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Autore: White Eowyn    07/02/2013    3 recensioni
Eowyn decide di partire per Imladris per chieder consiglio a Sire Elrond riguardo a suo zio Theoden, malato da tempo, ma sul suo cammino intravede Boromir e se ne innamora a prima vista: la giovane dama di Rohan lo seguirà di nascosto sino alla casa del signore d'Imladris, legando così il proprio destino alla compagnia dell'anello. Riuscirà Boromir a tener fede ai propri propositi riguardo alla compagnia dell'anello e si accorgerà della bella fanciulla dagli occhi tristi? Eowyn riuscirà a trovare la felicità tanto agognata? E Faramir, secondo figlio di Denethor, rimarrà indifferente alla bellezza di Eowyn o dovrà fare i conti con la propria coscienza per via del fratello Boromir?
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Boromir, Eowyn, Faramir
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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I preparativi per la partenza erano stati ultimati: Elrond attendeva davanti alla porta principale i nove viandanti della Compagnia. Frodo fu’ il primo ad uscire dalla sua stanza e venne designato come capofila: Gandalf, con in mano il consueto bastone, fece cenno ai restanti otto membri della combriccola di mettersi in fila, una volta ultimati i saluti alla gente di Imladris. Legolas sorrise e si congedò affettuosamente dai propri consanguinei, porgendo un particolare saluto a Sire Elrond ed a sua figlia, la bella Arwen Undòmiel; Gimli non voleva esser da meno dell’elfo, s’inchinò con riverenza al signore d’Imladris ed attese disposizioni dallo Stregone Grigio; seguirono i tre hobbit, i quali ringraziarono sentitamente Elrond dell’ ospitalità dimostrata nei loro confronti e si affiancarono a Gimli. Aragorn invece, cercava di non far trapelare sul proprio volto le emozioni contrastanti che provava in quel momento: egli era da una parte obbligato a salutare così velocemente Arwen, la donna elfo che amava, dall’altra aveva la consapevolezza che il viaggio che si apprestava a fare poteva essere costellato d’imprevisti , eventi che la Compagnia non era preparata ad affrontare. Ciononostante, guardò in direzione di Boromir, il quale rispose con un ghigno ed suonò il proprio corno dalla punta d’argento, facendo propagare la melodia per tutta la città elfica. “ Se continuate così, Sire Boromir, vi sentiranno anche gli Orchi la prossima volta e non è un buon avvio per un viaggio irto di pericoli.” Lo ammonì Elrond “Vi capisco, mio Signore, ma non suonarlo potrebbe attirare più disgrazie di quante non siano già previste. Il mio corno ha sempre risuonato nelle grandi distese gondoriane , è simbolo di speranza non di sciagura.” Rispose laconicamente quello, sorpreso per essere stato rimproverato dall’ elfo. Eowyn da lontano, osservò la scena e si trattenne per non ridere: cosa ne sapevano gli elfi delle tradizioni gondoriane o umane in generale ? Nonostante Elrond avesse combattuto al fianco d’Isildur e collaborasse tutt’ora con la stirpe di Eorl, non avrebbe mai potuto capire fino in fondo la fierezza dimostrata da gli esseri umani per le proprie usanze. “Boromir deve essere sempre stato un uomo d’onore ed impulsivo , altrimenti non si sarebbe rivolto al Sire elfico in quel modo” suppose la dama bianca di Rohan, osservando i lineamenti del viso del figlio maggiore di Denethor, prima contratti ora totalmente distesi. Gli occhi grigi dell’uomo si spostarono da Elrond ad un punto indefinito del paesaggio e Eowyn trasalì, girando immediatamente la testa bionda nel tentativo di nascondersi, senza apparente motivo: aveva la sensazione di avere addosso gli occhi penetranti del guerriero di Gondor, nonostante un intera boscaglia li separava. “ Mi sta osservando … Bene, farò volgere questo interesse inspiegato di questa fanciulla di Rohan a mio vantaggio: c’è sempre bisogno di nuove alleanze per Gondor, non penso a mio fratello dispiacerà un aiuto in più nel fronteggiare gli Orchi nell’Ithilien.. “ pensò tra sé e sé Boromir, increspando le labbra in un tiepido sorriso. “ Ordunque figlio di Denethor, è giunta l’ora d’incamminarci: prendi posto tra i tuoi compagni, anziché sognare ad occhi aperti” la voce burbera di Gandalf ridestò l’uomo, il quale chiuse la fila