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Autore: frisulimite    28/08/2007    1 recensioni
Il grande investigatore privato Hercule Chairot è alle prese con il caso più complicato della sua carriera: chi ha ucciso Siegfried Schtauffen? Chi è l'uomo con la falce? Chi permette ad Emilio Fede di andare in onda? Chairot insieme al suo fido Mastings non si stancherà mai di cercare la verità...e i bomboloni alla crema.
Genere: Demenziale, Comico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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cap 14-15-16

 

 

 

Cos’è? Un miraggio? Un’allucinazione? No, signori e signore, è il nuovo capitolo del "Caso della spada maledetta"!

 

Capitolo 14. Il signore oscuro.

 

 

Chairot e Mastings, per arrivare dalla Via della Seta alla Romania, avevano fatto un lungo viaggio culinario attraverso la Russia, l’Ucraina e la Bielorussia. Quando arrivarono al castello dell’Oscuro Signore Malefico i Cui Fini Sono Veramente Oscuri e Malefici videro che il suddetto castello era sotto assedio. La battaglia non infuriava, o meglio, c’era molto chiasso, ma nessuno combatteva, in realtà, visto che da un lato c’era un esercito di schiappe, e sopra un coso non meglio identificato c’era l’avversario, cioè Raphael (l’Oscuro Signore), e siccome nessuno era intenzionato a raggiungerlo la battaglia non era manco iniziata.

Il nostro eroico detective decise di evitare la folla che pretendeva di incontrare Raphael passando dalla porta sul retro, e così fece; Mastings atterrò silenziosamente alle spalle di Raphael, ma lo stesso non si può dire di Chairot, che cadde con molto fragore.

Raphael si girò e disse: - Benvenuti! Celebriamo la vostra dipartita. – e avanzò roteando la spada come un idiota. Mastings era pronto a parare il colpo, ma Chairot per una volta si dimostrò più utile, e fermò Raphael lanciandogli in faccia la sua bombetta.

Raphael si alzò e domandò: - Ma cosa volete? Non vedete che sono impegnato a non sostenere una battaglia? – Chairot rispose, sorridendo affabilmente: - Vorremmo farle qualche domanda, se non le dispiace. – Raphael ghignò e replicò: - Prima dovrete combattere nel tipico stile dei francesi emigrati in Romania! – e così dicendo provò a infilzare Chairot, ma il colpo andò a vuoto perché il detective si spostò, così il Signore Oscuro perse l’equilibrio e cadde a terra, in perfetto stile "cattivo imbranato dei cartoni animati". Mastings, a un cenno di Chairot, aiutò Raphael ad alzarsi, poi il detective prese il suo taccuino e disse: - Domanda n°1: che dolci vendono in Romania? – Raphael ghignò, mostrando i suoi canini sporchi di sangue. – Niente dolci. Sola carne al sangue… o anche solo sangue! – Chairot guardò disgustato Raphael e chiese: - Lei conosceva Siegfried Splampfl… Splemf… quello lì. – Raphael si diede una lisciatina ai capelli e rispose: - Siegfried Schtauffen, lo ricordo bene… era insopportabilmente buono, lo detestavo e avevo anche in programma di eliminarlo. Ho sempre sperato che morisse fulminato da una lavatrice a forma di Pikachu. - - Le farà piacere sapere che è morto proprio così, allora. – disse Chairot. – No! Non è possibile! Dopotutto era quasi mio parente. Era il figlio della sorella della madre del cugino della nonna della figlia della zia del nipote acquisito della mia figlioccia Amy! – esclamò Raphael, e Chairot corse a dargli delle pacche sulle spalle (diciamo sulla gamba, non arrivava alla spalla di Raphael). – Su, non si angusti, guardi il lato positivo: ci sono io, che ho il potere di purificare l’energia malefica, e posso salvare lei e sua figlia da questa triste sorte. – Raphael gridò: - Non voglio essere curato! Sto benissimo! Non fermerà il mio piano! Io e Amy siamo trattati male per via dell’energia malefica e dei suoi effetti collaterali… - - Quali effetti collaterali? – chiese Chairot. – Diventiamo molto cattivi, abbiamo un forte desiderio di succhiare sangue umano e io da quando sono stato infettato sono… - Raphael s’interruppe e abbasso la voce finchè non divenne un flebile sussurro: - … sono impotente… - Chairot scoppiò a ridere additando l’Oscuro Signore, poi domandò: - Perché allora non si lascia curare? Risolverebbe tutti i suoi problemi. – Raphael scoppiò a ridere. – No! Ho già un piano geniale! Siccome io ed Amy non possiamo vivere in questo mondo estenderemo la trasformazione malefica a tutto il mondo! – Chairot rimase in silenzio per un po’, poi obiettò: - Non sarebbe più semplice curare voi? – Raphael rimase a bocca aperta di fronte a quella logica sconcertante, ma nonostante tutto ribatté: - Lei mi faccia delle domande sull’omicidio di Siegfried, non su come devo risolvere i problemi miei e di Amy. – sguardo dolce e sognante verso una finestra del suo castello, dietro la quale si intravedeva una ragazza coi capelli rossi che, vedendo Raphael guardarla in quel modo piuttosto inquietante, sparì all’istante.

