Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: SellyLuna    09/02/2013    4 recensioni
Sakura è una ragazza molto impegnata, talmente impegnata che non ha nemmeno il tempo da dedicare a se stessa. Ma quando tutto sembra finito, anche nel modo più inaspettato e improbabile può nascere l'amore...
coppia principale: SasuSaku con accenni ad altre coppie.
Dal secondo capitolo:
“ È da tanto tempo che non ci vediamo.” riprese ora più serio. “È successo qualcosa?”
Ecco, era il momento giusto per accennare al suo problema, anche se non sapeva da che parte iniziare. Non poteva farsi perdere l’occasione, doveva provarci.
“Vedo una ragazza.”
Naruto lo guardò stupito per un breve istante per poi distendere le sue labbra in un sorriso sincero.
“ Non è come sembra.” intervenne Sasuke smorzando, sul nascere, l’entusiasmo dell’altro.
Naruto corrugò la fronte, rivolgendogli uno sguardo interrogativo. Che cosa intendeva Sasuke con quella frase?
Visto che Naruto non sembrava intenzionato a esprimere a voce i suoi dubbi, Sasuke riprese parola cercando di spiegarsi. “È come se vedessi una ragazza che non è lì.”
Per chi ama "Just like Heaven" (Se solo fosse vero) ♥
Per chi ama Naruto ♥
Genere: Commedia, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: AU, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 


Capitolo 3
Confidenza e richiesta.

 

 
La ragazza aveva mantenuto la promessa: non se ne era mai andata, nemmeno per un nanosecondo. Era sempre presente, doveva stare all’erta ogni istante, perché poteva trovarla nascosta nei posti più impensabili, ad esempio nel frigorifero dove controllava e contava tutte le birre che beveva. Ovviamente non si teneva i propri commenti per sé, ma glieli rivelava sempre quasi con disprezzo e delusione.
Non era mai solo; non aveva nemmeno la possibilità di farsi una doccia in tutta tranquillità, visto che lei decideva di fargli compagnia pure in quel frangente. Così si era ritrovato a doversi lavare con il costume addosso, perché non aveva un po’ di privacy in casa sua! Robe da non crederci!
Altre volte non poteva seguire i programmi televisivi, perché lei iniziava a parlare ininterrottamente, proprio come una radio gracchiante e fastidiosa, e lui capiva la metà – se andava bene – di quello che dicevano in tv. La ragazza arrivava addirittura a cantare, quando si sentiva generosa e propensa a rompergli l’anima, e Sasuke, dopo aver fatto finta di niente, doveva alzare il volume dell’apparecchio. Tuttavia questo gesto non fermava la ragazza, che a sua volta cantava con toni più alti. Finché esasperato, Sasuke spegneva il televisore e se ne andava in camera sbattendo la porta.
Non ne poteva veramente più. Aveva capito che da solo non ce l’avrebbe fatta, così si fece aiutare.
Chiamò il parroco della città che, armato di acqua benedetta, cercava di colpire il fantasma infestante sotto le indicazioni di Sasuke. La ragazza, però, si spostava appena il prete alzava il braccio per lanciare la sua “arma” nella direzione indicatagli. Sasuke, che per sfortuna aveva il dono di vedere lo spirito, doveva richiedere all’uomo di Dio di immergere nuovamente l’aspersorio nell’acqua santa e di benedire ancora una volta la casa, così da allontanare definitivamente il maligno.
Sakura aveva continuato a spostarsi di lato, quel poco che bastava per non farsi raggiungere dall’acqua, finché scocciata di stare al gioco si rivolse a Sasuke chiedendogli in tono fermo di ripulire il lago che si sarebbe formato, alla fine della visita del sacerdote. Con queste poche parole sparì dalla sua vista.
Non andò per niente bene nemmeno il tentativo che fece affidandosi alla cultura cinese. Non sapeva perché si era rivolto a dei cinesi, ma credeva – almeno fino a qualche tempo prima – che con la loro conoscenza del soprannaturale, che si tramandavano nei miti di generazione in generazione, avessero un metodo per scongiurare la presenza innaturale degli spiriti.
Ora sapeva – dopo che avevano fatto attivare l’allarme anti-incendio durante il loro originalissimo rito che prevedeva l’uso del fuoco – che non era saggio dare fiducia a dei cinesi per risolvere una questione simile; ne avrebbe tenuto conto per il futuro, nel caso avesse avuto di nuovo bisogno di una consulenza speciale.