dopo Aragorn. Le giornate da autunnali divennero gelide, segnale chiaro che Madre Natura aveva deciso d’inviare per preparare le popolazioni della Terra di Mezzo all’inverno: i membri della Compagnia dell’Anello si fermarono in mezzo ad una distesa rocciosa per rifocillarsi e poco distante da loro, Eowyn era intenta a nutrirsi con delle bacche selvatiche. Boromir tentava d’insegnare l’arte della spada a Merry e Pipino, i quali invece approfittarono di un attimo di distrazione dell’uomo per buttarglisi addosso in modo cameratesco. Qualcosa attirò tuttavia l’attenzione di tutti: dei corvi d’aspetto sgradevole e neri come la pece, volavano agguerriti nella loro direzione, scrutando con i piccoli occhi scuri delle possibili presenze. “Spie di Saruman, a terra!” gridò Gandalf, indicando ai compagni dei massi dove nascondersi I nove viaggiatori occultarono il proprio corpo appiattendosi contro le pareti rocciose; Eowyn stessa, attirata dall’allarme dello stregone grigio, si nascose dietro ad un albero, attendendo che le spie alate volassero via da quella zona. Passato il pericolo, calò la notte: i membri della Compagnia cenarono in silenzio, consapevoli oramai che avrebbero dovuto deviare il percorso attraverso il passo di Karadras. La dama bianca dal canto suo andò alla ricerca di una distesa erbosa, sulla quale poter giacere senza essere vista o disturbata dalla Compagnia: stare da sola non era una novità per lei, tuttavia doveva adattarsi con un giaciglio che trovava nel bosco anziché riposare sotto le coperte di un letto caldo. Rovistando tra i rami, trovò finalmente un agglomerato di pagliericcio ove coricarsi; sollevata, si legò i lunghi capelli con un laccio, pronta ad entrare nel mondo dei sogni. “ Piuttosto scomodo quel pagliericcio, per una principessa del Vostro rango …. “ una voce rude e baritonale dietro le spalle scosse Eowyn dalle proprie intenzioni; senza perdere la calma, afferrò il pugnale posizionato sul giaciglio appena creato e fu pronta in un solo attimo a puntare l’arma alla gola della figura che aveva appena parlato. Si ritrovò, invece, a dover incrociare la lama di una spada di altissima fattura: l’elsa argentata risplendeva ai bagliori lunari. “ Interessante … Incrociate la lama della Vostra spada con chiunque Vi capiti a tiro?” parlò ancora la figura protetta dall’oscurità “Se si tratta della difesa della mia persona, penso che non darei neanche la possibilità di parlare al nemico che mi sta di fronte! Chi siete? Mostratevi!” rispose con voce ferma la fanciulla, non abbassando l’arma “ Ahahah, che caratterino! Domanda piuttosto curiosa, dato che Voi non dovreste trovarvi qui, mentre io sono autorizzato a vagare per questi boschi …. “ replicò quello ed avanzò d’un passo, in modo tale da poter mostrare il proprio volto. La prima cosa che Eowyn notò era un fisico alto e robusto , reso tonico dagli innumerevoli allenamenti e dalle svariate battaglie; i capelli lunghi neri erano tenuti lisci sulle spalle e la luna rendeva con i suoi raggi, ancora più grigi i grandi occhi del suo interlocutore. L’espressione dipinta sul volto dell’uomo era di divertimento, come se la fanciulla che aveva di fronte fosse diventata improvvisamente buffa. “Boromir …. “ la fanciulla proferì mentalmente il nome del suo interlocutore e le gote le si dipinsero di rosa nel guardare in faccia l’uomo di Gondor, palesemente incuriosito dal comportamento di lei. “Beh, che c’è? Avete perso la lingua? Da come Vi eravate animata prima, mi aspettavo una risposta di egual furore … Devo avervi intimorito mostrandovi il mio volto senza dubbio… “ disse sarcastico Boromir, ritraendo l’arma. “ Non vi burlate di me, mio Signore … Non mi conoscete, è vero, ma sappiate che non temo né morte né dolore, tantomeno sono impaurita dal Vostro volto! Avrei forse motivo di provare terrore? Non mi sembrate sfregiato… “ lo sfidò Eowyn, infuocata si per le risposte ardite del giovane gondoriano. “Come si permette, per chi mi ha presa! Voglio proprio vedere cosa mi risponde adesso!” disse mentalmente la fanciulla, non distogliendo mai gli occhi dal figlio di Denethor “Ahaha, parole ardite e coraggiose per una fanciulla! Non è del mio volto che dovreste preoccuparvi, mia Signora, ma del mio corpo qualora si muovesse troppo velocemente