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Autore: AnnaOmbraBrambilla    08/02/2013    0 recensioni
La storia è un introspettivo, un racconto analizzato secondo il punto di vista dei due personaggi principali e dei vari personaggi che li affiancheranno alla ricerca del proprio posto nel mondo, e della persona da chiamare "casa".
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il cellulare aveva suonato quattro volte durante la notte, ma Rebecca non lo aveva sentito fino alla mattina.
A dire il vero, non riusciva a capire da dove arrivasse quella canzone. Era una canzone che conosceva bene, una canzone che amava e che la rimandava a molti bei ricordi.
Aveva fatto per tirarsi su dal letto, ma un mugugno alle sue spalle l'aveva fermata.
Nella totale incapacità cerebrale del momento subito dopo aver aperto gli occhi, Rebecca aveva cercato di ricordare chi potesse essere quello che dormiva con lei.
Non era certa, ma quasi, di non aver portato a casa con lei nessuno, la sera prima.
Era passata da uno squallido bar prima di tornare a casa e un paio di ragazzi avevano cercato di convincerla a non andare a casa da sola, ma non era così ubriaca da dargli corda abbastanza.
Il cellulare aveva ricominciato a suonare e solo allora aveva ricordato che quella era la suoneria del telefono di Marco.
Adesso era sveglia.
Quello che dormiva accanto a lei era Marco. Adesso si ricordava tutto.
Marco era andato da lei la sera prima, aveva citofonato un'infinità di volte e lei gli aveva detto di andarsene a casa. Era capace di farlo quando aveva un portone e una porta a separarli.
E allora come cazzo era entrato?
Matteo. Aveva respirato profondamente e decido di ucciderlo.
Matteo viveva al primo piano e lui e Marco si erano conosciuti poco prima di una finale di Champions. Lei non aveva la tv in casa e, se anche l'avesse avuta, non sarebbe stato possibile vedere la partita da lui.
La faccia tosta di Marco lo aveva portato alla porta di Matteo. Aveva visto le bandiere sul balcone e voleva elemosinare un posto sul divano.
Quando Matteo aveva aperto, la gravità della sua situazione era stata subito chiara: il televisore si rifiutava di accendersi.
Era stato il panico. Marco si era offerto di dargli un'occhiata e aveva barattato la riuscita della riparazione con una birra e novanta minuti di uomini sudati che corrono dietro ad un pallone.
Da quel momento in poi, Matteo era stato alleato di Marco.
E anche quella sera, quando Marco aveva citofonato chiedendogli di aprire, lo aveva fatto.
Matteo sapeva di Marina, ma, essendo un incredibile romantico, aveva sempre pensato che lei fosse solo transitoria, che Marco era destinato a Rebecca e non aveva esitato un momento a farlo entrare.
Marco aveva bissato finché, sfinita, non aveva aperto. E avevano parlato.
Gli aveva detto che sarebbe partita per uno stage in Germania dopo due settimane e che stava buttando via la sua storia con Marina solo perché erano troppo stupidi e deboli per stare lontani. Gli aveva detto che non poteva restare e quando lui le aveva chiesto perché, per la prima volta, gli aveva detto tutto quello che aveva dentro, senza freni.
"Non sono a casa, Marco" aveva iniziato "Ho pensato a lungo a come sarebbe stato tornare... Ma sono cambiate troppe cose. Le ragazze sono diverse, non so come spiegarlo, forse quella diversa sono io. E tu" aveva sorriso, un sorriso di quelli un po' amari e rassegnati "Quando pensavo al mio rientro, pensavo che tu non saresti stato impegnato. Pensavo che avrei dovuto corteggiarti e che alla fine mi avresti perdonato la fuga... Ci saremmo dati una possibilità e avremmo provato a stare insieme. Pensavo che avrei avuto un motivo per restare, invece ne ho diecimila per ripartire".
"Perché non me l'hai detto a Natale?".
"Se lo avessi fatto, tu mi avresti aspettato e io mi sarei sentita legata e non ero pronta. Non era pronta" lo aveva guardato "Marco, io sono un casino, un vero casino. Io arrivo sempre al momento sbagliato. Io me ne vado e pretendo che niente cambi, pretendo che il tempo si congeli, che si fermi e che non cambi niente. E tu stai buttando via tutto... Per cosa? Per sesso?".
L'aveva abbracciata. L'aveva abbracciata così forte che le lacrime erano state inevitabili. Rebecca aveva pianto contro il suo petto e lui le aveva baciato la fronte, gli occhi, le labbra.
Poi avevano fatto l'amore, per la prima volta. Niente furia, niente slanci di passione estrema, niente fretta.
Avevano fatto l'amore come dovrebbe essere fatto.