Chiese consiglio anche ad una ditta di disinfestatori che, una volta venuti a conoscenza della presenza in quell’appartamento di un fantasma, non ne rimasero meravigliati, abituati a sentire le cose più improbabili da dover eliminare dalle case dei loro clienti. Assomigliavano molto ai Ghostbusters con l’unica differenza che non riuscirono a catturare lo spirito, sebbene loro ne fossero pienamente convinti e Sasuke non volle infrangere la loro soddisfazione, rivelando che il suddetto spirito si trovava proprio di fianco a lui mentre si divertiva un mondo a vederli così affaccendati e a tratti si faceva pure beffe di loro, certa della loro inutilità.
Una sera fece venire anche Kakashi, lo squinternato proprietario della libreria, era la sua unica – e ultima – speranza. Non sapeva a chi altri rivolgersi per trovare aiuto. Non era ancora pienamente convinto della sua scelta, ma dopotutto, riflettendoci, Kakashi doveva pure saperne qualcosa al riguardo, no? Altrimenti non si spiegava come avesse fatto a consigliargli, con così tanto ardore, il libro di Jiraiya oppure era soltanto una tattica per vendere e lui, da povero fesso e disperato, era cascato così ingenuamente nella trappola?
Un’altra considerazione che si ritrovò a fare suo malgrado, mentre faceva accomodare il suo ospite, riguardava le sue amicizie. In passato non si sarebbe certo trovato intorno persone come Sakura o Kakashi, riguardo al quale tuttavia non sapeva molto ed era perciò abbastanza scettico. Credeva che Naruto sarebbe bastato come personalità stravagante rientrante nelle sue conoscenze!
Intanto Kakashi aveva trovato la sua sistemazione al centro dell’amato divano di Sasuke e, con noncuranza, tirò fuori dalla sua borsa un piccolo libro che aprì alla pagina in cui aveva interrotto la sua precedente lettura e, come se niente fosse, vi si immerse nuovamente.
Nello stesso tempo anche Sakura li raggiunse in salotto e si posizionò proprio di fronte al nuovo arrivato, scrutandolo con occhio critico. Dopo il suo attento e minuzioso esame, sentenziò:
<< Nemmeno lui mi vedrà. >>
Sasuke non le rispose, preferendo concentrare tutta la sua attenzione sul libraio. Questi, da parte sua, di punto in bianco abbassò il libro e disse: << Sento una presenza. >> 
<< Davvero molto originale. >> commentò Sakura sarcasticamente.
<< Ed è una presenza ostile. >>
Quest’affermazione fece tacere la ragazza, che non trovò nulla da controbattere.
<< Vuole che tu lasci l’appartamento. >>
Quest’ultima frase era piaciuta particolarmente alla ragazza, perché Sasuke vide nascere sul suo viso un sorriso compiaciuto.
<< Questo tipo mi piace. Ci sa fare. >>
Ma che ragazza mutevole! Proprio come una banderuola sospinta dal vento ora in una direzione, ora nell’altra. Era shoccato. Ma si ridestò subito quando Kakashi rivelò che l’unica soluzione era quella di assecondare il volere dello spirito e cioè di lasciare l’appartamento. E aggiunse: << Non so cosa ci sia di interessante in questo appartamento per essere così conteso. Bah… >>
I due ragazzi lessero in quell’affermazione una velata accusa contro la loro persona e ribatterono con veemenza, dando valore a ciò che a ognuno aveva colpito e secondo cui contraddistingueva quel locale.
Sasuke difese il mobilio, nel quale rientrava a pieno diritto il vellutato e comodo divano, mentre la ragazza mise in rilievo, nonostante il suo interlocutore non la potesse sentire, la vista di cui potevano godere i sensi affacciandosi alla vetrata. Come poteva non essersene innamorato appena l’aveva scorta, come era accaduto a lei la prima volta?
Dopo il loro appassionato elogio all’appartamento in cui vivevano, i loro sguardi si incontrarono, timidi e sorpresi; il nero si affogò in un immenso verde smeraldo, che al contempo fu catturato da quel pozzo profondo e magnetico dell’oscurità.
Era la prima volta che si trovavano sulla stessa lunghezza d’onda; non erano pienamente d’accordo, ma entrambi potevano sostenere senza problemi che lì si viveva bene, vi era un’incantevole e rilassante atmosfera, intrusi a parte.
