Science can be just what is, not what it could
be.
Capitolo 10
Il bip fastidioso della
sveglia strappò Becky dal suo sonno tranquillo.
Stiracchiandosi per bene la
ragazza si scoprì lasciando che il freddo pizzicante di
metà novembre la avvolgesse
completamente.
Strusciando i piedi sul
parquet della sua camera afferrò la divisa
scolastica,chiudendosi nel bagno.
Una volta lavata e vestita
afferrò lo zaino,scendendo in cucina dove la moglie di suo
padre stretta in una
tuta di velluto rosso scintillante era intenta a fare ginnastica su un
aggeggio
che le faceva girare in tondo il sedere.
La voce nasale della donna
canticchiava una canzone incomprensibile alle orecchie della ragazza
che
cercando di non ridere le passò d’avanti.
-Oggi devi pulire,domani
sera torna tuo padre- disse all’improvviso Samanta
togliendosi le cuffiette.
-Ah passa a fare la spesa
dopo scuola,per la cena cucina qualcosa di buono- aggiunse prima di
rimettersi
le cuffiette.
Becky sbuffò,sbattendo
la
porta.
Lei cucinava e la stronza si
prendeva il merito.
Lei puliva la casa e la
stronza si prendeva il merito.
Lei rimaneva chiusa fuori
casa tutta la notte e la stronza se ne sbatteva le palle.
Non ce la faceva
più,stava
impazzendo.
Non era pronta a rivedere
suo padre,ma doveva parlare.
Aveva deciso,gli avrebbe
detto tutto.
-Becky!- la ragazza si
voltò
di scatto,sorridendo al suono allegro di quella voce.
-Aspettami però..-
protestò
Holly piegandosi in due col fiatone.
-Scusa- sorrise la mora
prima di guardarsi intorno e notare Josh oltrepassare il cancello della
scuola.
-Devo nascondermi!- disse
solo,prima di tirare l’amica con lei dietro un cespuglio dei
giardini del
viale.
-Cosa cavolo..- borbottò
la
bionda prima che l’amica la zittisse con una mano sulla bocca.
Attesero qualche minuto
dietro le foglie,prima che Becky accertatasi del pericolo scampato
desse il via
libera per potersi rialzare.
-Ehm…non per impicciarmi
degli affari tuoi eh..ma potresti spiegarmi chi stiamo evitando e
perchè?-
domandò bisbigliando Holly confusa.
-Josh,è diventato
irritante..non fa altro che riempirmi di messaggi e chiamate,non ce la
faccio
più- rispose sottovoce la mora.
-E perché stiamo
bisbigliando?- chiese ancora la bionda.
-Perché..- Becky si
portò
una mano sotto il mento –Non lo so perché!-
esclamò con tono di voce normale.
-Ma Josh non ti
piaceva,scusa?- domandò Holly più confusa di
prima.
-Si,prima che diventasse un
parassita ossessionato- rispose Becky arricciando il naso al pensiero
del suo
cellulare che vibrava in continuazione.
-E che mi dici del
bell’imbusto che gioca a fare il professore?-
domandò Holly nascondendo un
sorrisetto dietro la sciarpa.
-Cosa?- chiese Becky
accorgendosi troppo tardi di come il suo tono di voce fosse risultato
eccessivamente acuto.
-Ho notato i vostri
sorrisini,ma soprattutto ho notato come vi spogliate con gli occhi a
vicenda..-
confessò Holly ridendo.
-Holly!- la rimproverò
Becky
sconvolta –Davvero?Mi spoglia con gli occhi?- chiese qualche
minuto più tardi
arrossendo fino ai capelli.
Holly annuì ridendo
ancora di
più.
-E comunque… non per
impicciarmi degli affari tuoi eh..ma come va con Styles?- chiese la
mora
imitando il tono che l’amica aveva usato poco prima.
Gli occhi di Holly si
illuminarono e le guance presero un colorito più vivo.
-Tutto stupendo- trillò
portandosi
le mani unite al petto.
-Voglio i dettagli,tesoro-
specificò la mora sorridendo amabilmente.
-Quella sera è stato un
vero
gentiluomo- cominciò la bionda con sguardo sognante
– e ieri sera siamo usciti
di nuovo- continuò chiudendo gli occhi.
-Siamo andati a prendere una
cioccolata calda e dopo abbiamo fatto una passeggiata,è
stato tutto
magnifico,dovevi vederlo rincorreva i piccioni,,era bellissimo-
spiegò con un
sorrisetto ebete sulle labbra.
-E poi..- sussurrò prima
che
la voce le morisse in gola.
-Poi cosa?-
chiese Becky con sguardo sognante.
-Mi ha
riaccompagnata…e..lui..io..noi..ci siamo…baciati-
concluse appoggiandosi ad un
braccio di Becky.
-Non svenire,però-
scherzò
la mora reggendola.
-Io ti amo così
tanto…è solo
grazie a te…grazie grazie grazie grazie grazie!-
urlò abbracciando l’amica e
posandole baci su tutto il viso,mentre rideva.
