Capitolo 8
Che cosa è successo?
Odio non avere l’ultima parola e non sopporto darla vinta
ad Embry, come ieri al supermercato. Perché il mio cervello
tende ad andare in
corto circuito quando si avvicina troppo?
Insomma, Rose. Sii
seria. Quella sottospecie di indiano sotto steroidi che ti diverti ad
insultare
non può piacerti davvero. Tu odii i tipi come lui. Troppo
montato, con troppe
ragazze intorno, troppo bello, troppo… dannazione.
Mi butto sul letto ed estraggo il telefonino dalla tasca.
Il sabato è una giornata troppo lunga da far passare.
Come si chiamava il tizio che ho conosciuto al centro
commerciale? Marvin?
Miles? Sì, Miles.
Comunque sia, è arrivato il momento di richiamarlo.
“Porca puttana.”
Mi giro al suono della sua voce e lo guardo. Embry
deglutisce e poi con il mignolo mi fa penzolare davanti agli occhi un
paio di
miei slip. Sorrido e allungo una mano riafferrandoli: sono quelli che
mi ha
regalato mio cugina per il compleanno. Una roba talmente assurda che
non ho mai
avuto il coraggio di mettere ma, in questo caso…
“Oh, ecco dove erano finiti.”
O
meglio dove li ho fatti finire io.
Osservo il suo viso: Mr. fatti e non parole non sa che
dire, ora?
“Da qualche parte ci deve essere anche il reggiseno. Che
c’è? Embry, hai una faccia. Dai è solo
un po’ di pizzo in fondo io sono noiosa,
tu sarai abituato a ben altro.”
“Sì, certo e solo che… dove stai
andando?” Chiede lasciando
stare i vestiti e sedendosi sul divano.
“Mi vedo con un tipo.”
Torna a guardarmi. “Che tipo?”
Chi è quello
geloso, adesso? “Non sono affari tuoi.”
Si stringe nelle spalle e cambia canale alla tv. “Bene,
divertiti.”
“Lo farò senz’altro. Tiffany ha il turno
di notte, vero?”
“Perché?”
“Perché così se non torno a dormire non
si preoccupa.
Ciao, Embry.”
Io, Rose
Kozlov,
sono una completa deficiente.
Osservo Miles passarmi una birra e poi tornare a sedersi
sulla coperta. Picnic nel bosco? Come
diavolo ho fatto ad accettare? Non lo conosco neanche. E se poi
è un maniaco?
Tutto per far ingelosire quel
cretino. Per
fortuna che ho lo spray al pepe nella borsa.
Sospiro e apro la lattina sedendomi a mia volta. Che
poi, non ho neanche
l’abbigliamento adatto ad un picnic.
Stupidi abitanti di questo posto senza un minimo di gusto estetico.
“Allora, Los Angeles ti manca?”
Che razza di
domanda idiota è mai questa? Certo che mi manca,
lì i ragazzi ad un primo
appuntamento di portano fuori in un ristorante a cinque stelle, non di
certo in
un…un… oddio voglio andare a casa.
Sospiro e butto giù un altro sorso di birra.
“Non essere così nervosa, Rose.”
Se la smettessi di
guardarmi le gambe magari potrei riuscirci, idiota. No, e ora che
diamine fai?
perché ti stai avvicinando? Non ho nessuna voglia di baciare
un tizio che porta
un nome ridicolo come Miles. Oddio, sempre più vicino.
All’improvviso sento un rumore alle mie spalle. Volto la
testa di scatto. “Cosa è stato?”
“Cosa?” Chiede Miles alzandosi in piedi.
“Quel rumore, non l’hai sentito?”
Mi rimetto in piedi anche io e cerco di guardare oltre
gli alberi.
“Sarà stato qualche animale”, risponde
lui, scrollandosi dalle
mani un po’ di terra.
“Che animale? No, perché una volta mi hanno detto
che ci
sono gli orsi da queste parti o erano i lupi? Comunque credo sia meglio
andare
via.”
“Rose… davvero, non è il caso di
allarmarsi.” Torna ad
avvicinarsi e stavolta sposta le mani sui miei fianchi.
Un altro rumore. E le sue labbra sono ad un soffio dalle
mie. Un ringhio.
Lui si allontana di scatto e sgrana gli occhi. Il cuore
mi rimbomba nella cassa toracica, seguo il suo sguardo e poi tutto
accade in un
attimo: Miles continua ad arretrare mentre io cerco di convincermi che
tutto
questo è solo un incubo. Davanti a me un lupo enorme ,
più simile a un cavallo.
Miles urla e sento i suoi passi; credo stia correndo via. Non lo vedo.
Non
riesco a distogliere gli occhi dall’animale davanti a me, non
riesco neanche a
urlare.
