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Autore: Red_Ginger    08/02/2013    7 recensioni
Quando la vidi, per la prima volta dopo secoli il cuore morto nel mio petto sembrò riprendere a battere e la cenere arida che aveva sostituito il mio sangue diventò un fiume di lava bollente. Decisi in un solo istante che l'avrei avuta. Io sono il conte Alexandros Demetriou, e questa è la mia storia.
Una gradevole (o almeno lo spero) storia nella venezia del '700.
Genere: Dark, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angolo di paradiso

 

Il tempo fluì

Senza fretta,

mentre Primavera ci regalava

i fiori più belli e odorosi.

Ma il fiore più bello, la rosa più graziosa

 era quella

che mi guardava, che mi parlava,

 che con la sua risata

argentina mi riempiva di desiderio.

Il fiore più bello

era quello che non osavo

baciare

nonostante lo volessi

con tutto me stesso.

Era troppo bella e

delicata.

Ma purtroppo

vivendo in quel bellissimo

sogno

ignoravamo il male, che si

addensava in nere nubi

 all’orizzonte.

 

 

 

Elisabetta non sapeva che cosa fare: a pochi metri da lei c'era un bellissimo uomo, nonché suo datore di lavoro e dal quale peraltro si sentiva attratta, senza niente addosso. Non sapeva cosa fare. Si sentì arrossire furiosamente. Indietreggiò velocemente fino a nascondersi dietro un grande albero, imponendosi di rimanere lì e calmare il cuore che le martellava nel petto. Chiuse gli occhi, cercando di concentrarsi sui rumori della natura e sul solido tronco dell’albero dietro di lei per tranquillizzarsi.

 

Alexandros restò fermo per un po' al sole, mentre si asciugava rapidamente grazie ai suoi raggi e alla leggera brezza che soffiava. Poi si rivestì con calma, sorridendo leggermente. Il vento gli aveva portato alle narici un profumo delicato. Un profumo che lui conosceva già molto bene. Elisabetta era lì. Vicina.

La ragazza decise di uscire da lì dietro, e di far finta di essere appena arrivata. Entrò nella radura mentre il conte s'infilava gli stivali. Lui alzò la testa, la vide e sorrise. Si rimise in piedi agilmente e, dopo aver preso le redini del cavallo, si diresse verso di lei, felice di vederla. Elisabetta sorrise di rimando, osservando le sue lunghe gambe fasciate dai pantaloni muoversi con decisione, e poi sollevando lo sguardo, i suoi fianchi stretti, e poi le spalle, le braccia e il petto, che la leggera camicia bianca copriva, lasciandogli scoperto il collo. Infine il suo viso sorridente, circondato dai capelli ancora umidi.

-Elisabetta! Vedo che trovato anche tu questo piccolo angolo di paradiso- esclamò, sorridendo.

-Sì, signor conte. È un posto bellissimo, isolato e tranquillo-rispose la ragazza, arrossendo mentre ripensava alla scena appena vista.

-Non chiamarmi signor conte. Chiamami Alexandros- le disse lui, ripetendo quello che le aveva già chiesto il giorno prima. Ma lui era un nobile, e lei non poteva permettersi di dargli del tu.

-Ma…- Cominciò a dire lei, subito interrotta dall'uomo, che alzò un’elegante mano bianca per fermare ciò che la ragazza stava per dire.

-Aspetta. Ecco, vedi, quando mi chiami “signor conte” mi fai sentire un vecchio nobile rinsecchito con la puzza sotto il naso, incipriato e imparruccato. Insomma, una mummia.-

Elisabetta sorrise: -Ma voi non siete una vecchia mummia rinsecchita con la puzza sotto il naso, incipriata e imparruccata-

No, non lo sembrava per niente. L'ultima cosa che si poteva dire di quell'uomo bello, elegante e colto era che sembrava decrepito, e né tantomeno era superbo o rigido. Era un'ottima persona, con cui si poteva parlare apertamente, e per di più era un eccellente datore di lavoro.

-Se è così allora chiamami Alexandros. Per favore-

Sembrava tenerci davvero molto, perciò la giovane decise di accontentarlo. L'avrebbe chiamato per nome, però solo quando sarebbero stati soli.

-Come vuoi, Alexandros-

Fu subito ricambiata da uno splendido sorriso, mentre riprendevano a camminare.

