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Autore: paoletta76    07/02/2013    3 recensioni
piccola raccolta di one-shots sulla vita quotidiana da midgardiano del principe Loki, alle prese.. col più temibile dei nemici: la curiosità di sua figlia :) (altro pazzoide esperimento/seguito di A Million Other Things)
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio
Note: Movieverse, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'A Million Other Stories'
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La svegliò un fruscio, nel cuore della notte.
 
A dire il vero, era quel senso di malessere ad averla svegliata, dopo averle lasciato prendere sonno molto tardi.
Nell'ombra, però, non riusciva ad ignorare quel fruscio, né il movimento intorno al letto.
Accese l'abat-jour, e trovò la figlia che studiava un modo per arrampicarsi sul lettone in modalità stealth.
Le scappò da ridere; l'aveva sorpresa allungata sulle coperte, con le manine aggrappate e un'espressione concentratissima in quel minuscolo broncio.
- Cos'è che stai combinando? - le chiese, sottovoce.
- Ho freddo..- replicò quella, riprovando a darsi la spinta per salire.
 
La mamma le fece segno di far silenzio, con l'indice davanti al naso.
- Piano.. piano, che svegli papà..
Si scosse, e piegandosi un po' andò a raccoglierla ed aiutarla, mettendo su una smorfietta di disappunto.
- Hai freddo.. o è la pipì nel letto?
- Ho freddo.- replicò quella, sempre più motivata, cercando di scivolare nel lettone.
- Bugiardissima.- Sif la acchiappò e la sollevò fra le braccia, trasportandola tipo sacco verso il bagno.
 
La mise a cavalcioni del bidet, aiutata da una catinella, e armata di santa pazienza la spogliò, la lavò e la cambiò.
Non era la prima volta, ormai c'era allenata. Una cosa però non le andava proprio giù.
 
- Ok.. e adesso siamo pronti.- sospirò, dopo aver smontato anche le lenzuola del lettino ed averle raccolte nella cesta del bucato da lavare.
Katie la osservava, in silenzio. L'aveva lasciata fare, raccogliendosi i pugnetti contro il viso. Sembrava aver intuito qualcosa di strano nel viso della madre.
- Mamma..
- Dimmi..- Sif aveva preso fiato, lentamente, spostando la cesta con un piede.
Per la prima volta da quando aveva iniziato a chiedere perché, la bimba esitò a formulare la sua domanda.
- Posso dormire nel lettone..?
- Sì, che ci puoi dormire, però non farlo più.
Katie abbassò il viso.
- E lo sai, che non intendo la pipì nel letto. Non importa, se ti scappa. Quando sarai grande non succederà più. Non voglio che tu dica le bugie. D'accordo?
 
Katie fece lentamente cenno di sì con la testa.
 
Le raccolse una mano, ignorando il suo tendere le braccia.
- No. Niente prendere in braccio, signorina. Dici le bugie, cammini da sola. Forza, su.
Solo quando furono di nuovo in camera la sollevò, lasciandola scivolare verso il centro del lettone ed infilarsi sotto le coperte.
 
Katie la guardò per un attimo, come a chiederle il permesso per toccare il padre, che dormiva a pancia in giù col viso voltato dall'altro lato. Muovendosi, l'aveva sfiorato e sentito mugugnare appena.
- Lascia dormire papà, che ha finito il turno di notte ed è stanchissimo. Vieni qui.- Sif le fece cenno di avvicinarsi, e se la raccolse addosso.
- Mamma..?
- Dimmi, cucciola.
- Ho un po' sete..
 
La vide mordicchiarsi le labbra, e sospirò guardando per aria.
Non me lo potevi dire in bagno..?
 
- Scusa..- mormorò la bimba, ritraendosi tutta sotto le coperte.
- Dai.. aspettami qui.
Si sollevò, raggiunse il bagno quasi a tastoni. La nausea si faceva sempre più forte, la testa le pulsava. Raccolse la bottiglietta delle emergenze dal bordo del lavabo, la riempì per metà e tornò verso il letto. Un passo dietro l'altro, lenta ed esitante.
 
All'improvviso, una stilettata al basso ventre, e Katie la vide accasciarsi al suolo. Senza alcuna spiegazione.
Spalancò gli occhi, sgusciò fuori dalle coperte, lanciando un'occhiata verso la sagoma del padre. Arrivò all'angolo del letto, e la mamma era stesa lì, che sembrava dormire.
Mamma..
 
Nessuna risposta. La mamma non si muoveva.
Uno sguardo di nuovo al padre, con la paura che cresceva: poteva svegliarlo?
 
Ha finito il turno di notte.. è stanchissimo.. lascialo stare..
 
- Mamma..- mugolò di nuovo. Nessuna risposta.
 
Loki fu svegliato da una mano che lo scuoteva.
Stava camminando lungo il corridoio del palazzo di Asgard, fra l'ondeggiare delle tende di seta. Un braciere illuminava lo spazio intorno di riflessi di bronzo e d'oro, suo fratello l'aspettava accanto al varco che li separava dalla sala del trono.
 
