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Autore: Ella_x    06/02/2013    6 recensioni
-Buongiorno ragazzi- salutò rivolgendo lo sguardo verso la classe.
I suoi occhi azzurri si scontrarono con quelli altrettanto azzurri di Becky e il cuore di quest’ultima perse un battito.
-Io sono Louis Tomlinson, il vostro nuovo insegnante di scienza per tutto l’anno- spiegò entusiasta sfilandosi la giacca marrone e mostrando un fisico perfetto avvolto in una camicia a quadri.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Science can be just what is, not what it could be.

Capitolo 10

Il bip fastidioso della sveglia strappò Becky dal suo sonno tranquillo.

Stiracchiandosi per bene la ragazza si scoprì lasciando che il freddo pizzicante di metà novembre la avvolgesse completamente.

Strusciando i piedi sul parquet della sua camera afferrò la divisa scolastica,chiudendosi nel bagno.

Una volta lavata e vestita afferrò lo zaino,scendendo in cucina dove la moglie di suo padre stretta in una tuta di velluto rosso scintillante era intenta a fare ginnastica su un aggeggio che le faceva girare in tondo il sedere.

La voce nasale della donna canticchiava una canzone incomprensibile alle orecchie della ragazza che cercando di non ridere le passò d’avanti.

-Oggi devi pulire,domani sera torna tuo padre- disse all’improvviso Samanta togliendosi le cuffiette.

-Ah passa a fare la spesa dopo scuola,per la cena cucina qualcosa di buono- aggiunse prima di rimettersi le cuffiette.

Becky sbuffò,sbattendo la porta.

Lei cucinava e la stronza si prendeva il merito.

Lei puliva la casa e la stronza si prendeva il merito.

Lei rimaneva chiusa fuori casa tutta la notte e la stronza se ne sbatteva le palle.

Non ce la faceva più,stava impazzendo.

Non era pronta a rivedere suo padre,ma doveva parlare.

Aveva deciso,gli avrebbe detto tutto.

-Becky!- la ragazza si voltò di scatto,sorridendo al suono allegro di quella voce.

-Aspettami però..- protestò Holly piegandosi in due col fiatone.

-Scusa- sorrise la mora prima di guardarsi intorno e notare Josh oltrepassare il cancello della scuola.

-Devo nascondermi!- disse solo,prima di tirare l’amica con lei dietro un cespuglio dei giardini del viale.

-Cosa cavolo..- borbottò la bionda prima che l’amica la zittisse con una mano sulla bocca.

Attesero qualche minuto dietro le foglie,prima che Becky accertatasi del pericolo scampato desse il via libera per potersi rialzare.

-Ehm…non per impicciarmi degli affari tuoi eh..ma potresti spiegarmi chi stiamo evitando e perchè?- domandò bisbigliando Holly confusa.

-Josh,è diventato irritante..non fa altro che riempirmi di messaggi e chiamate,non ce la faccio più- rispose sottovoce la mora.

-E perché stiamo bisbigliando?- chiese ancora la bionda.

-Perché..- Becky si portò una mano sotto il mento –Non lo so perché!- esclamò con tono di voce normale.

-Ma Josh non ti piaceva,scusa?- domandò Holly più confusa di prima.

-Si,prima che diventasse un parassita ossessionato- rispose Becky arricciando il naso al pensiero del suo cellulare che vibrava in continuazione.

-E che mi dici del bell’imbusto che gioca a fare il professore?- domandò Holly nascondendo un sorrisetto dietro la sciarpa.

-Cosa?- chiese Becky accorgendosi troppo tardi di come il suo tono di voce fosse risultato eccessivamente acuto.

-Ho notato i vostri sorrisini,ma soprattutto ho notato come vi spogliate con gli occhi a vicenda..- confessò Holly ridendo.

-Holly!- la rimproverò Becky sconvolta –Davvero?Mi spoglia con gli occhi?- chiese qualche minuto più tardi arrossendo fino ai capelli.

Holly annuì ridendo ancora di più.

-E comunque… non per impicciarmi degli affari tuoi eh..ma come va con Styles?- chiese la mora imitando il tono che l’amica aveva usato poco prima.

Gli occhi di Holly si illuminarono e le guance presero un colorito più vivo.

-Tutto stupendo- trillò portandosi le mani unite al petto.

-Voglio i dettagli,tesoro- specificò la mora sorridendo amabilmente.

-Quella sera è stato un vero gentiluomo- cominciò la bionda con sguardo sognante – e ieri sera siamo usciti di nuovo- continuò chiudendo gli occhi.

-Siamo andati a prendere una cioccolata calda e dopo abbiamo fatto una passeggiata,è stato tutto magnifico,dovevi vederlo rincorreva i piccioni,,era bellissimo- spiegò con un sorrisetto ebete sulle labbra.

-E poi..- sussurrò prima che la voce le morisse in gola.

-Poi  cosa?- chiese Becky con sguardo sognante.

