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Autore: mesafe    06/02/2013    1 recensioni
Mi lavo i denti. 16 movimenti secchi. 16 e solo 16. Mi lavo le mani. una. due. tre. quattro volte. Vado in camera. Calze, camicetta, gonna e felpa. Sempre e solo così. Predo la cartella e fortunatamente mi accorgo che è venerdì. 7 ore. Letteratura, Tedesco, Matematica, Storia, Pranzo, Ora-buco, Ginnastica, Ginnastica. Prendo le mie cose per ginnastica dall’armadio. A scuola non lascio vestiti perché è tutto pieno di germi ed è tutto sporco. Chiudo la porta di camera, attraverso il soggiorno, metto il giubbotto, apro la porta dell’appartamento, scendo le scale. L’aria fredda di Earl’s Court Road mi entra nelle vene. Sento le linee rosse nelle mie braccia risuonare, sento il dolore dell’incomprensione dentro di me. Stazione della metro, igienizzante a portata di mano; fortunatamente c’è un posto a sedere libero e mi ci siedo. Mi lavo le mani con il gel. St James’ Park. E’ la mia fermata; scendo e prendo l’autobus. Arrivo a scuola e il portone immenso mi da il benvenuto.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Josh non mi è mai stato simpatico, non perché è una persona sporca in tutti i sensi, ma anche perché è molto rozzo e senza tatto, rude e senza sentimenti. Quando si relaziona con una ragazza, indipendentemente dal fatto che lui abbia una cotta per lei, usa un linguaggio molto scurrile e tende a palpare il sedere o il seno con o senza permesso.
Alzai lo sguardo per fronteggiarlo. I capelli castani tagliati molto corti,gli occhi marroni e le mani sciupate e l’odore di fumo impregnato nell’uniforme della scuola si fanno insopportabili.
Qualche mese fa mi baciò con prepotenza, senza il mio permesso nel mezzo del corridoio vuoto, era pomeriggio e avevo il corso di fotografia. Lo scansai con il braccio, ma lui oppose resistenza. Io con la schiena premuta con forza all’armadietto e la rotella della combinazione conficcata tra le spalle e lui con il suo viso attaccato al mio. Non potevo respirare e non potevo fare nulla.
Quando riprovai a scansarlo le sue labbra si staccarono e tirai un sospiro di sollievo, ma dopo un secondo le sue grandi mani mi presero il viso e con insistenza mi ribaciò di nuovo.
Quando tornai a casa scoppiai in un pianto disperato e mi lavai le labbra 10 volte di seguito fino a farle sanguinare e mi feci la doccia 2 volte di seguito.
“Cosa fai qui fuori?” Gli chiesi.
Avevo paura che potesse succedere ciò che successe 2 mesi prima.
“Mah,mi hanno buttato fuori,quella puttana della prof si è offesa per un mio innocuo complimento”
“Innocuo?”
Le avrà detto qualcosa come ‘vieni qui che ti lecco tutta’ o ‘sei disposta a passare la serata con me,bellezza?’
“Le ho chiesto se sarebbe voluta uscire con me” Appunto.
Sperai con tutto il mio cuore che la conversazione fosse finita, ma di punto in bianco si avvicino e la sua mano sporca prese il mio braccio.
Sobbalzai.
Iniziai a pregare Dio,Gesù,Buddha che quel cacchio di professore arrivasse o che almeno Yen facesse capolino, ma nulla.Preso il braccio scese verso il polso e si fermò, iniziò a stringere forte il mio polso con un sorriso beffardo in faccia. La presa si faceva sempre più forte e sentivo quei 5 mostri rossi pulsare.
Una lacrima mi scese sulla guancia. L’avevo trattenuta molto perché odio piangere in pubblico.
Josh mi leccò la lacrima. Mi fece schifo e in effetti subito dopo mi sentii rabbrividire e iniziai a piangere a dirotto. L’aveva fatto di nuovo, aveva interferito sul  mio corpo, sul mio viso senza il mio permesso, a scuola, di nuovo. Ed ero sola.
“Josh allontanati da lei,subito”
Ero immobilizzata davanti al faccione di quell’idiota, non avevo forze, mi sentivo svenire e sapere che la sua saliva era sparsa per tutto il mio viso mi faceva stare male.
“Cosa vuoi cinese di merda?”
So che è aveva detto una cosa cattiva, ma iniziai a smettere di piangere perché sapevo che era arrivata Yen.
“Lasciala stronzo”
In effetti Josh con la sua mano continuava a tenermi il viso.
“Ragazzi ho trovato le chiavi!”
La voce stridula del professore fu la cosa più dolce che avessi mai sentito.
Josh mi lascio andare e chiesi al professore di andare in bagno con Yen perché avevo avuto un calo di zuccheri e il prof acconsentii. Nel frattempo i miei compagni di corso si fecero vivi di nuovo e mentre io mi lavavo la faccia Yen mi dava consigli per l’autodifesa e mi strappò un sorriso
“Sul serio Megan,la prossima volta un calcio dritto tra le gambe così e poi anche uno schiaffo in quella faccia di figlio di puttana”
E mentre parlava imitava i gesti.
Yen è solare,simpatica e ha molti amici ed è tutto il contrario di me. Come statura è bassina e infatti mi arriva alle spalle. Ha un caschetto di capelli nero corvino e gli occhi a mandorla più grandi del normale perché suo padre è tailandese. Penso che solo grazie a Yen non abbia tentato il suicidio,cioè c’ho provato, ma appena stavo per buttarmi pensai a lei. E tutto passò.
“Yen, ma noi siamo amiche?”
Non so perché le feci questa domanda,sapevo solo che avevo bisogno di un’amica in quel momento. Di qualcuno che non mi giudicasse per il fatto che sono pazza. Avevo bisogno di lei.
“Oh Megan quando fai queste domande ti prenderei a schiaffi. Certo che siamo amiche!”
Avevo un’amica. In 16 anni di vita non ne avevo mai avuta una e ora eccola. In effetti frequentiamo il corso di tedesco insieme da 2 anni e avevamo fatto tante cose insieme, ma non sapevo cos’era l’amicizia e ora lo so.
Finita la stressante ora di grammatica tedesca uscita fuori dalla classe chiesi a Yen di pranzare insieme in tedesco. Ero completamente fusa. Lei accetto con il suo smagliante sorriso e mi diressi nell’aula di matematica di fronte a quella di tedesco. Fortunatamente Josh aveva fisica e si era dileguato.
 
