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Autore: ruruCRISIS    07/02/2013    5 recensioni
« Insomma, Len! C'eravamo prima noi! » Len Kagamine si girò verso la gemella, fissandola con uno sguardo del tipo 'Io? Io non ho fatto assolutamente nulla.' « Eravamo, indicativo imperfetto.» si rigirò, era oramai quasi il suo turno. O meglio, il loro. A quanto pare, aveva saltato un bel po' di fila e aveva avuto la brillante idea di appostarsi di fronte alla sorella. « E' da un po' che aspettiamo, non sarebbe giusto nei nostri confronti. » Gumi cercò di darle man forte, ma il ragazzo rimase sulle sue, avanzando e ordinando ciò che voleva. Quando ebbe ciò che aveva ordinato nelle sue mani, si voltò, pronto a tornare in classe. « L'importante è che sia giusto nei miei. » sibilò, quando passò accanto a Gumi. Len Kagamine, il ragazzo più popolare della scuola, fratello gemello della sua migliore amica, dotato di una bellezza fuori dai canoni, per me era solamente uno strafottente a cui piaceva giocare al gioco del 'io sono il re, voi i miei sudditi'.
-Tratto dal capitolo II
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gumi, Len Kagamine, Rin Kagamine, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo IV – Quella chiamata innaspettata

 

Il pranzo si era concluso con una rilassante tisana fatta da suo fratello; l'aveva bevuta tutta d'un sorso, riscaldandosi non solo le mani. In qualche modo, si sentì più calda anche... dentro, diciamo. Non sapeva bene come definire quella sensazione, fatto stava che c'era e lei cominciava a sentirsi meglio. Appena avevano finito di mangiare, Gakupo e Gumi avevano parlato un po', della scuola di lei, del lavoro di lui e qualche pettegolezzo di quartiere. Niente di nuovo, insomma. Con il solito “Vado a fare i compiti”, la verdina si era rifugiata in camera sua, mentre Gakupo, sospirando, riassettava la cucina.

Ora la si poteva vedere seduta alla scrivania, china sul libro di biologia, intenta a memorizzare quella moltitudine di parole e concetti; tutto però lo ripeteva e subito se lo dimenticava e fu costretta a ripetere ogni pagina per un minimo di quattro volte. E poteva giurare che la testa le stava per scoppiare.

La sua camera era dipinta interamente di verde, di un tono molto chiaro, ed era abbastanza grande e spaziosa, con un armadio, uno scaffale dove riponeva libri e manga in quantità, un letto disfatto, un comodino con sopra un'enorme quantità di orecchini e braccialetti multicolori, ma anche la scrivania non scherzava: vi regnava il caos, foglietti, libri, penne, cd, collane, matite... C'era a malapena uno spazietto dove poteva appoggiare i libri per studiare. Gakupo, al contrario suo, era un tipo ordinato e preciso, e non sopportava affatto tutto quel disordine che regnava nella camera della sorella, ma non diceva nulla riguardo a questo, sapendo perfettamente che la ragazza non amava affatto che qualcuno mettesse il naso nei suoi 'stili di vita'. Delle sue amiche, solo Rin, quando veniva a casa sua, si offriva di ritagliare una ventina di minuti per mettere a posto, giusto un poco, ciò che bastava per rendere un po' più guardabile la camera. Potevano metterci quanto impegno volevano, tutto il pomeriggio. Tanto la stanza ritornava come prima in meno di mezz'ora.

 

Gumi afferrò il cellullare che squillava sopra il suo letto e premette il tasto verde per rispondere, non prima di aver letto il nome che era apparso sullo schermo.

« Pronto? » rispose, restando in piedi al centro della stanza.

« Gumi, sono io! »

Sospirò. « Io chi? »

Silenzio. Dall'altra parte non si sentiva nulla, tutto ciò che Gumi riusciva a percepire era il suo flebile respiro.

« Pron- »

« Sto cazzooo! » gridò la voce squillante dall'altra parte della cornetta.

Tasto rosso.

Non ci volle molto che il telefono ricominciò a squillare.

