Kaboom
Naruto
aveva sempre
creduto in Sasuke. Sentiva il bisogno di avere un modello da
raggiungere e
superare, per poi venire battuto di nuovo e di nuovo sconfiggerlo.
Attraverso i
suoi occhi il mondo sarebbe rimasto per sempre bambino con lui: era un
ragazzino che voleva giocare con il suo migliore amico senza crescere
mai,
continuare a sfidarsi di continuo perché era una cosa solo
loro. Era un patto
stretto nelle loro dita che si erano incrociate con un sorriso, tanti
anni
prima.
Gli
occhi di Sasuke
brillavano più di tutto il resto quando si infiammavano per
l’ardore del
combattimento. A Naruto piaceva così tanto vederli che
provocarlo per studiare
di nascosto la reazione del suo sguardo era diventato un istinto
incontrollabile: era come assistere alla formazione di una stella. Nubi
e
polveri che si aggregano fino a riscaldarsi sempre più e poi
rifulgere di luce
propria.
Quando
il suo
migliore amico se n’era andato dal villaggio per inseguire
sogni fatti di
sangue, Naruto aveva visto la sua luce spegnersi sempre di
più, indebolirsi
fino a diventare un luccichio insignificante. La speranza di
convincerlo a
tornare si riallacciava al desiderio di vederlo brillare di nuovo. Era
fatto
per splendere, Sasuke, ma in fondo anche le stelle si affievoliscono,
quando esauriscono
il loro carburante.
Era
stato sul punto
di uccidere Sakura. La verità sanguinava fuori da quei suoi
occhi da pazzo,
ormai quasi del tutto spenti, ridotti a pezzi di carbone illuminati
appena a
sufficienza per non perdercisi dentro. Naruto sapeva che, se non fosse
intervenuto, Sasuke l’avrebbe fatto davvero. Avrebbe ucciso
Sakura. La luce gli
si staccava di dosso in grossi pezzi, lasciandolo nudo sotto il suo
sguardo.
Era il buco nero del suo cuore.
Ci
speravano un po’
tutti, anche se era una cosa che non diceva nessuno. Non era il momento
per
perdersi in fantasticherie, non quando gli shinobi morivano in guerra
come
mosche. Eppure sembravo così giusto, che il traditore di
Konoha si redimesse
appena in tempo per salvare i suoi concittadini. Talmente giusto che
non era
possibile crederci.
Naruto
non ci
sperava, lo sapeva e basta. Sapeva che sarebbe successo.
Sasuke
arrivò quando
ormai nessuno pensava più a lui. Era da solo, come era nato.
Non
gli disse “sei venuto”.
Non andò ad abbracciarlo,
né gli sorrise: lo guardò e basta.
Cercò i suoi occhi e vide che erano di nuovo
quelli del bambino che lo sbeffeggiava tanti anni prima, fiammeggianti
e pronti
al loro destino. Sembrava pronto a incendiare il mondo, con quel suo
viso fiero
e le mani sporche di sangue.
Si
dice che una
stella brilli di più nel momento appena precedente alla sua
esplosione.
KABOOM!
Il
cuore di Naruto
fece crack.
Sasuke
si portò via
Madara con sé.
Si
spense così, la
stella più luminosa di tutta Konoha, insieme a un desiderio
mai espresso. Durò
poco come la sua luce e in una manciata di minuti di lui non
c’era più niente,
nulla che testimoniasse l’esistenza di quello che, alla fine,
era stato pur
sempre un ragazzino. Solo questo.
Rimase
Naruto e
basta.
Naruto
e il suo
dolore.
Naruto
senza la
stella cadente che aveva inseguito per anni.
shirangel
con “Kaboom”
☑Originalità (oddio,
fin troppo originale
direi!)
☐Grammatica
(“Si spense così, la stella
più luminosa di tutta Konoha, insieme a un desiderio mai
espresso” → credo che
le virgole spezzino
male la frase, io toglierei la prima.)
☑IC
Personaggio Base
☑IC
Personaggio Aggiunto
☑Uso
del Prompt
(Sasuke stella cometa... l'apoteosi dell'utilizzo di un prompt!)
☑Gradimento
personale
☑Bonus/Malus (prima
nel turno precedente)
Totale: 6 punti
Con
questa flashfic ho ottenuto [6] punti per un totale di [25] punti nella
sfida