Kakashi si alzò e silenziosamente, dopo aver lanciato a Sasuke una breve occhiata come saluto, si diresse verso la porta d’entrata.
<< Aspetta! >> lo fermò la voce del ragazzo. << Io non intendo, minimamente, lasciare questa casa. Sarà lei a farlo. >> disse con tono superiore e vagamente minaccioso.
Era davvero un testardo! Che rabbia! Le faceva saltare i nervi come niente, non sapeva che poteri avesse per diventare così scorbutico e odioso. E pensare che un attimo prima, quando era persa nell’immensità dei suoi occhi, aveva accarezzato l’idea che in fondo, molto in fondo, il ragazzo non era male e che lei avrebbe potuto essere più gentile con lui, così da cercare di migliorare il loro rapporto. Ma dopo un’affermazione simile, aveva mandato tutti i suoi buoni propositi alle ortiche, senza tanti ripensamenti, pronta a urlargli contro per l’ennesima volta la sua contrarietà. 
Iniziarono a litigare furiosamente; lei continuava a sostenere le sue posizioni, e lui controbatteva con la ferma convinzione che lei fosse morta e di conseguenza non aveva nessun diritto di restare.
Kakashi intuì per istinto che Sasuke era nel corso di una accesa discussione con il suo spirito e, mano a mano che i toni si facevano più vivi, iniziava ad accusare un lieve mal di testa. Che tipetto vivace, il suo fantasma!
<< Ehi, calma! Calma! >>
Il suono, quasi estraneo, della sua voce riuscì a intromettersi nella loro discussione e ad affievolirla. I due si zittirono e puntarono i loro occhi sulla sua figura, in attesa.
<< Che personalità vivace! >> commentò divertito Kakashi. Sasuke, tuttavia, non ci trovava nulla di divertente; era certo che se fosse stato lui, quel povero disgraziato, che doveva conviverci sforzatamente, non lo avrebbe detto.
Questi pensieri non vennero alle labbra di Sasuke, che li tenne segretamente circoscritti alla propria mente, sapendo, per esperienza, che sarebbero potuti essere un pretesto per un’ ennesima lite. E, francamente, era stufo di dover trovarsi in contrasto con qualcuno, ma c’era qualcosa in Sakura che lo spingeva inevitabilmente a risponderle a tono. Era un comportamento inusuale per uno come lui, che cercava sempre di schivare qualsiasi tipo di discussione.
<< Però dovresti concentrarti su un altro spirito. >> riprese Kakashi, dopo averlo squadrato a lungo. << Quello che vive proprio qui. >> gli si avvicinò e indicò il suo cuore.
Sakura, indisturbata, aveva seguito con interesse quest’ultima rivelazione, cercando di capirne il senso celato.
Giunta ad una propria conclusione, si rivolse a Sasuke con poco tatto: << Ma sei stato lasciato dalla tua ragazza!>>
Sasuke girò di scatto la testa in sua direzione e le scoccò un’occhiata truce accompagnata dal consiglio di tacere.
<< Allora è vero! Oh ma povero! >> continuò a schernirlo lei.
<< Taci! Non sai di cosa parli! >> sputò con cattiveria, prima di abbandonare la stanza di pessimo umore.
Sakura rimase perplessa. Non era una reazione un po’ troppo spropositata per l’abbandono da parte della propria ragazza? Certo, poteva capire che le era molto legato. Forse aveva esagerato un po’, non era stata molto rispettosa nei suoi confronti, ma non credeva che fosse così permaloso. E poi, non era giusto che solo lui potesse essere sgarbato e offensivo verso di lei, mentre a lei non era acconsentito comportarsi alla stessa maniera.
<< Ragazza, dovresti portare più rispetto per i defunti. >> le consigliò Kakashi, rivolgendosi all’aria della stanza prima di andarsene.
Era davvero mortificata e molto dispiaciuta. Non aveva capito che si trattava di una cosa così delicata e intima. Perdere una persona cara è un dolore indicibile e, nonostante gli anni, non passa mai, è sempre presente e plasma la persona, il suo essere.
Poteva comprendere ciò che stava provando e voleva scusarsi, fargli capire che non era un mostro come, molto probabilmente, era apparsa ai suoi occhi.
Lo cercò e infine lo trovò sul tetto intento ad ammirare la città sprofondata nell’oscurità da cui spiccavano piccoli punti luminosi.
