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Autore: Petronilla    27/08/2007    5 recensioni
ATTENZIONE! ULTIMISSIMO CAPITOLO E CONCLUSIONE DELLA STORIA - Scritto dopo l'uscita dell'"Ordine della Fenice" e prima dell'uscita del "Principe Mezzosangue" - Harry Potter inizia il suo sesto anno a Hogwarts, e accadono molte cose: continua ad avere terribili incubi, litiga con Ron, scopre di provare qualcosa di più profondo per Hermione, viene a conoscenza di un segreto sconvolgente su di sé, affronta il suo nemico mortale. Riuscirà a salvare sé stesso ed i suoi amici? Riuscirà finalmente ad aprire il suo cuore ad Hermione? Leggete e lo scoprirete..
Genere: Romantico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Luna Lovegood, Neville Paciock, Ron Weasley | Coppie: Harry/Hermione
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 34

(N/A: Allora, siamo arrivati proprio alla conclusione di questa mia Fan Fiction. Volevo ringraziare tutti i lettori che mi hanno seguito fino alla fine di questa bellissima avventura. Mi sono emozionata molto e spero anche voi. Ringrazio in particolar modo chi ha recensito, come kristy4ever3msc, Granger90, Selene_90, Summers84, fra ro, darky02, clem e Marco. L'ultimo capitolo è piuttosto lungo, ma intenso. Vedrete che alcune questioni verranno lasciate in sospeso, ma soltanto perchè saranno continuate nel seguito, che si intitola Segreti dal Futuro e che ho già pubblicato su questo fantastico sito di Erika. Quindi, vi mando un grossissimo bacio e spero di ricevere presto i vostri graditissimi commenti a Segreti dal Futuro. Buona lettura!)

 

 

Capitolo 34. UN NUOVO INIZIO

 

Stalattiti sul soffitto

I miei giorni con lei

Io la morte abbracciai.

Ho paura a dirti

Che con te

Mi svegliai…

 

“Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi” di Lucio Battisti

 

 

“Harry? HARRY, mi senti?”

La gioia di Hermione fu grande, anche se era comunque offuscata dalla paura che fosse tutto un sogno. Harry aveva appena pronunziato il suo nome e questo significava che stava lentamente riprendendo conoscenza.

“Harry, ti prego, fa un altro sforzo! Apri gli occhi!”

Le palpebre del ragazzo iniziarono a muoversi con immensa fatica, ma alla fine si aprirono piano e i suoi occhi rimasero a fissare Hermione per alcuni secondi, con curiosità; lei gli sorrise felice, stentando a crederci e gli strinse forte le mani tra le sue.

“Potter, mi senti? Potter!”

Il professor Piton continuava a chiamarlo con insistenza, ma Harry non sembrò accorgersene; il ragazzo stava ancora guardando Hermione intensamente, con uno sguardo incredulo, come quello di un bambino.

“Professore, ha visto? Harry si è svegliato finalmente… è tornato tra noi!”

Gli disse Hermione entusiasta, anche se l’insegnante continuava a guardarlo preoccupato.

Ad un certo punto, Harry richiuse gli occhi e li strinse con forza, poi digrignò i denti in una smorfia di dolore; lasciò la mano di Hermione ed iniziò ad agitarsi in modo incontrollabile, in preda alle convulsioni.

“Nooooo!”

Il ragazzo urlò disperato ed Hermione prese a fissarlo scioccata.

“Cosa sta succedendo? Professor Piton lo aiuti, La prego!”

Harry aveva preso ad ansimare, continuando ad agitare la testa sul cuscino freneticamente; Piton si avvicinò al tavolino vicino al letto, dove era stata appoggiata una brocca d’argento, quindi versò nel bicchiere un liquido rosso come il sangue.

Poi si avvicinò al ragazzo e gli prese la testa con la mano libera, cercando di tenerlo fermo il più possibile, ma Harry continuava ad agitarsi.

“Tienilo fermo!”

Hermione si riprese dallo shock e afferrò Harry per le braccia; lui era molto forte e più di una volta riuscì a sfuggire alla presa.

Finalmente Piton gli fece bere tutto il liquido ed Harry cominciò a calmarsi; il respiro divenne regolare e in breve ricadde in un sonno profondo.

Hermione si portò le mani alle labbra, preoccupata.

“C-cosa gli è successo? S-si riprenderà, vero?” Chiese con voce tremante, ma Piton non rispose e si precipitò fuori dalla stanza come una furia.

 

***O***

 

Erano ormai trascorsi diversi giorni da quando Harry si era risvegliato dal coma ed Hermione gli era rimasta sempre accanto; Silente le aveva dato il permesso di restare con lui e la ragazza si prodigava anima e corpo ad accudirlo. In questo, però non era da sola. Per aiutarla, il preside aveva provveduto a far venire Mrs Figg, la strana vicina dei Dursleys che viveva a Privet Drive.

Purtroppo, dopo quel breve risveglio, Harry non aveva più riaperto gli occhi; continuava ad avere la febbre alta e le convulsioni si erano fatte sempre più frequenti. Riusciva a trarre qualche beneficio soltanto grazie alle pozioni di Piton, che avevano il magico potere di calmarlo, anche se, a parere dell’insegnante, la guarigione sarebbe stata lenta e difficile.