L’aria pomeridiana era più fredda
del solito,pensò Becky
oltrepassando le porte scorrevoli del supermercato,venendo inondata da
un
tepore e dal consueto odore di detersivi che giaceva
nell’aria.
Afferrò alla svelta un
cestello rosso e cominciò a girare per i vari scaffali in cerca delle cose che le
sarebbero servite per
preparare la cena di domani.
Una volta preso tutto quello
che le occorreva si diresse al banco della frutta e delle verdure.
Aveva lasciato per ultimo il
suo frutto preferito,nonché quello di suo padre.
Ricordava ancora che da
piccola in estate lei e suo papà le mangiavano in riva al
mare imboccandosi a
vicenda,mentre sua mamma rideva.
Si avvicinò al
banco,continuando a pensare alla sua infanzia.
Allungò la mano per
afferrare la confezione di ciliegie,ma si accorse di star toccando non
la
scatola di plastica ma una mano morbida e liscia.
Alzò di scatto la testa
ritrovandosi di fronte al suo insegnate di scienza.
-Signorina Pirce?-.
-Signor Tomlinson?- chiesero
all’unisono incrociando gli sguardi cristallini.
Becky ritirò
immediatamente
la mano,sentendo le sue guance colorarsi di rosso.
-Cosa ci fa qui?- chiese il
ragazzo,scrutandola.
-Compere per una cena-
spiegò la ragazza abbassando lo sguardo.
-Anche lei amante delle
ciliegie?- domandò il professore mentre un sorrisetto
divertito gli increspava
le labbra rosse.
-Le adoro..- confessò
Becky
ricambiando con un sorriso più impacciato e imbarazzato.
-Allora le lascio a
lei,prego- rispose Louis spostando la confezione verso la ragazza.
-No,le ha viste prima
lei,sono sue- disse la ragazza riavvicinandole al professore.
-Si figuri,lei è una
donna e
io sono un gentiluomo quindi sono tenuto a lasciargliele- insistette
l’insegnante porgendogliele.
-Ed io sono stata ben
educata da piccola,quindi è giusto che le prenda lei che le
ha viste per primo-
protestò Becky allontanando la confezione ancora nelle mani
del professore.
-Non posso lasciare che
nella sua cena manchino
le ciliegie- si
rifiutò l’insegnante.
-Ma non mi servivano per la
cena,era perché ne avevo voglia- disse la ragazza sperando
di averlo convinto.
-Facciamo così allora,le
dividiamo- propose il professore mettendo la confezione nel suo cestino.
Becky lo osservò
stranito annuendo.
-Allora..io…dovrei
andare
alla cassa- balbettò la mora stringendo il manico di
plastica tra le dita.
-Venga..prendo il latte e
andiamo insieme- disse il professore afferrando la sua mano e
trascinandola con
se.
La sua
mano era morbida e calda,e il solo sfiorarla
le infondeva una sensazione di protezione,pensò Becky
fissando le loro mani
unite.
Il professore prese il latte
dal frigorifero e senza staccare la sua mano da quella della sua alunna
si
avviò verso la cassa.
-Prima le signore- disse
Louis facendosi da parte per far passare Becky che sorrise timidamente.
Una
volta pagato e imbustato la sua spesa la
ragazza si avviò verso l’uscita del supermercato.
Avrebbe dovuto aspettarlo?
E se poi lui non la
calcolava,che figura ci faceva?
Uscì
dall’edificio col
sacchetto tra le mani,pronta ad incamminarsi verso casa.
Prima che potesse muovere un
solo passo una mano,la stessa che poco prima l’aveva
trascinato fino alla
cassa,le prese il polso.
-Mi aspetti qui,signorina
Pirce- disse l’insegnante fermandosi dalla sua corsa.
Becky annuì,trattenendo
un
sorriso e il professore ritornò nell’edifico.
La ragazza appoggiò il
sacchetto che conteneva la sua spesa sull’asfalto umido della strada,liberando il
suo braccio da quel
macigno pesante.
Si appoggiò con la
schiena
al muro tinto di giallo,prendendo ad osservare il parcheggio del
supermercato
deserto.
Si strinse meglio nel suo
cappotto cominciando a pensare.
Perché voleva che lo
aspettasse?
Dio,quell’uomo era un
continuo interrogativo per la ragazza.
Ogni qual volta che il suo
professore si trovava a un raggio di cinque metri da lei era costretta
a
convivere con la paura di fare qualcosa di sbagliato,il rossore che le
occupava
le guance e un fastidio alla bocca dello stomaco.
Due dita tiepide le
sfiorarono la guancia,e la ragazza sobbalzò prima di
voltarsi e osservare il
suo insegnante che sorrideva in modo dolce.
-Non volevo
spaventarla,è
che l’ho chiamata ma non rispondeva..e le sue guance sono
così..morbide- Louis
si passò una mano tra i capelli corvini arrossendo.
Cosa diavolo stava facendo?