La brezza serale soffiava leggera e lei, sentendola spirare vicino, rabbrividì istintivamente, sebbene non sentisse affatto freddo.
A piccoli passi timidi lo raggiunse e gli si mise di fianco per osservare lo stesso spettacolo.
Quando Sasuke sentì la sua presenza, fece una smorfia di disappunto ma non se ne andò e non chiese nemmeno a lei di farlo. Finché se ne stava lì, in silenzio, con gli occhi puntati sulla città dormiente e non lo infastidiva, non gli creava nessun problema. Non era un mistero che lui amasse e cercasse il silenzio.
<< Senti, io… >> iniziò titubante Sakura. << Io volevo scusarmi con te per quello che ho detto poco fa. >> abbandonò la vista del panorama per cercare i suoi occhi, che rimasero a fissare ostinatamente dritti davanti a sé. << Mi dispiace davvero. >>
Era sincera, lo sentiva dal tono della sua voce. La sua reazione era stata alquanto esagerata, ma era ancora un tasto dolente, una ferita aperta da rimarginare.
Era stato ingiusto con lei, come poteva saperlo o solo immaginarlo?
<< Fa niente. Sta’ tranquilla. >> le disse, sbrigativo, Sasuke.
Calò di nuovo il silenzio, rotto ogni tanto dai suoni, lontani e sordi, delle macchine che si arrischiavano ancora a girare a quell’ora.
Dopo minuti che le parvero ore, Sakura decise di riprendere parola: << E lei, come si chiamava? >>
Il suono, basso e delicato, della voce della ragazza lo ridestò dai suoi pensieri e dai suoi ricordi, ricordandogli che lei era ancora lì, vicino a lui.
La domanda aveva sortito il giusto effetto, Sasuke si girò verso di lei e la guardò per la prima volta quella sera. Nei suoi occhi la ragazza lesse un sentimento di sbigottimento e spaesamento. Era confuso, sembrava non aver compreso la domanda. Allora Sakura, preso il coraggio a piene mani, precisò: << Non era riferito ad una ragazza? >>
Sasuke si rilassò. Ora aveva intuito; si stava riferendo all’enigmatico consiglio di Kakashi.
Era rimasto sorpreso che Kakashi fosse riuscito, non conoscendolo nemmeno, a svelare i suoi sentimenti più segreti, aveva letto la sua anima come si fa con un libro.
Si prese del tempo per trovare le giuste parole e le rispose:
<< No, era riferito a mio fratello Itachi. >>
La ragazza lo guardò stupita e imbarazzata, probabilmente sentendosi ancora in colpa per le sue parole. Sasuke ritornò ad osservare dinnanzi a sé.
<< Non ne vuoi parlare un po’? >> gli chiese, con discrezione, lei.
Se doveva essere sincero, non aveva nessunissima voglia, anche perché sapeva cosa gli avrebbe detto: le solite frasi di circostanza per dimostrare la propria vicinanza, che gli sembravano solo finte. Poi, con garbo, gli avrebbe consigliato di riprendersi in mano la sua vita e di viverla appieno, perché così avrebbero voluto suo fratello e i suoi genitori, invece che rimpiangersi addosso. Forse avevano ragione, ma lui, sebbene ci avesse messo tutta la buona volontà, non ci riusciva. Era più forte di lui. Sentiva di fare un torto, a loro.
D’altro canto, vedendo Sakura con i suoi grandi occhi verdi che lo scrutavano un po’ apprensivi e confortevoli, considerò di accontentarla. In fondo, parlarne con qualcuno gli avrebbe fatto bene e, ricordando i suoi cari, li avrebbe sentiti più vicini, così come da tanto tempo desiderava.
<< Itachi era il mio nii-san >> iniziò a raccontare con una nota d’affetto nella voce. << Era il fratello maggiore migliore che si potesse desiderare. C’era sempre, quando avevo bisogno. Nonostante avessimo cinque anni di differenza, da piccoli giocava sempre con me quando glielo chiedevo. Non so come facesse, ma trovava un po’ di tempo per me. Sempre. >>
I suoi lineamenti si erano addolciti e Sakura poté giurare di aver intravisto in quel cambiamento un Sasuke più giovane, più felice e spensierato, più innocente e pieno di gioia e speranza.
