Melrose
rimase a sedere sui gradini che davano sul giardino
principale, mentre Nikky si divertiva a seguire una cavalletta sul
viale; il
cielo era di un azzurro limpido con pochissime nuvole e la ragazza col
naso
all’insù si dimenticò per un
po’ di ciò che era successo in casa sua.
Non
ci volle molto prima che il rumore di una macchina interrompesse
la quiete di quella mattina, Melrose si ridestò subito dai
suoi pensieri e
cercò Nikky con lo sguardo, la quale le corse subito
incontro, quasi intuendo i
pensieri della padroncina. Un’automobile nera percorse il
vialetto della villa
e si fermò vicino agli scalini sui quali stava seduta la
ragazza.
-Oliver!!-
esclamò lei, riconoscendo l’uomo che scese
dall’auto, e gli
corse incontro abbracciandolo.
-Caspita
che accoglienza!- rispose lui, ricambiando l’abbraccio,
dopodiché sistemò a bordo il baule.
-Allora,
possiamo andare?- chiese Oliver aprendo la portiera per
Melrose, la quale annuì schizzando dentro con Nikky e
sistemandosi sul sedile.
Dal finestrino della macchina Melrose vide la madre affacciarsi al
portone e
rimanere immobile sul primo scalino; Oliver si tolse il cappello in
segno di
saluto ed Yvonne ricambiò chinando leggermente il capo. In
breve l’uomo mise in
moto l’auto e Melrose osservò la propria casa
allontanarsi; un senso di
malinconia le invase il cuore, non sapeva se sarebbe tornata, non era
più
sicuro per lei e si sentì infinitamente sola. Poi osservando
la madre le parve
quasi di notare un velo di inquietudine nella sua espressione, ma non
ne fu
certa; forse era solo ciò che Melrose voleva vedere, e
comunque fu un istante
brevissimo in quanto subito dopo oltrepassarono il cancello e la donna
sparì
dalla visuale.