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Autore: carlhead    09/02/2013    1 recensioni
Carl Head è un agente della CIA, proveniente da San Francisco. Per rintracciare un criminale internazionale quale Lawrence Zone, segue le sue tracce fino in Europa, in particolare in Italia, a Roma, dove diventerà professore di un liceo classico del litorale. Ma la sua nuova professione è in realtà una copertura per svelare i piani del suo acerrimo rivale, tra incubi ricorrenti, ombre dal passato che tornano per perseguitarlo, e un misterioso oggetto che determinerà le sorti del pianeta e con cui Zone vuole rivoluzionare il governo internazionale. Quale segreto cela Head sulla sua missione precedente, in Mozambico? Riuscirà a fermare Zone? E soprattutto: cos'è questo oggetto fantomatico che tutti vogliono?
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Carl Head'
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RIASSUNTO DELLE PUNTATE PRECEDENTI:

Partiti da San Francisco alla ricerca di una compagnia di criminali, quali la The Swindle, i due agenti della CIA, Carl Head e Mark Myrock, giungono dapprima in Spagna, a Barcellona, dove conoscono Marcos Pitrinos, agente del CNI, il quale li informa che in realtà Zone è in Italia, ad Ostia. Quindi i due accettano di collaborare con il CNI, insieme con l'autista che li ha condotti alla sede secondaria del CNI, Maxi Lupos alla ricerca del criminale per evitare una guerra internazionale fra USA, Spagna e Italia. Quindi i due agenti volano immediatamente a Roma, a Fiumicino. Da qui i tre muovono verso Ostia, dove dovranno, secondo le indicazioni di Pitrinos, lavorare come professori nel liceo Anco Marzio, sotto diverse identità: Head sarà Carlo Testa, Myrock sarà Marco Mairocco, e Lupos sarà Massimiliano Lupi. Qui Mark e Carl conoscono i loro colleghi, oltre che sringere amicizia con due alunni: Fabrizio Fioretti e Claudio Causio. Decidono dunque di seguire le tracce di Lawrence Zone, leader della Swindle. Ma un sogno perseguita il nostro eroe, un incubo direttamene dal Mozambico: si chiama Luke Lase.

 

CAPITOLO V:

ALLA RICERCA DI ZONE

 

Quel giorno Head si svegliò presto, dati i suoi nuovi impegni a scuola. Il giorno prima infatti aveva conosciuto il corpo docenti della classe nella qule avrebbe insegnato, e poi ache gli alunni della suddetta classe. Lo avevano colpito notevolmente due ragazzi del primo banco, di cui a malapena ricordava il nome: l'uno, il punk, forse si chiamava Claudio, ma aveva paura di sbagliarsi. L'altro, il suo compagno di banco, quel tipo con un'acconciatura davvero eccentrica, forse si chiamava Fabrizio, ma anche su di lui non aveva piene certezze. Dopo essersi alzato dal letto, con il sole che penetrava nelle tapparelle, irradiando la sua stanza, si vestì, indossando una camicia azzurra, un paio di jeans, delle comuni scarpe nere, e il suo immancabile gilet beige, ma questa volta vuoto di ogni arma: conteneva solo penne e foglietti. Scese le scale che davano nel cortiletto interno, oltrepassò il cancello che divideva il condiminio dalla strada, e salì sulla sua Camaro blu. L'auto partì sfrecciando da via Mar Rosso, per giungere in via dei Promontori, dove Marco Mairocco attendeva il collega. Quindi anche l'insegnante di lingue salì nel veicolo, che di nuovo partì, in direzione della scuola. "Oggi dunque andiamo a caccia di Zone, vero?" Marco interrogò Carlo, che rispose: "Sì, come stabilito. Max ci raggiungerà a casa mia dopo l'orario di lavoro. Vorrei tanto sapere se rivedremo Pitrinos". "Non pensarci, andrà tutto come lui aveva previsto, godiamoci questo secondo giorno di lavoro". Nel frattempo eran finalmente giunti nel grande piazzale della sede succursale dell'Anco Marzio, dove avevano infine parcheggiato l'auto. L'entrata secondaria era quella prevista per i professori, e da lì entrarono. Salutarono i colleghi, dunque raggiunsero la sala professori, dove presero i registri delle rispettive classi e lì si diressero, dopo essersi salutati. Questa volta era Mairocco a doversi presentare al VD: gli competeva questa classe, infatti, durante la prima e la seconda ora. "Buongiorno ragazzi!" esordì nella sua nuova classe. "Buongiorno!" fu la risposta in coro degli studenti. Anche Marco notò la coppia di primo banco, come fece il suo collega il giorno precedente. "Voi due, ragazzi, il professor H...Testa, mi ha parlato bene di voi, lo avete colpito notevolmente, complimenti!" "Grazie professore!" fu la risposta. Quindi Marco iniziò la sua prima lezione, sull'aoristo greco. I ragazzi, colpiti dal suo fascino, quasi pendevano dalle sue labbra, e lo ascoltavano con notevole interesse. Trascorse dunque la prima ora di lezione così. Poi tenne la sua lezione di latino sull'ablativo assoluto, e anche qui gli studenti erano molto presi dalle sue parole. Terminò la sua lezione e salutò gli studenti. Uscendo dalla classe incontrò Head, e così gli parlò: "Sai, ho conosciuto quei due ragazzi. Avevi ragione, sono in gamba. Se conoscono Ostia possono aiutarci a trovare Zone" "Mark, hanno 15 anni!" "Non fa niente, sono giovani, ma non stupidi. Penso che dovremmo cercare aiuto da ogni parte. In ballo c'è troppo, rischiamo la guerra" "Hai ragione su questo, ma non possiamo affidarci a due quindicenni. Ora fami andare, che ho lezione in ID" "Terzo anno, giusto?" "Vedo che hai studiato!"