La Maledizione Sanguinem avrebbe potuto completamente disintegrare il suo sistema vascolare, se Piton non fosse intervenuto tempestivamente; comunque aveva provocato ugualmente dei seri danni.

Hermione sentiva una continua stretta al cuore vedendo il suo amato Harry soffrire in quel modo; il ragazzo non aveva mai trascorso una singola notte tranquilla, il suo sonno era continuamente agitato a causa della febbre e del dolore immenso che sentiva in tutto il corpo.

Spesso, durante gli attacchi, si era messo ad urlare a squarcia gola, chiamando disperatamente il nome di sua madre; era straziante assistere a tutto questo, ma Hermione non voleva sentire ragioni, perché desiderava unicamente stargli vicino ed aiutarlo a superare questo momento.

Quella sera, Harry stava già dormendo profondamente da circa un’ora, dopo che Mrs Figg gli aveva somministrato la solita pozione calmante, in seguito ad un attacco di convulsioni molto violento. Rimasta da sola con lui, Hermione si era seduta accanto al suo letto, senza mai perderlo di vista un istante; la sua stanchezza però era enorme e sentendosi cullare dal regolare respiro del ragazzo, alla fine le palpebre si chiusero e lei crollò dal sonno.

Stranamente, si ritrovò in un ambiente caldo e confortevole; si sentiva rilassata e leggera, come non lo era più stata da giorni. Guardandosi attorno, comprese di trovarsi nei giardini di Hogwarts e si mise a camminare lentamente costeggiando il lago; guardò in alto e vide il cielo sereno con un sole caldo e splendente.

Hermione si rese conto di essere completamente da sola, ma poi si accorse che una persona le stava venendo in contro, uscendo dal buio della foresta proibita. Nel suo cuore, sentì l’irrefrenabile impulso di andargli in contro e affrettò il passo. Era come se avesse paura che questa persona potesse essere soltanto un miraggio oppure frutto della sua fantasia.

Man mano che lei si avvicinava, iniziava a distinguere in modo più dettagliato i lineamenti del viso e i contorni del corpo; ben presto si rese conto che si trattava di Harry e percepì una gioia immensa nel vederlo finalmente guarito.

In breve gli fu di fronte; Harry era in piena salute e gli sorrideva felice. I due ragazzi si guardarono intensamente negli occhi e si presero per mano.

“Non ti lascerò mai più sola… te lo prometto.” Le disse Harry ed il cuore di Hermione traboccò di gioia.

In quel momento avrebbe tanto voluto dirgli che neanche lei lo avrebbe mai più lasciato da solo e che si sentiva legata a lui da un legame inscindibile. Stava per pronunziare queste parole, quando all’improvviso, tornò alla realtà; qualcuno le aveva messo una mano sulla spalla e lei aprì gli occhi di scatto, guardandosi attorno spaesata.

“Hermione?”

Mrs. Figg la stava fissando con i suoi grandi occhi scuri. Aveva i capelli grigi raccolti dentro una cuffietta e indossava una vestaglia sulla camicia da notte azzurra. “Forse è  meglio che vai un po’ a riposare, cara. Rimango io con Harry.”

L’anziana signora le parlò con voce pacata, ma Hermione non aveva nessuna intenzione di lasciare il suo posto; fissò Harry per alcuni secondi, notando che stava ancora dormendo profondamente.

“La ringrazio, ma preferisco restare…”

“Ma cosa potrebbe succedere? Sta dormendo come un angioletto, vai tranquilla.”

Hermione non ne era molto convinta e continuava a fissare il suo ragazzo con apprensione; però sentiva ancora il peso della stanchezza di tutti quei giorni trascorsi a vegliare e alla fine decise di ascoltare il suggerimento della sua amica.

Si alzò lentamente in piedi annuendo e Mrs Figg prese immediatamente posto sulla poltrona.

“Vai tranquilla, se c’è qualche novità ti chiamo.”

“Grazie mille.”

A lenti passi Hermione finalmente uscì dalla stanza e quando richiuse la porta, si sentì come sollevata da un pesante fardello. Camminò lungo il buio corridoio e raggiunse la sua stanza; era simile a quella di Harry, solo un po’ più piccola.

“LUMOS!”

Al suo comando, tutte le candele si accesero, anche se la fioca luce che emanavano non contribuiva ad illuminare del tutto la stanza.

Stancamente raggiunse il lavandino e si guardò allo specchio: quasi non riconobbe la sua immagine riflessa; aveva profonde occhiaie sotto agli occhi ed il viso pallido e dimagrito, i capelli le ricadevano scompigliati sulla fronte e sulle spalle.

Hermione emise un profondo sospiro, poi si portò le mani ai capelli e li legò in una treccia; si sciacquò il viso con dell’acqua fredda e raggiunse il suo letto, dove crollò pesantemente distesa.

Quasi automaticamente, si coprì il viso con le mani e sentì l’irrefrenabile bisogno di piangere e sfogarsi.

Non ce la posso fare da sola. Harry, ti prego non lasciarmi!” continuava a ripetersi, mentre calde lacrime stavano già solcando il suo viso. Senza riuscire più a trattenersi, iniziò a singhiozzare come una bambina. Si sentiva così sola e disperata, credeva di aver perso ogni speranza.

Improvvisamente, udì qualcuno bussare alla porta in modo insistente. Hermione si asciugò in fretta le lacrime con la manica della camicia e scattò in piedi.

“Avanti!”

