Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: goldenfish    08/02/2013    1 recensioni
"Se un giorno dovessi morire, tutto ciò che mi appartiene sarà tuo David, tutto, tranne il mio cuore."
Un pacco arriva nella dimora di David, è un pacco fatto di carta da giornale, è piccolo e morbido.
Ma David sa bene a chi appartengono quei pochi vestiti e quella collana di topazio, appartengono a lei, l'unica donna che avrebbe mai amato, così crudele da spezzargli il cuore.
Il pacchetto contiene un foglio scritto a mano: una firma "Dita di cristallo".
L'ossessione per la misteriosa figura che gli ha annunciato la morte della sua amata, lo perseguiterà costringendolo ad una frenetica caccia all'uomo. O in questo caso, alla Morte.
Genere: Malinconico, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Parigi,1907



Lo guardavo dormire spesso, seduto accanto a lui, mi veniva voglia di accarezzargli i sottili capelli biondi, l'avevo anche fatto una volta. Non glielo dissi mai, mi vergognavo troppo.
Sembrava un bambino che aveva bisogno di protezione, così rannicchiato in un lato del letto con le mani sotto il cuscino, non faceva rumore e il suo respiro era impercettibile, la sua pelle bianca lo faceva sembrare morto.
Mi ero affezionato a lui, il mio coinquilino abusivo che mi pagava a vestiti e libri. Sapevo che non li comprava lui, ma potevo solo accettarli e sorridergli grato.
Non parlavamo quasi mai, ma ci bastava un'occhiata per capirci e di una cosa ero sicuro: anche lui era capace di amare, e quando mi parlava di Isabel o di Elèonore vedevo i suoi occhi illuminarsi di una luce particolare; un misto di orgoglio e amore. Il destino era stato crudele, aveva preso di mira una persona tanto ingenua quanto fragile trasformandola in uno spettro che viveva a metà tra il passato e il presente che lui stesso inventava.
A volte vaneggiava, raccontava situazioni comuni ingigantendole di cento volte. Io lo ascoltavo divertito e partecipe per non risultare offensivo nei suoi confronti, in cambio lui mi guardava sorridendo e quello che leggevo nei suoi occhi era gratitudine.
Si era appassionato alla nostra ricerca e dava tutto se stesso per carpire informazioni dai Blanc e, benché non scoprisse mai nulla di nuovo, continuava imperterrito, anche perchè il lavoro d'insegnate lo gratificava particolarmente.
Mi raccontò del misterioso quadro, assicurandomi che prima o poi avrebbe scoperto cosa c'era sotto lo spesso strato di vernice rossa.
Dovetti rassegnarmi a lasciare ad Atrèe il compito di scoprire il mistero, io ero inutile e non potevo aiutarlo, ormai eravamo sicuri che il segreto di Elèonore era rinchiuso in quella casa, l'unica cosa che potevo fare era di indagare su Dita di cristallo, ma più ci provavo più non arrivavo a nessuna conclusione, nessun artista aveva questo pseudonimo, nessuno scrittore e nessun musicista, così archiviai il caso e mi rassegnai a considerarlo solo un personaggio inventato dalla mente malata di Elèonore, un angelo della Morte che lei si era creata per rendere l'addio meno doloroso.

L'amico che conservava il suo cuore era venuto a reclamarla per unirla di nuovo a ciò che lei gli aveva donato anni prima.

La collana doveva essere un dono del signor Blanc che, probabilmente, era anche il colpevole della sua morte, per quanto ne sapevo avrebbe fatto di tutto pur di conservare la propria reputazione impeccabile.

Anche uccidere.

Parigi, 1907

Gli anni passarono lunghi e i giorni scivolavano via lentamente, l'immagine di Elèonore stava diventando solo un dolce ricordo e la sua risata un eco lontano, i suoi capelli si fondevano con il fuoco del bordello; arrivai perfino ad archiviarla nella sezione “sogni” del mio cervello, se pensavo a lei non sentivo più battere il cuore.
Finché il tempo non fece il suo corso e consumò lentamente l'immagine dell'unica donna che avevo mai amato, il suo viso non aveva più lineamenti e la sua voce non aveva più suono.
Ora passavo molto tempo con Isabel e ormai eravamo diventati amici, la andavo a trovare quasi tutti i giorni e le parlavo spesso. A volte la invitavo a cena, era una donna molto spiritosa ed elegante, e aveva il fascino maturo e vissuto che solo una “Madame” ha.