Nervoso, fratello? l'aveva raggiunto, sorridendo.
Mi hai mai visto nervoso? rispondeva Thor, divertito.
C'è stata quella volta a Nornheim.. s'era lasciato andare a prenderlo un po' in giro.
Quelli non erano nervi, fratello.. era la foga della battaglia..
 
Vai avanti tu..
 
Una smorfietta. Ridere insieme. Poi, quelle dita che gli trattenevano la spalla.
Voltarsi, ed al posto di Thor c'era una giovane donna. Lunghi capelli neri, occhi di smeraldo.
 
Papà..
Quella voce lo chiamava, prima timida, poi sempre più forte. Strano.. aggrottò le sopracciglia. La donna continuava a fissarlo, ma le sue labbra non si stavano muovendo.
 
Papà.. papà!
Si scosse, aprì gli occhi. E al posto del palazzo e dei suoi riflessi d'oro trovò la penombra della propria camera da letto.
 
La mano e la voce erano quelle della piccola Katie.
 
- Mmh..- si voltò, infastidito, aggrottando le sopracciglia.
- Papà, la mamma..
- Che c'è..? - mugolò, strizzando gli occhi un paio di volte per abituarsi a quel poco di luce. Katie sembrava spaventata. - che c'è, cucciola..?
- La mamma è caduta.. è caduta e non si muove più..
 
Loki scivolò fuori dalle coperte, girò attorno al letto, e la vide. Sua moglie, stesa a terra in una maniera del tutto innaturale.
 
Il cuore gli balzò alle tempie.
 
Le s'inginocchiò accanto, la rivoltò viso al soffitto, cercandole il respiro e tastandole il lato della gola. Battito presente.
- Sif.. amore, svegliati! - la scosse, le accarezzò il viso. Nessuna risposta, da quegli occhi socchiusi.
Raccolse la bottiglietta, un po' d'acqua nella conca della mano, e provò a bagnarle il viso, le labbra. Nulla.
- Katie!
 
La bimba, rimasta come congelata ad osservare la frenesia delle sue azioni, si scosse e si alzò in ginocchio.
- Corri a chiamare lo zio! Presto!
 
Saltò quasi giù dal letto, correndo via.
 
Lo zio.
 
Doveva fare presto.
 
Solo quando fu in corridoio, al buio e da sola, si rese conto di non saper come fare. Quale zio doveva chiamare? E poi lì c'era tanto buio, le porte delle camere erano tutte chiuse e lei aveva paura..
 
La mamma ha bisogno di te.
 
Raccolse tutto il fiato che aveva, e cacciò uno strillo.
 
Ziooooooooooooo!!!
 
Clint spalancò gli occhi, sollevandosi di scatto a sedere sul letto, col cuore che batteva a mille.
 
Ma che diav.. mormorò Tony, voltandosi su un lato, mentre anche Howie aveva preso, per osmosi, a strillare.
 
Bruce aprì lentamente un occhio, poi l'altro. Raggiunse la sveglia con le dita e cercò di metterla a fuoco. Le cinque e venti.
 
Silenzio. Un silenzio sospeso, quasi irreale, nell'oscurità del corridoio.
I singhiozzi sommessi di una bambina.
 
Natasha mugolò qualcosa, voltandosi nel letto, svegliata dal grido e dal movimento del compagno che scivolava via.
- Mmh.. che c'è? Allarme antintrusione..?
- Non lo so. Resta qui.- replicò lui, muovendosi fino alla porta, aprendola e facendo capolino.
 
Il pianto di Katie.
 
Avanzò lungo il corridoio, e la trovò seduta per terra, che piangeva a dirotto col viso fra le mani.
- Cucciola.. che c'è? Che è successo..? - le si accucciò accanto, senza osare sfiorarla. Di tutti gli abitanti della torre, lui era sicuramente lo zio con cui la figlia di Loki aveva meno confidenza, e viceversa. Uno, perché era la figlia di Loki, cioè un personaggio di cui, amico o non amico, fidarsi era bene e non fidarsi meglio. Due, perché lui con i bambini era sinceramente negato.
- La mamma.. la mamma è caduta e non si muove più.. papà non sa come fare.. la mia mamma..
 
Una morsa a stringergli la gola, e smise di pensare. Tese le braccia, la raccolse da terra, e con lei rannicchiata contro il petto levò il passo verso la stanza di Sif.
 
Gli occhi del dottor Lawson erano gli stessi incrociati la prima volta in cui l'aveva visto. I movimenti nervosi, spaventati. La fronte madida di sudore, il respiro corto.
Quando glieli sollevò addosso, Clint provò un brivido.
 
- Chiama il 911..- disse quella voce, in un soffio, mentre le mani percorrevano ancora una volta, senza esito, il petto della moglie.
 
Clint non pensò nemmeno a posare la bambina. Corse in camera, raccolse il cellulare.
Un'ambulanza alla Stark Tower, massima urgenza!
 