La giornata scolastica continuò allo stesso modo, e terminò senza novità. All'uscita Head e Myrock incontrarono di nuovo la professoressa Nalli, che, dopo averli salutati, disse loro: "Buongiorno! Avete saputo? E' giunto il nuovo preside. Ora purtroppo è indisponibile, è impegnato in centrale con delle carte, essendosi appena insediato. Ma domani verrò qui, lo potrete conoscere" "Ah ottimo! Domani lo saluteremo, ma ora mi perdoni, siamo di fretta" "Come volete, a domani!". I due congedarono la collega così. Mai in tutta la missione fecero uno sbaglio così grande.

 

Giunse dunque il tanto atteso pomeriggio. Head e Myrock attendevano Lupos a casa di Head, come previsto. Lo spagnolo non si fece attendere e si presentò proprio in orario. si sedettero quindi tutti attorno al tavolo da pranzo di Head, al centro del quale vi era la cartina di Ostia. Iniziò a parlare il veterano della CIA, esponendo il suo piano: "Bentrovati. Ho studiato un piano d'azione per cercare Zone a tappeto su tutta Ostia. Myrock, tu cercherai nella zona di Ostia levante, più propriamente la parte di Castel Fusano e Cristoforo Colombo. Maxi, tu invece cercherai all'appagliatore, al porto, fino a piazza Anco Marzio. Io mi impegnerò nel resto." "Più precisamente, cosa dobbiamo cercare? Infatti è impossibile trovare subito Zone..." "Giusto. dobbiamo cercare informazioni. Avete una sua foto, qualcuno deve pur averlo visto!". Il piano di Head non faceva una pecca. Quindi scesero di nuovo nel cortile e saltarono immediatamente in macchina, direzione: stazione di Castel Fusano. Il tragitto era lungo, per giunta trafficato, quindi i tre ebbero l'opportunità di confrontarsi: "Certo che ci avrebbe fatto comodo l'aiuto di quei due ragazzi" "Mark, già ti ho detto che sono troppo piccoli per una questione così importante." "Di che parlate?" "Niente Maxi. Mark voleva arruolare nella nostra squadra due ragazzini di quindici anni." "A proposito, stiamo combattendo un'organizzazione con un nome, The Swindle. Noi come squadra non abbiamo un nome?" "Giusto, Carl, come ci chiamiamo?" "Non c'è tempo per queste buffonate" "Dai, anche Mark asseconda la mia idea!" "Ok, ok. Fatemi pensare...Hyper Company vi piace?" "Cool. Tu Maxi che ne pensi?" "Bello bello, ma se siamo solo in tre non è una vera e propria squadra" E nel frattempo giunsero alla stazione, dove Myrock scese dalla macchina. "Mark, questa è la tua zona. Cerca qualsiasi tipo di informazione su Zone. sono le 16:00, tornerò a prenderti per le 19:30" "Ok, Carl, a dopo" "Buona fortuna" "Anche a te, Maxi".

Mezz'ora dopo furono al complesso Vittorio, sede della biblioteca, di un teatro e di una chiesa. Davanti questa grande e antica struttura, si fermò la Camaro di Head. "Maxi, da qui all'appagliatore è la tua zona. Stessa cosa vale per te. verrò a riprenderti alle ore 20:00. Non lasciarti sfuggire nulla, ricorda di mostrare a tutti la foto che hai di Zone, o meglio, le foto." "Certo capo, non preoccuparti, mi impegnerò. A dopo e buona fortuna." "Anche a te."