<< Poi, quando i nostri genitori morirono in un incidente d’auto, fu Itachi a prendersi cura di me. Io avevo otto anni e lui tredici. Era ancora un ragazzino, che dovette crescere in fretta per prendersi una responsabilità tale da stare dietro al suo fratellino. E lui lo fece. Da allora in poi, siamo andati avanti noi due da soli. Itachi mi fece un po’ anche da madre e padre, quella madre e quel padre che avevamo perso. Fece di tutto per me, per rendermi felice. Era la mia àncora di salvezza, il mio punto fermo. Eravamo molto legati, però la sorte o il destino si è preso anche lui. >>
Chiuse il suo resoconto con un piccolo singhiozzo camuffato da un colpo di tosse.
Sakura era molto dispiaciuta. Quanti dolori aveva passato in vita sua, ora intuiva certi suoi comportamenti, doveva sentirsi molto solo. Pensò che avrebbe potuto fare qualcosa per aiutarlo.
Si accorse, nel mentre, che Sasuke era rincasato e decise di seguire il suo esempio. Una volta al sicuro nel suo amato appartamento, scoprì Sasuke agguantare la sua giacca e uscire. Lo seguì per capire questo suo improvviso bisogno di fare due passi, a quell’ora. Dove pensava di andare, poi? Era ormai tardi, ma aveva l’impressione che avesse una meta ben precisa in mente, i suoi passi erano sicuri, nonostante il suo animo fosse un po’ turbato e lei non condivideva affatto questa sua scelta. Non era proprio nello stato di incontrare gente, anche solo per caso, figurarsi se intenzionalmente.
Lo raggiunse davanti all’entrata di un bar e subito gli confessò che non era una buona idea.
Lui non parve badare alla sua affermazione e con tono saccente le chiese se fosse mai stata in un locale, spingendo la porta ed entrandovi.
Sakura entrò a sua volta e, per la prima volta, vide la vita notturna cittadina, tutta riversata in quel piccolo e confortante pub. Vide gente incontrarsi, salutarsi affettuosamente – non negò che le era sorto il dubbio se tutta quella espansività fosse dettata da un buon bicchierino – parlare, ridere e divertirsi.
L’incessante chiacchiericcio faceva da sfondo alla musica che un gruppo suonava dal vivo, rendendo l’atmosfera più suggestiva.
Era sbalordita, non aveva mai visto scorrerle davanti agli occhi così tanta vita e invidiò, per un momento, tutta quella gente così allegra. Ma poi, considerò che non era tutto così salutare, sapeva bene che molti non riuscivano ad uscire dal giro, diventandone la loro rovina. Iniziava come un semplice ritrovo tra amici, per finire come l’unica possibilità per risolvere, dimenticandoli, i propri problemi.
Sasuke si era diretto al banco, dove trovò il suo migliore amico in dolce compagnia.
<< Ehilà Sasuke! Qual buon vento! >> la sua voce sbarazzina si levò limpida tra il cicaleccio indistinto.
<< Naruto. >> lo salutò con un cenno del capo.
<< Ti presento Hinata, la mia ragazza. >> disse, tutto contento, indicando la ragazza che aveva al suo fianco. Era una bella ragazza, dal viso dolce e delicato da cui spuntavano due grandi occhi chiari ed espressivi, contornato da lunghi e setosi capelli corvini che le ricadevano soffici sulle spalle. Gli sorrise con dolcezza mista a timidezza, con le guance lievemente imporporate.
Pensò che Naruto avesse trovato la ragazza adatta a lui, una donna che sapeva amarlo, sopportarlo – per esperienza sapeva che non era per niente facile – e spronarlo quando serviva, ma allo stesso tempo frenarlo quando esagerava.
<< Questa, invece, è Tenten, un’amica di Hinata. >>
L’altra ragazza era molto diversa dalla dolce metà di Naruto, sia per quanto riguardava l’aspetto fisico sia per il carattere. Aveva dei lineamenti decisi e un fisico snello e asciutto dal quale ipotizzò che la ragazza amasse fare costantemente sport e che non la spaventasse minimamente la fatica, dava l’aria di essere una tosta.
Portava i capelli legati in due semplici chignon cinesi, un’ acconciatura che probabilmente trovava estremamente utile in quanto le evitava intralci durante gli allenamenti e che, per abitudine, vi ricorreva anche in altre occasioni.
I suoi occhi marroni lo osservavano con sana curiosità.