“Hermione, presto devi assolutamente venire!”

Mrs Figg aprì la porta di scatto, in preda ad una folle agitazione. Hermione sentì un tuffo al cuore e la seguì correndo, verso la stanza di Harry.

“Cos’è successo? Ha avuto un altro attacco?” Chiese con il cuore in gola.

“Se te lo dicessi, non ci crederesti mai!”

Rispose Mrs Figg enigmaticamente, esitando davanti alla porta.

“Promettimi che sarai forte, perché credo che quello che vedrai potrebbe scioccarti.”

Le disse l’anziana signora con tono grave ed Hermione annuì, temendo il peggio. Poi aprì la porta lentamente e si udì la voce acuta di Albus Silente, che chiacchierava con qualcuno in tono molto allegro.

Le due amiche entrarono nella stanza, ma sembrava che il preside non si fosse ancora accorto della loro presenza; d’un tratto, Silente ruppe in una fragorosa risata e si girò verso di loro, che continuavano a fissarlo incredule.

“Oh, eccovi finalmente… stavo appunto dicendo al nostro Harry, che la raccolta di fragole selvatiche in questa zona è una pratica molto frequente di questi tempi.”

Hermione non riusciva a credere ai suoi occhi e nemmeno alle sue orecchie; Albus Silente stava chiacchierando di fragole selvatiche con chi? La ragazza mosse alcuni passi indecisi verso il letto a baldacchino e quando finalmente vide Harry, semi nascosto dietro le tende, strizzò gli occhi più volte e ci mise qualche secondo per realizzare.

Harry se ne stava seduto sul letto, con la schiena appoggiata ad un paio di morbidi cuscini e le stava sorridendo sereno, come se si fosse completamente ristabilito. Certo, era ancora molto pallido e dimagrito, ma i suoi occhi erano tornati sereni e luminosi come un tempo.

Hermione si portò le mani alla bocca, profondamente stupita e prese a fissare a turno Silente che la guardava ammiccando ed Harry, che aveva appena teso le braccia verso di lei.

Senza starci su a pensare, la ragazza scattò in avanti e corse ad abbracciarlo stretto. Lo sentì così esile e magro, che quasi ebbe paura di fargli male.

Quando Harry la strinse forte a sè, Hermione non riuscì più a trattenersi e scoppiò a singhiozzare in modo incontrollabile. Finalmente, il ragazzo che amava si era risvegliato e adesso lo teneva fra le sue braccia. Le sembrava un sogno; era una cosa talmente incredibile per lei. 

“Shhhhh, non piangere… è tutto passato ormai, sono guarito.” Le sussurrò dolcemente Harry all’orecchio, ma Hermione non riusciva a smettere di piangere dalla gioia.

Poi Harry l’allontanò delicatamente, per guardarla dritto negli occhi. La ragazza allora cercò di asciugarsi in fretta le lacrime con la manica della camicia.

“P-perdonami, mi ero ripromessa di… di non piangere al tuo risveglio… sono solo una sciocca.”

“Non dire così, perché non è affatto vero. Sei tu che devi perdonare me, per averti fatto soffrire in questo modo.”

Harry le parlò con un filo di voce, carezzandole il viso con la mano.

“Oh, Harry, quanto mi sei mancato.” Hermione tornò ad abbracciarlo ancora più forte.

I due ragazzi rimasero stretti uno tra le braccia dell’altra, godendo a pieno della loro ritrovata felicità, mentre ad una certa distanza, Mrs  Figg e Silente continuavano a lanciarsi occhiate di consenso.

 

***O***

 

Hermione sprofondò in un sonno ristoratore, senza sogni, e riuscì a svegliarsi soltanto con il sole già alto. Quando aprì gli occhi, scattò a sedere sul letto preoccupata, temendo che gli avvenimenti della sera prima fossero stati soltanto frutto della sua immaginazione.

Ancora non riusciva a credere che Harry si fosse risvegliato; di sicuro, l’intervento di Silente era stato fondamentale per farlo guarire, anche se non le era chiaro cosa il preside avesse fatto.

In fretta si alzò e corse a prepararsi; poi raggiunse immediatamente la stanza di Harry ed esitò dinanzi alla porta. Da dentro, sembravano arrivare voci indistinte. Lentamente Hermione girò la maniglia ed entrò.

Harry era ancora a letto, con la schiena appoggiata su dei grandi cuscini e Albus Silente gli sedeva accanto; stavano chiacchierando animatamente, come vecchi amici ed Hermione tirò un sospiro di sollievo.

“Hermione!” Vedendola entrare, il viso del ragazzo si illuminò di un largo sorriso.

“Disturbo? Torno più tardi?” Chiese lei incerta, ma Silente si alzò dalla poltrona e le fece cenno di avvicinarsi.

“Niente affatto! Prego entra e unisciti a noi.”

Hermione chiuse la porta alle sue spalle e mosse alcuni passi verso di loro; con la coda dell’occhio, vide il vassoio della colazione posto sul tavolo e notò con piacere che i piatti e la tazza erano vuoti.

La ragazza sedette su di una sedia accanto al letto ed Harry le prese le mani stringendole tra le sue. Rimasero a guardarsi dritto negli occhi per alcuni istanti; Hermione si perse in quei dolcissimi occhi verdi, nei quali riuscì a ritrovare ancora una volta, quella luce e quella profondità che credeva di non poter mai più rivedere.

