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Autore: Viki_chan    07/02/2013    2 recensioni
Ci sono rapporti che non hanno bisogno di un nome per esistere, di regole per resistere, di tempo per crescere.
Lo sa bene Sandra, che è una tosta.
Lo sa bene Kevin, che odia le definizioni.
Lo sa bene Harry e lo sa da un po'.
Hermione lo sa da sempre, solo che forse non lo ricorda.
Seconda Classificata al contest Rabbits on the Run H/Hr indetto da Patronustrip sul forum di EFP
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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- Questa storia fa parte della serie 'All we need is Harmony'
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A Thousand Miles

VI.




We will build a pole and then catch a ride
Wrapped our love in golden twine
We wrote
We wrote a legacy
Just you and me
Just like kings under lavender skies
(I don't want to be a bride)





Kevin si rigirò un paio di pergamene tra le mani, fermandosi di tanto in tanto per leggere
frasi a mezza voce.
Avevamo passato l'intero pomeriggio a studiare, interrompendoci solo per cenare.
Harry e Sandra dopo aver mangiato si trasferirono nel suo appartamento, un piano più in
alto, perché lui potesse vedere la sua collezione di cd.
“Ma che fine ha fatto il tuo gatto Grattapiedi?”.
“Grattastinchi.” lo corressi non riscendo a rimanere seria. “Adesso è a casa dei miei, però
penso che tornerà a vivere con me, prima o poi”.
“Non hai detto che il Rosso non lo sopporta?”.
“Oh, è una storia passata. Il Rosso capirà.” tacqui un istante. “Kevin, ho saputo di te e
Sandra.”.
Kevin si fermò.
Rimase a guardare un punto imprecisato degli appunti per un po'.
“Te l'avrei detto, prima o poi, siamo partners.” disse alzando finalmente lo sguardo.
Sorrideva.
“Siete fidanzati?”.
“Dobbiamo per forza definire ciò che siamo? Mi piace la sua compagnia, il suo corpo,
passare del tempo con lei.”.
Sembrava serio.
“Sai, a volte le definizioni aiutano. A volte definire i rapporti evita alle persone di dover
discutere delle regole.”.
Kevin sbuffò.
“Pensi che i rapporti debbano sottostare a delle regole? Io e Sandra abbiamo passato più di
un anno insieme senza il bisogno di chiamarci fidanzati, senza pensare a sposarci. Sandra
non ha bisogno di un anello d'oro o che io mi inginocchi per lei, ma questo non vuol dire
che io la ami di meno di quanto il Rosso ama te.”.
Kevin si sistemò meglio sul letto.
I suoi occhi chiari mi scrutavano.
“Non vi ho mai visti insieme.”.
“Non vuol dire niente. A volte non è necessario. Senti, Hermione, io mi chiedo come tu
faccia a dire queste cose. Lo sai meglio di me, ci sono rapporti che non necessitano di
parole, di gesti. In cui tutto quello che serve è la presenza di dure persone. Niente case
sulla collina, famiglie felici, porcellane per il thé, pargoli festanti. Alcuni rapporti sono
troppo complicati e profondi per essere definiti con una parola.”.
Era la prima volta che mi chiamava per nome.
Kevin, forse vedendomi in difficoltà, rise.
“Ti ho convinta? Pensi che parlerei di queste scemenze da sentimentalisti con il cuore
d'oro se non l'amassi davvero, darling? Ogni rapporto ha le sue fasi. Come fai a non
rendertene conto?”.
“Non vi conosco così bene.”.
“Non sto parlando di me e Sandra, adesso. Ci trasferiamo sul divano? Se sto ancora un po'
su questo letto mi addormento.”.
La serata trascorse senza altri riferimenti a Sandra.
Il discorso, però, non era concluso.
“Parlavi di me e Harry prima, vero?”
“Ci sei arrivata due ore dopo?”
“No, no. Solo che...” scossi la testa “stavo cercando il modo per darti torto. Harry è...”
“Te l'ho detto Miss Granger, non ce bisogno di trovare una parola. Ah, ecco... non dire a
Sandra quello che ti ho detto.”.
“Non preoccuparti.”.
Detto questo riprendemmo a studiare i nostri appunti.
Era strano rileggere le prime informazioni che avevo raccolto su Kevin con quel nuovo
punto di vista.
Mi iniziai a chiedere dietro a quanti di quei momenti importanti ci fosse Sandra.
I suoi viaggi.
Quella volta in cui si era fratturato un braccio cadendo dagli sci.
La sua decisione di non tornare in America.
Alzai gli occhi solo per controllare che cosa stesse facendo.
Anche lui, ogni tanto, mi guardava.
In un paio di occasioni mi indicò con il dito il nome Harry segnato negli appunti sulla mia
vita.
“Non ti farò il dispiacere di contare di quante volte batte il Rosso. Sarebbe umiliante.”.
“Perchè lo fai?” gli chiesi dandogli una pacca sul gomito.
“Perchè siete due fottuti ciechi, tu e Pottah.”.
Una coperta, qualcosa di caldo.
Mani.
Il tessuto mi solleticò il mento.
“Smith, svegliati.”.
Un sussurro.
“Stai schiacciando Hermione, alzati.”.
Un mugugno vicino ai miei piedi.
Una spinta sul polpaccio.
Il corpo indolenzito.
Mi stiracchiai.
Un'ombra si avvicinò al mio volto, mi sfiorò la fronte con le labbra.
“Buonanotte.”.

 

   
 
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