A pranzo non mangio mai la roba della mensa perché mi fa molto schifo quindi mi porto da casa il mio pranzo. Avevo un panino con il prosciutto cotto e lo divorai in un secondo.
“Meg, cos’hai dopo?” Chiese Yen.
“Ora buca!” Risposi.
Nell’ora buca si va in biblioteca e si può fare ciò che si vuole.
A tavola con noi c’era anche qualche amica di Yen che alla mia risposta sorrisero
“Noi invece abbiamo tecnologia”
Le guardai con aria di compassione
“Buona fortuna!”
Il professore di tecnologia è un nerd ciccione e pedofilo. Però a carineria è messo meglio di Josh,molto meglio.
Suonò la campanella e salutai Yen e le sue amiche e mi diressi in bagno con lo spazzolino per lavarmi i denti e le mani. Metto sempre tutti gli anni le ore buche dopo pranzo così posso fare queste cose con tranquillità senza avere l’ansia di perdere minuti di lezione. Mi lavai i denti con gli stessi 16 movimenti della mattina e le mai 4 volte. Riposi spazzolino e asciugamano nella cartella.

“Ancora sola? Non dovresti girare per scuola da sola con me libero in giro. Anche io ho l’ora libera e non mi puoi scappare” Josh.
“Ascolta Josh, oggi non è giornata, non mi sento bene e dopo ho 2 ore di ginnastica quindi vorrei ascoltare la musica.”
“Ma io non voglio che tu ascolti la musica” Stava entrando nel bagno delle femmine. Sapevo che se avessi indietreggiato mi avrebbe strattonata e spinta alla parete umidiccia del bagno quindi applicai i consigli di Yen,cioè cercai di applicarli.
Andai nella sua direzione e lo spostai per uscire dal bagno.
“Cosa pensi di fare?”
“Te l’ho detto,voglio andare in biblioteca ad ascoltare la musica.” Mi girai, ma lui mi prese per la vita e mi strattonò alla porta chiusa di una toilette.
Urlai, perché mi sembrò l’unica cosa da fare, ma lui mi tappò la bocca con la sua mano lercia.
Mi baciò con forza di nuovo. Di nuovo le mie labbra venivano violate per la terza volta.
Per la terza volta desiderai morire.
Per la terza volta iniziai a piangere.
Non avevo più la forza di tenere le labbra serrate e lui mi baciò per la prima volta con la lingua. Il sapore di fumo faceva schifo e la sua presenza era insopportabile. Tenevo gli occhi chiusi con tutta la poca forza che mi era rimasta e immaginai di baciare qualcuno di famoso, ma nulla.
“Sai che baci da dio?” Si staccò e piansi e mi accasciai per terra. Lui aprì la porta del bagno e tornò nel corridoio.
Ero sola a piangere nel bagno dei uno dei licei più belli di tutta Londra.
 
Ora ero a casa,mia madre al lavoro.
Mi gettai nella doccia e mi lavai tutta diverse volte.
Le mie labbra sanguinarono di nuovo come le mie gengive.
Mi misi il pigiama e andai in cucina e poi in bagno
 
6 strisce rosse. Josh Tern.

 
  
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