“Ho appena raccontato al preside, i fatti di quella notte a Nocturn Alley.” Le spiegò Harry, con calma. Poi si rabbuiò in viso ed aggiunse. “Ho appena saputo che Mark Evans è stato portato via dai Mangiamorte.”

Hermione annuì e le si strinse il cuore, vedendo la preoccupazione nascere negli occhi di lui. Harry poi si rivolse a Silente e parlò con tono determinato.

“Dobbiamo ritrovarlo! Non voglio che gli facciano del male! Anche se ha tradito la nostra fiducia, sono certo che si è pentito, lo sento.”

Il preside si accomodò nuovamente nella sua poltrona. “Stiamo già facendo di tutto per rintracciarlo, Harry. L’unica cosa di cui devi preoccuparti adesso, è di rimetterti in forze. Noi tutti siamo ansiosi di rivederti presto ad Hogwarts.”

Harry annuì serio; anche per lui era importante ristabilirsi il più presto possibile; c’erano tante cose che desiderava ancora fare.

“C’è un ultima cosa di cui vorrei parlarti,” aggiunse Silente, fissandolo dritto negli occhi. “Tu hai seguito Mark Evans perché volevi contattare Sirius Black, non è vero?”

Harry emise un profondo sospiro e abbassò lo sguardo mortificato.

“Proprio così. Sono stato uno stupido a credere che fosse veramente possibile.”

“Non sei stato uno stupido. Hai soltanto seguito il tuo cuore. E comunque, ci sarebbe ancora una possibilità….”

Il ragazzo alzò la testa di scatto e prese a fissare il preside con incredulità. Hermione fece lo stesso.

“Se tu vorrai, durante la prossima notte di luna nuova, io ti aiuterò a portare a termine la cerimonia dinanzi al Velo dell’Oblio… e senza neanche dover entrare di nascosto al Ministero!”

Gli occhi di Silente luccicarono maliziosi, mentre Harry ed Hermione si scambiarono un’occhiata di sorpresa.

“Sarai di sicuro lieto di sapere, che esistono diversi Veli dell’Oblio sparsi in tutto il mondo… uno di questi, si trova proprio a Hogwarts.”

“D-dice d’avvero?” Harry non riusciva a credere alle sue orecchie; dopo tanta fatica e dopo tutti i pericoli corsi, alla fine aveva scoperto che esisteva un Velo dell’Oblio nascosto ad Hogwarts.

“Tu pensa a guarire presto e quando tornerai nuovamente a scuola, ne parleremo più dettagliatamente. Adesso vi lascio soli, di sicuro avrete moltissime cose da raccontarvi.”

Il preside si alzò in piedi e raggiunse la porta, con un leggero fruscio della sua veste colore del cielo.

Quando i due ragazzi furono finalmente soli, Hermione non riuscì più a trattenersi.

“Hai sentito cos’ha detto? Sarebbe stato molto più saggio chiedere l’aiuto di Silente, invece che seguire le follie di Mark Evans,” commentò Hermione accigliata, poi proseguì in tono risentito. “Non capisco come tu possa ancora preoccuparti per lui, dopo tutto quello che ti ha fatto!”

Harry accennò un lieve sorriso, poi sollevò una mano e le carezzò dolcemente il viso.

“Lo so… ma nonostante tutto, non riesco ad odiarlo, è più forte di me. Tutti abbiamo sbagliato nella vita, chi può dire di essere perfetto?”

“Non sono d’accordo!” Hermione si alzò di scatto e prese a misurare la stanza a lenti passi. ”E’ stato lui a trascinarci in quell’inferno, è stato lui la causa delle tue sofferenze! Ho rischiato di perderti per sempre per colpa sua e per questo motivo non potrò mai perdonarlo.”

Hermione sentì salire le lacrime agli occhi e distolse lo sguardo, fissando intensamente fuori dalla finestra. Harry provò un tremendo senso di colpa.

“Hai ragione.” Le disse, poi abbassò la testa e parlò con un filo di voce. “Non mi sono mai reso conto di quello che anch’io stavo per perdere. Se solo ti avessi ascoltato, invece di fare sempre di testa mia… se solo avessi riflettuto di più, se solo…” Il ragazzo provò una stretta alla gola e non riuscì più a parlare; si coprì il viso con le mani e sospirò profondamente per riprendere il controllo di sé; l’ultima cosa che voleva fare, era mettersi a piangere davanti alla sua ragazza.

Hermione provò una pena immensa, rendendosi conto della fragilità di Harry; si asciugò le lacrime e si precipitò ad abbracciarlo con calore.

“Shhhh, non pensarci più adesso, è tutto passato. Dobbiamo cercare di dimenticare le cose tristi. Desidero soltanto vivere al presente e trascorrere ogni istante insieme a te.”

Harry la strinse forte a sé e respirò a fondo il delicato profumo di lei; si sentiva completamente felice, sapendo di avere tra le braccia, la persona più importante della sua vita. Pensò che se fosse rimasto con i suoi genitori sul Pianeta Astrale, avrebbe perso tutto questo.

“Devo raccontarti una cosa.” Harry si sciolse dall’abbraccio e prese a fissarla intensamente negli occhi.