Avevano avuto carezze e baci, avevano avuto sorrisi e per la prima volta avevano permesso che quello che provavano, quella tenerezza, quell'affezione si traducesse in gesti, senza parlare.
Poi si era fatto tardi e lui aveva detto che doveva andare, che Marina sarebbe tornata a casa a breve.
Ma non lo aveva fatto.
Era rimasto lì a guardarla addormentarsi e, piano piano, si era addormentato anche lui.
Adesso il cellulare suonava quella canzone su cui avevano fatto sesso in macchina decine di volte.
Avrebbe dovuto sentirsi in colpa per Marina, ma guardando Marco sdraiato accanto a lei si sentiva quasi a casa.
E "quasi", forse, era abbastanza.


Luca si era maledetto quando alla domanda di Marina "Dove cazzo è Marco?" aveva risposto che era andato a casa dopo cena.
Solo allora aveva ricollegato il comportamento strano che avevano avuto lui e Rebecca, solo allora aveva capito che quello che gli aveva detto Federica era vero.
Marco non poteva resistere a Rebecca e lei non poteva fare a meno di lui.
Era sempre stato così ed era stato grazie a loro che le cose tra lui e Federica avevano cominciato ad ingranare. Era stato per quel loro non poter smettere di vedersi che anche lui e Federica avevano continuato a frequentarsi, anche quando non volevano, anche quando avevano scelto strade diverse.
Federica era la migliore amica di Rebecca, o forse lo era stata. Il modo in cui si era evoluto il rapporto tra loro era difficile da capire e Federica continuava comunque a chiamarla "migliore amica" anche se da quando era partita i rapporti si erano raffreddati e lei aveva stretto sempre di più con Marina.
Luca aveva avuto qualche dubbio quando Federica gli aveva detto di non credere completamente alla storia che Rebecca le aveva raccantato sul suo presunto litigio con Marco. I suoi dubbi dipendevano dal fatto che tanta distanza doveva averle allontanate, almeno un po' e pensava che Federica avesse perso la sua capacità di capire Rebecca.
Ci era rimasto male pure luiquando Rebecca era partita senza dare nessuna spiegazione, senza lasciare a Marco il tempo di definire il loro rapporto, senza permettere alle sue amiche di salutarla quindi capiva il fatto che Federica avesse preso le distanze.
Federica, che conosceva Rebecca da anni, gli aveva detto che questo era il suo modo di reagire quando aveva paura.
"Rebecca scappa" aveva detto semplicemente "Lei risolve i casini degli altri, ma se ne va quando deve fare i conti coi suoi".
Era così arrabbiato con Rebecca per aver lasciato così il suo amico che aveva deciso di presentare Marina a Marco, consapevole del fatto che lei fosse innamorata di lui da anni.
Aveva sperato che, sistemandolo, Marco si sarebbe dimenticato di quella stronza con la valigia sempre pronta e il passaporto sempre in mano.
Non era servito a niente.
Poi, durante le feste di Natale, aveva avuto modo di conoscere meglio Rebecca e aveva visto nel modo in cui guardava Marco, nel modo in cui parlava di lui la paura che aveva di essere ferita ancora e, finalmente, aveva capito.
Rebecca aveva fatto molto per lui e Federica e per rimediare alla stronzata che lui aveva fatto lasciando la sua amica per tornare con la ex.
Si poteva dire che era stata lei a convincerlo che quella era la strada sbagliata.
Non gli aveva mai detto, come tutti i loro amici, Marco compreso, che aveva fatto una cazzata, il suo modo di dirgli quello che pensava era stato particolare, tutto suo.
Marco aveva sorriso sentendole dire che non doveva preoccuparsi per Federica.
"A lei ci penso io" aveva detto "Tu devi pensare a quello che vuoi, Luca. E se vuoi la tua ex, è giusto che tu stia con lei. Ma se sei tornato da lei solo perché, come dicono tutti, ti sentivi in colpa per averla lasciata e per compassione dopo la morte del padre, allora non sarai mai felice. E tu ti meriti la felicità".
Non gli aveva detto di riprendersi Federica, non lo aveva minacciato di picchiarlo, ma gli aveva detto quella frase "Tu meriti la felicità" e lui aveva capito, in un sol colpo che Federica era la felicità.
Aveva capito che le persone che tengono a qualcuno, non gli dicono cosa deve fare, ma gli dicono che qualsiasi scelta facciano, loro le appoggeranno.
Luca pensava che Rebecca non fosse la persona giusta per Marco ed era altrettanto convinto che lui non lo fosse per lei, ma quella mattina, quando Marina lo aveva chiamato aveva subito capito che non era stata una scelta quella di tradire, era stata l'unica via possibile.
Marco non poteva stare senza di lei.
  
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