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Autore: Sorrow    28/08/2007    1 recensioni
Perchè prima o poi, anche le gocce di pioggia toccano terra.
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Axel, Riku, Roxas, Sora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~1. Hi

"Con passione. L'ardore dei tuoi movimenti, l'impegno in tutto ciò che realizzi.

Vorrei che il tuo calore, possa avvolgermi, in una stretta soffocante.

Farei l'impossibile pur di sentire il tuo cuore battere,
e il sangue scorrere nelle tue vene.

Permettimi di entrare nella tua vita, di bruciarmi nel tuo amore.

E di restarti sempre vicino, ustionandomi di te.

Fino a restare senza fiato, e forse morire nel tuo luminoso fuoco."

XXX

Le mie mani prudevano. Forte. Avevo un bisogno insormontabile, sin dal momento in cui avevo acquisito che dovevo adempirlo per forza, avevo capito che nonostante tutto, non ne potevo stare senza.
Materializzai dal nulla le mie due armi. La loro consistenza tra le mie dita, il loro eterno e intangibile calore nel mio tatto, mi faceva stare bene all'istante. Era come una ninna nanna nella tempesta. Un carezza nel più grande dolore. Era la mia fiamma.
Mi tranquillizzava, quando ero teso e insicuro. Cosa che succedeva spesso, sopratutto in concomitanza di una battaglia.
E quella che stavo per affrontare era la battaglia più grande della mia vita. La battaglia contro me stesso, e contro tutti. Forse anche contro tutto.
Iniziai a menare per aria i fendenti, arrabbiato, forse furioso, la mia mente vagava persa tra i pensieri, in cerca di qualcosa.
Qualcosa che mi indicava come ottenere ciò che desideravo da molto tempo.
Gli esseri oscuri soccombevano a poco a poco, il loro cuore rubato, si alzava al cielo, ed ero consapevole di quello che facevo, ogni volta che guardavo quel cuore dirigersi verso la grande luna luminosa nel mezzo del buio. All'improvviso mi fermai, di colpo, mentre gli esseri, minacciosi si avvicinavano a me, bramosi di altri cuori.
Avevo sentito un rumore. Mi girai e lo vidi, nel suo cappotto nero identico al mio. Come se non bastasse.
Gli heartless si diressero tutti su di lui, attaccandolo con ferocia, e spaventandolo a morte.
Ci pensai io.
-Uaaah... Fiu, grazie Numero VIII. Mi hai davvero salvato la vita.- Disse, fermandosi di colpo dalla fuga che aveva tentato.
-Che diavolo di fai tu qui?- Chiesi, mostrandogli i miei due contundenti, irritato.
Una goccia cadde sul mio cappotto. E mi ricordò quanto era odioso il mondo in cui ci trovavamo. Forse per questo se ne era andato. Acqua, bleah.
Mi guardò strano, come se fosse naturale che lui mi seguisse mentre mi facevo i cavoli miei. -Maaah, facevo un giretto, sai passavo di quiiii...-
Lo interruppi. -Che vuoi? Che te l'ha ordinato quel cane di Xemnas di venire a spiarmi?-
-Eeeeemh, ma naaa che dici, che non mi credi? Dovresti sapere che odio il capo, è così arrogante. Un po' come te Axluccio.-
Mi sentivo davvero uno schifo, e sentirmi chiamare "Axluccio" di certo non faceva che aumentare il mio disagio.
-Chiamami ancora una volta così e ti riduco a carbone per un camino. Got it memorized?-
Gli occhi di quel deficente si spalancarono, terrorizzati. -O-ok, caaalmo, va bene.- Ritrattò, indietreggiando.
-Allora, cosa vuoi?- Gli domandai ancora, facendo sparire in un turbinio i miei Chakram. La pioggia aveva iniziato a scendere lenta ma forte. Sentivo le goccie sulla mia testa che mi facevano rabbrividire. Il numero IX invece sorrideva.
-Come adoooro questa pioggerella pomeridiana.- Farfugnò, adulando il suo stesso elemento. Lo fissai, indeciso se tirargli un pugno oppure una fiammata corposa. Demyx, bleah.
-La vuoi finire di parlare a vuoto e dirmi perchè continuavi a seguirmi?-
-Beeeh sai... negli ulitmi tempi... - Cominciò, mentre ballava spassionato sotto la pioggia, facendomi rimembrare l'orrorifico ricordo dell'ultima volta che avevo visto
Saïx sul balcone nel mezzo della notte, che ballava in un modo a dir poco vomitevole. - Sei davvero strano. Fai sempre il muso, non stai agli scherzi... e adesso ti metti pure a svolgere i compiti di quel disidratato di Xemnas... distuggi più Hearless tu, che quell'umano pazzoide custode del Keyblade.-
Mentre ballava mi guardava, con l'aria davvero preoccupata.
Io guardai il terreno bagnato, tirandomi su il cappuccio, temendo che i miei preziosi capelli perdessero la loro forma per causa dell'acqua.
Demyx mugulò. E riniziò a parlare, cauto. - ... credo sia colpa del tuo amato Numero XIII.- Gli lanciai un'occhiata ambigua. -Da quando ci ha traditi, sembra che tu sia diventato un morto.-
Smise di torcersi, e si schiarì la voce, forse pronto a cantare.
-Ti prego, risparmiami lo strazio.- Lo fermai. Non ero di certo dell'umore giusto per sentire quella voce stridula.
Mi osservò truce, prima di girarsi a braccia incrociate. -E io che volevo dedicarti una canzone che parla del mare.- Non lo vidi, ma ero sicuro che i suoi occhi si illuminarono mentre pronunciava "mare".
-Appunto.- Ribattei, guardandomi attorno per cercare un palazzo che avesse una tettoia.
Ne trovai uno.