-Mi ha riaccompagnata…e..lui..io..noi..ci siamo…baciati- concluse appoggiandosi ad un braccio di Becky.

-Non svenire,però- scherzò la mora reggendola.

-Io ti amo così tanto…è solo grazie a te…grazie grazie grazie grazie grazie!- urlò abbracciando l’amica e posandole baci su tutto il viso,mentre rideva.

 

 

L’aria pomeridiana  era più fredda del solito,pensò Becky oltrepassando le porte scorrevoli del supermercato,venendo inondata da un tepore e dal consueto odore di detersivi che giaceva nell’aria.

Afferrò alla svelta un cestello rosso e cominciò a girare per i vari scaffali in  cerca delle cose che le sarebbero servite per preparare la cena di domani.

Una volta preso tutto quello che le occorreva si diresse al banco della frutta e delle verdure.

Aveva lasciato per ultimo il suo frutto preferito,nonché quello di suo padre.

Ricordava ancora che da piccola in estate lei e suo papà le mangiavano in riva al mare imboccandosi a vicenda,mentre sua mamma rideva.

Si avvicinò al banco,continuando a pensare alla sua infanzia.

Allungò la mano per afferrare la confezione di ciliegie,ma si accorse di star toccando non la scatola di plastica ma una mano morbida e liscia.

Alzò di scatto la testa ritrovandosi di fronte al suo insegnate di scienza.

-Signorina Pirce?-.

-Signor Tomlinson?- chiesero all’unisono incrociando gli sguardi cristallini.

Becky ritirò immediatamente la mano,sentendo le sue guance colorarsi di rosso.

-Cosa ci fa qui?- chiese il ragazzo,scrutandola.

-Compere per una cena- spiegò la ragazza abbassando lo sguardo.

-Anche lei amante delle ciliegie?- domandò il professore mentre un sorrisetto divertito gli increspava le labbra rosse.

-Le adoro..- confessò Becky ricambiando con un sorriso più impacciato e imbarazzato.

-Allora le lascio a lei,prego- rispose Louis spostando la confezione verso la ragazza.

-No,le ha viste prima lei,sono sue- disse la ragazza riavvicinandole al professore.

-Si figuri,lei è una donna e io sono un gentiluomo quindi sono tenuto a lasciargliele- insistette l’insegnante porgendogliele.

-Ed io sono stata ben educata da piccola,quindi è giusto che le prenda lei che le ha viste per primo- protestò Becky allontanando la confezione ancora nelle mani del professore.

-Non posso lasciare che nella sua cena  manchino le ciliegie- si rifiutò l’insegnante.

-Ma non mi servivano per la cena,era perché ne avevo voglia- disse la ragazza sperando di averlo convinto.

-Facciamo così allora,le dividiamo- propose il professore mettendo la confezione nel suo cestino.

Becky lo osservò stranito annuendo.

-Allora..io…dovrei andare alla cassa- balbettò la mora stringendo il manico di plastica tra le dita.

-Venga..prendo il latte e andiamo insieme- disse il professore afferrando la sua mano e trascinandola con se.

La sua  mano era morbida e calda,e il solo sfiorarla le infondeva una sensazione di protezione,pensò Becky fissando le loro mani unite.

Il professore prese il latte dal frigorifero e senza staccare la sua mano da quella della sua alunna si avviò verso la cassa.

-Prima le signore- disse Louis facendosi da parte per far passare Becky che sorrise timidamente.

 Una volta pagato e imbustato la sua spesa la ragazza si avviò verso l’uscita del supermercato.

Avrebbe dovuto aspettarlo?

E se poi lui non la calcolava,che figura ci faceva?

Uscì dall’edificio col sacchetto tra le mani,pronta ad incamminarsi verso casa.

Prima che potesse muovere un solo passo una mano,la stessa che poco prima l’aveva trascinato fino alla cassa,le prese il polso.

-Mi aspetti qui,signorina Pirce- disse l’insegnante fermandosi dalla sua corsa.

Becky annuì,trattenendo un sorriso e il professore ritornò nell’edifico.

La ragazza appoggiò il sacchetto che conteneva la sua spesa sull’asfalto umido  della strada,liberando il suo braccio da quel macigno pesante.

Si appoggiò con la schiena al muro tinto di giallo,prendendo ad osservare il parcheggio del supermercato deserto.

Si strinse meglio nel suo cappotto cominciando a pensare.

Perché voleva che lo aspettasse?

Dio,quell’uomo era un continuo interrogativo per la ragazza.

Ogni qual volta che il suo professore si trovava a un raggio di cinque metri da lei era costretta a convivere con la paura di fare qualcosa di sbagliato,il rossore che le occupava le guance e un fastidio alla bocca dello stomaco.

Due dita tiepide le sfiorarono la guancia,e la ragazza sobbalzò prima di voltarsi e osservare il suo insegnante che sorrideva in modo dolce.

-Non volevo spaventarla,è che l’ho chiamata ma non rispondeva..e le sue guance sono così..morbide- Louis si passò una mano tra i capelli corvini arrossendo.