“Mentre ero in coma, ho vissuto un’esperienza incredibile. Mia madre è venuta a prendermi ed insieme abbiamo visitato un posto magnifico. Ho incontrato anche mio padre e finalmente ho provato la gioia di stare insieme a loro. Tutto sembrava così meraviglioso, ma anche perfettamente reale; pensa che in certi momenti ho persino desiderato di rimanere là su insieme a loro.”

Hermione gli sorrise teneramente e gli passò una mano tra i capelli con affetto.

“Poi però, ho capito che non sarei mai riuscito a vivere senza di te e che sarei dovuto assolutamente tornare.”

“Sei sicuro di non essertene pentito?” Gli chiese Hermione timidamente; Harry le prese il volto tra le mani e continuò a fissarla intensamente negli occhi.

“Lo rifarei anche un miliardo di volte… rifarei tutto quanto! Non riesco a descrivere quello che provo per te in questo momento e vorrei tanto che tu potessi leggere nel mio cuore. E’ qualcosa di sorprendente.” Harry esitò un momento, poi le sussurrò. “Ti amo così tanto, Hermione.”

I loro cuori traboccavano dalla gioia, i loro occhi erano umidi dalla commozione.

I due ragazzi avvicinarono lentamente le labbra e coronarono quel momento indimenticabile con un bacio appassionato.

***O***

 

Nelle due settimane successive, Harry fece del suo meglio per ristabilirsi; mangiò tutto quello che la Mrs. Figg gli portava e trangugiava ubbidiente tutte le pozioni che Piton gli preparava.

Purtroppo, Hermione era dovuta ritornare a scuola per gli esami di fine anno e comunque, ormai si sentiva molto più sollevata nel sapere che Harry si  stava rimettendo in fretta. Quasi tutti i giorni, Edvige consegnava una lettera, prima ad uno e poi all’altra; si scrivevano continuamente, era come se non avessero nient’altro da fare tutto il giorno.

Harry comunque non ebbe mai occasione di sentirsi solo; da quando si era ripreso, c’era stato un continuo via vai di maghi e streghe dell’Ordine della Fenice e di amici, primi fra tutti Lupin, Tonks e Molly Weasley.

Quando all’inizio di giugno Harry fu finalmente in grado di tornare ad Hogwarts, sia i compagni di scuola che gli insegnanti furono molto felici di rivederlo e lo accolsero con calore.

Nella torre di Grifondoro, gli studenti organizzarono una grande festa in suo onore, nella quale brindarono alla sua salute e cantarono a squarciagola fino a tardi.

L’incontro con Ron fu molto commovente; i due ragazzi si strinsero in un forte abbraccio e per una frazione di secondo, Harry credette di vedere delle lacrime solcare il viso del suo migliore amico, anche se lui fece di tutto per nasconderlo. Anche Ginny lo abbracciò con affetto, ma lei non ebbe paura di mostrare i suoi sentimenti e scoppiò subito a piangere dalla gioia.

Hermione, dal canto suo, non poteva essere più felice di così; sembrava proprio che tutte le ombre fossero completamente svanite dal suo cuore. Continuava a non perdere mai di vista il suo ragazzo e cercava di far fronte ad ogni sua minima richiesta, ancor prima che lui aprisse bocca. Benché Piton lo considerasse ormai definitivamente guarito e nonostante Harry facesse di tutto per non darlo a vedere, Hermione era sicura che lui si sentisse ancora molto debole; la sera si stancava presto e lei lo esortava ad andare a dormire prima degli altri ed anche il suo appetito era diminuito notevolmente rispetto a prima.

Harry però non si lamentava; per lui era una gioia immensa poter avere nuovamente i suoi amici vicino, parlare e scherzare con loro come i vecchi tempi; ma soprattutto, l’idea che presto avrebbe potuto compiere la cerimonia dinanzi al Velo dell’Oblio, gli dava nuova energia.

Quel mercoledì, Harry avrebbe ripreso con le lezioni e alle prime due ore lui ed Hermione avrebbero avuto Pozioni.

Quando i due ragazzi scesero nei sotterranei, furono subito raggiunti dai loro compagni, felici di rivedere Harry; Ernie McMillan continuava a darli amichevoli pacche sulla spalla e Lavanda non li toglieva gli occhi di dosso.

Ad un certo punto, si sentì un certo trambusto provenire dal gruppo degli studenti di Serpeverde; poi Draco Malfoy avanzò a lenti passi verso Harry ed Hermione, mentre gli altri suoi amici gli fecero ala.

“Bene, bene… vedo che sei tornato tra noi, Potter! Che peccato, pensavo di essermi finalmente liberato di te, questa volta.” La frase gelida di Malfoy fu subito seguita da un coro di risatine di scherno, provenienti dal gruppo dei Serpeverde.

Prima che Harry potesse reagire alla provocazione, Hermione gli si parò davanti e si rivolse a Malfoy in tono di sfida.

“Sei sempre il solito sbruffone, Malfoy! Malgrado i tuoi sforzi però, non vali neanche la metà di Harry.”

Il sorriso sparì di colpo dal volto del giovane Serpeverde, ma ciò non gli impedì di replicare.

“Cosa c’è, Potter? Sei talmente debole che adesso ti fai difendere dalla tua ragazza Mezzosangue?”

  Si sentì un altro coro di risatine, ma Harry rimase impassibile. Senza rispondergli subito, si avvicinò lentamente a Malfoy, fissandolo in cagnesco. Hermione temette il peggio e si strinse al suo braccio, preoccupata.