 

 

Il tempo passò tranquillamente. Il mese di marzo cedette il passo ad aprile, che infine si tramutò in maggio, con giornate più lunghe e tiepide, accompagnato da un trionfo di fiori e dai primi, dolci frutti. Elisabetta ed Alexandros si erano avvicinati lentamente ma costantemente. Piano piano tra loro si era costruito un bellissimo rapporto di amicizia sincera: parlavano tranquillamente di molte cose, ridevano, scherzavano, e quando lei aveva un po' di tempo libero usciva a fare lunghe passeggiate. Il legame si era creato tra loro come una corda che è formata da tanti fili più piccoli, giorno dopo giorno. Sorriso dopo sorriso. Filo dopo filo. E ora era resistente. Forte. E si fortificarla ogni giorno che passava, ogni volta che si guardavano in silenzio sorridendo, tutte le volte che leggevano libri insieme, tutte le volte che si fermavano in mezzo alle piante del parco a osservare la natura. Ormai nel cuore di entrambi c'era la certezza di essere innamorati l'uno dell'altro, e questo fatto li rendeva ancora più vicini, ancora più legati.

 

Tuttavia c'erano anche delle parentesi tristi in questo bel rapporto, per esempio quando entrambi si chiedevano silenziosamente come avrebbero potuto anche solo pensare di stare insieme. Lui, un nobile; lei una serva. Che futuro avrebbero potuto avere? Lui avrebbe dovuto trovare una ragazza di buona famiglia, nobile, sposarsi e avere una discendenza; lei invece con un po' di fortuna avrebbe potuto sposare uno dei camerieri e condurre una vita tranquilla. Ad ogni modo queste considerazioni infelici occupavano una parte relativamente piccola dei loro pensieri, dato che volevano vivere quella bellissima amicizia nel presente, anche se ormai l'attrazione che provavano era molto forte, così forte che almeno due volte si erano quasi baciati. La prima volta durante un acquazzone improvviso, riparati sotto la quercia e bagnati fradici. Lui le aveva spostato una ciocca di capelli bagnati dalla fronte, e i loro visi si erano trovati estremamente vicini. Così vicini che avevano potuto sentire il respiro dell'altro sul viso. La seconda volta mentre erano sul balcone ad osservare le stelle. Lui le aveva dato la sua giacca perché non sentisse freddo, e ancora s'erano trovati ad un centimetro l’uno dall’altra.

Purtroppo però non sapevano che quel periodo felice sarebbe presto finito, poiché vivevano un idillio, fatto di gioia e affetto.

 

 

Molto lontano da Venezia una carrozza si preparava a partire. Grande, elegante e nera, con ben sei cavalli bianchi, purosangue. L'uomo avvolto in un mantello rosso rabbrividì leggermente; nonostante fosse ormai maggio inoltrato in Scozia di sera faceva ancora freddo. L'individuo si consolò pensando che entro qualche giorno sarebbe tornato nella sua città, finalmente. Era stato lontano per molto tempo, aveva viaggiato in lungo e in largo, per conto della Chiesa, del Papa in persona. Ma ora era tempo di tornare alla sua amata Repubblica, ai canali che ben conosceva, agli affari che aveva lasciato lì.

La voce del suo assistente lo riportò alla realtà.

-Eminenza, la carrozza è quasi pronta. Tra poco partiremo- l'uomo che aveva parlato era mezzo indio e mezzo europeo, vestito elegantemente. I suoi occhi verde chiaro, leggermente a mandorla, i suoi capelli nerissimi e lisci, e la sua pelle chiara gli davano un aspetto esotico e misterioso. Ma non era per questo che lui l'aveva scelto. Infatti Gustavo era incredibilmente sveglio e intelligente, nonché molto forte e abile nel combattimento. E soprattutto era completamente privo di scrupoli e di moralità, cosa che gli serviva per vivere quella parte oscura della sua vita, aspetto che nessuno conosceva.

Stava tornando, finalmente. Stava tornando a casa. E la città sarebbe stata a sua disposizione. Non aspettava altro.

 

 

Angolo autrice:

Hola chavales :)

Ecco qui il settimo capitolo. L’ho scritto abbastanza di fretta per non farvi penare troppo, e anche se l’ho riletto potreste trovare qualche errore di battitura (anche se spero di no!!). Comunque chiedo venia in anticipo XD

Cooomunque, veniamo alle cose serie. Eheh, qui la faccenda comincia a complicarsi: chi sarà il misterioso individuo? E chissà come andrà avanti tra i nostri tenerissimi giovani? Saprete tutto nella prossima puntata… Vi lascio con questo dubbio ;)

Ciao ciao :D

Alla prossima,

BlueStarMoon

 

  
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