Avevo 23 anni, e avevo abbandonato quella bizzarra e inconcludente caccia all' uomo o, in questo caso, alla morte. Elèonore riposava in una fossa comune, come lei stessa aveva predetto.

Per me esisteva solo questa verità.

Dobbiamo smetterla con questa storia” dissi una volta ad Atrèe, lui mi guardò incredulo e spalancò gli occhi grigi, per avere quasi 30 anni era ancora molto infantile e ingenuo.
Non vuoi più scoprire chi ha ucciso Elèonore e chi è Dita di cristallo?!”
Ascoltami Atrèe, Dita di cristallo non esiste, ho cercato un possibile artista con questo pseudonimo e non c'è nessuno. E' chiaro che è un' invenzione di Elèonore” risposi spazientito.
Ma i Blanc hanno un segreto, lo dici anche tu
Non sappiamo se riguarda Elèonore”
Ma Eloise – la cameriera dai capelli canuti- ci aveva detto che frequentava quella casa assiduamente, e poi a me ne ha parlato tante volte. Elèonore insegnava il violino ai gemelli e ad Audrey, ma pare che avesse alzato uno scandalo interno costringendo il signor Blanc a prendere provvedimenti. Da quel giorno li non fu più vista, è ovvio che c'è qualcosa di marcio in quella casa!” obiettò giustamente Atrèe.
Atrèe! Non lo capisci che è stato il signor Blanc ad ucciderla? E' così ovvio! Ma noi non possiamo fare nulla perché non abbiamo prove!”
Non è possibile! E' un uomo buono, tu non lo conosci David... e comunque vuoi abbandonarmi così? A un passo dalla soluzione?” rispose adirato lui, poi mi prese per le spalle e fissandomi continuò “Ci sono quasi, capisci?! Quel quadro mi darà una risposta, lo sento...non volevo dirtelo, ma la signora Bonnet ha intenzione di fare dipingere un altro quadro di famiglia per sostituire quello vecchio, pare che non sopporti la vista della vecchia signora Blanc. Potrei comprare quello vecchio!”
Stai vaneggiando Atrèe! Tieni i soldi della paga per te, così potrai permetterti una casa, non sprecarli per una cosa così sciocca!” gli risposi liberandomi dalla sua stretta maniacale.
ELE'ONORE NON E' UNA COSA SCIOCCA!” mi urlò all'improvviso “se per te lo è diventato è uguale, ma per me non lo è, e tu non hai il diritto di toccarla” fece una lunga pausa “non capisci David? Io la amavo...” disse sull'orlo delle lacrime.
Mi lasciò basito “Allora continua questa ricerca se è così importante per te, ma non tirarmi in mezzo, io mi dissocio, potremmo immischiarci in situazioni troppo pericolose” risposi freddo

Non è questo tu l'hai dimenticata ed è troppo doloroso ammetterlo per te. Preferisci eliminarla dalla tua vita invece che confrontarti con il suo ricordo...non è vero?”
Si” ammisi, mentre spostavo il mio sguardo dal suo viso al pavimento “Ma non hai il diritto di giudicarmi”
Neanche tu” rispose lui distaccato. Ecco l' Atrèe che conoscevo: freddo, distante e piatto. Provai un moto di disgusto nei suoi confronti.
E poi, penso di essermi innamorato di Isabel” conclusi.
Non sono affari miei, non più.” ribatté lui piatto.
Se volevo ferirlo non c'ero riuscito, il tempo aveva spezzato il forte legame fraterno tra i due, così che Isabel era diventata un'estranea o, forse, era semplicemente più maturo di me e non aveva voluto cogliere la mia infantile provocazione.

Ora, se non ti dispiace, vado dai Blanc”

Atrèe era un essere troppo difficile da capire alternava momenti di alta maturità a momenti di infantilismo, mi sforzavo di comprenderlo ma non ci riuscivo, il mio errore fu quello di rinunciarvici.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: goldenfish