Chairot borbottò tra sé: - Ormai il problema degli immigrati è pure qui in Romania. Questi francesi clandestini… mah. – poi disse: - L’ultima domanda: cosa mi sa dire della Soul Edge? – la terra si spaccò, l’esercito di nullafacenti contadinozzi che aspettavano che Raphael li degnasse d’ attenzione precipitarono nel baratro infernale, il castello di Raphael si spaccò in due e cadde anch’esso nell’enorme spaccatura. Chairot e Mastings avevano incorporato nel loro velocipede un paracadute, ma non servì a molto perché precipitarono comunque nel baratro, anche se lentamente, al contrario di Raphael, che si era tuffato a pesce nelle tenebre eterne causate dalle diaboliche e demoniache parole "Cosa mi sa dire".

- Davvero una scena scioccante. Munch, chomp. – commentò Chairot mangiando un bombolone. – Chairot, - disse Mastings – come faremo a uscire da questo baratro? - il detective guardò verso l’alto e rispose: - Basterà aggrapparci alla corda che quella simpatica ragazza coi capelli rossi e gli occhi mostruosi ci sta lanciando. –; così Chairot e Mastings cominciarono a salire lungo la corda. Alla fine, nonostante le difficoltà causate dal considerevole peso di Chairot, i due uscirono dal baratro.

- Mademoiselle, la ringrazio davvero di cuore. – disse Chairot alla ragazza, che lo fissava con aria imbambolata. – Posso sapere il suo nome? – domandò il detective, al che la ragazza rispose con un debole: - Amy. – Chairot si erse in tutta la sua scarsa statura, prese il taccuino e disse: - Amy, eh? Lei è la figlioccia di Raphael, dunque? – la ragazza rispose: - Amy. – il detective ridacchiò nervosamente, poi chiese: - Mi dica, lei conosce qualche pasticceria? - - Amy. – fu la pronta risposta di Amy. – Eh, eh, eh… sì, capisco… bene. Bene! – farfugliò Chairot scarabocchiando sul taccuino. – E… ehm… per caso conosce Siegfried Schulp… Schelp… Schyonf… accidenti, mademoiselle Amy! Lei mi innervosisce, finirò col sbagliare il nome… Siegfried… Scht… Schtauffen… insomma, quello! – Mastings guardò il detective con aria sorpresa e gridò: - C-Chairot! Lo ha chiamato Schtauffen! - - Sì, sì, lo so, Mastings, non è quello il nome. Volevo dire Schplimplen. – tagliò corto Chairot, poi tornò a rivolgersi ad Amy: – Allora, vuole rispondermi? – Amy lo guardò attentamente, poi, dopo aver ponderato a lungo la risposta, disse: - Amy. – Chairot, in preda a una furia omicida, strangolò Amy, la quale implorò: - Amy! Amy! Amy! – ma il detective era implacabile, e l’avrebbe sicuramente uccisa se non fosse arrivato Raphael (non si sa come fosse uscito dal baratro), che si avvicinò dicendo: - Vhoglio shucchiare il tuo shangue. – Chairot, intimorito, mollò il collo di Amy (che espresse il suo sollievo con un: - Amy. -) e corse (si fa per dire) al velocipede, seguito a ruota da Mastings.

- Chairot, adesso andiamo dalla signora inglese? – domandò speranzoso Mastings. – Mioc aro Mastings, certo che no. Devi desiderare davvero tanto di andare da quella simpatica signora, perciò più attenderai maggiore sarà il piacere di vederla. – rispose Chairot sorridendo dolcemente all’amico, poi aggiunse: - Avanti, pedala! Hop, hop! –

 

 

Capitolo 15. Chairot al Lakeside Coliseum

 

Dopo qualche ora di viaggio il duo arrivò nei pressi di un’arena dove erano radunati "guerrieri forti". Chairot, purtroppo per Mastings, aveva capito che lì erano radunati "grossi panforti", perciò si fiondò nell’arena, dentro la quale si trovava un enorme tizio dall’aria piuttosto stupida.

