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Autore: crazyfv    07/02/2013    1 recensioni
Faith Carson ha passato tutta la sua vita da adolescente a fuggire da città in città nascondendo la sua natura a se stessa e al mondo. Spinta dai genitori incapaci di capire a credere di essere uno scherso della natura le hanno proibito di conoscere altri suoi simili o di indagare più a fondo su se stessa e su chi realmente è. L'unico suo deisderio è trovare la pace di un posto tranquillo in cui crescere e farsi degli amici senza che nessuno scopra la sua natura, ma l'inaspettato è sempre dietro l'angolo.
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le mie mani si strinsero sul vassoio, lo tenevo come fosse un arma pronta a brandirlo da un momento all’altro invece mi trovavo solo nell’ennesima mensa scolastica, ne avevo girate a decine, quattro solo in quell'ultimo anno che non era ancora finito eppure mi sembravano tutte uguali. 

Non ci tenevo a fare amicizia e nemmeno i miei nuovi compagni sembravano propensi a fare conoscenza tanto meglio, pensai, meno chiacchiere uguale meno rogne. 

Scelsi un tavolo ai margini della sala, uno sotto la finestra dove non si sedeva mai nessuno perché con gli inverni gelidi del Main gli spifferi penetravano anche attraverso i muri, misi le mie cuffie e mi sedetti con le spalle alla sala guardando il paesaggio fuori dalla finestra. 

Due mesi era il tempo massimo, fra altri due ci saremo dovuti spostare ancora e poi ancora, non credevo nemmeno per un secondo alle parole supplichevoli di mio padre che mi diceva che questa sarebbe stata l’ultima volta, non aveva scelto proprio il posto migliore in cui fermarsi; 

io nel Main, nata sotto il sole della California ritrovarmi dove non riuscivo a trovare un bikini se non in fotografia era veramente deprimente, ma se rimanere in quel posto significava non doversi più spostare allora avrei firmato il patto anche con il sangue. 

Girai la rotella del mio shuffle per passare alla canzone successiva l’heavy metal mi invase le orecchie con quel suono che riusciva a riempire anche gli spazi vuoti dentro l’anima non lasciando posto nemmeno ad un pensiero e addentai il mio panino. 

Pochi minuti più tardi la campana delle lezioni si fece sentire anche oltre il suono della musica e dovetti abbandonare la mia isola felice per scendere a patti con la realtà, mi aspettava la prima lezione di un lungo pomeriggio, la mattina era stata da dimenticare speravo che nel pomeriggio i professori mi risparmiassero le presentazioni alla classe. 

La lezione delle 14:00 era recitazione , l’unica in tutta sincerità che avevo scelto di buon grado ,la classe era ampia e quasi semi vuota, feci capolino con la testa e una donna alla scrivania mi fece cenno di entrare mentre sorrideva. 

“ Tu devi essere Faith Carson giusto ? “ 

“ Si signora " 

"io sono la professoressa Gordon , siediti pure dove vuoi “ ringraziandola mi girai e mi sistemai in uno dei banchi in prima fila erano tutti vuoti, due file dietro di me c’erano altre due ragazze e nel banco più in alto dell’anfiteatro un ragazzo stava scribacchiando qualcosa su un taccuino, entrava a malapena nei banchi striminziti messi a disposizione dalla scuola, e sembrò non accorgersi nemmeno che era entrato qualcuno, almeno un punto a favore per quella lezione, niente presentazioni né sguardi curiosi. 

“ Allora ragazzi come ben sapete questa è la classe di recitazione ed arte drammatica, vorrei per questa prima lezione che mi buttaste giù un paio di pagine sul motivo che vi ha indotti a scegliere proprio questo corso e cosa significa per voi il teatro “  

Un paio di borbottii di disappunto si levarono alle mie spalle sapevo senza girarmi che alle due mie compagne di corso non andava a genio l’idea di scrivere, ma ingoiarono le rimostranze e come me iniziarono a scrivere.Erano passati solo pochi istanti da quanto l’insegnate ci aveva lasciato ai nostri compiti, mi sentivo irrequieta e strana gettai un occhiata alle mie spalle vidi lo sguardo dell’unico ragazzo trafiggere il mio, subito dopo si voltò riprendendo a scrivere furiosamente. L’ora era terminata e consegnate le pagine all’insegnante uscii in corridoio. 