Natasha era rimasta ad osservarlo come stordita.
- Che è successo? Perché Katie è con te?
- Vai di là ad aiutarlo, Sif sta male.- replicò lui, telegrafico.
 
Gli uomini della quindicesima squadra si guardarono intorno, stupiti, attraversando l'atrio della Stark Tower e trovando i Vendicatori al completo, allarmati, ancora storditi dal sonno e in pigiama. Tutti intorno a quel giovane dai capelli corvini e l'aria stravolta, che reggeva fra le braccia una donna sanguinante e svenuta.
 
Al Mercy.. mormorò quello, dopo aver adagiato la donna sulla barella. Gli uomini scambiarono un cenno d'assenso.
 
Loki si voltò a cercare la bambina, e la trovò, in lacrime, ancora fra le braccia di Clint.
- Vai con lei..- quello indicò l'ambulanza con un cenno del viso - a Katie penso io.
 
Io, aveva detto. Non noi. Loki aggrottò le sopracciglia, mentre la bimba tendeva le mani verso di lui.
-..Quello che ho detto.- replicò Clint, intuendone i pensieri.- Katie sta con me. Ti raggiungiamo al Mercy, non ti preoccupare.
Lo vide esitare ancora, e aggiunse:
- L'hai detto tu. Ho cuore. Vai.
 
Annuì, abbassandosi verso la figlia e accarezzandole i capelli:
- Papà va con la mamma, cucciola. Lo zio Clint ti porta dopo, ok? Fai la brava.
Lei annuì, lentamente, tirando su col naso, e si abbandonò sulla spalla dell'arciere.
 
Ehi..
Una mano ad accompagnare le spalle di Loki, mentre saliva sull'ambulanza, a coprirle con una coperta.
Si voltò appena, ed incontrò l'ultimo sguardo in cui sperava.
Jane.
 
Accennò un sorriso, accettando la coperta e scivolando oltre i portelloni.
 
Lo trovarono nel corridoio del reparto, meno di un'ora dopo. Aria distrutta, pallido più del suo solito. Abbandonato su una di quelle sedie di plastica, dopo aver consumato passi avanti e indietro fino a quando Michael non l'aveva raggiunto sciogliendogli la tensione.
 
Era di sei settimane. lo sguardo dell'amico appariva sinceramente dispiaciuto.
Tua moglie è debole, ma sta bene. Dovrete rinunciare ad avere altri figli, almeno per un po'.
 
Sif riposava nella stanza alle sue spalle, l'intervento era stato semplice e s'era concluso positivamente.
Il peso nello stomaco non se ne voleva andare.
 
Sollevò lo sguardo, quando li vide entrare. Le labbra si stirarono in un sorriso. Incombevano su di lui come quando l'avevano sconfitto in battaglia, alti e in controluce. Questa volta, però, apparivano preoccupati anziché minacciosi, e Banner era di dimensioni e colore normale.
 
Non aveva nessuna voglia di un drink.
 
Clint mise a terra la piccola Katie, dopo averle fatto cenno di non gridare con l'indice puntato conto le labbra.
Lei annuì, e levò la corsa tuffandosi fra le braccia di papà.
- Grazie..- mormorò Loki, sollevandola sulle proprie gambe ed appoggiandosela addosso, mentre Natasha gli si sedeva accanto, circondandogli le spalle con un braccio.
- Come sta? - Tony saltò qualunque convenevole.
- Meglio.. è.. adesso riposa.- Lui indicò la stanza alle proprie spalle con un cenno del viso.
- A te non lo chiedo; si vede dall'ingresso, che sei uno straccio.
- Sono pallido dalla nascita, Stark..- lui provò a difendersi con un pizzico d'ironia, meritando una leggera stretta alla spalla.
- Si è saputo cos'è?
- Era incinta di sei settimane. Qualcosa.. qualcosa nel suo corpo l'ha..- Loki scosse appena la testa, abbassando il viso. La voce s'incrinava, le parole gli uscivano a fatica - è stata una specie di rigetto..
 
- Papà..?
La vocina, timida, di sua figlia contro il collo, minuscola ma quasi un grido, in quel silenzio di piombo.
- La mamma sta bene, amore mio..- replicò lui, con le lacrime in gola - voleva regalarti il fratellino che desideri tanto, ma nella sua pancia qualcosa non ha funzionato.. e..
 
Katie gli scivolò addosso, nascondendo il viso contro la sua spalla e stringendo più che poteva, a donargli il suo abbraccio per non essere triste.
- Tranquilla.. la mamma guarisce presto, amore mio.. e magari la prossima volta..
 
Katie si fece seria seria, sollevandosi ed appoggiandogli il minuscolo indice sulle labbra.
Non voglio che piangi. Non voglio che la mamma sta male per colpa mia. Non lo voglio più, un fratellino.
 
Loki le diede un bacio, lunghissimo, sulla fronte, mentre dalle retrovie Clint scivolava fuori.
 
Gli scocciava da morire, che lo vedessero piangere.
  
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