-Il punto...- Quasi urlò quell'altro con la voce spezzata, visto che mi aveva rincorso. -E' che non sei più tu. Non è che stai pensando qualcosa di strano? Tipo... diventare il favorito del capo per far in modo di convincere tutta l'organizzazione a cercar il tuo biondino preferito?...- Demyx si toccò i capelli, storcendo il naso e accorgendosi anche lui di essere biondo. -Beh... meglio dire, Roxas?-
Lo guardai per l'ennesima volta, con un espressione metà tra il pensieroso, metà tra il divertito. -Solo a te vengono in mente queste cazzate.-
Lo vidi mentre iniziava a camminare sotto la pioggia, nervoso e offeso. -Mi scusi allora, signor "memorizzato". Cercherò di non turbarla più con queste redicole questioni, visto che mi tratta così.-
-Però...- Sussurrai, riflettendo. Schioccai le dita, facendo comparire delle piccole scintille arancioni. Si era fermato, girando lo sguardo verso di me, avendomi sentito.
Si avvicinò, veloccissimo, silenzioso come un gatto e mi guardò, sembrando uno mezzo spiritato, negli occhi. -Però COSA?- Indugiò, e pensai che fosse un pazzo. Anzi, lo pensavo già da tempo, ma adesso era chiaro.
-Però...- Riiniziai a voce alta, scansandolo dalla mia vista. -Mi hai fatto venire in mente una cosa.-
-COSA?- Fece ancora, con la stessa espressione idiota di prima.
Lo scrutai truce per un secondo e continuai. -Sto pensando di tradire l'organizzazione pure io.-
... -ANCORA?-Domandò, da perfetto ebete. -L'hai già tradita una volta, non...- Gli misi una mano sulla bocca, facendogli finire anticipatamente la sua inutile frase.
-Si, ancora.- Sorrisi. -Got it memorized, idiot?-
Si tolse la mia mano dalla sua faccia. -Si certo, ma perchè vuoi tradirla? Per quel ragazzino? Aaaaah, avanti, perchè ti interessa così tanto, non è neanche così intrigante poi...- Continuò a parlare a vuoto.
-Perchè è un mio...- -Hey!- Mi prese un braccio, forte, cercando di mostrare di essere arrabbiato, e feroce, cosa che gli riusciva malissimo. - Adesso che ci penso... io non sono un idiota hai capitooo?!-
Scansai il suo braccio dal mio e lo guardai mentre si faceva piccolo piccolo. -Ricordi il carbone?-
-S-si.- Rispose, balbettando.
-Ecco. Memorizzalo bene.-
Sbattè gli occhi, terrorizzato. Ma poco qualche secondo di puro terrore si fece pieno di se e iniziò ad urlare come una gallina.
-Ah. A-A-A-A-A-A-AH. Mio caro Soffio di Fiamme Danzanti. Lo sai, chi sono io? Ma mi chiedo... tu lo saiii?- Starnazzò.
Girai gli occhi, sorridendo. -Si. Sei Notturno Melodico, il cantante più sfigato di questa terra.- Mi misi a ridere.
-Ah ah ah. Ma che ridere. BEH, caro mio. Io ho il potere di controllare l'acqua, se tu non l'avessi memorizzato bene.-
Alla parola acqua rabbrividii, guardando la pioggia che scendeva a catinelle davanti al grattacielo della memoria. Uno dei miei posti preferiti. Tranne quando pioveva, ovviamente.
-Già.- Dissi, guardandolo con aria comunque superiore.
-E se ti gettassi addosso un po' di acquetta fresca? E' così piacevole no?-
Spalancai gli occhi in una maniera simile a quella che aveva assunto lui, ma cercai di controllarmi almeno. -No, grazie per il pensiero, comunque.-
Sghigniazzò, canticchiando una delle sue canzoncine sceme.
Lo scroscio della pioggia, insieme al suo mugulare mi dava la nausea. Parlai per coprire quello scempio. -Credo che lo farò.-
Continuava a canticchiare sbadatamente. -Dici tradire l'organizzazione?-
-Ovvio, cretino! ... - Mi tratenni da dire "...Roxas mi manca...", mi avrebbe preso in giro a vita quello.
Ormai Demyx era completamente fradicio. Il cappotto nonostante tutto, non aveva fermato molto la pioggia. Faceva ridere con i vestiti bagnati che continuavano a scendergli, zuppi d'acqua. Ma lui non sembrava curarsene minimamente.
-Uuuumh...- Mugugnò con la faccia rivolta verso l'alto. -Se devi, allora vai, Namber eiht!-
Lo guardai, mentre si allontanava sotto la pioggia, naturalmente sempre canticchiando.
Gli corsi dietro, rimettendo il cappuccio. - Non lo dirai a nessuno vero?-
-Maaah.- Disse, passeggiando allegro. Lo presi per i capelli, facendolo piegare all'indietro. -Ahia! Iiiaaaaaa! Aaaah!- Era sospeso, se l'avessi lasciato sarebbe caduto disteso a terra.
-Non lo dirai a nessuno. Promettilo.- Impartii io, serio.
-Come è bella, l'acquaaa che cade, dal cieloooo oggiii!- Cantò quello grignando i denti, visto che gli tiravo i capelli sempre di più.
-Non credo che riusirai a fare molto con la tua acquettina, contro i miei pugni sul tuo naso.- Gli rinfacciai sorridendo.
L'esperessione del numero 9 si fece sorpresa e ammirata. -Ma che bei occhi verdi che haiiii!- Disse, guardandomi con gli occhi che sembravano splendere.
-Graz...- Lo guardai sbalordito, e poi tornai alla realtà. -Cosa centra!- Esclamai tirandogli i capelli fortissimo.
-Ahia!- Urlò portandosi le mani sulla testa dolorante. -Sai che non lo farò!-
Lo lasciai, mentre piagnucolava e borbottava qualcosa.
Si rimise in cammino. Lo vidi camminare incerto in avanti, riinizando a intonare il suo motivetto.
Le gocce continuavano a bagnarmi il viso lasciandomi addosso la sensazione che odiavo di più. Erano così fredde quelle stupide frazioni d'acqua. Non era come la mia amata sensazione di bruciore, quella che mi procurava il fuoco. Il mio indispensabile fuoco. Come il mio indispensabile Roxas. Chissà dov'era adesso. E che stava combinando.

