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Autore: telesette    08/02/2013    2 recensioni
Alla corte della Regina Maria Tsunade, vittima inconsapevole degli intrighi politici del Cardinale Orochilieu, il giustiziere mascherato Sanzashi combatte le ingiustizie a colpi di spada. Il mistero aleggia anche attorno al passato di una giovane fanciulla di nome Tenten che, desiderosa anche lei di combattere per il bene di Konoha, combatte al fianco del giustiziere col nome di Mokuren...
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Neji Hyuuga, Tenten, Un po' tutti | Coppie: Neji/TenTen
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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- Questa storia fa parte della serie 'Neji X Tenten'
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Dopo che tutti ebbero finito di mangiare, il conte ordinò a Kosuji di accompagnare la giovane ospite nella biblioteca.
Tenten rimase ancora una volta a bocca aperta per lo stupore, nel trovarsi davanti a quello spettacolo: gli enormi scaffali salivano fino a toccare il soffitto, ricolmi di ogni genere di libri e volumi, ed era impossibile scorrere l'intera stanza con lo sguardo senza avvertire un forte mal di testa.

- il conte sarà qui a momenti - spiegò Kosuji, invitando la signorina ad accomodarsi. - Può mettersi a proprio agio, mentre lo aspetta!
- Ve... Veramente, tutt'a un tratto, non mi sento molto bene!
- Prego, venga a sedersi - fece Kosuji comprensivo, adducendo ad una comoda poltrona. - Immagino lei abbia avuto una giornata piuttosto intensa, dico bene?

Tenten annuì.

- Chiunque si sentirebbe così, al mio posto - mormorò Tenten con un sospiro. - Stamattina ho dovuto lasciare la casa dei miei genitori, senza neppure una parola di spiegazione; e adesso mi ritrovo in questa villa enorme, in mezzo a persone che non conosco, e non sono neanche in grado di muovermi da sola per cercare il bagno!
- Cerchi di capire, signorina - la interruppe Kosuji. - Il conte avrà avuto sicuramente le sue buone ragioni, per agire con voi in questo modo!
- E con questo ?!? - scattò lei irritata. - Non discuto sulla gentilezza del signor conte ma, per quanto egli sia nobile ed importante, non penso che abbia il diritto di decidere della mia vita o di quella di chiunque altro...
- Mi sembra che tu abbia le idee piuttosto chiare, ragazza mia!

Tenten sussultò.
Il conte entrò nella biblioteca senza preavviso, e non c'era dubbio che avesse ascoltato le sue parole. Tuttavia non era affatto risentito anzi, a giudicare dal suo sguardo, sembrava quasi divertito in un certo senso. Le braccia dietro la schiena e il busto eretto, il conte si avvicinò a Tenten a passo lento e si sedette di fronte a lei.

- Grazie, Kosuji - esclamò. - Puoi andare adesso, più tardi riaccompagnerai Tenten nella sua stanza!
- Come desiderate, Vostra Eccellenza!

Kosuji uscì dalla biblioteca, salutando il conte e la signorina con un inchino impeccabile, e chiuse silenziosamente la porta dietro di sé.
Hiashi Hyuga scrutò attentamente il volto di Tenten, quasi intendesse "esaminarla", e quest'ultima si chiuse in rispettoso mutismo per timore di arrecargli in qualche modo offesa. Ad un tratto il conte distese le sopracciglia, assumendo un'espressione il più serena possibile, e si rivolse a lei con estrema calma e gentilezza.

- Ti prego di scusarmi - cominciò. - Hai ragione di essere risentita con me, non ti biasimo per questo!
- Ma no, io... Io non intendevo certo dire che lei sia un prepoten... Cioé no, ho sbagliato, volevo dire che...
- Ho capito perfettamente cosa volevi dire, figliola - sottolineò il conte, cercando di tranquillizzarla. - E' normale che tu ti senta confusa: questa villa, le persone che ci vivono e io per primo; siamo tutti degli estranei per te, è comprensibile che tu voglia farmi qualche domanda!
- Ne ho molte di domande, in effetti - ammise Tenten. - Ma non saprei nemmeno da dove cominciare...
- Ascolta - fece il conte, guardandola seriamente negli occhi. - Al momento non mi è possibile spiegarti ogni cosa nei dettagli, dubito che riusciresti a comprendere! C'è una ragione importante per cui ho a cuore la tua educazione, anche se per ora non posso dirti di che si tratta, ma non voglio che tu intenda questa casa come una "prigione"; se accetterai di fidarti di me, mostrandoti attenta e diligente con me e Kosuji, provvederò per quanto possibile al tuo benessere; se invece questa situazione fosse per te motivo di grande disagio, hai tutto il diritto di tornare a vivere coi tuoi genitori oggi stesso!
- Sta dicendo sul serio?

Il conte chinò leggermente il capo in cenno di assenso.

- Non posso certo decidere della vita degli altri... Sono parole tue, se non sbaglio; ebbene io non ho alcuna intenzione di "forzarti", sta a te decidere se accettare o meno la mia offerta, l'unica cosa che ti chiedo è di rifletterci bene prima di rispondere!

Tenten valutò dunque in silenzio la questione per qualche istante.
Il conte finora si era mostrato gentile e sincero con lei, nonostante l'aspetto sgradevole di buona parte dei suoi diretti congiunti, e anche Kosuji sembrava un uomo di buon cuore. L'idea di dover vivere in quella enorme villa, sottoponendosi a regole e quant'altro, la spaventava un po' ma allo stesso tempo anche l'affascinava.
Non era obbligata ad accettare.
Gli occhi del conte, bianchi e freddi come il ghiaccio, rivelavano come egli fosse un uomo duro ma anche profondamente giusto.
Hiashi Hyuga preferiva infatti nascondere parte delle sue motivazioni nei suoi riguardi, piuttosto che mentirle nel tentativo di ottenere la sua obbedienza. Tenten sentiva che costui le stava dicendo la verità e che, malgrado i dubbi e le domande che ancora le ronzavano in testa, decise di fidarsi di lui.

- Lei è un uomo molto sincero, signore - esclamò Tenten convinta. - Mio padre e mia madre nutrono per voi una grande stima, almeno da quanto ho capito, perciò ritengo di potervi stimare anch'io!
- E' bello che tu dica questo - osservò il conte sollevato. - Ma dimmi, cosa hai deciso?
- Farò come mi chiedete - rispose lei. - Studierò con impegno e mi sforzerò di apprendere tutto ciò che vorrete insegnarmi, se è questo che voi desiderate per il mio bene!

Come ebbe sentito quelle parole, il conte si alzò e le prese le mani tra le proprie.

- Ne sono molto felice - disse. - A tempo debito, ti prometto che saprai ogni cosa; la mia parola è un impegno, e farò in modo che tu non debba pentirti di avermi accordato la tua fiducia!

 

( continua col prossimo capitolo )

   
 
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