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Autore: love is hope    05/02/2013    3 recensioni
Kristen sibilò qualcosa di incomprensibile fra i denti.
Sentì che delle dita giocherellavano dolcemente con i suoi lunghi capelli castani. Avrebbe voluto sapere chi fosse, ma non riusciva ad aprire gli occhi, o a muoversi in alcun modo.
-Sei così bella-. Percepì quelle parole in modo confuso, quasi come un sussurro che si disperdeva nel vento.
Sorrise.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate
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CAPITOLO 1.

 

Capitava spesso che Kristen tornasse a casa barcollante, desse qualche pugno al muro, urlasse qualcosa di cattivo davanti allo specchio, accarezzasse il cane, imprecasse contro il mondo circostante, e andasse a dormire. Capitava anche che rimanesse in silenzio, avendo la bocca occupata dalla bottiglia di un qualsiasi super alcolico.
Le due situazioni si alternavano. Un giorno, la prima; il giorno dopo, la seconda, e così via.
La madre, vedeva Kristen come una ragazza con tanti problemi. Il padre, come una bambina stupida.
Gli amici, come una ragazza da stimare. E Kristen, beh, lei si vedeva come Kristen e basta.
Una semplice ragazza dai lunghi capelli castani, gli occhi azzurro ghiaccio, alta, e forse troppo magra.
     Quella mattina, Kristen aprì gli occhi con fatica. Tutto le sembrava strano: i profumi, la luce, l’atmosfera.
Non era nel suo letto.
Si guardò attorno, cercando di riconoscere la stanza in cui si trovava. Ma niente. Non ci era mai stata prima.
Si alzò, e inciampò su una bottiglia di vodka mezza piena.
Non si ricordava nulla della sera precedente, ma in fondo, che importava? Non era la prima volta che si trovava in una camera che non era sua, e di cui non sapeva nemmeno il proprietario.
Si accorse che era in biancheria intima. Cercò la sua maglietta, ma non la scovò. Così aprì un cassetto, afferrò una maglietta XL nera, che potesse coprirle anche i fianchi.
Aprì la finestra, e guardò in basso. Non era molto alto, si sarebbe potuta aggrappare al balcone e saltare. E così fece.
Cominciò a camminare per la strada. Alcune persone la fissavano, probabilmente per l’abbigliamento, e altri, esprimevano sottovoce il loro disgusto verso esso.
Scrutò il suo riflesso in uno specchietto di un’auto, e notò che aveva il trucco della sera prima sbavato.
-Sembri un panda- da dietro, una mano le toccò delicatamente la spalla.
-Dite tutti la stessa cosa, tutte le mattine.- si voltò e lo guardò per un attimo, sorridendo.
-Ciao Kris. Anche oggi niente scuola?- ridacchiò.
-Ciao Freddie. Mi rompe il cazzo andarci.-
-Kris, ma in che cazzo ti stai cacciando? Tutte le sere e tutte le mattine la stessa storia. Sei sempre ubriaca, o in post sbornia. Io sono davvero preoccupato per te.- le accarezzò una guancia con l’indice.
-Non rompermi il cazzo, non sto facendo niente di male-
-Ma che cazzo stai dicendo?-
-Dico che ti devi togliere dai coglioni, e lasciarmi andare a casa. Quindi, se mi permetti, me ne vado- si scostò e fece per andarsene.
-No Kristen,  ti devo parlare.- la prese per un polso e la trascinò via.
-Dove cazzo stiamo andando? Lasciami.-
-A casa mia, e non ti mollo-
-MOLLAMI, CAZZO!- provo a liberarsi dalla presa.
-No. Smettila di lamentarti.-
-Ahh, stronzo.-
Entrarono in casa, e Freddie la portò nella sua stanza, facendola sedere sul letto.
-Allora?- Kristen passò le sottili dita fra i capelli, in attesa della ramanzina.
-Lo sai che ti voglio bene, vero?- la abbracciò forte.
-Credo di sì..- arrossì abbozzando un sorriso. Era da un po’ che non se lo sentiva dire.
-Bene. Io non voglio che tu ti riduca così, ok? Io voglio che tu sia felice. Mi prometti che non lo farai più?-
–Lo prometto.- gli scoccò un bacio sulla guancia, per poi poggiare la testa sulla sua spalla.
-Grazie Kris. Tengo molto a te.-
La ragazza si alzò lentamente, salutò il moro muovendo la mano, e con silenzio raggiunse la porta di ingresso.
Percorse la strada illuminata dai lampioni trascinando i piedi.
“Perché cazzo Freddie non si fa gli affari suoi?” pensò.
Arrivata, aprì la porta, ed entrò.
-Dove sei stata?- la voce della madre veniva dalla cucina.
Kristen non le rispose.
-Dove accidenti sei stata? Ieri sera non sei rientrata, mi sono preoccupata tanto-
-Cazzi miei.- la ragazza si diresse verso camera sua e si buttò sul letto. Accese lo stereo a tutto volume: Nirvana – All apologies.
Passò dieci minuti a fissare il soffitto bianco.
Poi, afferrò da sotto il letto una bottiglia di alcolici, e la bevve lentamente.
“Lo prometto.”

 



Kristen promette sempre.
  
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