“ Faith? “ Mi girai , era il ragazzo che mi aveva fissata durante la lezione poco prima, mi chiesi cosa volesse. 

“ Si? “ 

“ Mi chiedevo se adesso hai anche tu spagnolo? “ 

“ Ehm, si perchè? “ 

“ Ti va di andare insieme? “ 

“ D’accordo “ 

“ Non saltare di gioia ti prego “ disse sorridendo " credimi posso essere una buona compagnia !"  

" non ne dubito "  sogghignai, mi aveva smascherata, non mi andavano a genio i tipi che si fingevano nerd svaporati per attaccare bottone con le ragazze, e poi la sua mole mi metteva in agitazione, doveva essere alto più di un metro e novanta per una stazza da giocatore di rugby. 

“ Non mi fraintendere, sono stata sola tutto il giorno e con il tempo si inizia a diventare scontrosi “ sorrisi  

“ Uhm diamine non si può certo correre questo rischio “ affermò sorridendo 

“Perché no, io sto bene con me stessa “ 

“ Lo so , ma ogni tanto c’è bisogno di qualcuno con cui scambiare due parole, un amico, a proposito io sono Aidan Begley “ 

“ Faith Carson “ ci stringemmo la mano,la sua presa sulla mia mano era salda, il palmo era caldo e asciutto e molto più grande del mio. 

“ Senti dopo scuola io e un altro paio di amici andiamo al parco, c’è un bel campo in cui fare qualche tiro e non c’è troppa folla è vicino al bosco e le mamme preferiscono portare I bambini in quello del centro, ti va di venire? “ 

“ Non sò, non conosco ancora bene il posto “ 

 cercai di trovare una scusa non mi ci vedevo a stringere confidenza con altri proprio il primo giorno dell’arrivo avevo ancora bisogno di un pò di tempo per scendere a patti con il nuovo trasferimento. 

“ Naturalmente ci andiamo insieme, non ti lascerei certo da sola “ 

“ Va bene “ 

“ Fantastico “ mi sorrise e malgrado mi fossi ripromessa di non lasciarmi più incantare da un bel faccino quel sorriso mi aveva proprio stregata. 

Durante tutta la lezione di spagnolo non feci altro che lanciare occhiate di sottecchi al profilo del mio nuovo amico, questa sarebbe stata un bella rogna, c’ero già passata quattro mesi prima mi ero invaghita di un mio compagno c’ero uscita un paio di volte e poi BAM ero dovuta partire e addio love story, non avevo voglia di passare di nuovo attraverso tutto quello strazio di cuori infranti e diari inzuppati di lacrime, preferivo la tranquillità del cuore solitario. 

Nonostante i miei buoni propositi tornai a guardarlo, aveva i capelli folti lisci e leggermente più lunghi attorno alla nuca ,continuavano a ricadergli davanti agli occhi mentre leggeva e li ritirava indietro con un gesto automatico della mano, il naso era una linea sottile e perfetta e la pelle era chiara e senza imperfezioni a differenza di altri suoi coetanei ,improvvisamente si voltò a guardarmi e mi sorrise, io ricambiai rapidamente e tornai a disegnare cerchietti sul quaderno sperando di non essere arrossita come un pomodoro suoi occhi erano una strana combinazione di grigio azzurro . 

Non era da me, la mia parte cinica e realista non si sarebbe mai ritrovata a decantare mentalmente le caratteristiche fisiche di un ragazzo; in ogni caso la lezione finì troppo presto, avevo bisogno almeno di un altro paio d’ore, invece mi alzai raccogliendo libri e quaderni diretta all’armadietto. 

