Penultimo capitolo. Ormai ci siamo. Spero di non deludere le vostre aspettative.
- Allora non mi sbagliavo sei qui.-
- Victor, cosa volete???- Oscar era molto allarmata. Aveva paura che la riportasse dal padre.
- io Oscar ce l’ho messa tutta. Ti amo. Da sempre. Come ti ama anche Andrè, ma io ho voluto fare di più. Io sono nobile posso renderti felice, ti darei tutto ciò che ti serve, non ti mancherebbe niente.-
Andrè ribolliva di rabbia.
Girodelle continuò. – invece hai deciso di stare con questo pezzente. Sai già di essere senza futuro con lui, ma ci stai comunque. Non stupirti del fatto che so della vostra storia. Me l’ha detto il generale. Quando mi diceva gli sviluppi del piano.-
- Quale piano Girodelle.-
- È ora che vi spieghi tutto dall’inizio. Vostro padre non voleva uccidere Andrè. Non lo avrebbe mai fatto. L’ho minacciato io.-
- Cosa??- dissero in coro i due innamorati.
- L’ho ricattato io. Se non avesse fatto quello che gli dicevo la vostra famiglia sarebbe finita a vivere sotto un ponte. Possiedo dei documenti falsificati che dichiarano l’aiuto da parte di vostro padre dei ribelli parigini. Così saresti stata mia e solo mia.-
- Voi siete un folle.- disse Andrè disgustato da ciò che aveva sentito.
- Non permettetevi di rivolgermi la parola, popolano.- a queste parole Andrè non resistette gli diede un pugno nello stomaco dal quale nacque una rissa.
Oscar cercò di dividerli ma non ci riuscì. All’udire delle urla di Oscar molti soldati accorsero nell’ufficio del comandante.
- Cosa succede qui?- chiese Alain che insieme ad altri soldati riuscì a separare i due. Girodelle era fuori di testa continuava a tirare calci e pugni a chiunque lo toccasse.
- Oscar o mia o di nessun altro.- con la pistola che aveva in tasca mirò al petto di Andrè.
Sparò.
Oscar si mise in mezzo e fu colpita.
- Oscar!!! No!!!-
Un altro sparo rituonò nella stanza e Girodelle cadde per terra esanime.