<< Ragazze, questo è Sasuke, il mio migliore amico! >> disse, rivolto alle due ragazze, sorridendo.
Sasuke si girò verso il barista e ordinò da bere.
Sakura si avvicinò al gruppetto formato da Sasuke, Naruto, Hinata e Tenten, nel momento in cui Sasuke stava riferendo la sua ordinazione.
Subito gli gridò il suo dissenso e Sasuke commentò acidamente in sua direzione: << Non sei mia madre! >>
Queste parole colpirono Naruto, che abbandonò la quieta conversazione con le due donne, e si voltò verso di lui e, dopo un’occhiata visibilmente preoccupata, gli chiese: << Ti senti bene, amico?>>
<< Sì! >> rispose sicuro Sasuke, prima di raddoppiare il suo ordine, alzando il tono della sua voce, come se volesse farsi sentire da qualcuno.
A Naruto non era sfuggito il suo ammiccamento in una precisa direzione e, seguendo il suo sguardo, si ritrovò a imbattersi nel nulla, lì non c’era nessuno.
Sasuke non si sentiva molto bene, si comportava come se ci fosse veramente qualcuno e arrivò alla conclusione che fosse in balia di una sua personalissima allucinazione, sebbene non gli fosse apparso già così sbronzo.
Lo aveva visto abbastanza bene, fisicamente parlando, nonostante non era passata inosservata ai suoi occhi attenti una velata tristezza o malinconia, che Sasuke non era riuscito a mascherare del tutto. Non gli aveva dato il giusto peso, a prova del fatto che Sasuke si trovava lì, insieme a loro, era un grande passo in avanti.
Sakura non poteva permettergli di commettere un tale errore, se non iniziava ora a smettere, non ci sarebbe mai riuscito. Purtroppo non le dava ascolto, così doveva architettare qualcosa in fretta.
All’ennesimo rifiuto, Sakura si era così indignata che con un << L’hai voluto tu! >> entrò letteralmente nel corpo di Sasuke per controllare i suoi movimenti.
Intanto Sasuke stava avvicinando il bicchiere alle labbra e Sakura creò una tensione in senso opposto.
Per un attimo la meraviglia si era affacciata negli occhi scuri di Sasuke, subito soppiantata dalla determinazione. Lui voleva bere e ce l’avrebbe fatta.
Afferrò nuovamente il bicchiere, lo alzò, ma invece di indirizzarlo al suo viso, lo spostò, sbattendolo, poco più in là. Questa operazione si ripeté più volte. Tentò anche di fermare il suo braccio “malsano” con l’altro, senza risultati.
Infine riuscì a sollevarlo – mentalmente ringraziò il cielo – per poi svuotarne il contenuto addosso a Tenten. La ragazza gli lanciò uno sguardo sorpreso e indignato al tempo stesso. Tutti lo stavano osservando straniti, anche Naruto era incredulo.
<< Se lo viene a sapere Neji… >> commentò Naruto, ancora scosso.
Non voleva aspettare di incontrare questo Neji, anche perché immaginava che il loro primo incontro non sarebbe stato dei migliori; aveva intuito che si trattava del ragazzo di Tenten e probabilmente lo avrebbe conciato per le feste.
Si alzò e a passi malfermi raggiunse l’uscita.
Una volta all’aria aperta, sentiva ancora la spiacevole sensazione di tutti quegli occhi puntati addosso. Era stato umiliante! Ed era tutta colpa di Sakura, lo sapeva che c’era il suo zampino!
Nel frattempo, Sakura uscì, con nonchalance, dal corpo di Sasuke e si spolverò gli abiti, mentre commentava incredula ciò che aveva appena compiuto con una nota di fierezza nella voce, che urtò ulteriormente Sasuke.
<< Tu mi hai quasi stuprato! >> disse Sasuke, shoccato e adirato insieme.
<< Non credere che ci abbia trovato gusto! >> si difese lei.
<< E come se non bastasse, mi hai reso ridicolo davanti a quelle persone. Perché?>>
Era fuori di sé, e questo suo aspetto aveva intimidito Sakura, che non era riuscita a formulare nemmeno una parola di risposta.
Allora Sasuke, molto stanco di tutta la faccenda, si era voltato e se ne era andato, lasciandosela alle spalle.
Passeggiò per le strade deserte, finché non trovò una panchina, su cui si accomodò.