“ Ti piace il basket? “ La voce di Aidan mi giunse da dietro l’anta dell’armadietto, la chiusi tenendo in una mano lo zaino 

“ Si, ho giocato un paio di volte nelle squadre delle scuole che ho frequentato” lo vidi aggrottare le sopracciglia ma continuai  

comunque non sono rimasta abbastanza a lungo per poter partecipare ad una gara “ 

“ Hai cambiato molte scuole? “  

“ A decine “ ammisi sbuffando 

“ Uhm “ aggrottò la fronte e ci ritrovammo a camminare lungo i corridoi della scuola che si andavano lentamente spopolando. 

“E per via di quello che sei non è vero? “ 

Ogni singolo muscolo del mio corpo si irrigidì pronto a scattare, non riuscivo a battere nemmeno le palpebre, sperando che il panico non sgorgasse insieme alle parole mormorai  

“ Prego?” 

“ Non devi nasconderti da me Faith io lo sò, sono come te “ 

 si guardò intorno 

 “ un lupo “ disse per eliminare ogni fraintendimento  

“ e da quando sei arrivata in città che sò di te, oggi è il tuo primo giorno ma quelli come noi riescono ad avvertire i loro simili appena mettono piede nel loro territorio e tu hai scorrazzato parecchio, per questo oggi appena ti ho vista ho deciso di conoscerti” 

“ Cosa volete da me? “ 

“Niente, che ti unisca al nostro branco sarebbe un buon inizio, ma non sei certo obbligata “ 

Mi guardai intorno non c’era nessuno a scuola e nonostante fossi una ragazza forte non potevo competere con la montagna di muscoli che mi transitava a fianco. 

“ Davvero Faith, qui nessuno vuole farti del male, di me ti puoi fidare, perché sei così sospettosa ? " 

“ Lunga storia” 

“ Non ho impegni, senti ci tengo davvero, voglio davvero sapere tutto di te “ 

Così non andava proprio, dopo un attimo spalancai gli occhi, quelle poche nozioni che avevo imparato di nascosto dai miei sulla mia natura mi tornarono alla mente come se il cassetto della memoria mi fosse esploso nella testa. 

“ Aidan no! “ 

“ Cosa!!” chiese alzando le mani in aria 

“ Non puoi dire sul serio, ti ho appena conosciuto! “ 

“ Non vuol dire niente Faith io l’ho capito quando due sere fa ero fuori con il branco è ho fiutato il tuo odore, ti ho riconosciuta anche stamattina appena sei entrata a scuola, possiamo anche non conoscerci da molto, ma già sò che sei mia “ 

L’espressione dei suoi occhi stava facendo fare le capovolte al mio stomaco, mi sembrava di aver ingoiato un pitone. 

“ È proprio questo che mi ha portata, anzi ha portato la mia famiglia a scappare da paese in paese, loro non vogliono che io frequenti i miei simili “ sibilai 

“ Senti Faith “ mi afferrò le mani nelle sue molto, molto più grandi ma calde e salde “ usciamo da qui, andiamo in un posto più sicuro a parlarne e poi deciderai il da farsi “ 

Non potevo, cosa avrei dovuto decidere, la parola dei miei genitori era legge ed io ero ancora minorenne. 

“ Ci sono tante cose che vorrei chiederti, ti prego, sono solo poche ore! “ 

“ Va bene, ma per le sei devo rientrare altrimenti ne passerò delle belle “ 

Uscimmo dal retro della scuola non perchè temessi che mio padre saltasse fuori da un cespuglio e mi intimasse di fare i bagagli e partire subito, ma perchè la moto di Aidan era parcheggiata sul retro, sentivo il cuore battere selvaggio contro la gabbia toracica, il solo fatto di trasgredire delle regole precise mi metteva in agitazione, se continuavo così mi sarei rovinata le prime ed uniche ore di pazzia delle mia vita. 

Afferrai il casco dalle mani di Aidan e me lo calcai sul capo, poi dopo un ultima occhiata al suo sguardo rassicurante montai in sella gettando alle ortiche ogni cautela che mi era stata imposta e che mi ero imposta nei mie lunghi sedici anni.

   
 
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