“Ti senti molto furbo, vero Malfoy?” Esordì Harry, senza battere ciglio. “Ho visto la morte in faccia troppe volte, per avere paura di uno come te. Mi fai pena, sai? Per tutta la vita non hai fatto altro che cercare di imitare tuo padre, senza chiederti invece quali fossero le cose veramente importanti.”

Harry aveva parlato con voce ferma, senza mai distogliere lo sguardo dal suo rivale; questa volta non si udirono risatine di scherno e tutti i presenti continuarono a fissare i due ragazzi con estrema serietà. Malfoy si guardò attorno nervoso, iniziando a sudare freddo, quindi con un rapido gesto tirò fuori dal mantello la sua bacchetta e la puntò dritta alla fronte di Harry.

“Prova a ripetere quello che hai appena detto, sei ne hai il coraggio!”

“Tu-non-mi-fai-paura.” Harry scandì ogni parola, senza mai distogliere lo sguardo.

Hermione era rimasta con il fiato sospeso e tra gli studenti si sentì un certo trambusto sommesso; tutti fissavano la scena colma di tensione, Malfoy stava puntando la sua bacchetta contro Harry, che continuava a rimanere completamente impassibile.

Ad un certo punto, si udì il suono di passi venire dalla loro parte e in breve, Piton fu loro accanto.

“Si può sapere cosa sta succedendo qui?” Chiese l’insegnante fulminandoli con gli occhi; Malfoy abbassò subito la bacchetta e cercò di giustificarsi.

“E’ stato Potter ad iniziare! Lui mi ha insultato.”

Lo sguardo gelido di Piton andò da Malfoy ad Harry. Questa volta, l’insegnante non avrebbe potuto prendersela con Harry, visto che l’unico dei due litiganti che brandiva una bacchetta magica era proprio Draco.

“Malfoy in punizione!” Sentenziò Piton in fine, provocando le rimostranse del ragazzo.

“Come? In punizione? Ma cosa ho fatto?”

“Stavi per compiere magie fuori dalla classe. E adesso non voglio sentire un’altra parola di protesta o la punizione verrà raddoppiata! Veloci, entrate tutti in classe. TUTTI QUANTI!”

Malfoy fulminò l’insegnante con lo sguardo, poi si avviò rassegnato; prima di raggiungere gli altri studenti, Piton diede una rapida occhiata ad Harry senza fiatare.

“Coraggio. Andiamo anche noi.” Lo esortò Hermione, ed Harry la seguì ubbidiente; il ragazzo era rimasto profondamente colpito dal comportamento di Piton; per tutto il mese che aveva trascorso a casa sua, non aveva mai avuto occasione di restare da solo con lui e poterlo ringraziare per il suo aiuto prezioso. Era come se l’insegnante volesse evitare di parlargli.

Alla fine della lezione, Harry aspettò che tutti gli altri studenti fossero usciti dalla classe e disse ad Hermione che l’avrebbe raggiunta più tardi; poi si avvicinò lentamente alla cattedra.

Piton gli dava le spalle, impegnato a far scomparire con la bacchetta le indicazioni scritte sulla lavagna; quando l’insegnante si girò verso di lui, rimase molto sorpreso nel vederlo là.

“C’è qualcosa che non va, Potter?” Gli chiese in tono sbrigativo; Harry esitò un momento, poi si schiarì la voce ed infine parlò.

“Professor Piton, io… volevo scusarmi per come l’ho trattata l’ultima volta, dopo la nostra lezione di Occlumanzia.”

L’insegnante abbassò lo sguardo sulla cattedra e prese a sfogliare distrattamente alcuni libri.

“Pensavo che quel discorso fosse stato chiuso da tempo.”

Harry rimase colpito dalla sua freddezza, ma decise di andare avanti ugualmente.

“Volevo anche ringraziarla, per tutto quello che ha fatto per me. Le devo la vita e Le sarò per sempre debitore per questo.”

Piton alzò lo sguardo e prese a fissare il ragazzo con i suoi occhi neri e imperscrutabili.

“Non ce n’è alcun bisogno, Potter. E comunque, non è per te che ho fatto quello che ho fatto.”

“Ma io…”

“Apprezzo le tue parole, ma non pensare che d’ora in poi diventerò più magnanimo nei tuoi riguardi. Rimango comunque il tuo insegnante ed esigerò sempre il massimo da te. Adesso vai, la tua prossima lezione sta già per iniziare.”

Piton riprese a sfogliare i suoi libri e ad Harry non restò altro da fare che uscire dalla classe; stranamente, le parole di Piton  non lo ferirono, anzi, ormai sentiva che tra di loro si era stretto un legame inscindibile, un legame che li avrebbe uniti per sempre.

 

***O***

 

La notte era scura e senza luna, nell’aria soffiava un piacevole venticello estivo; un gruppo di sei figure incappucciate procedeva a lenti passi per il giardino di Hogwarts, ognuno con la bacchetta accesa ed alzata sopra la propria testa.

La processione silenziosa raggiunse in breve tempo l’estremità Ovest della tenuta, dove si trovava un piccolo cimitero, semi nascosto dalla vegetazione.

Il gruppo si fermò dinanzi alla cappella di pietra e rimase in attesa; poi il mago più anziano si tolse il cappuccio e parlò con voce profonda.