- Bonsoir, monsieur, lei dev’essere un pasticciere di Siena, vero? Avrei qualche domanda da farle sui suoi dolci… - disse Chairot, quando Mastings lo interruppe con un bisbiglio: - Non dovrebbe fargli qualche domanda sull’omicidio Schtauffen? - - Ma sì, Mastings. Anche quelle, però dopo. – rispose il detective, rivolgendosi poi all’enorme… "coso": - Allora, monsieur, è disposto a prestarmi attenzione? – il narratore annunciò. "Versus Rock! Fight!" mentre il bestione (appunto Rock) diceva: - Maledetto nano, se vuoi sperare di farmi qualche domanda devi prima combattere secondo le tipiche usanze degli enormi borghesi inglesi cresciuti in una tribù indigena. –

Rock si avvicinò al detective con fare poco rassicurante, quando Mastings intervenne: - Signore, è pregato di stare indietro. – poi diede all’omone una lieve spinta, spinta che però fu sufficiente ad atterrarlo. – Ahi! Non uccidetemi! Non uccidetemi! – gridò Rock massaggiandosi il punto in cui Mastings l’aveva toccato. – Mon Dieu! Lo facevo più forte questo Rock, a giudicare dall’aspetto. Ora vuole rispondere alle mie domande? – Rock disse: - Tutto quello che volete, ma non fatemi del male! – Chairot sorrise, prese nuovamente il blocchetto degli appunti e chiese: - Mi sa dire quali dolci sono la sua specialità, monsieur Rock? – il bestione fece una faccia perplessa e rispose: - Io non faccio dolci! – il detective guardò con odio il "guerriero" davanti a lui, poi, dopo aver fatto un paio di respiri profondi per calmarsi, domandò: - Lei conosceva Siegfried Schkartoffen… Shcloppete… insomma, Siegfried Con Lo Spadone? – Rock, sentendo il nome dell’odiato Siegfried, si alzò in tutta la sua enorme statura e rispose: - Certo che lo conosco! Come vorrei che morisse avvelenato con del cianuro, per poi venire sparato e infine preso a bastonate. - - Le farà piacere, allora, sapere che è morto proprio così. – commentò Chairot, quand’ecco che Rock cadde di nuovo a terra, balbettando: - V-vuole dire che Siegfried è… è morto? – Chairot scrisse qualcosa sul suo taccuino e rispose: - Eh, pare proprio di sì. Ancora un’ultima domanda. – Mastings interruppe il detective, implorando: - Chairot, è proprio necessario fare questa domanda? Lo sa come va a finire se la fa, quindi per un capitolo solo, possiamo evitarla? – Chairot sorrise al compagno di disavventure e rispose: - No che non la possiamo evitare, caro Mastings. Dunque, monsieur Rock, c’è la possibilità che lei conosca la Soul Edge? – in quell’esatto momento… non successe assolutamente niente. – S-siamo vivi? – domandò incredulo Mastings. – Ma certo che sì, mi pare ovvio. Non c’è nulla di male in quella domanda. Anzi, adesso la rifaccio: c’è la possibilità che lei conosca la SOUL EDGE!? - Nell’esatto momento in cui Chairot disse le malefiche parole "c’è la possibilità" il Lakeside Coliseum collassò su un diverso piano temporale, portando il caos nel già abbastanza travagliato mondo di Soul Calibur e distruggendo tutto ciò che si trovava presso l’arena, eccezion fatta per Chairot, Mastings e Rock.

- Che peccato. Pace all’anima di quei poveri pasticcieri… - mormorò Chairot mentre lui e Mastings si allontanavano dai resti dell’arena.

- Chairot, qual è la nostra prossima tappa? – domandò Mastings quando furono sufficientemente lontani dal Lakeside Coliseum. – Ebbene, Mastings, - esordì Chairot. – Credo che adesso rimangano da interrogare solo la signora inglese, monsieur Nightmare e il misterioso uomo con la falce. – Mastings prese la cartina con aria esultante ed esclamò: - Benissimo, allora andiamo subito in Inghilterra! – Chairot borbottò: - Uff… non abbiamo più dolci! Dovrò attingere alla mia scorta segreta di emergenza di bomboloni. E non credo che in Inghilterra troveremo buoni dolci… proprio no. – e così il duo si diresse verso l’Inghilterra… almeno, così credevano.