Il lupo fa un passo avanti e solo allora i miei sensi si
sbloccano, il respiro accelera, mi volto urlando e inizio a correre.
Inciampo
in una radice, mi metto seduta e continuo ad urlare mentre Il lupo si ferma.
Chiudo gli occhi. Sto
morendo. Lo so. Sbatto
le palpebre
ed Embry è davanti a me. Riprendo a correre.
“Rose.”
Avrei voluto essere più presente alle lezioni di
educazione fisica. Le ultime non erano di corsa campestre?
“Rose, fermati. Sono io.”
“No, non è vero. Ti ho visto. Cazzo. Cazzo.
Cazzo.”
“Rose...” Sto
impazzendo?
“Rose, non c’è nessun lupo. Sono io e
sono nudo.”
Mi fermo e mi tengo un fianco. Respiro, lo guardo. “Sei
nudooooooo.” Riprendo a correre.
So che c’è una spiegazione, che
c’è qualcosa di
assolutamente razionale che può aiutarmi a capire, solo che
al momento non
riesco a trovarla.
La Foresta diventa sempre più rada. Ho paura , sento due
mani che mi afferrano per i fianchi, perdo l’equilibrio e
cado a terra. Mi
dimeno sotto il corpo di Embry, provo a spostarmi o a dargli un calcio
ma lui è
troppo forte, mi blocca i polsi e li sposta ai lati della mia testa.
“Rose.”
Mi guarda. Respiro e mi fa male il petto. Lo so cosa ho
visto. Un... “Sei... sei... nudo.” Cerco di nuovo
di colpirlo.
“Ti piacerebbe.” Distende
il volto in un accenno di sorriso e
continua a tenermi ferma.
“Come mi piacerebbe?” Inizio a urlare ma lui mi tappa la bocca
con una mano e io
cerco di mordergliela.
Mi fissa negli occhi. “Principessa pervertita, ho rimesso
i pantaloni e smettila di urlare, non ti ho fatto niente”
Mi tiene di nuovo bloccata sotto di lui. Non riesco a
muovermi e lui è un lupo. Ma in questo momento è
solo un uomo e lo sento. Sento
il suo corpo ed il suo respiro ed è di questo che ho paura,
adesso lo capisco.
“Principessa.” Gli trema quasi la voce, mi bacia o
forse
sono io che sto baciando lui. Lascia le mie mani ed io le sposto sulla
sua
schiena, lo spingo contro di me, sento la sua lingua e respiro lui, la
sua aria.
Trema ancora e mi bacia più forte, le sue mani sul mio
corpo. Brucio.
La sua bocca sul mio collo, mi mordo le labbra e stringo
le mani ai suoi capelli. Mi apre la giacca ed io mi sposto inverdendo
le nostri
posizioni.
Embry. Embry.
Embry. Nella mia mente risuona solo il suo nome. Mi levo la
giacca, il
maglioncino e riprendo a baciarlo. Io detto il ritmo, io gli mordo le
labbra, io
lo cerco.
Mi bacia il seno e reclino la testa all’ indietro, gli
sbottono
i pantaloni. Perchè li ha rimessi?
All’improvviso un ululato. Mi fermo.
Embry si rimette seduto e mi guarda mentre io cerco il
mio maglioncino.
Che cosa è successo?
Si alza in piedi e mi tende una mano per aiutarmi a
rialzarmi.
“Dobbiamo tornare,” dice senza guardarmi. .
Arranco dietro di lui, mi tiene la mano per non farmi
cadere ed io tremo.
Che cosa è successo?
Solo davanti a casa mi lascia andare, si passa una mano
fra i capelli e poi la infila in tasca. Salgo un gradino e ora siamo
alla
stessa altezza.
“Rose...”
“Fratello.” Vedo Jake avanzare verso di noi. Embry
si
volta a guardarlo e si stringe nelle spalle.
“Devo andare, principessa.”
Non dice altro, raggiunge Jake ed entrambi spariscono dalla
mia vista e io resto sola con le mie domande.
Che cosa è successo?
Angolo
autrice.
Va bene, mi sembra
di sentire le vostre domande perplesse. Lui si è fatto
vedere, non lo farebbe
mai, impossibile.
Sono lupi sì, ma sono anche ragazzi di diciassette anni e
ora ditemi se a diciassette anni sapevate gestire una cosa come la
gelosia?
E se così fosse … concedetemi questo capitolo,
Rose
doveva scoprire dei lupi, doveva succedere quello che è
successo, dovevano fare
questo piccolo o forse enorme passo a avanti.
Mi lascio con un po’ di domande per la prossima settimana: e il resto del
branco? e soprattutto
Rose resterà così tranquilla come sembra ora?
Alla prossima settimana
Con affetto
Noemi