-Axllllllllllllllllllll?- Demyx aveva urlato il mio nome, con la sua solita vocina da donna. Come lo odiavo quando storpiava il mio nome.
-Dimmi.- Risposi, rassegnandomi.
-Maaa...- Gridò ancora, avvicinandosi.
-Che cosa vuoi adesso?-
- ...non è che...-
-Che?- Iniziavo a scocciarmi.
-...cheeee...-
-CHE?- Ripetei irritato.
Demyx era vicino vicino a me in quel momento. Mi guardò curioso e si mise le mani sui fianchi.
-...che ti piace Roxy?- Concluse, sempre osservandomi, cercando di essere penetrante.
-EH?- Urlai io, con la stessa vocina e espressione da ebete sua.
-Hai capito beh.- Mi fece, lo sguardo ancora puntato.
Diventai leggermente rosso, o forse lo diventai completamente, chi lo sa. Restò il fatto che quell'altro sorrise, compiaciuto.
-Aaaaaah. Ora ho capito tutto. O si.- Si disse, girandosi di scatto e riprendendo la sua camminata felice.
Lo seguii, giustificandomi per non so cosa, ma mi venne naturale. -Non è che mi piace... è un mio caro amico...-
-Caro amico, certo.- Mi prese in giro l'altro.
-...Gli voglio bene, tutto qui...-
-Eh beh certo. Gli vuoi bene. E' chiaro.-
-E mi manca.-
-Oh, ti mancaaaaaa
- Ululò lui con un tale tono infemminato, che io rabbrividii al solo suono.
-Senti.- Gli imposi deciso. - Non sono una tale femminuccia come te. Lui mi manca. Come AMICO. Quindi finiscila e smettela di supporre cazzate come fai di solito.-
Gli occhi di Demyx si fecero umidi, più di quanto non lo erano per tutta l'acqua che aveva addosso. Pensai che fosse una allucinazione e invece no. -E scusami se ti ho offeso eh! Me ne vado. Peccato... e io...- ...fece un ghigno equivoco. -... Che ci... speravo...-
-Eh?- Chiesi perplesso.
Lo vidi scivolare lentamente via... fischiando una canzone triste...
E mentre sentivo il dolore che mi faceva quella odiosa umidità, capii.
Come io, non riuscivo a stare troppo nel dolore e cercavo una soluzione, lui se ne era andato, in cerca della sua soluzione. Aveva sofferto certo, a lasciare le persone care, ma doveva capire, doveva ritrovare se stesso.