 

 

Capitolo 16. Chairot nel Gran Labirinto.

 

- Chairot! Dove ci troviamo? – domandò con aria allarmata Mastings. – Non ne ho idea, Mastings. Questa landa desolata non assomiglia a niente che io abbia mai visto. – rispose il detective guardandosi intorno; deserto ovunque, neanche un sasso. Chairot prese la cartina e disse: - Ecco, la nostra ultima tappa è stata il Lakeside Coliseum, poi siamo andati di qua e infine… santo cielo, Mastings, perché hai smesso di segnare la strada che abbiamo fatto? - - Che dice, Chairot? Ho segnato passo per passo la strada che abbiamo fatto. – protestò Mastings, ma si sbagliava: sulla mappa non era segnato più niente. – Mon Dieu! Siamo perduti nel bel mezzo dell’Europa, e non sappiamo nemmeno in che stato ci troviamo! – esclamò Chairot guardando con aria preoccupata la cartina, quand’ecco che la cartina mutò aspetto: i confini degli stati svanirono, e la penisola europea s’allargò a tal punto da riempire per intero la mappa. – Cos’è, la Mappa del Malandrino? – domandò Mastings. – Non dire sciocchezze, Mastings. Nell’ordine ufficiale dei miei gialli il caso su Potter viene dopo questo. – ma ecco che Chairot vide un… una… beh, tanto si capisce dal titolo del capitolo che c’è un labirinto, quindi vi dico direttamente che era l’entrata di un labirinto. – Guarda, Mastings! Un misterioso labirinto dall’aria inquietante nel bel mezzo di una bizzarra quanto deserta Europa! Entriamoci subito. – propose Chairot entrando allegramente nel labirinto, seguito a malincuore da Mastings.

- Mastings? Sei qui? – domandò Chairot in un corridoio del labirinto terribilmente buio, ma molto buio, buio buio buio. Praticamente buio. – Accidenti, qui è buio. – commentò sagacemente Chairot in quel corridoio buio, quando urtò contro qualcuno. – Oh, Mastings, sei tu? – chiese Chairot torcendo il naso dell’individuo per verificare se corrispondeva a quello di Mastings. – No, sono l’uomo nero. – rispose l’individuo. – Dai, Mastings, non fare lo spiritoso. – disse Chairot dando uno schiaffo all’individuo, che disse nuovamente: - Guardi, io sono davvero l’uomo nero. Ora glielo dimostro. – l’Uomo Nero schioccò le dita, e venne illuminato da una luce. La reazione di Chairot fu immediata: - AAAAAH! Un’ombra misteriosa! - - No, l’Ombra Misteriosa è l’assassino. Io sono l’Uomo Nero, è diverso. – disse pacatamente l’Uomo Nero, mentre un’altra luce illuminava anche Chairot. – Uuuuuh! Un numero musicale? – domandò Chairot all’Uomo Nero. – No, una battaglia all’ultimo sangue, al buio, con un tipo irritabile di cui non saprai mai la vera identità e con la possibilità di cadere di sotto piuttosto elevata. - - Oh, pensavo a un numero musicale. – commentò Chairot, visibilmente deluso. – E invece no! È una battaglia all’ultimo sangue, al buio, con un tipo irritabile di cui non saprai mai la vera identità e con la possibilità di cadere di sotto piuttosto elevata! - - Quindi non è un numero musicale. – fece notare Chairot. – Esatto! Si tratta di una battaglia all’ultimo sangue, al buio, con un tipo irritabile di cui non saprai mai la vera identità e con la possibilità di cadere di sotto piuttosto elevata. – Chairot domandò: - Quindi io dovrei fare con lei una battaglia all’ultimo sangue, al buio, con un tipo irritabile di cui non saprai mai la vera identità e con la possibilità di cadere di sotto piuttosto elevata? Non è meglio che balli e canti? - - NO! Lei deve fare una battaglia all’ultimo sangue, al buio, con un tipo irritabile di cui non saprai mai la vera identità e con la possibilità di cadere di sotto piuttosto elevata! – l’Uomo Nero saltellò istericamente in giro per il corridoio finché non cadde in acqua come un imbecille. – Oh, poveretto, è decisamente negato per la danza. – commentò Chairot uscendo dal corridoio con un’aggraziata piroetta.