« E va bene, scusami Megpoidchan. Scusami. »

« Non ho sentito, Miku. » sottolineò bene il nome dell'amica, assumendo un tono quasi dominante misto a ironico.

Si sentì la giovane Hatsune sbuffare. « Imploro perdono. »

Gumi sorrise soddisfatta. « Ti concedo le mie scuse, Hatsu. »

La ragazza si immaginò Miku scattare come una molla, dato che ricominciò subito a chiacchierare, come suo solito del resto. Miku era la ragazza più vivace e loquace che Gumi avesse mai visto e conosciuto sulla faccia della terra: non riusciva a star ferma e nemmeno a chiudere la bocca. Potevi legarla come un salame alla sedia e tapparle la bocca con lo scotch, tanto riusciva a parlare e a muoversi senza tregua. Erano insieme fin dai tempi delle medie, e si erano ritrovate anche a frequentare lo stesso liceo, e durante i tre anni di scuola media erano affiatatissime, stavano sempre insieme. Gumi infatti, non aveva legato molto alle medie, solamente con Miku, appunto, e Luka Megurine, che ora studiava in un prestigioso liceo privato poco distante da Tokyo. E Rin, vi chiederete? Non erano migliori amiche? La biondina non era in classe con lei, alle medie. I suoi genitori avevano preferito iscriverla, insieme al fratello, in una scuola più vicina a casa loro per comodità; ma nonostante frequentassero scuole diverse, le due ragazze continuavano a vedersi e la loro amicizia non si era affievolita per niente. Anche perché, ci voleva per dividerle quelle due, e una scuola diversa non sarebbe certo bastata.

« Megpoidchan, oggi sei libera? » chiese ad un tratto la giovane Hatsune, interrompendo il discorso della nuova studentessa di una classe del terzo anno.

« Beh, sì, avrei da studiare biologia... »

« Al diavolo le rane! »

Chissà perché, ma quando si parlava di biologia, Miku associava questa materia alle rane. Il motivo rimaneva ancora del tutto ignoto.

« Al diavolo le rane?! » sbottò Gumi. « Se domani quella lì mi interroga e mi becco un tre, poi è colpa tua, chiaro?! »

« Sì, sì, va bene. Comunque. » riprese Miku, non dando peso all'interrogazione dell'indomani. « Tra mezz'ora alla base. Non mancare, ok? »

Tuh. Tuh. Tuh.

Gumi si staccò il telefono dall'orecchio alquanto perplessa. Che dovevano fare al vecchio garage? Istintivamente si guardò l'orologio che aveva al polso: erano le tre e tre quarti. Come mai quella chiamata innaspettata? Ma sopratutto, come mai quell'incontro? Guardò il libro di biologia: doveva studiare, assolutamente. La professoressa l'avrebbe sicura mente interrogata l'indomani, non poteva farsi cogliere impreparata. Si sedette, abbassandosi sul libro e ricominciando a studiare.

Ma non ci volle molto per vederla rialzarsi, prendere la prima giacche che trovava, salutare il fratello e chiudersi la porta alle spalle.

 

La base – come la chiamava 'affettuosamente' Miku – non era altro che un vecchio spiazzo dimenticato dal mondo, che si trovava poco dopo casa sua, vicino ad un parco. Ci arrivò praticamente in un attimo, dieci minuti ed era già là. Attraversò il piccolo parco, deserto, e saltò un muretto di pietra abbastanza rovinato. Lì, dopo aver percorso un breve vialetto ombroso, c'era uno spiazzo di terra enorme, dove vi erano rimaste delle colonne, rassomiglianti a quelle dei tempi grechi, ma rovinate e a pezzi, di cui rimanevano soltanto la base e qualcosa di più. Intorno, gli alberi li proteggevano da sguardi e suoni estranei. Non gli assomigliava per nulla, ma Gumi lo paragonava a un vecchio garage, ma non era l'unico soprannome.

