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Autore: Ladym    27/08/2007    0 recensioni
Mi guardo ancora una volta il braccio sinistro, lo guardo da tutti i lati e da tutte le angolazioni e vedo sempre la stessa cosa. Sangue. Ferite. Sangue. Il mio. L’ho fatto, ancora una volta.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sei – scritto da Ladym

 

 

Da mai. Da ieri. Da sempre.

Da due anni.

 

Improvvisamente sui suoi polsi, sulle sue mani, spuntano segni, graffi.

 

È il cane dei vicini. È il gatto dell’amica. È la copertina di un libro.

È il rasoio di suo padre.

 

Finge non esistano, sono semplici linee di colore diverso dal resto, che spariscono con la stagione estiva, si perdono nell’abbronzatura omogenea. Non sa neanche di preciso perché lo fa.

Vuole punire quel corpo ingrato, che l’abbandona nei momenti di maggiore bisogno? O cerca invece una modalità diversa per distinguersi dalla massa?

 

Ma sempre solo una volta ogni tanto, perché i genitori, gli amici, non se ne accorgano. In fondo, lei non ha alcun motivo per sentirsi depressa, nessuna valida ragione per incidersi la pelle ed osservare il sangue che lento affiora, gocciola. Non ha senso che lei, impaurita, deliziata, cerchi poi di nasconderlo leccandolo via, gustandolo in tutto il suo sapore proibito.

 

 

E si ritrova a pensare che forse può avanzare di un passo. Trovare qualcosa che la caratterizzi per la sua cultura, per le sue capacità, per il suo stesso essere.

 

Nuove linee, sei. In una stella a sei punte: simbolo per eccellenza, cicatrice, tatuaggio.

E tutti capirebbero. E tutti saprebbero. E tutti la riconoscerebbero per quello che è in realtà.

 

 

Poi, con la mano destra ancora arrossata, verga poche righe a matita, su una pagina a caso, di un libro a caso:

 

Ora non sono più segni, graffi privi di senso. Anche il loro sapore acquista gusto. È il dolce-salato del sangue speso per uno scopo. È quel sangue fuoriuscito e poi tornato alla fonte, è quella pelle lacerata, brutalmente strappata con lo scopo del puro esibizionismo, con lo scopo di diventare unici e di marcare la propria identità.

È sangue speso per farne vedere il colore. Non solo simbolo di una razionalità perduta, di una tradizione rimasta inascoltata, ma anche richiamo esplicito al proprio sapere, unione di mondi diversi fra loro, simbolo senza tempo.

Non è piacere nel dolore, né lo sarà mai, ma estasi dell’anima al ricongiungimento con se stessa.

 

Note: Ho chiesto a Lilith92 di poter pubblicare sotto la sua stessa fanfiction, già che il tema era - è - decisamente lo stesso... Per questa opportunità io la ringrazio. E le dedico la fanfiction, assieme a coloro che "si nascondono dietro una fasciatura o un manicotto". ^^ 

  
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