“E’ arrivato il momento Harry, sei tu che devi farlo.” Silente esortò il ragazzo, ma questi esitò un momento davanti alla robusta porta di ferro.

Harry la osservò con attenzione; c’erano iscrizioni in rune antiche ed esattamente nel centro, era impresso lo stemma di Hogwarts, uno scudo crociato, con disegnati i quattro simboli dei fondatori della scuola, un leone rampante, un serpente sibilante, un tasso ed un corvo.

Silente lo aveva preparato per questo, spiegandogli che esisteva un legame tra lui e Godric Grifondoro, anche se volutamente non era andato nel dettaglio. In quella cappella, circondata dalle tombe dei fondatori di Hogwarts, potevano entrare unicamente i predestinati ed Harry era uno di questi.

Il ragazzo alzò una mano verso lo stemma, che iniziò a brillare di una luce intensa; improvvisamente, la porta si schiuse ed Harry alzò gli occhi verso Silente, che gli annuì rassicurandolo.

“Adesso puoi entrare.” Gli disse con voce calma e dopo una certa esitazione, Harry spinse la porta ed avanzò lentamente, seguito da tutti gli altri.

La cappella venne illuminata dalla flebile luce delle sei bacchette accese; sembrava un luogo fuori dal tempo, le pareti ed il pavimento erano di marmo nero e non c’era altro, a parte una grossa lapide quadrata posta sul muro. Sulla lapide era incisa una Croce Celtica, costituita da una croce circondata da un cerchio. Questo simbolo raffigurava il punto d’incontro tra il mondo terreno e quello divino nell’infinità dell’universo. La croce rappresentava i quattro Elementi universali - l’Acqua, l’Aria, la Terra e il Fuoco - mentre il cerchio era lo Spirito, ossia il Quinto Elemento.

Silente avanzò davanti a tutti, dirigendosi verso la lapide, poi pronunziò delle parole magiche sotto voce e questa improvvisamente si aprì, rivelando un angusto passaggio che scendeva sotto terra; il gruppo di maghi e streghe si incamminò in fila indiana lungo il corridoio scavato nella roccia e ad Harry sembrò quasi di dover raggiungere il centro della terra.

Dopo circa mezz’ora, Harry finalmente lo vide; la roccia era stata spianata per creare più spazio e proprio sulla parete di fronte a loro, si ergeva un alto arco di pietra, dal quale pendeva il Velo dell’Oblio, che ondeggiava come se fosse sospinto dal vento; come l’ultima volta che lo aveva visto, Harry rimase colpito dagli oscuri lamenti che sembravano provenire da esso.

Tutti i presenti si disposero a semi cerchio e si tolsero il cappuccio; oltre ad Harry e Silente, c’erano Ron, Hermione, Tonks e Lupin.

Harry quindi si mise proprio di fronte al Velo, mentre gli altri posizionavano a terra una candela, una ciotola di acqua pura, una rosa e lo specchio a doppio senso di Sirius.

Ogni cosa era pronta per la cerimonia, anche se Harry si sentiva tremendamente nervoso; si girò verso Silente e lui gli fece un cenno di assenso con la testa; si era preparato tanto per questo momento e adesso credeva di non farcela.

Le sue mani iniziarono a sudare e provò una terribile morsa allo stomaco.

“Coraggio Harry, siamo tutti con te. Concentrati e cerca di visualizzare Sirius nella tua vista interiore.”

Harry annuì e chiuse gli occhi in concentrazione; pensò intensamente al suo padrino e lo rivide nella sua mente come l’ultima volta che lo aveva lasciato a Grimmauld Place; magro, con il viso emaciato ed i capelli lunghi. Era sciupato dai lunghi anni di stenti e sofferenze. Purtroppo, sembrava che non stesse succedendo assolutamente niente.

Sirius, dove sei?” Si chiese con insistenza, ma nessuno rispose al suo richiamo.

Harry stava già perdendo le speranze, quando all’improvviso, la figura di Sirius si materializzò nella sua mente; il ragazzo sentì il cuore in gola per la sopresa, ma quando aprì gli occhi, rimase a bocca aperta nel vedere che il suo padrino gli stava proprio di fronte, appena al di là del Velo.

Hermione emise un grido sommesso, Ron che le stava accanto, rimase a bocca aperta mentre Lupin e Tonks sgranarono gli occhi costernati. Sirius Black non era affatto come loro lo ricordavano; sembrava ringiovanito, aveva i capelli tagliati corti e il viso era disteso e sereno. Era come se i segni profondi che aveva portato addosso nell’ultimo periodo della sua vita, fossero completamente scomparsi.

Harry provò una fortissima emozione nel rivederlo e gli occhi gli si inumidirono senza volerlo; stranamente, iniziò a sentirsi attratto dal Velo, che continuava ad ondeggiare tra lui e Sirius; quasi in trance, il ragazzo allungò una mano per cercare di toccare quella del padrino.

Intuendo il pericolo, Silente mosse alcuni rapidi passi e lo afferrò per il braccio, impedendogli di avvicinarsi troppo al velo.

“E’ arrivato il momento di liberarlo Harry… sai cosa devi fare.”

Il ragazzo annuì, anche se avrebbe desiderato fare di più, come ad esempio, riuscire a riportarlo nel mondo dei vivi; l’immagine di Sirius sembrava così reale, ma si trattava della sua anima e non del suo corpo fisico.