Cosa diavolo stava dicendo? Possibile che diventasse un perfetto
imbranato
quando quella maledetta ragazza gli stava intorno?
-Andiamo- disse soltanto
prendendo la busta della ragazza da terra e avviandosi verso la sua
auto,parcheggiata a pochi metri.
Richiuse i sacchetti nel
cofano,invitando la sua alunna a entrare in auto.
-Ha impegni?- domandò
mettendo in moto.
Aveva pulito la casa e non
aveva compiti quindi Becky scosse la testa.
-Allora la porto in un
posto- disse Louis sorridendo.
Come se fosse una cosa
normalissima che un alunna vada in giro nel pomeriggio con il suo
insegnante.
Dopo un quarto d’ora di
viaggio il professore accostò l’auto,dicendo alla
sua alunna di scendere.
Louis prese quello che gli
serviva dal cofano e chiuse l’auto,facendo segno alla mora di
seguirlo.
Becky si guardò
attorno,sentendo l’aria umida e il rumore di acqua.
Osservò
l’immenso lago che
le si espandeva di fronte,il ponte di legno completamente deserto e delle barche ormeggiate ai
lati di esso.
-Venga- la invitò il
professore,prendendola per mano e saltando su uno scafo che portava il
nome di
‘Poseidon’.
-E’ sua la barca?- chiese
timorosa Becky.
-No,ma io non vedo nessuno
che possa impedirci di salire- rispose il professore scrollando le
spalle.
-Non è il caso-
sussurrò
Becky scuotendo la testa.
-Avanti,ci sediamo solo e
poi sono le cinque del pomeriggio e fa un freddo glaciale,chi vuole che
venga
alla sua barca con questo tempo?- domandò il professore
accomodandosi sul
divanetto alla poppa della barca.
Sorrise incoraggiante
battendo più volte la mano sulla superficie di pelle bianca
fino a quando Becky
lo accontentò.
La ragazza si sedette
affianco a Louis che la coprì con un plaid e aprì
la confezione di ciliegia porgendola
alla ragazza.
-Dovevamo dividerle..- disse
aspettando che Becky ne prendesse una manciata.
La mora sorrise,aggiustando
la coperta sulle sue gambe e ne prese un paio cominciando a mangiarle.
-E’ bello qui-
sussurrò,mentre il suo sguardo saettava dalle acque limpide
al cielo colorato a
causa del tramonto.
-Già,appena mi sono
trasferito qui a Oxford mi sono subito messo in cerca del mio posto
speciale,a
Doncaster ricordo che mi rifugiavo nel parco che distava qualche
kilometro da
casa mia,lì c’era una selva di salici e ogni volta
che litigavo con i miei mi
rifugiavo sotto quei rami a leggere libri sulla scienza o ad ascoltare
musica-
spiegò Louis.
Le labbra di Becky,arrossate
dal freddo e dalle ciliegie,si arricciarono in un sorriso addolcito.
-Io non ho mai avuto un
posto speciale- sussurrò mentre un brivido di freddo le
percorreva la schiena.
-Ha freddo?- chiese
premuroso il professore scrutando le pagliuzze grigie negli occhi
limpidi di
Becky.
-Un po’-
mormorò la
ragazza,abbassando lo sguardo.
Cautamente il professore
passò un braccio sulle sue spalle esili e la spinse
leggermente con la guancia
sul suo petto.
Becky avrebbe voluto
alzarsi,dire che era tutto sbagliato..ma come poteva essere una
sensazione così
piacevole ed appagante tanto sbagliata?
-Se vuole io posso dividerlo
con lei il mio posto speciale,Rebecca- sussurrò il
professore all’orecchio
della ragazza,mentre un altro brivido le percorreva la schiena,non per
il
freddo sta volta.
Becky chiuse gli
occhi,stringendo le mani esili alla vita del professore, il suo petto
sotto la
sua guancia,le sue dita sottili le lisciavano i boccoli e un profumo di
ciliegia a cullarla dolcemente.
Non voleva pensare alle
conseguenze,per una volta,una soltanto non voleva essere
responsabile,voleva
viversi il momento come le si presentava fregandosene di suo padre,sua
moglie,il preside e chiunque altro.
SSSSALVE
GENTE!
Eccomi
super puntuale con il capitolo 11
YEEEEH!
Anche
questo mi è uscito tremendamente zuccheroso
ma
a me piace troppo troppo troppo.
Spero
che piaccia anche a voi e che non si riveli
un
totale fiasco.
Non
so questa storia quanto durerà,credo in tutto una
ventina
di capitoli.
Comunque
ne sto già scrivendo una nuova che
non
vedo l’ora di pubblicare dtcfvygbnh
Ma
dovrò aspettare un po’ visto che ne ho
già
Se
vi va l’altra è ‘‘I’M
BROKEN,DO YOU HEAR ME?’’
Vabbè
credo che possa bastare,
mi
raccomando ditemi come vi sembra il capitolo
e
grazie per le recensioni del capitolo precedente.
SSSSIETE
SSSSPUMEGGIANTI :3
Anto Xx