Cosa diavolo stava facendo? Cosa diavolo stava dicendo? Possibile che diventasse un perfetto imbranato quando quella maledetta ragazza gli stava intorno?

-Andiamo- disse soltanto prendendo la busta della ragazza da terra e avviandosi verso la sua auto,parcheggiata a pochi metri.

Richiuse i sacchetti nel cofano,invitando la sua alunna a entrare in auto.

-Ha impegni?- domandò mettendo in moto.

Aveva pulito la casa e non aveva compiti quindi Becky scosse la testa.

-Allora la porto in un posto- disse Louis sorridendo.

Come se fosse una cosa normalissima che un alunna vada in giro nel pomeriggio con il suo insegnante.

Dopo un quarto d’ora di viaggio il professore accostò l’auto,dicendo alla sua alunna di scendere.

Louis prese quello che gli serviva dal cofano e chiuse l’auto,facendo segno alla mora di seguirlo.

Becky si guardò attorno,sentendo l’aria umida e il rumore di acqua.

Osservò l’immenso lago che le si espandeva di fronte,il ponte di legno completamente deserto e  delle barche ormeggiate ai lati di  esso.

-Venga- la invitò il professore,prendendola per mano e saltando su uno scafo che portava il nome di ‘Poseidon’.

-E’ sua la barca?- chiese timorosa Becky.

-No,ma io non vedo nessuno che possa impedirci di salire- rispose il professore scrollando le spalle.

-Non è il caso- sussurrò Becky scuotendo la testa.

-Avanti,ci sediamo solo e poi sono le cinque del pomeriggio e fa un freddo glaciale,chi vuole che venga alla sua barca con questo tempo?- domandò il professore accomodandosi sul divanetto alla poppa della barca.

Sorrise incoraggiante battendo più volte la mano sulla superficie di pelle bianca fino a quando Becky lo accontentò.

La ragazza si sedette affianco a Louis che la coprì con un plaid e aprì la confezione di ciliegia porgendola alla ragazza.

-Dovevamo dividerle..- disse aspettando che Becky ne prendesse una manciata.

La mora sorrise,aggiustando la coperta sulle sue gambe e ne prese un paio cominciando a mangiarle.

-E’ bello qui- sussurrò,mentre il suo sguardo saettava dalle acque limpide al cielo colorato a causa del tramonto.

-Già,appena mi sono trasferito qui a Oxford mi sono subito messo in cerca del mio posto speciale,a Doncaster ricordo che mi rifugiavo nel parco che distava qualche kilometro da casa mia,lì c’era una selva di salici e ogni volta che litigavo con i miei mi rifugiavo sotto quei rami a leggere libri sulla scienza o ad ascoltare musica- spiegò Louis.

Le labbra di Becky,arrossate dal freddo e dalle ciliegie,si arricciarono in un sorriso addolcito.

-Io non ho mai avuto un posto speciale- sussurrò mentre un brivido di freddo le percorreva la schiena.

-Ha freddo?- chiese premuroso il professore scrutando le pagliuzze grigie negli occhi limpidi di Becky.

-Un po’- mormorò la ragazza,abbassando lo sguardo.

Cautamente il professore passò un braccio sulle sue spalle esili e la spinse leggermente con la guancia sul suo petto.

Becky avrebbe voluto alzarsi,dire che era tutto sbagliato..ma come poteva essere una sensazione così piacevole ed appagante tanto sbagliata?

-Se vuole io posso dividerlo con lei il mio posto speciale,Rebecca- sussurrò il professore all’orecchio della ragazza,mentre un altro brivido le percorreva la schiena,non per il freddo sta volta.

Becky chiuse gli occhi,stringendo le mani esili alla vita del professore, il suo petto sotto la sua guancia,le sue dita sottili le lisciavano i boccoli e un profumo di ciliegia a cullarla dolcemente.

Non voleva pensare alle conseguenze,per una volta,una soltanto non voleva essere responsabile,voleva viversi il momento come le si presentava fregandosene di suo padre,sua moglie,il preside e chiunque altro.

 

 

SSSSALVE GENTE!

Eccomi super puntuale con il capitolo 11

YEEEEH!

Anche questo mi è uscito tremendamente zuccheroso

ma a me piace troppo troppo troppo.

Spero che piaccia anche a voi e che non si riveli

un totale fiasco.

Non so questa storia quanto durerà,credo in tutto una

ventina di capitoli.

Comunque ne sto già scrivendo una nuova che

non vedo l’ora di pubblicare dtcfvygbnh

Ma dovrò aspettare un po’ visto che ne ho già

2 in corso.

Se vi va l’altra è ‘‘I’M BROKEN,DO YOU HEAR ME?’’

Vabbè credo che possa bastare,

mi raccomando ditemi come vi sembra il capitolo

e grazie per le recensioni del capitolo precedente.

SSSSIETE SSSSPUMEGGIANTI :3

Anto Xx

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