E io sapevo chi fosse veramente lui.
Io avevo taciuto, per l'Organizzazione. Ero stato zitto, per una stupida banda di Nobody incazzati.
E lo avevo fatto star male. Gli avevo tenuto segreta la sua verità, non gli avevo detto mai chi era la sua metà.
Non gli avevo mai parlato di Sora. MAI.
Eppure lui mi aveva confidato che voleva scoprire chi era. Era... Era...
Era colpa mia.

Roxas, stava male... Roxas se ne era andato via... per colpa mia.

Il mio migliore amico era partito per cercare qualcuno che io avrei potuto benissimo fargli trovare in un baleno.


~

Correva come un pazzo scatenato e rideva, rideva tantissimo.
Lo guardavo. Ebbi un fremito, e una insana voglia di prenderlo e farlo bruciare vivo.
Ritornai alla realtà, Roxas si era fermato davanti a me e mi guardava, il suo splendente sorriso sulla bocca, e i suoi zaffiri che mi osservavano. Respirava rumorosamente, cosa che mi fece ancora di più volergli tirare una fiammata enorme sulla faccia.
-Che fai li seduto? Perchè non vieni con me?- Mi chiese, dopo molte altre boccate d'aria.
-E' divertente osservarti mentre provi a catturare quel Nobody. Tanto non ci riuscirai.-
-E invece si! Se dici che tu ci sei riuscito, perchè io no?- Quasi urlò, cosa che mi fece prendergli il collo con tutte due le mani. Mi guardò con gli occhi aperti e fissi, sorpreso. -Non urlare.- Gli ordinai, non con cattiveria o serietà, glielo ordinai e basta.
-Va bene.- Mi rispose lui tranquillo, mentre io lo lasciavo. Ormai si era abituato quasi a i miei scatti strambi.
Era tornato tutto quasi silenzioso, tranne per i passi di Roxas che continuava a giocare con quel Simile.
Passarono alcuni minuti mentre rimasi in pace ad ascoltare i suoi respiri e affanni, le sue imprecazioni e il rumore delle sue cadute sulla terra morbida.
-Axel?- Mi chiese lui sempre affannato, che si era seduto accanto a me dopo l'ennesimo tentativo fallito contro quella creatura sfuggente.
-Tell me, Rox.-
-Perchè Xemnas mi ha accettato così facilmente nell'Organizzazione?-
Mi girai verso il ragazzo e lo fissai perplesso, portandomi le mani alla testa.
-Ho persino sentito delle voci che lui mi sarebbe venuto a cercare se io non mi fossi unito.-
Feci una smorfia, sfiorandomi la parte in cui avevo tatuato i triangolini verdi.
-Chi te l'ha detto?- Domandai così, incurante.
-Me l'ha detto ancora tempo fa Larxen.-
-Ah... non dovresti fare caso a lei, dice tante cose stupide quella.- Risposi, sorridendo al pensiero che Larxen fosse stata fin da subito gelosa della nostra precoce amicizia.
...