Si osservò intorno e vide desolazione, lo stesso sentimento che provava dentro di sé. Era tutto troppo tranquillo, immobile, quasi irreale, non vi era anima viva. Quella calma risultava quasi pressante.
Alzò gli occhi al cielo per specchiarsi e perdersi nell’immensità del firmamento.
Quante stelle c’erano in cielo? E quanto distavano?
Si ritrovò ad ammirare la loro bellezza, mentre punteggiavano la distesa celeste come tanti piccoli lumi per indicare e illuminare il cammino ai poveri e stanchi viandanti che sostavano ancora sulla terra, era un dono e un segnale di una forza divina.
Riabbassò lo sguardo sulla dimensione terrena e incontrò due occhi smeraldini che lo osservavano, muti e in attesa.
Con un gesto di stizza e un piccolo sbuffo, voltò la testa dall’altra parte. Era davvero testarda, quella ragazza! Non gli aveva rovinato la vita abbastanza, cosa accidenti voleva ancora?
<< Lo so che sei ancora arrabbiato con me. >> spezzò il silenzio lei  << E non potrei biasimarti. Ma io cercavo di aiutarti, ero in buona fede. >>
La guardò di traverso, sospettoso.
<< Comunque volevo chiederti di aiutarmi. >> disse, infine, con sicurezza.
Alzò un sopracciglio indispettito e interrogativo. Perché mai avrebbe dovuto fare una cosa simile?
Come se la ragazza avesse intuito i suoi pensieri, gli ricordò che era l’unico a vederla e gli promise che poi, ottenuto ciò che voleva, sarebbe uscita definitivamente dalla sua vita.
Era ancora scettico al riguardo, non voleva imbarcarsi in una situazione così complessa e intricata.
La ragazza aspettava, seduta composta, una sua conferma, che tardava ad arrivare.
Sakura si lasciò scappare un sospiro, desolata. Prese un attimo di respiro e gli disse:
<< Lo so che non è facile. Prova a pensare cosa potrebbero vedere gli altri. Nella prima ipotesi, tu sei seduto su questa panchina che conversi da solo e la gente, vedendoti, ti prende per pazzo. >>
Si formò nella sua testa l’immagine di se stesso, seduto sulla panchina, parlare all’aria vicino a sé. Rabbrividì.
<< Nella seconda ipotesi >> continuò << seduta vicino a te c’è una ragazza che ti sta chiedendo aiuto. >>
Non era molto difficile scegliere tra le due situazioni.
<< Preferisco la seconda. >> disse Sasuke in un sussurro.
<< Allora mi aiuterai a indagare sul mio passato? >> chiese, speranzosa, Sakura.
<< Mh >> acconsentì Sasuke e, per la prima volta, vide nascere un sorriso luminoso sul viso di lei. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Eccomi qui. ^^
Cosa posso dire? Lo so, è davvero strabiliante che io abbia potuto aggiornare in tempi umani e vivibili, ma un motivo c’è. Inizialmente questa parte faceva tutta parte del secondo capitolo, però poi mi hanno consigliato a ragione di tagliare, altrimenti sarebbe stato troppo lungo e noioso. E io non volevo annoiarvi troppo, miei cari lettori!  ^_^
Se devo essere sincera, questo capitolo non mi convince del tutto, cioè delle parti non mi sembrano corrette. Ad esempio il racconto di Sasuke; le sue parole e il suo comportamento mi sembrano troppo OCC anche per un personaggio che un po’ – o tanto – OCC è. Cosa ne dite?
Bene, ringrazio Hikari per i suoi consigli e per avermi fatto notare gli errori. ^^
Devo ringraziare le persone che hanno messo la storia tra i preferiti (1) e tra le seguite (7). Grazie di cuore. <3
Ovviamente ringrazio tantissimo anche chi ha trovato e troverà un po’ di tempo per lasciare un piccolo commento. ;) E ringrazio, anche voi, lettori silenziosi. ;)
Con questo penso sia tutto. :)
Devo avvisarvi che non so quando mi farò viva con il nuovo capitolo, che fra l’altro devo ancora iniziare. Credo che ci metterò un po’ di tempo, perché ora come ora ho un po’ di confusione in testa per il seguito e mi servono i dialoghi. Trovare il film è davvero un’impresa. O.o Mi scuso di già. E poi da lunedì iniziano le lezioni all’università del secondo semestre, con orari davvero improponibili. -.-“
A presto! ;)
Selly
 
 

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: SellyLuna