aver tirato fuori tutta l'afa che non aveva fatto i giorni prima, o forse era solo loro, che stanchi, la soffrivano di più.

- Stamattina non aspettatevi che venga a fare colazione. - sospirò Rory, alzandosi dallo scatolone su cui si era seduta per stiracchiarsi un po'.
- Non me ne parlare, Straniera, se penso che tra poche ore dobbiamo aprire... minimo Darla come riconoscenza dovrebbe prendere il posto di uno di noi, visto che l'abbiamo aiutata.
Rory sorrise, stava imparando a conoscerlo.
- Non glielo permetteresti mai.
- No. - ammise lui, ricambiando il sorriso.
- Dimmi Rick, perché non ti sei ancora abituato al mio nome?
Finse di pensarci su.
- Dai, Rory è da bambina, Straniera ti si addice molto di più: è da dura, e tu sei una dura sotto sotto.
- Non mi sembra che sia nato così. - gli ricordò.
- Ma lo è diventato.
Registrò che si era avvicinato, inizialmente non ci aveva fatto caso, fino a quando non dovette alzare la testa per guardarlo negli occhi.
- Rick... - lo ammonì preoccupata, mentre lui la stava studiando, serio, facendola sentire in soggezione.
Poi le labbra gli si piegarono nel suo solito sorriso.
- E poi mi piace che sia un soprannome che ti do solo io.
Il caldo, la stanchezza, la sua vicinanza, la combinazione delle tre, e lui che si avvicinò ulteriormente. Rory chiuse gli occhi, sentì le sue mani sulla schiena che la tiravano contro di lui, e per un momento, un secondo, pensò che potesse essere una buona idea, pensò di volerlo. Sentì le sue labbra contro le proprie, in un bacio che le avrebbe fatto mozzare il fiato, se solo come un tuono il nome di Jess non le avesse fatto irruzione nella mente, rompendo l'alchimia.
- No, Rick. - disse, tra le sue labbra, spingendolo via.
Non poteva,
non voleva, per quanto sul momento le era sembrata una buona idea sulla carta.
Lui si ritrasse immediatamente, fece per dirle qualcosa ma sentirono la macchina di Jess in avvicinamento.








Nda: :-O
Mi odiate? Anzi odiate Rick.
Però una presa di coscienza può dare una spinta a Rory, e secondo me le serviva; e il motivo per cui Rick lo ha fatto?
Terribilmente puerile, anche se verrà spiegato solo nel prossimo capitolo. Che dire, più in basso così non ci poteva andare...
Grazie mille a tutte le ragazze che mi hanno letto e recensito!

   
 
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