La ragazza dai capelli verdi, spostatosi dal viso l'ennesimo ramo ribelle, avanzò a grandi passi verso il centro del grande forum – eccone un altro! - mentre altre figure si delineavano davanti ai suoi occhi, diventando sempre più nitide.

Gumi faceva parte di una compagnia, unita da chissà quanto tempo, ed erano tutti ragazzi dello stesso quartiere e anche, più o meno, della stessa età. I suoi occhi focalizzarono la figura snella di Miku, quella minuta di Rin, Meiko, Kaito, Iroha, Seeu, Lapis. Tutti si girarono contemporaneamente quando sentirono i passi di Gumi infrangere il leggero silenzio che alleggiava tra i ragazzi.

« Megpoidchan! » la chiamò Miku, facendo un gran sorriso.

« Salve a tutti. » salutò la ragazza con un cenno della mano. I suoi occhi finirono su Rin, che le sorrise di rimando.

« Ma... Sei ancora in divisa? » la rimproverò scherzosamente Meiko, una sua compagna di classe.

« Non avevavo voglia di cambiarmi. » si giustificò Gumi. A dirla tutta, se n'era completamente dimenticata di avere la divisa scolastica addosso.

Iroha e Seeu risero all'unisono, senza farsi sentire troppo: la prima andava era del primo anno proprio come Gumi, Rin, Meiko e Miku, ma era in un'altra sezione, mentre la seconda era di un anno più grande di loro ed era una compagna di classe di Kaito, anche lui sedicenne.

« Come tuo solito, Gumi. » commentò Luka, fredda, ma con una vaga ombra di sorriso.

Questa si mise la mano dietro alla testa, alquanto imbarazzata.

« Anyway, anyway, anyway. » Miku prese parola, tossicchiando, per attirare l'attenzione di tutti.

« Siamo tutti qui riuniti perché ho da comunicarvi un qualcosa che sono certa vi piacerà molto. » continuò lei, mentre un sorriso d'orgoglio si disegnava piano sulle sue labbra.

« Ossia? » la esortò Lapis, con la sua solita vocina flebile e bassa, appena udibile.

« Formeremo una band! » annunciò la turchina, mentre gli occhi le cominciavano a scintillare.

Una... Band? Cosa signicava? E perché? Che le era saltato in mente alla giovane Hatsune? Gumi riuscì solo a sollevare un sopracciglio, scettica: la musica era la sua vita, ma non era molto convinta riguardo quest'idea scappata fuori da chissà dove.

« Stamattina ho chiesto a tutti voi se sapesse cantare o suonare uno strumento, ricordate? »

Ricollegò tutto. Ecco, ecco dove voleva arrivare Miku quella mattina facendo loro quelle domande assurde.

« Ma che scopo avrebbe...? » chiese Rin, anche lei un po' dubbiosa.

« Cantare. Semplicemente, cantare. Per comunicare, per uscire fuori dalla realtà. » Miku assunse improvvisamente un'aria seria, che mai Gumi le aveva visto indossare. L'azzurra strinse i pugni. « Io vorrei riuscire a scrivere delle canzoni mie, dando voce ai miei pensieri e alle mie opinioni. Per riuscire a farmi capire da tutti e farmi apprezzare. » si morse le labbra. « Per continuare a sognare. » poi si guardò intorno, soffermandosi su ognuno di loro. « So che siete alquanto scettici al riguardo, ma vi prego... »

Silenzio. Nessuno osava muoversi o parlare.

« Io ci sto. »


Angolino dell'autrice: Ma salve, piccoli (?) adorati lettori *^* Eheh, avete visto? Nonostante sia occupata un sacco con la scuola sono riuscita a postare il nuovo capitolo, YAY! Volevo intanto ringraziare Claud10107 e Suzume Yuzuka, le mie nuove lettrici ♥ Vi adoro <3 Ho messo anche in pratica i consigli di Claus, cercando di allungare un po' i capitoli e il fatto dei dialoghi (: Spero possa piacervi e possiate apprezzare anche questo capitolo, proprio come avete fatto con gli altri <3 A presto! *-*
With love,

Rurucchì ~

  
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