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Autore: lanassmile    09/02/2013    0 recensioni
La mia vita era completamente uno schifo: alcool a non finire,compagni che ti prendono per il culo e, soprattutto, ero innamorata. Diamine.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Promise you'll remember that you're mine.

Mi ritrovai sul mio banco a pensare
Oddio, era così vicino a me,è stato bellissimo, il cuore batte ancora fortissimo, non riesco a calmarmi.
Cristo, sono così innamorata di lui? No no no no Lana, riprenditi.
In quello stesso istante passò Zayn e si sedette davanti a me, aggiustandosi la cravatta.
“Prima, mancava poco, e mi strozzavi”disse simulando qualche colpo di tosse.
Io arrossii, come al solito, ma mi ripresi subito
“Ti sta bene.”
“Ma che hai? Senza la tua migliore amica in classe ti senti sola? Non parli con nessuno”
disse guardandomi negli occhi.
“Non ho voglia di parlarci”
“Hai dei bellissimi occhi”
disse cambiando argomento e fissandomeli.
Rimasi impietrita,non sapevo cosa dire.
“G-Grazie, non sono niente di che..” abbassai il capo e arrossii, di nuovo
“Credo di non doverti più fare complimenti eh, timidona”
E’ stato il primo ragazzo a degnarsi di un complimento nei miei confronti, questo faceva crescere sempre di più il mio amore nei suoi confronti, e non riuscivo più a nasconderlo, diamine, arrossivo ad ogni sua parola.
“A parte gli scherzi, sono particolari, mi piacciono” disse dondolandosi sulla sedia e continuando a fissarmi.
“Anche i tuoi mi … piacciono molto …” dissi con un filo di voce
“Grazie” disse sorridendo “ma i tuoi sono molto più particolari, questo verde e azzurro messi insieme danno una bella impressione”
Era ufficiale, diventai rossa come un pomodoro e la mia voce che diventava sempre più bassa.
“G-Grazie” mi alzai di scatto “devo andare in bagno, scusa”
“Con comodo”
disse accennando una risata

Oddio, mi ha fatto un complimento, è il primo ragazzo in 18 anni che si azzarda a fare una cosa del genere, di solito mi insultano, mi spingono e mi picchiano; lui è diverso, l’ho sempre saputo, per questo mi sono innamorata di lui, dio, mi sto illudendo troppo, un complimento non lo farà innamorare di me. Mai.

Ad un certo punto sentii una mano poggiarsi sulla mia spalla, spaventandomi, temevo fosse lui e speravo che non fosse lui, sarei parsa troppo ridicola sotto i suoi occhi.

“Lana..” mi guardò con occhi straniti Deb, mentre io cercavo di coprirmi il viso
“C-Che vuoi?” dissi girandomi di spalle
“Cosa è successo?” disse cercando di girarmi verso di lei
“Niente..cazzate varie” dissi prendendo la grappa dalla tasca del mio jeans.
Non bevvi nemmeno una goccia che Deborah lo prese e lo gettò nel water, restai a fissarla per qualche attimo. Aveva buttato il mio primo amore nel water, la cosa di cui avevo bisogno, la cosa che riusciva a tirarmi su di morale, mi sentii uno schifo.
“P-perché lo hai fatto?” dissi immobile e guardandola con gli occhi sgranati, quasi dispiaciuti.
“Quella merda non ti ama, ti fa solo del male, ti uccide.”
Abbassai lo sguardo e strinsi i pugni, ero arrabbiata, non con lei, ma con me stessa; mi odiavo così tanto che l’unica cosa che sapevo fare era farmi del male.
“Elizabeth..” il mio vero nome, da quanto non sentivo il suono di quelle lettere? Da anni. “..ti fai solo del male, ti prego.” mi abbracciò e mi strinse forte.
“Scusami se verso lacrime ogni volta” mi strinse ancora di più e iniziò a piangere
“Deb..” la staccai da me “devo tornare in classe”
Si asciugò le lacrime “va bene, facciamo la strada insieme?” disse singhiozzando
Le diedi un bacio sulla guancia “come sempre” e le feci l’occhiolino, con gli occhi lucidi e, io, pronta a scoppiare in un gran pianto.

Stavo solo distruggendo la mia vita, la stavo rendendo uno schifo più di quanto già non lo era, mi odiavo, gli altri odiavano me; mi credevano una puttana e oramai a scuola mi avevano etichettato con quel nome, forse non sapevano nemmeno cosa fosse una puttana. Ogni giorno dovevo subire ricatti, pugni e insulti, sennò, finivo direttamente nel mondo dei sogni, con un pugno che ti stendeva e ti faceva perdere i sensi, un giorno esitai ed un giorno finii in ospedale, rimasi traumatizzata e oramai seguo alla lettera gli ordini che mi danno, per non ricevere lesioni, di qualunque genere, o minacce.
“LANA! LANA!” sentii una voce famigliare dietro di me e un braccio trascinarmi dalla parte opposta in cui mi stavo dirigendo,e mi vidi contro il muro, faccia a faccia con un viso che non riuscivo bene a riconoscere, ero confusa.
“ALLORA GRANT,COME MAI OGGI NON TI SEI PRESENTATA AL SOLITO POSTO PER DARMI I SOLDI?”
“Non mi andava.”
Risposi coraggiosamente,ma avevo il cuore che mi batteva a mille. Perché avevo risposto con quel tono? Non era da me. Forse ero solamente stanca,stanca di tutto quello,stanca di essere sempre presa a pugni o a calci, avevo perso la mia dignità. 
  
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