rispetto al Vostro … “ detto ciò, si spostò rapidamente e spuntò dietro le spalle di Eowyn, la lama della sua spada all’altezza dell’epiglottide della fanciulla. “ Ad esempio così … Questo è ciò che intendevo … “ le sussurrò all’orecchio, con un tono carezzevole e minaccioso allo stesso tempo. Il cuore di Eowyn sussultò: non aveva paura dell’arma che le stava puntando contro Boromir, piuttosto aveva timore dei battiti del petto accellerati improvvisamente per la troppa vicinanza dell’uomo al suo corpo. “Speriamo non se ne accorga … Non ho nessuna intenzione di dargliela vinta così facilmente!” pensò e si decise finalmente a proferir parola: “ Ed ora che mi avete dimostrato la Vostra bravura, che volete fare? Uccidermi per caso?” girò il proprio viso a pochi centimetri dalla faccia del gondoriano. “ E se lo facessi?” “ Vi sentireste soddisfatto di aver ucciso una fanciulla del Mark?” “ Suppongo di no … “ Boromir ritirò la spada, allontanando il proprio corpo da quello della dama per poterla guardare meglio in viso “ a meno che Vossignoria non sia così gentile da dirmi che che ci fa una principessa di Rohan in mezzo ai boschi e perché segue la Compagnia …” aggiunse sarcastico, ben sapendo che la donna non avrebbe mai confessato apertamente le proprie intenzioni dopo un primo quesito. La sua curiosità di guerriero tuttavia prese in sopravvento, mentre l’uomo che era in lui ammirava il candido volto della dama, così bello e gelido al tempo stesso, come una lama di una splendida spada appena lucidata. “Non sono cose che vi riguardino, mio Signore … Come fate a sapere che sono una principessa? “ “Lo si vede dai vostri indumenti e dall’arma che vi portate attaccata alla cintola” esclamò quello, squadrandola da capo a piedi “ Ve lo ripeto per la seconda volta: ditemi perché ci seguite oppure sarò costretto ad avvertire gli altri membri della Compagnia.” Il tono di Boromir si fece più duro nel pronunciare quelle parole “No!” gridò quasi Eowyn, sorpresa dalle parole dell’uomo. Come avrebbe fatto ora a spiegare al figlio maggiore del Sovrintendente di Gondor la sua missione? Era vitale dire una menzogna. Ma quale sciocchezza si sarebbe dovuta inventare per far credere all’uomo, di cui si era infatuata a prima vista che le sue parole corrispondevano a verità? Dopo qualche attimo d’esitazione, l’intelletto le venne in aiuto e rispose senza esitazione: “ Vi prego, non dite agli altri che sono qui. Mio zio Theoden di Rohan è malato e sono stata mandata in cerca del consiglio di Galadriel su un rimedio elfico per curare la sua malattia; so che dovrete attraversare Lothlorien per andare a Mordor. Non chiedo altro che poter condividere il destino del portatore dell’Anello e dei viandanti che lo accompagnano per un po’ di tempo, almeno finchè non arriveremo al regno della Dama degli Elfi. Non posso mostrare il mio volto ai vostri compagni, altrimenti rischierei di essere rispedita a casa dallo Stregone perché donna non ritenuta capace di affrontare un simile viaggio. Non vi sarò di peso, rimarrò nascosta, saprete solo Voi della mia esistenza: accettate, mio Signore?” concluse il proprio discorso speranzosa. Boromir sospirò: conosceva bene il Riddermark ed i vasti territori di Rohan. Se Re Theoden si era fidato della nipote per porre rimedio ad una situazione incresciosa, chi era lui per potersi opporre a tale volontà? Inoltre, se la bella fanciulla fosse tornata sana e salva a casa, il Signore di Rohan avrebbe di sicuro voluto intrattenere una politica più pacifica con Gondor, dato che un suo figlio era riuscito a salvare Eowyn da una triste sorte. “Va bene, non dirò nulla” disse rassegnato il gondoriano “ A due condizioni però: la prima che dopo esservi rivolta a Dama Galadriel, dovrete tornare a casa. Questo viaggio è troppo pericoloso e non adatto ad una donna del Vostro calibro; la seconda che dovrete badare a voi stessa, non potrò essere sempre responsabile per Voi.” “Non vi ho chiesto nulla in merito” replicò offesa la ragazza “Ora no, ma potreste in avanti. Vedremo quanto il Vostro temperamento saprà reggere alle intemperie. Copritevi domani, andremo verso le montagne. Buona notte” detto ciò, Boromir si allontanò lasciando Eowyn immersa nei propri pensieri.
  
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