Harry allora si concentrò nuovamente e alzò le braccia verso il Velo, ripetendo a voce alta le parole magiche:

 

Ti chiamo anima splendente,

Esci dall’oscuro silenzio.

Si aprano tutte le porte,

Si accendano tutte le luci.

Vola via tenebra

Vieni a me luce splendente…

EXIS LUX SPLENDIDUS!”

 

Al comando di Harry, un vortice di luce si materializzò di fronte a lui e prese a girare vorticosamente; i presenti si coprirono il volto con le mani, per ripararsi dalla luce accecante.

Poi d’un tratto tutto finì e la stanza cadde nuovamente nella semi-oscurità; Sirius Black era scomparso. Harry guardò sul pavimento e vide che anche la candela, la ciotola e la rosa erano scomparse, tranne lo specchio a doppio senso. Il ragazzo si chinò e lo prese in mano con affetto.

“Sirius mi ha voluto lasciare un ricordo… lo conserverò sempre, gelosamente.”

 

***O***

 

Anche il giorno della partenza arrivò inesorabile; quella mattina a mezzogiorno, tutti gli studenti, compresi Harry, Ron ed Hermione avrebbero ripreso il treno per tornare a Londra.

Un altro anno scolastico era trascorso, denso di avvenimenti e di colpi di scena, come i precedenti; Ron ed Hermione avevano superato brillantemente gli esami, mentre Harry era stato esonerato, vista la sua grave malattia. Comunque erano stati tutti promossi, persino all’esame ufficiale di smaterializzazione; adesso dovevano soltanto aspettare di compiere diciassette anni e finalmente sarebbero entrati di diritto nel mondo degli adulti, con tutto ciò che questo comportava.

Harry già non vedeva l’ora di potersi finalmente smaterializzare da Privet Drive, ma soprattutto, aspettava con ansia il momento in cui avreppe potuto tranquillamente compiere magie fuori dalla scuola, pregustando ogni modo possibile di tenere a bada suo cugino Dudley.

Ad un’ora dalla partenza, Harry aveva deciso di scendere da solo in giardino, schivando abilmente i numerosi studenti che correvano nei corridoi eccitati, in vista del loro ritorno a casa. Non aveva neanche chiamato Hermione, non volendo distoglierla dai preparativi.

La giornata era splendida ed il cielo era terso; lasciatosi il castello alle spalle, prese a camminare a passi veloci fino all’estremità Ovest della tenuta; in breve arrivò al piccolo cimitero e scorse in fretta le tombe, fino a quando non ebbe raggiunto quella dei suoi genitori.

Poi si chinò di fronte ad essa e prese a carezzarla con affetto.

“E’ ormai tempo di partire, ma ovunque andrò, vi porterò sempre con me. Ormai so che non siete rinchiusi in questa tomba, ho visto con i miei occhi il posto magnifico dove adesso vivete. Spero tanto che Sirius sia con voi adesso e che abbia finalmente ritrovato la pace che si merita. Vi amo immensamente…”

Poi il pensiero di Mark Evans invase la sua mente con prepotenza ed Harry sentì il cuore farsi pesante per la preoccupazione.

Quasi automaticamente, il ragazzo chiuse gli occhi e si concentrò sul volto di suo cugino; subito, immagini confuse iniziarono a saettare davanti a lui. Infine, Harry riuscì a percepire un fortissimo senso di sconforto e di paura nel cuore. Quando sentì che questi sentimenti lo stavano per sopraffare, Harry riaprì gli occhi di colpo, felice di ritrovarsi ad Hogwarts. Malgrado i sentimenti che aveva percepito, era sicuro che Mark fosse ancora vivo.

“Ti prego, resisti! Presto verremo a salvarti. Non posso perdere anche te e non lo farò.”

Si disse determinato, senza rendersi conto, che questa volta aveva usato i suoi poteri senza alcuna difficoltà.

“Harry?”

Il ragazzo si sentì chiamare da lontano e si alzò lentamente in piedi; Hermione stava correndo verso di lui e quando lo ebbe raggiunto si fermò ansimando per riprendere fiato.

“Sapevo che ti avrei trovato qui… è quasi ora di andare, non sei ancora pronto?”

Harry non rispose; allungò una mano verso di lei e le sorrise dolcemente; Hermione si avvicinò e la strinse con affetto, guardandolo negli occhi.

Rimasero alcuni minuti così, mano nella mano, immersi uno nello sguardo dell’altra. Quando il vento le scompigliò i capelli, lei alzò distrattamente una mano per scostarli dal viso; in quel momento, Harry pensò di avere di fronte la ragazza più bella e dolce del mondo e si sentì immensamente fortunato.

“Vogliamo andare?”

Gli chiese Hermione accennando un sorriso e lui annuì. Insieme percorsero nuovamente il prato verde, dirigendosi verso le carrozze che già li aspettavano dinanzi al castello.

Quest’anno scolastico aveva regalato loro delle fortissime emozioni, ma soprattutto, aveva portato l’amore nei loro cuori bisognosi di affetto. Presto le vacanze sarebbero finite e i nostri due innamorati si sarebbero rincontrati nuovamente. Il loro futuro era incerto. Ciò che sapevano di sicuro, era che avrebbero affrontato ogni nuova situazione insieme, uniti come una sola anima, uniti come un solo cuore.

 

FINE

 

  
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