Subito dopo, la Camaro di Head sfrecciò via, in fretta, come se fosse seguita da qualcuno. In effetti, il veterano era perseguitato dall'incubo di Lase, e, senza saperlo, aveva superato il limite di velocità. Fu immediatamente fermato da una volante, e, dopo spiacevoli commenti che preferiamo non riportare, Head accostò, e scese dal suo veicolo. "Problemi, agente?" disse. "Ha superato il limite, favorisca patente e libretto" "Agente, non si rende conto con chi sta parlando...lei è una recluta non è vero?" "Il mio ruolo, qualsiasi esso sia, supera di gran lunga il suo" "Non credo" e mostrò immediatamente il tesserino CIA: "Agente Carl Head, capo della divisione "organizzazioni criminali" della CIA, ufficiale dell'intero esercito dell'agenzia. 30 medaglie di riconoscimento, e ora lei mi sta impedendo di ottenere la trentunesima. Permette?" "Mi scusi signore, prego!" "Grazie mille, e non preoccuparti: stai facendo bene il tuo lavoro" "Grazie signore, arrivederci!". Quindi Head salì di nuovo in macchina e, sorridendo, pensò: "Dilettante."

 

Le sue ricerche lo condussero nell'affollatissima piazza Anco Marzio. La piazza, dedicata al quarto re di Roma e fondatore, secondo la tradizione, di Ostia, era di modeste dimensioni, ma tenuta accuratamente, soprattutto dai commercianti che su essa vedevano affacciarsi le loro vetrine. Head si trovò al centro, da una parte scorgeva il mare, dall'altra il piccolo luna park, eretto sulle fondamenta di un'antica stazione ferroviaria. Ai lati della piazza, si dislocavano due piccole vie, in direzione di altre due più piccole piazze. Ma il suo scopo non era una relazione sull'ambiente circostante, quindi ci limiteremo a raccontare le vicende del nostro eroe. Pe prima cosa entrò nel grande bar che dominava la piazza, e chiese subito al cassiere e al proprietario, che in quel momento era proprio lì, se avessero visto il suo uomo: "Questa è una sua foto. Vi siete per caso imbattuti in lui?" "No, mi dispiace. Certo che è un tipo losco. Ho sentito però che qualcuno ha visto un tizio del genere verso la stazione di Lido Centro. Sa, da buon barista mi capita di ascoltare le conversazioni altrui" "Non si preoccupi. Grazie comunque dell'aiuto, andrò lì. Arrivederci" "Arrivederci agente". Nel salutare il collega transatlantico, Head, come d'impulso, ripensò ai due studenti, al suo nuovo lavoro, e all'introvabile Zone. "Caspita, forse Maxi e Mark avevano ragione, forse sarebbe meglio ampliare la nostra squadra...Hyper Company...ma come mi è venuto in mente?" gli scappò quindi un sorriso. A Lido Centro nessuno aveva avvistato Zone, nè qualcosa di losco probabilmente riconducibile a lui. Così, la risposta fu sempre la stessa: "No, mi dispiace. Ma se noto qualcosa di particolare, vi farò sapere."

La ricerca fallì, o meglio, non raggiunse il suo scopo. Head tornò alla Camaro, parcheggiata sul lungomare dinnanzi a piazza Anco Marzio, aprì la portiera, salì e sfrecciò: era in ritardo all'appuntamento con Mark. L'auto azzurra correva sulla costa romana fino a raggiungere la stazione ferroviaria di Castel Fusano. Qui Myrock attendeva il suo compagno. "Era ora! Sei in estremo ritardo, che è successo?" "Niente, mi sono soffermato su alcune ricerche. Sali o no?" "Eccomi.". Di nuovo, in fretta e furia, l'auto blu sfrecciò via, per recuperare il ritardo con il terzo membro della compagnia. Solo venti minuti dopo la Hyper Company era al completo: anche Max ora era salito in macchina, e, verso le 20:00, era diretta a casa di Head per fare il punto della situazione.

 

"Non bastava l'assassinio del rappresentante delle Nazioni Unite, in Mozambico, ora anche questo probabile conflitto mondiale! Zone, sei un assassino, un criminale. Ma nessuno lo ha visto, finora, a Ostia!" "Cosa successe in Mozambico?" chiese Max. "Non è il momento" rispose immediatamente Head.

La notte calava sulla squadra dei disperati eroi. La crisi mondiale era vicina, e tutto gravava sulle loro spalle. Ma forse stava loro giungendo un piccolo aiuto, piccolissimo, che sarebbe però stato decisivo.

 

 

 

[continua nel VI episodio: ARENA DOMINATORS]

 

dedicato a Giulia e Fabrizio, per l'occasione editore dell'episodio.

  
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