Dopo essersi riunito a Mastings, che vagava per il Labirinto vaneggiando di aver trovato in ogni corridoio uno dei sospettati con l’intenzione di ucciderlo, Chairot scese sempre più nel Labirinto, finchè non arrivò in una strana stanza nella quale si trovava un tipo con la testa d’un uccello. – Chairot, mi verrebbe da fare una battutina simpatica riguardo all’ultima affermazione dell’Autore. – disse Mastings ridacchiando, quando l’individuo si alzò dicendo: – Avete intenzione di ostacolarmi, quindi preparatevi a essere uccisi secondo il tipico stile dei potenti guerrieri con la testa d’uccello rinchiusi in un labirinto dagli dèi. – Mastings continuava imperterrito a ridacchiare pensando alla sua divertentissima battuta, senza curarsi della solita voce narrante che diceva: "Versus Olcadan! Fight!". Olcadan atterrò con un calcio Mastings, che, nonostante tutto, continuava a ridere, poi si girò verso Chairot, e gli si avvicinò con fare bellicoso. – La avverto, monsieur, sono più forte, giovane e magro di quello che sembro. – disse Chairot agitando il suo bastone da passeggio in direzione di Olcadan, che, dal canto suo, stava scegliendo, tra le innumerevoli armi di cui disponeva, quella più adatta per uccidere il corpulento detective. – E ora preparati ad essere ucciso! – esclamò Olcadan, quand’ecco che Chairot prese del mangime per uccelli e cominciò a metterlo davanti al potente guerriero. – Cip cip cip, vieni qui. Prendi il becchime bell’uccellino. – disse Chairot, mentre Olcadan saltellava intorno guardando con aria famelica il becchime. – Lo vuoooi? – domandò Chairot, e a quelle invitanti parole Olcadan si fiondò sul becchime, mangiandolo avidamente. – Buono, eh? Ti ho anche comprato una gabbietta. C’è anche il nido! Poi compriamo una bella pappagallina e fate tanti begli ovetti che io mangerò in camicia, fritti, strapazzati e soprattutto alla coque. – Olcadan non seppe resistere ed entrò saltellando nella gabbietta, per poi appollaiarsi placidamente su un trespolo. – Aha! – esclamò Chairot chiudendo di scatto la porta della gabbietta. – Ti ho fregato! Adesso sei prigioniero. La pappagallina ci sarà, comunque. Alle uova alla coque non rinuncio. - - Accidenti. Come farò io, potentissimo guerriero rinchiuso in un labirinto dagli dèi per contenere la mia potenza, a distruggere questa gabbietta? – si domandò Olcadan mentre Chairot lo accarezzava sotto il becco. – Bell’uccellino, direi che tu non hai bisogno di informarmi dei dolci locali, visto che la tua futura moglie mi darà un sacco di uova da mangiare, però mi sento in dovere di domandarti cosa sai di Siegfried Shkotiomkin... cioè Schmolotovribbentrop… quello là! – Olcadan rispose: - Beh, so solo che era un potente guerriero. Non l’avrei mai voluto vedere morto. Tranne che per mano mia, ovviamente. – aggiunse poi il gufetto. – Le interesserà sapere che è morto proprio così. – annunciò Chairot. – Cosa? Ma che sta dicendo? Non può essere morto così! - - Lo so, lo so, stavo scherzando. Che divertimento! Questo non la esime dai sospetti. Ordunque, cosa sa della S-O-U-L E-D-G-E? – l’unica, terribile parola "della" generò un buco nero all’interno del labirinto, che inghiottì tutto, tranne Chairot, Mastings e Olcadan, che uscirono di lì in meno di un minuto.

- Bene, Mastings. Adesso abbiamo anche un animaletto domestico. – disse Chairot accarezzando Olcadan. – E non ci resta che un’altra persona da interrogare, anche se io ho già un’idea precisa di chi sia il colpevole. Anzi, a dire il vero ho un’idea precisa sin dal prologo. – il detective caricò sul retro del velocipede la gabbietta, salì sul sedile posteriore e attese che Mastings cominciasse a pedalare.

- Via, verso l’odiata Inghilterra e verso la fine di questo giallo! – gridò Chairot mentre Mastings pedalava.

 

Ebbene sì, alla fine ho ripreso mano a questa storia. Visto il suo improvviso successo, e visto che siamo quasi alla fine, ho deciso che prima finirò questa, poi riprenderò gli altri miei progetti. Vorrei ringraziare i recensori che mi hanno spinto a rivalutare il primo giallo di Chairot. Dubito che l’avrei mai continuata senza il vostro appoggio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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