Sentii che era ancora preoccupato.
-Anyway, perchè me lo chiedi?-
-...ieri ho sentito Saïx che parlava con Xemnas... parlavano di me.-
Mi alzai di scatto e mi misi a sedere, preoccupato. Cercai di non farlo a vedere a Roxas.
Gli occhi del tredicesimo membro erano rivolti al cielo, osservavano seri le nuvole bianche e tranquille che ogni tanto oscuravano il sole. -Dicevano che qualcuno, aveva un nome strano, non chiedermelo, vuole coingungermi al prescelto del Keyblade, e che sarebbe una catastorfe e cose simili... non ho capito che significa "coingungere" a essere onesto, ma è un discorso idiota, non trovi? Io sono il prescelto del Keyblade, devo rincongiungermi a me stesso? Non ha senso.-
Girai i miei occhi verso un'altro punto per non incontrare quelli di Roxas. Non avevo assoluta intenzione di riverargli che il cuore della persona da cui era nato non era in un heartless, ma al suo preciso posto.
-Hai ragione, è un discorso davvero stupido.- Gli risposi, facendo finta di nulla.
Un leggero vento muoveva i fili d'erba... lo notai perchè continuavo a fissare altrove...
-Già, che scemi.- Fece ancora lui, che presubimilmente stava sorridendo dal tono di voce.

Quella sua spensieratezza mi fece provare una sensazione sgradevole... mi sentii soltanto uno schifoso bugiardo.
Il Nobody continuava a volteggiare e a danzare intorno a noi, circondandoci.
Ero preoccupato per Roxas. Se l'avessero coingiunto con Sora, che sarebbe successo...?
Sarebbe forse... sparito?... l'idea mi terrorizzava.
-E finiscila!- Esclamai autoritario, schioccando le dita e facendo sparire quel senza cervello.
...

Roxas si girò verso di me e mi guardò, la faccia sembrava soddisfatta. -Ho capito! Ho capito come hai fatto a prendere quel Nobody... tu li puoi prendere tutti!-
-Ah si?- Sorrisi. Finalmente aveva compreso che come tutti gli altri membri potevo controllare i Nobody diversi da noi.
Quelli che non possedevano fattezze umane.
-Ma... perchè io non ci riesco?- Mi chiese, sembrava triste.
Distolsi ancora lo sguardo, tornando pensieroso. Roxas mi aveva reso un po' inquieto negli ultimi tempi.
-Boy, you're different from us.- Sembravo tranquillo ma non lo ero. Almeno con lui accanto, sapevo che sarebbe andato tutto bene. O almeno lo speravo.

Non avevo compreso quanto l'ignoranza di tutto lo facesse sentire debole.

~
Iniziai a ricordare tutti i momenti in cui non gli avevo detto la verità.
E questo mi faceva male. Come le gocce di pioggia sul viso.
Non c'era più il suo sorriso che era come ustionarsi tra le fiamme per me.


Il mio fuoco si stava spegnendo.
Non lo alimentavi più.

 

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Tanto per chiarire... nulla è mai detto fino alla fine X°D
Si, in questo capitolo parla Axel. Ed è molto serio. Preoccupato per il nostro Rokusasu, che tenero **
E precisando, il prato verde, è quel prato verde in cui corrono Sora Paperino e Pippo alla fine di KH1. Comparirà spesso nella fic, quindi ci tenevo a dirvi che è quel posticino tranquillo lì.
Che Roxas incurante del suo segreto destino çç
Che triste. çç
Vi luvvo e torno a sistemare l'ultimo capitolo, visto che questa fic l'ho già finita da mooooolto tempo. Voglio solo farvi aspettare come poveracci X°D
A titolo informativo dei presenti... Le parole del capitolo sono in giapponese, HI non sta per il saluto inglese abbreviato -.- . Per ora sono Mizu, Acqua e Hi, ovvero Fuoco.

Ah. Vi chiederete chi è XXX.
Beh, non lo scoprirete maiiiii X°DDDDD

 
  
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